II feroce assassinio dei coniogi Chiartano alla Corte d'Assise di Torino

II feroce assassinio dei coniogi Chiartano alla Corte d'Assise di Torino II feroce assassinio dei coniogi Chiartano alla Corte d'Assise di Torino Le rivelazioni romanzesche dell'accusato - Il rinvio del dibattimento ' Avevamo previsto — dalle risultanze dell'ul-jltima intervista che il Sottovia aveva chiesto'daj giudice istruttore — che all'udienza l'accu- rsato del ferocissimo assassinio dei coniùgi I sChiurtuno avrebbe cercato d; drammatizzai e ; oil lugubre ma semplice suo processo, con ri- svelazionl di carattere romanzesco, in cantra-1 seto colla piana e chiara confessione che del Csuo delitto aveva già fatta e ripetuta. Il ^"1- dtoyla si è presentato ai giurati con una certa WftSSKS8*! Ho occlno aszurro e fondo: cape 1 . :Sn»?ef° ual-tall!ci 5p,c?ata, pn,lT ì dmeridionale. Invitato dal Presidente a discol- Sltr^fZ 4«^r1?>S Pn^fffiff ^W^^rèSSS?-1 TOnW?1- dPer unVumigìto d'onore' perchè avevo qZÌLS'elu-S? a"ey° upromesso ad una donna di salvarla. L'imputato si lancia cosi in pieno dramma passionale con lusinghevoli atteggiamenti romantici. enAnche nel severo campo della giustizia la ri-i!!cerca della donna - come causale nd artefice !1 d'un delitto — offre vivo interesse sempre. i oSottovia costruisce con abilità l'intrigo, co-j me un provetto drammaturgo. I.a donna è una ; msua zia, ch'egli non esita di dichiarare sua. aamante. Una volta rinunciato al silenzio di I fsacrificio per la salvezza della donna, può ; panelle rinunziare ad ogni cavalleresco ritegno i cc riserbo per l'onore delia donna stessa. Que sta §ua zia, dunque, e sua concubina più che amante, abitava nel tempo che avvenne il delitto, in via Pastrengo. 17. Ora essa si è trasferita a San Remo. « Non son io — dice l'accusato — che ho ucciso i coniugi Chiartano: ma è questa mia zia chc ha fatto il colpo,... o, per meglio dire, ha mandato qualcuno a farlo. — E chiT — Potrà-dirlo ella: io non Io so: come non 60 se ella avesse dato solo mandato di furto: e se fu 11 mandatario che ferocemente andò più in là dell'incarico avolo. Il vecchio Chiartano, uomo ignoratiti; e superstizioso, per tutti i suoi affari soleva consultale una indovina che abita in via Madama Cristina, cippo la piazza del Mercato, a sinistra. 11 numero della,porta non so: ma. ad un 3.0 o 4.o plano. Orbene è stata questi sonnambula che si incaricò di fare eseguire il furto che mia zia aveva propellalo in danno dei Chiartano. — Come lo sapete? — Fu mia zia stessa che me lo disse. — E perche vostra zia avrebbe progettato il furto? — Mia zia aveva bisogno di denaro per disimpegnare le sue gioio. \veva sempre bisogno di denaro, perché suo marito la lasciava sprovvista. Non correvano più buoni rapporti, del resto, tra mia zia e mio zio. jQuistl s'era accorto che la moglie aveva relazione con me c che ini sovveniva con del denaro, lira ripartito per l'America, e avrebbe voluto clic mia zia e mia cugina si ritirassero presso gli suoo;ri u Motidnvi; ma si comprende che mia zia non abbia voluto lasciare Torino. Dicevo che doveva disimpegnare le sue gioie per venderla ad un ricco signore. Tra questo fiole v'era, anche un grosso brillante. Aveva perciò bisogno di denaro. E fu 6olo per lei eh?-mi recai più volte dai coniugi Chiari-ano a chiedere imprestiti, che mi furono sempre ritiutati, anche un'ultima volta alla vigilia dol fatto. La zia rimaneva molto male del rifiuto ostinato dei due v?cclii. M'aveva molte'volte, ed anche nell'estate 1918, prima di recarsi ai bagni n Rapallo, manifestato il proposito di far derubare i Chiartano. Io la dissuasi sempre. Par questo ella non mi disse i>iù nulla quando decise di mettere in ulto il suo proposito. Mà il giorno stesso del fatto mi recai a casa della zia, la quale mi consegnò un sacchetto contenente diversi oggetti preziosi, incaricandomi di venderli. Io feci infatti' lutto le operazioni di buratto