Grave scandalo per corruzione, per esoneri e per illecite riforme

Grave scandalo per corruzione, per esoneri e per illecite riforme Grave scandalo per corruzione, per esoneri e per illecite riforme pnassessoreenovaed i complicrnvaaguzo Genova, 30, notte. Il «Lavoro», di Genova, inizia la pubblicazione di impressionanti documenti e di dati di fatti su un grave scandalo, che risale ancora al tempo di guerra, cioè, al 21. aprile 1917, quando fu arrestalo l'impiegato comunale Giuseppe Ha l'io, per peculato c falso. Pendente la lunga e laboriosa istruttoria, alla quale- attendeva il giudice Giannini, si raggiunsero gli estremi per altre 13 denuncio, e a denunciare il Haffo per il peculato di somma ancora maggioro, in un totale agglrantesi in oltre lire centomila. Veniva trattante scoperto che lo stesso imputato Hatto aveva cooperato alla diserzione di certi Mangiarne e Canata. Poiché trattavasi di reato militare, furono rinviati gli atti al Tribunale Militare di Piacenza, che condannava il natio ad anni ì di reclusione militare. Avendo però il condannalo, interposto ricorso al Tribunale Supremo di Guerra e Marina, questa suprema Autorità Giudiziaria Militare, decideva che eli addebiti fatti al Raffo costituivano, anziché il reato giù a lui ascritto di subornazione alla diserzione, l'altro Più preciso di trulla a danno dei suindicati lora mandato di cattuca contro il detto Haffo, per il nuovo titolo di reato, die veniva emessoi dal Giudice Istruttore e notificato nelle Cai' ceri di Marassi, nel modi di legge, essendo dei"sussidi"anvnrnìti Awnac a un Riagiiiti'tito In seguito a dichiarazioni e a rivelazioni il haffo, appena interrogato, dichiarava che il reato a lui imputalo non era elio un episodio d'una lunghissima serie di fatti delittuosi commessi con Ju. correlili c con la complicità dei suoi superióri; alciTfTT dei quali avevano preso parie a precedenti inchieste. Si trattava di fatti delittuosi tendenti alla ritorma, assegnazione a Corpi speciali ed esoneri di milttari chiamati o richiamati alle armi, venendo i corrotti soddisfatti quasi tutti con i denari Dichiarava, anzi, ci IlIclBdgmlipdgcpctpTG2(Hagscrintimi riforma A specifici) domanda del come mai avesse atteso tanti mesi per l'are si gravi rivelazioni, soggiungeva che egli non aveva potuti lai-Io. pl''"la' pcr r°Sioni di necessità da un lato; perchè il giudico istruente li sommariamente Interrogato una volta (il che era conforme a verità); in ultimo perchè anche prima del suo arresto e successivamente eragli stato imposto il silenzio più assòluto dal llodoano, ed in carcere, a mezzo dei suoi difensori, gli si eva promesso die sarebbe stato salvato. Invitato a specificare nomi e fatti e coso il ilaffo quelli e queste denunciava con precisione ììi data e con chiarezza, di termini <• di particolari talvolta sì minuti da iaggiungere l'incredìbile; la narrazione assumeva però nel suo 'viluppo la verisimiglianza più assoluta e quale solo può essere ì ?i <*!-« od indiretta, ma con piena consapevolezza quotidiana del loro svolgersi. Denunziava che prima di lui le malversazioni sui fondi sussidi erano incominciate con il suo predecessore a quel servzio, Otìaggio Giuseppe, con la colpevolezza certa del flodoan*, che mai lo fluito a (-'".mi¬ Uvcvii colpito, sebbene fòsse velluto a cogi l^n» delle sue colpe. Che il sistema «Hr CdsDccitcGAldLdNdclgcpni laiveva continuato, non po- trarre prosili,.! personale, ina sempr? per far piacere al_suoi medesima era di molto superiore a i|uesta accirandosi oltre a lire centocinquantamila, ,Wf'fgJW,d^ ,ft rUstinta. dalla tinaie si veti -Sf'^me al dire di Raffo. per certe rifor,^,f^^^0^^V^uàlirtje4:àncii«-ventimila lire, glocchq il Fossarello ed il prof assessore che cercò l'aiuto di Mezzano Tom- maso sindai-mi] Pieve, di £ori, il quale se la! Intendsva col capitano modico Fossarello e col prof. TlncceUi, questi {a mezzo del dott. Corsanego pure di Pieve di Pori) era riuscito a far riformare amici ed e.l?ttori oltre sè stes-1 so quando venne