e il marxismo

e il marxismo e il marxismo : Tufx» Carlo Marx avrebbe potuto prevedere di sè, ma per quanto amasse di spingere lo sguardo in avanti e la sua anima fcbrea si lasciasse facilmente vincere dalle deduzioni della profezia, mai egli avrebbe jvotuto pensare ebe sarebbe finito con diventar argomento per un libro di c apologetica (cristiana ». Poche- volte infatti, o mai, il problema religioso fu negato nella sua es Eenza caratteristica d'intuizione dell'Essere nella sua totalità, e la religione affermata quale un mero riflesso di una condizione Materiale, e perciò materialisticamente spiegata in ogni suo svolgimento, come da Carlo Marx. L'angoscia onde tanti spiriti hanno Spasimato di risolvere il mistero che ci sovrasta, l'anelito ondo tanto anime hanno fcussultato di congiungersi con l'infinito che lei circonda, l'ardore cho ha bruciato tanti cuori di affratellare la natura e gli uomini nolia comunione dell'origine e della meta, lutto insomma quel_ complesso svariatissinio Idi sentimenti e d'intuizioni che noi racco Ijjliamo sotto il nome di religione, non era for Ini che mancanza di c reale *, cioè economica, « felicità ». La società capitalistica p.veva creato, o .limono sviluppato, il CiiEtianesimo ; il cambiamento dei rapporti di produzione taglierà la vita religiosa alle radici. E la società socialistica libererà j:cr sempre la coscienza dallo « spettro religioso ». H cuore di Sant'Agostino e di Danto non palpiterebbe di riposarsi in Dio, se Danto e Agostino avessero la ventura di rinascere in una società ove lo condizioni 'del lavoro e della vita pratica presentassero all'uomo i rapporti chiari e ragionevoli, che presenteranno certo nel socialismo- Ln •logica materialistica toglieva al Marx ogni 'dubbio: la reaziono dell'ebreo contro una Ideile qualità più spiccate e una delle glorie ,più vantate della sua razza, il sentimento religioso, gli coloriva la frase con una crudezza brutale. La stessa crudezza che adopera il suo nuovo biografo — sacerdote Francesco Olgiati — per definire la sua mentalità sotto cotesto particolare aspetto: « mentalità da bettola ». Ma intanto prò prio per cotesta assenza di sentimento reli pioso e per cotest'i mentalità di bettolicro :l sacerdote vuole, per virtù d'antitesi, fan della vita e del pensiero di Marx imo strumento efficace di propaganda cristiana. E l'antitesi assumo la sua più netta espressione nello ultime parole del libro : j Senza esitazione termino 'il mio volume gridando: i Signor Carlo Marx, voi siete più piccolo, infinitamente più piccolo di Gesù Cristo ». Che può essere, anzi ò cortamente vero ; ma vero è anche che nessuna animn alla quale Cristo sia fonte e pienezza di vita oserebbe instituire tale confronto. Tanto gli parrebbe .irriverente il pur avvicinare la piccolezza della nostra umanità con la trascendenza di quella grandezza. Sbaglierebbe parò chi pensasse il libro tleJl'Olgiati altro non sia che un mero libro 'di propaganda, subordinato alla dimostrazione di ima tesi e ricevente il suo valore da essa. La tesi anzi si direbbe un aggiunto i:he campeggia nelle ultime pagine a giù 6tificazione della sua scelta in una « Biblio teca di coltnra religiosa ». Effettivamente 'a propaganda non ha avuto altro effetto sullo spirito dello scrittore che nel fargli esagerare la già abituale trascini a tezza della 'forma. Uomo di fresca ed agile coltura, attinta con libera spregiudicatezza alle fotti più varie, l'Olgiati, benché prete, non po teva scrivere il breviario d'un partito o di una setta. Non refluisce così por il libro l'ond.