La Francia ottiene dall'America centinaia di milioni, trentamila vacche ed " un oceano" di altre cose preziose

La Francia ottiene dall'America centinaia di milioni, trentamila vacche ed " un oceano" di altre cose preziose La Francia ottiene dall'America centinaia di milioni, trentamila vacche ed " un oceano" di altre cose preziose Parigi, 29, notte. La Fruitola appoggia indubbiamente la proposta italiana di restaurare gli end interalleati per il carbone ed f viveri. Essa medesima, suito questo aspetto, si trova in manifesta si rettezza, benché non vi sia paragone con l'Italia. Le proteste contro il caro-viveri si i'anno concrete anche in diversi centri francesi, e quanto alla produzione earìiotiileni della Francia, essa precede attualmente in ragione di 14 milioni di tonnellate annue, menr tre. prima della guerra toccava i 40 milioni all'anno. Senoncliè, il Govèrno francese è stato assai meno dlsaccorto del nostro. Es*o ha fatto la politica generale, che ha fat.o : ma non ha mai perduto di vista il punto fondamentale dei suoi interessi vale a- dire l'opportunità dì tenersi aggrappato all'America in primo luogo, e all'Inghilterra in secondo luogo. Ma sopratutto all'America;. In questo saggio intendimento, esso venne assistilo, oltre ogni dire, dalla politica italiana e da molt'.sstail scrittori italiani di carattere farfallino. La politica e gli scrittori sullodati pareva giocassero ad irritare e a disgustare, criccando il suo presidente in termini tali, che ogni americano decente era costretto ad identificare Wilson con la bandiera stellata ed a ridurr.» ai minimi termini il proprio amore per il nostro paese. Ciò favoriva Immensamente l'interesse della Francia, che era di diventare, alméno sotto l'aspetto economico e finanziario, la beniamina dell'America fra tutte le Potenze alleate del Continente europeo. In virili della cecità della politica di Roma e della, farfallairte innocenza di tanti giornali e giornalisti italiani, il saggio proposito econemico finanziario della Francia ha avuto lesilo più felice che le circostanze, permette»sero. Cosi oggi accade che, mentre Nttti avverte gli italiani che le casse ufficiali dell'America e dell'Inghilterra sono ormai chiuse e che bisogna rivolgersi ai cambia-valute privati per ottenere ad alto prezzo il credito necessario alVIitaliia. il Governo americano accorda un nuovo anticipo di &00 milioni di franchi al Governo francese, il quale doveva gii all'America circa lo miliardi (l'annunzio e ufficiale). Cosi accade inoltre che se l'America ha 30 mila vacche fresche, in pieno latto, da esportare. essa le offre anzitutto alla Francia, elio Atì le compra subito (notizia del Mat n). Similmente accade che dal Governo canadese la Francia ottiene in questo stesso giorno un prestito di 125 milioni per coprire acquisti futuri di provvigioni c di materie prime in quel Paese. Ma (mi esorbitiamo dall'America, Riprendendo il Ilio, troviamo che gli .'■'■tali Uniti non i esitano a cedere al Governo francese, a prezzo \^\ liquidazione, l'enorme quanti;;'! di manufal iti e di articoli di ogni genere, che essi ave vano ammonticchiati'in Francia per un corpo ' eli spedizione di un paio di milioni di uomlIni. S»i tratta di un oceano di robe. Ne fanno ' parte centinaia di locomotive e di treni com pleti, 50 mila autocarri e a ita-citante automo- bill, una infinità di trattrici meccaniche buo ne per l'aratura, carreggi d'ogni sorta, mon taglie di conserve alimentari, milioni di scaj-!pe e di biancherie, miriadi di macchine da , scrivere e articoli di cancelleria, e via dicen do. 11 valore dell'insieme è calcolato a 5 ml! bardi di franchi da certi osservatori ameri e e o o e a , a e o i i e i ù l l > e i a u o e o . o a a e cani, e ad un miliardo e mezzo da vari ufficiosi francesi. Ma si afferma che la Francia pagherà alquanto meno di un miliardo. Certo, i giornali assicurano ohe gli incaricati americani del gigantesco forfait si sono mostrati .di una grazia esemplare nel prezzo. Ciò non toglie che la Francia sperimenti alla sua volta varie angustie per il carbone