la chiamata della sua. clasi o a fare assegnare a Corpi speciali amie conoscenti ed a fare loro ottenere l'esoiic temporaneo dal servizio militare. Che la som- ma prelevata non era in totale quale l'aveva accertata l'ultima inchiesta compiuta: ma la 1 osse- nero P.uccelll, non si ron1en1ava.no di piccole som me e di poche centinaia di lire; corno li dott, Giannini, maggiore medico, ma pretendevano, specialmente il Buccelll. una discina di migliaia di lire almeno. I>c imputazioni l nomi e i latti delittuosi denunziati in una prima iase, furono: l.o) La riforma Rodoano. dovuta al pror. Buccelll, per simulalo sonnambulismo, e con la complicità del dottore Fossarello, Mezzano Tommaso e suo fratello Emilio e dottor Corsanego, essendosi speso per essa lire sedici mila: 2.0) La riforma del caporagioniere del Comune. Noli Achille, dovuta al dottore Fossarello, per obesità ed altra malattia inesistente, costata lire seimila, con la complicità di Bodoano, Mezzano T. e del dottore Sacheri (non Forghieri); 3.o) La riforma dell'industriale Gaslini Gerolamo, dovuta ad un proteso disturbo di cuore, mercè la complicità di Rodoano, Mezzano, Fravega, e il dottore Fossarello, Giannini e Bancaiari. e che era costata lire diciottomila; 4.o) Indebita assegnazione di Bassini Domenico alla Sanità, con falsificazione di documenti e merce la complicità di Bodoano, Donnlni Pietro, Mezzano T., Don Genova, e capitano Gentili, e col favoritismo del generale Massone, costata L. 4500; 5.o) Esonero di tal Zanganl, anzi Figallo, come fu poi meglio identificalo, mercè la complicità di Mezzano T. e della signora Maria Sciaccaluga, in l'edotti, L. 11.000; Co) pIndebita assegnazione alla Sanità dell'avvocalo Riccardo Viglione. mercè la complicità di IJodoano, del capitano Gentili, del Mezzano 1., costata lire quattromila; <.o) Esonero di Reboliuo Ernesto Vincenzo, con la complicità del Bodoano e della signora Sciaccaluga in Pedoni, costata lire ottomila"; S.o) •Indébita assegnazione di Ighina G. Batta alla Sussistenza, mercè false attestazioni, costata lire 4500. con la complicità del Bodoano; 9.o) Assegnazione indebita al lì.o Genio di Patrone Ferdinando, per cui. mercè sempre la complicità del Bodoano, si erano destinato lire seimila, da pagarsi ad una signora di Tonno, in relazione con corto generale Luciano Luciani; 10.) Doppia riforma di De Giovanni Mario, mercè la complicità del prof. Buccelll. costata lire ventimila: li.) Riforma Pozzo Alfredo, consigliere provinciale, mercè la complicità di Mezzano Tommaso e dei medici militari maggiori Do Giovanni e Pezzente e Fossarello, costata lire 22,000: 12.) Riforma di Romairoue Emanuele (trattasi invece, come fu meglio arcerlato. di dicochpodi la vicorao' coecstiriccoferburapotespelazsuHòiftànciigo Emanuele), mercè L. 8000 Pagate ^ al maggiore De Giovanni e lire SODO al consi-i^gluue provinciale cav. Ferro c lire 50 ad un | pasoldato di leva; 13.) Riforma Ghiotto Natale. |}!'con L. 7000 al capitano medico dottor Fossa- EHrello e lire mille al capitano medicu dottor l'uCanevello; li.) Assegnazione o esonero del dottor Ferrea, parente de! Bodoano, pcr cui si spesero L. ^j00; fi.) Tentativo di riforma di Devoto Andrea e sanata sua diserzione, mercè la complicità di Fravcga. dei dottori Duecelli. Giannini e Vattuono; iti ) Destinazione in località fuori della zona di guerra di un tale non identificato, ma indicato come avvocato e quindi impiegato alle Officine -Elettriche Genovesi, e per il quale sarebbesi speso ad Alessandria lire diecimila: 17.1 Esonero dell'avv. Levrero (?). di Cannigli, per complicità della noia signora Sciaccaluga Pedotti: 13.) La quale sarebbesi occupata pure dell'esonero di un impiegato (esattore) delle Officine Elettriche Genovesi, percependo lire scimila; 19.) Nonché dell'esonero dell'avv. Borelli, percependo lire tliOO: 20.) Uitorma infine del consigliere comunale, di Genova. Parodi Vittorio, merce la complicità del Bodoano e del dottore Maglione, costata L. ióiv: 21.) Riforma di Ronco