-i animatrice olio sgorga dalla vivacità d'una fede, la. quale si vuol fondere fede di tutti; ma, per compenso, il libro può diventar-.; proficua lettura per tutti. An che por i socialisti ufficialmente inscritti .il partirò. La letteratura socialista italiana non è davvero così ricca che l'aver in tasvi una tessera possa esimere dal conoscere la vita e il pensiero del fondatore del propi io partito. Ora nel libro dell'Olgiati i casi di quella vita agitata sono raccontati con sobria fedeltà ; l'irto, complesso pensiero del filosofo e esposto con sapiente lucidezza. Sf informazione sicura, fedeltà, perspicuità i-o no condizioni essenziali di scrittore onesto, convien dire che l'Olgiati ha fatto ogni sforzo per non mancare, ed è riuscito a noti mancare al proprio ufficio di storico seni peloso. Gli scritti di Marx e di Engels, le lettere dal 1844 all'83 scambiatesi fra i due amici fedeli, gli studi del Liebknecbt e del Mehring, ogni scrittura più opportuna v stata da lui adoperata per il racco"t-. della vita del maestro. Se devo esporre il pensiero di lui, espone prima quello d" Eegei e del Feuerb.ich, senza dei quali quello non s'intenderebbe ; se studia il suo dissidio con il Mazzini, non lo cerca con il Luzio nella volgarità e woWHerzlosirfeit (mancanza di cuore) del tedesco, ma nel 'dissidio irreconciliabile dello loro dottrinaE il dissidio delle dottrine gli spiega le lotte feroci del Marx con l'roudhon, con Lassalle, con Bakunin. Marx fu aspro, certo, ed espresse la ferocia dei suoi giudizi in una forma tagliente ; ma cotesti asprezza scaturiva come da naturale sua fonte da profonde ragioni ideali. Ebbe fede nel proprio pensiero e combattè ferocemente por osso ; ma perchè so lo era conquistato faticosamente giorno por giorno e credeva ch'esso sarebbe stato solo e vita ad una classe nòli ancora salita alla storia, ma che per oìso sarebbe certamente salita. Tutto dunque ne' pensiero e nell'azione di lui si colorò secon do l'inspirazione alla quale egli obbedì lo voto e per la quale combattè feroce. e Uomo tutto d'un pezzo », come lo definisce il M'dv ring, egli volle pensare, ed operare dentri al proprio sistema. Ma l'avere un sistema e l'obbedire fedel mente ad esso non vuol dire l'avere elimina to da sè ogni forma d'incoerenza. L'incoeron. v.a può essere nel sistema stesso, al quale troppe volte si crede di aver data unità solo perchè si è trovato la formula per rappresentarlo. Di qui lo distinzioni del Gros? e del Sembat, i quali separarono il Marx demagogo dal Marx pensatore. Che è corto un errore, se si prende la cosa materialmente, ma può rispondere a verità, se s'interpreti nel sen.™ che Marx non riuscì a fondere in un'unità organica gli elementi disparati della propria coltura. Anch'io qui sulla 8tamjHi distinsi il Marx che sentì su di sè l'efficacia benefica di Hegel e riuscì a day concretezza storica a! proprio pensiero, dai Marx cho non seppe eliminare da sè alcuni avanzi dell'intellettualismo enciclopedico francese. Non furono certo due uomini, in.? la concretezza storica, ch'è la parte vitale, e perciò la sola filosoficamente interessante, del pensiero di Marx, non lo poteva portato a quella formidabile astrazione ch'è il prcletariato universale campato contro l'universa borghesia. 11 materialismo stor'co, cioè la constat-azioue dello condizioni ob¬pdg è , o , ¬ biettive della società, poteva fargli concepire la propria teoria come un riflesso dello svolgimento storico del capitalismo nell'Europa occidentale moderna, anzi nell'Inghilterra, mai fargliela generalizzare in una forma apodittica come leggo universale. E piùtardi, nella lettera al Mikailowski, parve accorgersene egli stesso. Il materialismo storico non poteva dargli ne la coscienza nè la speranza di una palingenesi universale per opera del proletariato. L'assunzion? di questo come classe dominante, e perciò l'abolizione delle classi", poteva tutt'al più essere determinata dallo condizioni economiche in qualche luogo e in qualche peculiare circostanza. Lo stesso grido : <t Proletari di tutto il mondo, unitovi », è un assurdo in una concezione materialistica della storia. Perchè quel grido introduco nella storia come forza operante la volontà; il condizionato