e pei viveri e che veda anche il suo cambio precipitare a New York e a Londra. Ma sono contrattempi dei quali nessuno va immune sul contiiieniSB, tranne i Paesi che rimasero neutrali. Dopo tutto, in Francia si mancia a.ncora meglio che In molte altre capitali continentali, e, quanto e.l carbone, il Matln dimostra che esperimen«uno una penuria acutissima non soltanto l'Italia, ma l'Austria, la Polonia, la Boemia, dove pure esistono bacini minerari. Ad ogni modo, il Governo francese appoggia l'iniziativa di Tittoni per il restauro degli organi economici interalleati, giacchè, certamente, riuscirebbero utili anche alla Francia Ma, in pari tempo, questa ha avuto il legittimo accorgimento di premunirsi, come ha saputo e potuto, contro l'eventualità che l'iniziativa non abbia successo, oppure conduca solo ad una inoperante riapertura di uffici. A tale scopo, il suo ministiro delle ricostruzioni onorevole Loucheur ha avuto, la settimana scorsa, a Londra, delle conferenze di carattere particolare, di cui hanno parlato i giornali. Nei.rapporti poi dell'America, basterà citare il Figaro, il quale guarentisce che, quand'anche il Governo di Washington non si prestasse più ad opere ufficiali di mutuo soccorso, .. la Francia verrà trattata con una considerazione e una simpatia speciali », come si vede già benissimo, a tutto vanto degli statisti francesi. In tali circostanze, riesce tuttora ilifliciln pronosticare il successo dell'iniziativa di Tittoni. La questione, come ricordate, avrebbe dovuto riapparire dinanzi al Consiglio Supremo della Conferenza oggi stesso sol io forma di progetto scritto e con l'indispensabile avallo del 'Signor Hoover. Senonchè, nemmeno nella seduta odierna si è concluso alcunché. La Conferenza ha anzi deliberato di rinviare la discussione del progetto Titioni al cosidetto Supremo Consiglio economico, che sta per iniziare i suoi lavori a Londra, dove è stato riportato dopo sette mesi di non troppo gloriosa vita parigina. Lu sua prima seduta è nasata per venerdì prossimo ed allora il piano tittoniano, almeno nei rapporti del carbone, verrà esaminato, valiate e forse anche approvato presenziandovi per l'Italia Marconi, Ferraris, Schanzer. Usiamo queste « forse » perchè nel mondo d'oggi è più abbondante l'ansietà che l'agevolezza. La riunione confcrenziale odierna — alla quale per noi assisteva il senatore Scialoja in luogo di Tittoni, lievemente indisposto — si poscia occupata di cose meno importanti, ina abbastanza interessami. Per esempio, ha deciso di accordare alla delegazione austriaca un margine sopranjiumerario di dieci giorni, talché la replica di Remici- agli alleati non avverrà prima del 9 agosto. Oiiindi il Consiglio ha stabilito che ogni Potenza sia libera di riallacciare le suo relazioni postelegrafiche con la Gii mania come le piace meglio. Una cosa che l'America e l'Inghilterra avevano già fatto senza attendere le lungaggini di Parisi. Il clou della seduta è però stala l'audizione di Venizelos sulla controversia dei confini della-Tracia. L'eloquente cretese ha esposto le ragioni delle richieste greche di tutta la Tracia occidentale con qualche coserellina di quella orientale. L'esposizione deve aver interessato particolarmente il signor Polk. che esordiva nella sua qualità di rappresentante di Wilson a Parigi. Non è seguito alcun dibattito. La discussione definitiva sulla sorte della Tracia comincierà nella tornata consigliare di domani, naturalmente senza Venizelos. Nei riguardi della Grecia confermiamo il nostro invilo perchè vi teniate pronti all'annuncio che l'accordo italo-greco è cosa fatta. La sua conclusione può dirsi stasera perfezionata, irrevocub'le. Le sue linee sono senza dubbio atte a soddisfare anche i meno contentabili fra gli ateniesi e dovrebbero naturalmente indurli a nutrire verso l'Italia una gratitudine sempiterna. Non mancano loro i motivi concreti per inghirlandare Vemzclos sul Partenone. MARCELLO PRATI. iPtìscP.MMsìm(dgvdlc.fisRsgdfdFntdLCPzTliaaiivnsn

Persone citate: Ferraris, Hoover, Italia Marconi, Parisi, Schanzer, Scialoja