e di vendita; però non potei- più consegnarla nulla del ricavo, perchè essendo ritornato il giorno dopo verso le 19,30, là trovai che usciva con sua madre. Nel darmi il sacchetto, mia zia mi ave* va detto quattro parole, e cioè che chi aveva fatto il furto aveva ucciso. Nel sacchetto vi ora un. biglietto .scritto da mia zia, di poche righe, cho ripeteva che chi aveva rubato aveva ucciso, i3 ini faceva raccomandazione di non comprometterla e di tener fede, alla ima narola. Ho distrutto il biglietto: avevo promesso che, in tutti i casi, mi sarei sacrificato per lei, ed infatti mi sono confessato colpa vole dell'orribile delitto, mentre sono innocente. -. — Ma come avito potuto narrare particolari cosi precisi della strage'.' — Io feci il racconto dell'omicidio basandomi su ciò chc narravano i giornali. (~ — Ma perfino il particolare che il vecchi Chiartano era uscito per farsi radere la barba — Eravamo di sabato, ed lo sapavo che tutti i sabati il Chiartano andava dal bar biere; e del resto,- era solito nel pomeriggio a fare una passeggiata. E perche dopo esservi cosi sacrificato per t*ncr fede alla proméssa' fatta, vi sieie deciso ad accusare vostra z-'a? _ - — Avrei mantenuta sino alla fine la parola data se la donna, per rendersi candida tigli occhi del mondo, non avesse gelato -^ù di me accusa di fati, c di.propesiti scellerati cho mrono Thvece suoi. Innanzi tino mi accusò di aver avvelenato certo Salvatore Gaiidulfo, mggcgrlanvps•Ssgo'sedtepggrgScsmfEdoddcSEsPcl'ue'lò che è peggio, mia zia m'accusò d'averla ; io blu vòlte istigala a disfarsi del marito eprendergli i soldi, mentre invece fu ella che più volle mi propose di avvelenargli il marito'i. di trovare persona chc s'incaricasse di spacciarglielo. A queste prono-te. io opposi semp.ie rglielo. a'queste proposte. :o opposi sempre risoluti rifiuti, e poich'eli.! Insisteva io finii un giorno di avvelenarmi con dell'etere. Avevo scritto su uu foglio a mia zio che mi avvelenavo per lasciarla libera e perchè non potevo accettare i patri criminosi che m'imponeva. •Mia zia che venne a trovarmi mentre ero ammalato prese e distrusse il foglio e ruppe le oltre du» fiale d'etere elio volevo trangugiare. Così Domenico Sol'ovia dinanzi ai giuratilripeteva la rivelazioni che aveva fatte alcuni giórni fa in carcere al giudico istruttore, for- mutando esplicita, accusa contro la zia, della quale si dico amaine, tanto che a Santiago vi fu uno scandalo perche il inalilo era venuto a Sapere che durante il soggiorno in Italia della donna, il nipote era secoiei convissuto maritalmente. L'accusa che ora fa alla donna è di mandato di Inno. Come e perchè il mandatario si fece assassino il Domenico Sottovia non dice, o meglio, dice di non 'Sapere. Su queste rivelazioni, non appena fitte in carcere, s'indago con pronta sollecitudine. 11 Comando dei Carabinieri cui le indagini furono affidato rSliGne chc non meritino fede. Ln zia del Sottovia non avicbbe, secondo attiendibill informazioni, in Torino avuta relazióne di sorui con persone estraneo itila =ua famiglia o ntenue r.sulla abbia favorito ilnipote Filippo (traiello deH'imputatu), col Domenico sarebbe sempre sitata in attrito per la vita oziosa ch'egli i ond liceva e per questioni con lui avute In Aloe; ita. Non è s'alo poi po 6:.bi!e idoiii'iuenre la indovina che sarebbe tuta, secondo race usalo, la correa «li sua zia. Di fronte a questo nuovo atteggiamento dell'imputavo, la Dilesa ha Um-so Von tre <©'.acculivi inciden i il rinvio della causa, n:ia prima volta perone il Pit.-..ì-. aio non provvide per la citazione, dei i.\<. moni defensionali, per ,u w.-,u.w« .....v..,. .........v.una seconda volta pc.-ehe sia mandala a coi»- pletarsi l'istruttoria sulle nuove lisiiltatize, ed infine perchè i -difensori abbiano .empo .- mb- «to'di organ:r.zare la Ui'Vss consonamente dtt-ll'hnputato, chc sci.nvclio 1 ijspffl do di orga «ile nuove dich'ara/.inui lV',»r»l'i','r'i.t h-V"...