si muta in condizionante, la materia cessa di essere pensata come fri xis, per lasciar posto ad una nuova attività: lo spirito. Ór cotesta sootitnziono noi: poteva avvenire in Marx se non per virtù di quelle suggestioni rivoluzionarie che operarono nel suo inconscio contro il suo sistema. Ed ecco la distinzione del Marx de magogo dal Marx pensatore. Il pensatore materialistico non avrobbe potuto carezzare le speranze che Marx tante volle carezzò d'una prossima decisiva rivoluzione. Certo « nella storia e nella natura la putrefazione è il laboratorio della vita » ; ma la suggestione rivoluzionaria gli fece sempre credere la put.-efaziono sociale più avanzali e più attiva che non fosse, e sperare, nei 48. come nel 50, nel 5B-57 come nel 63 e nel 68 che « l'èra della rivoluziono » fosse sonata e « prossima la mobilitazione » di Er gels e di lui. E qualche volta mi doma*---!'' quanto lievito messianico si sia travasato in lui con il sangue della razza ; e sento nella virulenza e nella sarcastica morda'iti della sua espressione un lirismo che mi sa di profetico. Sento in lui una preoccupazione, anzi un'ossessione di liberare gli uomini dal male — e sia pure dal inalo economico —■ che me lo fa ricongiungere con i grandi eroi della sua razza, tutti preoccupati dallo stesso problema, e mi rivela tutto il profondo idealismo che si nasconde rella sua concezione materialistica della vita, concezione che egli tentò invano di giustificare facendo attiva la materia, cioè sciogliendo lo spirito in lei. Cotesto Marx tutto d'un blocco senza venature e senza screpo'a ture, e che perciò si può frantumare solo che si trovi il punto debole per assestargli la irazzata, è un Marx fuori della realtà. E perciò tale cho non si può amare e del quale non si può apprezzare la grandezza. Ed è la ragione per la quale l'Olgiati, con tutta la sua imparzialità, come non riduce e non distingue, così non ama e non ap prezza Carlo Marx. Per valutare bisogna superare. e l'Ol giati ò rimasto di qua da Marx. Chi invec l'ha superato, e perciò lo fa intendere ed ,-imare nella f.ua umana grandezza, è Benedetto Croce. Aneli'egli nella sua giovinezza passò attraverso alla sua dottrina, nò la sua sarebbe potuta essere mente di uomo moderno se non ci fosse passato. Ma egli sentì anche subito che la sua «adesione, per non essere la ripetizione d'un verbo mnl'inierte imparato, doveva incominciare on il rivedero tutta la dottrina del maestro. Chi vivova la vita, delle discipline morali e psicologiche e storiche non poteva non fare i conti con il movimento intellettuale che prese origine dal Marx ; ma per ivere veiMvoote quella vita bisognava anche non arrestare quel movimento ?! Marx. E il frutto di cotesta revisione furono quei sa.gEri sul Materialismo sluri-'O. l'Economia marristica, che dopo venti e più anni dalla loro pubblicazione riappaiono oggi freschi ed attuali come quando furono composti. E se il Croco nell'incessante processo del ^uo alacre spirito non si fermò ove parve arrivare con i S.arrgi, e a conoscere l'ultima forma del suo pensiero sul a Socialismo * e la « Filosofìa » conviene leggere anclie il capitolo a nuello consacrato nelle recenti Conno fazioni critiche, vero ò anche che il processo del suo pensiero virtualmente si scorge già tutto anche nei Saggi. Perchè egli fin d'allora capì che la posiziono del Marx nella storia della scienza dipende dalla parte reale del suo pensiero, non dalle debolezza e dai miscugli sentimentali e politici cho l'uomo, contro no stesso, intr.ir-o nelle proprie trattazioni. Bisognava dunque fare per Marx quello che Bertrando Spaventa aveva fatto per i filosoli italiani del Rinascimento è Francesco De Sanctis, con criterio analogo, per tutti i poeti e gli artisti della nostra letteratura. Sceverare dalla congerie marxistica il nocciolo vivo e perenne e svilupparlo in ogni sua parte, anche se a volto i nuovi «viluppi e le conseguenti correzioni potessero parere, ed erano, contro il Marx della tradizione. Così il Croce jote dal marxismo e dal materialismo storico risalire alla grande filosofia storica del periodo romantico, e, come aveva scoperto Marx, riscoprire Hegel. L'Hegel vivo e presente nel processo perpetuo del pensiero, non il teologo e il metafisico balbettato nella scuola da scolari ed espositori pappagalleggianti. Cotesta stessa virtù di rinnovamento Marx esercitò nella concezione politica, perchè liportò i suoi veri seguaci alle migliori tradizioni della scienza politica italiana « mercè la ferma asserzione del principio della forza, della lotta, della potenza, e la. satirica e oau-.tica opposizione allo insipidezze giusnatiiralistiche, antistoriche e democratiche, ai così detti ideali dell'89 ». Il Croce però lo ama il suo Marx, versino nei suoi atteggiamenti imperatorii e sprezzanti, perchè egli fu « l'estimatore della sola aristocrazia, alla quale si argomentava di ergere contro, non già i poverelli o il « buon popolo », ma la sua nuova società lavoratrice, concepita anch'ossa corno una sorta, di aristocrazia ». Egli lo ama il suo vecchio pensatore rivoluzionario, che gli pare per molti rispetti assai più,moderno del MnzS.mi : » il socialista cho inteso come anche ciò che si chiama rivoluziono, pei diventare cosa politica ed «-iTettuahile, debba fon darsi sulla storia, armandosi di forza o potenza (mentale, culturale, etica, econo mica), e non già confidare nei sermoni moralistici e nelle ideologie e ciarle illumi nistieho ». I! Marx vivo e grande dunque ; quello che profondando il suo occhio nella storia ne scoperse le antitosi perenni, die strappò dallo lotto delle classi il manto delle ideologie vaae, e di lotte e di antitesi svelò le recondite ragioni determinanti. Quanto^ vive di lui basi a a compensare: della morte del suo sogno : sciogliere tutti i problemi 9 tutte le vicende della vita nel l'infinita varietà de' suoi aspetti religiosi. lpdadcidpdtgèrcvltrdstccasbeptdcmLIpupemdtrt logici, artistici, etici ed economici -— in una sola spiegazione; ma la, grandezza del sogno basta ti dar un'idea della grandezza dell'uomo. Per il sogno che carezzò, per la passione che lo strusse, per il grido che lanciò al proletariato, è giusto che il proletariato seppellisca il nome di lui — adoperiamo una frase a lui cara — nel fondo del suo cuore; ma se la parola di lui ha ad esseje parola di vita, non verbo morto di catechismo, bisogna che il proletariato, c almeno chi lo conduce, ritempri e sviluppi il pensiero di Marx nelle grandi correnti del pensiero moderno. Or il libro del Croce, così spoglio di omi preoccupazione pratica, ma così percorso dall'ansia del vero, così animato dalla certezza che gli uomini riescano a raggiungerlo, se lo cercano con purità e con forza, è dei libri che possono veramente ritemprare e sviluppare. Egli afferma che t il concetto di potenza e di lotta, che il Marx aveva dagli Stati trasportato alle classi sociali, sembra ora tornato dalle classi agli Stati, corno mostrano nel modo più chiaro teoria e pratica, idea e fatto, quel che si medita e quel che si vede e tocca ». Non so se quel che si medita e quel che si vede Ctocca, idea e fatto, mostrino ora proprio cotesto, o non anzi l'immanità de' presenti conflitti statali, non prepari più vasta tela a più vasti conflitti sociali ; certo però nessuna lotta degnamente ed utilmente si com; batto, so non s'intende nelle sue ragioni e no' suoi processi. E nessuno in Italia, dopo il Machiavelli e il Vico, ha fatto e fa intendere la dialettica della storia come Benedetto Croce- U. C, Francesco Olgiati, • Carlo Mane». — Milano. Soclot.1 Editrice « Vita e pensiero ». 1013. Benedetto Crooe, - Materialismo storico ed economia marxistica. ». Terza edizione riveduta. — BariLaterza 101!)

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