Mario ad opera del dott. Buccelll (forse doveva dire Formelle) costata L. WOO All'Autorità inquirente risultò fondato e che cioè, il Bodomo era realmente stato riformato per sonnambulismo, ad opera del prof. Buecèlli, e che parimenti il Ronco ed <l Pozzo erano stati pur essi riformati dal dottor Fossarello. ma eli? poi le rifornir: stesse erano state annuii ite per nuova visita Improvvisa. istruttorie sospeso c ampliato ir. suicidio Per ragioni di competenza e per altri motivi giuridici la ponderosa istruttoria subiva qualche sosia. Nessuna prova specifica era stata raggiunta dall'Istruttore. Ma il conforto ed il coraggio a continuare nelle indagini vennero man nano che si presentava i' destro di controllare la verità o meno delle asserzioni del detenuto Ratio, anche nei più minuti particolari, in base a testimoni od a documenti, giacchè quasi per intero il controllo riusciva favorevole al deiiunzlante. Certe circostanze di indole riservata trovavano il conforto in prove concomitanti e concorrenti, sopratutto in ordine alla riforma dell'assessore Bodoano, del Gasi Ini, del -Voli, alla falsa ai-scguazione lilla Sanità del Bassini, del Viglione. Il liaflo quindi non era assolutamente il bugiardo, il pazzo, il romanziere, che ì suoi correi andavano via via qualificando per tutta risposta nei lunghi e stringenti coutronli che essi avevano con lui. E che non lusso vano perdurare quotidianamente in interrogatori, in confronti, in contestazioni, se ne ebbe giusta ragióne quando, stretti dalle contraddizioni in cui erano caiduti. Incominciarono a cedere il Fravega, vecioin chorciacomziodisiodm7iAlco',"?iiadasumsuredacelbaogsil'AderasulapamragtelonolivitoirileCeM—tezlnPuo11 Mezzano Euilllo e iiuindi il fratello suo 'lV-maso cui segui il dott. Vussarello. stretto B Oail, franche rivelazioni l'atto da Gallili, die ^ per avere, metosamei^ 11 rita si trovo egli pure carcerato, stretto dagli indizi concorrenti a suo carico, e da ultimo lo coni'essioul del Bodoano. mentre il 13uc celli poneva Une ai suoi giorni in carcere nel momento in cui la nube più densa o tia gica si addensava sul suo capo al giudice istruente e che parvero a molti troppo severe .inverosimili ed inadeguate per la carica c la posizione sociale che alcuni degli imputati ricoprivano in città; ma la gravità del processò e delle accuse che si facevano imponevano che la giustizia procedesse da n—stap Vohlvasi cosi a giustificare nel modo più preventivo c repressive domandate dal P. M. vper la sua via senza riguardi, nè reticenze. Le indagini istruttorie confortavano quindi anche il giudizio peritale sulla psiche del liano, il quale i periti avevano dichiarato completamente comiioa sul, siccome egli stesso aveva semrrc sostenuto tino a ripudiare quella perizia defensionale domandata, siccome egli confessò, quale ripiego defensionale e preteso a suo vantaggio. E rinviati a gmdizio Le conclusioni del giudice istruttore in così fosco e tristo procedimento, che avrà un'eco in tutta Italia e per il carattere dei reati e por la posizione dei prevenuti, sono le seguenti: Dichiara non doversi procedere contro Fravega Giuseppe, Buccelll Nicolò, Giannini Alfonso, Bongiovanni Andrea e Ronco Mario per essere estinta l'azione penale per avvenuta morte dei detti imputati. Non doversi procedere contro Noli, Gaslini, Collareta. Borra, Parlali, Rancalarl, Randaccio, Bergamasco, Ferro, Poggio, Parodi, Leidi, Magnani, Romanengo, De Giovanni Mario, Ce Giovanni Paolo, Massone, Rebollno, Cavagnari, Grecchi. Borelli e Castello. Dichiara estinta l'azione penale per amnistia contro don Genova e Canevello dott. Carlo. Ordina il rinvio davanti il locale Tribunale degli imputati: Rafio Giuseppe. Bodoano Mario, Mezzano Tommaso, Ottagglo Giuseppe, Viglione Andrea, Mezzano Emilio, Corsanego dott. Giuseppe, Fossarello dott. Alfonso, Donninl Pietro, Pozzo Adolfo, -Ghiotto Natale, Devolo Andrea, Grasso Attilio, Gentili ATturo, ighina Gio. Batta. S(O.nRCieddmda'7cBsBsp2 in1nP2laz—de ahmSsabrzinseAnsctosepvpas