^";,,'.della cau-a. I l,r6»idrfi.e iw l>et tm.e . rele volte 11. m..i-. ' '^'^ .' 0,.,„„lM„ •'.';.(•/,.•• (V.-;. . : li COlla sua bonaria ruii ; pretendesse che il P. dovesse procedere Nell'udienza pomeridiana 11 Sottovia, che si è dimostrato un imputato vigile e sagaceleena difesa, he avuta, nuovamente c ì l.o ha fatto con temperata energia ciiuiostrundu di moderare cou abilità l'impulso di un'ar roganza istintiva. Ha dimostrato un'abilità straordinaria, chulo nel rispondere alle tini obbiezioni del presidente, acuto indagatore sempre, culorilo nel raccontare il suo tanta siuS0 roInaiiZO: ua insistito nell'awertire la Cort(, chc minilto egli aveva rivelato al giu dice istruttore e poi ai giurati, già aveva lunWmonto c paitontemente descritto in un nie :il,)riak!. Si f0t.ova meraviglia che il prezioso documento non fosse giunto ancora alla Corte. ... documento indisnensahilo npr la difesa. Utìè rtc^s^ul al Uera lacerila d. «.Minto avvenne, verità ben diversa dà quanto per debito d'onore, per sacrificio d'a uwre avevo prima narrato ai giudici Istruttori. giudici Sottovia, die anche nell'esporre cura la posa estetica, sento clic può tutto guadagnare — nella disperazione dell'ultima sua difesa !!u (lUQSli elementi passionali dell'onore e dei1 amore — sia pure colpevole — d'una donna o abilmente la circonda anche di mistero. Polche l'accusato insiste sulla lettura del memoriale, che invece ancora non e giunto alle Assise, il presidente esorta il Sottovia a farne, a viva voce un riassunto, al che si presta l'accusato con manifesta gioia, lì fl comincia la lunga narrazione che già alla manina aveva l'atto e più particolarmente al giudice Istruttore. E con cinica baldanza lungamente descrive i suoi amori tempestosi colla bella zia, moglie ad un arricchito emigrato. Non ha ombra di vergogna a dichiarare che sulla debolezza della donna speculava, facendosi consegnare, ogni volta che ne aveva bisogno, e questo gli capitava sovente, fior di. quattrini. E la donna■ affrontò per lui sacrifizi, lino ad esaurire le sue risorse e nd impegnare. In tutln ciò pone il •Sottovia quasi l'orgoglio d'aver affascinata e soggiogata la bellissima zia. E narra ancora gli scandali che da questo amore ne vennero; o i sospetti e le rappresaglie del marito, e le 'l'Isti condizioni finanziarie in cui fin» di versare la donna. — Cosi che voi avete pensato di rompere la riazione, — osserva il presidente, — poiché auto non rendeva più. Sottovia parla con fiorito linguaggio delle esortazioni della donna perchè la liberasse dall'incomoda presenza del marito, del suo tentativo d'avvelenamento per liberarsi dalle nsistenze della sciagurata, e cosi" di passo a passo lino alle rivelazioni sul delitto, come già alla malt'.na aveva detto, non aggiungendo particolari d'importanza. Mentre egli finiva il suo racconto, veniva recapitato il memoriale. Il presidente aveva già raccolto i nomi delle persone Indicate dal Sottovia nella sua narrazione per farle citare come testimoni. Tra questi anche la famosa misteriosa indovina di via Madama Cristina. Ma il Sottovia insorge. — Un bel regalo mi fa. a citare quel bel mob'Jo! Si figuri se quella viene nui a confessare ! Dissuggellato il memoriale se ne dà lettura. E' la terza edizione del romanzo. I giurati danno segni di stanchezza. Il presidente, ormai di fronte alla precisione d'indicazione di nuovi testimoni, credo giunto il momento di dover rinviare il dibattimento per nuove citazioni. Tutti sono (L'accordo sul rinvio. Sottovia ha un sarcastico, sorrtso di trionfo... E', secondo lui. il successo al primo atto del suo dramma fantasioso! " Pres. : barone Daviso: P. M.: aw. Muggia; P. C.: avv. Appiani; difesa: avvocati Pavesio c Rossi; Cane: Vittonatto. CINI. cimpMbusoliOagdgdpl'ccN--cdlosailfoLnspdsóqenÌ0ddnVibpbIlcdpmEtedgt2ciqnapcdèenqatnlpdlat

Luoghi citati: America, Italia, Rapallo, San Remo, Santiago, Torino