D'aula in aula

D'aula in aula D'aula in aula a {Tribunale Penale — Corte d'AppellPer la tentata rapina al banchiere Davico violazione di domicilio — Un episodio zianti condannati. i a e i . l e è o o e e 11 10 aprile u. s. il cambiavalute Davico, ohe ha banco in via Milano, riusciva a sventare una rapina progettata al suoi danni da Virgilio Pontini, nato a Gorizia, d'anni 33, n da Ermanno Vecchietti, noto a Trieste nel 1891. Il grave fatto aveva destata profonda impressione nella cittadinanza. Il signor Michele Davico in pieno giorno, mentre entrava, nella sua bottega, .era stato avvicinato da due aitanti giovanotti con mosse sospette. 11 banohiexe, avendo chiesto risolutamente ai due che volessero e non avendo avuto risposta, che anzi essi continuarono nel loro misterioso atteggiamento, nello loro manovre dubbie, diede l'allarme. I due si diedero alla fuga, ma coraggiosamente inseguiti da guardie e carabinieri furono tratti in arresto. Vennero trovati in possesso di grossi pacchi di pepe e di un drappo nero e eli rilevanti sommo nel portafoglio. Ieri si discusse la loro causa. A'ppena aperta la seduta, si procedette al loro interrogatorio. S'alza per il primo a parlare il Pontini. Egli è un uomo sulla quarantina, aitante r. colosso. Appare come sconvolto di questa, sua prima traversia giudiziaria. Parla a scatti, con voce breve e rotta dall'affanno. —- /Nativo di Gorizia, ho trovato qui a Torino il Vecchietti, elio essendo di Trieste, e perciò irredento come me, mi venne in simpatia. Stringemmo viva amicizia. Ci trovammo sposso nelle ore libere del lavoro insieme e ci tenevamo reclpr-oeomente informati di tutte le nostro anche più modeste faccenduole giornaliere. Il 9 aprile, era mi pare un mercoledì, mi diede un appuntamento per l'indo mani perchè desiderava il mio parere su di una certa stoffa che voleva comprare. La sua richiesta le anche giustificata dal fatto che io esercito il mestiere di sarto. A questo punto il Presidente lo interrompe. — E di quel panno nero e del pepe che no facevate mai? — Ah il panno — dice, tranquillamente l'imputato -— quello era come l'arnese del mestiere, procedendo io spesso a comprare di stoffa, avviluppavo in esso la merce acquisita, e poi quando mi arrestarono dissero che doveva servire da bavaglio, ma che bavagliol, sarebbe bastato un fazzoletto, e quel drappo era largo coinè un mezzo lenzuolo. D'altronde, prosegue con un sorriso, di quegli stracci volgarmente detti a toelette » ne. ho sempre qualcuno per la tasche, oh ecco anche ora devo averne uno, e cosi elicendo estrae una larga pezza nera dalle tasche, elio fa sventolare, per mostrarla, come una bandiera. S'alza quindi il compare, un giovane sulla, •trentmo, che ostenta una tranquillità' e una sicurezza che non può avere; una grossa catena d'oro gli esce dal tastihino. Come il suo compagno, g di gagliurrla s'titura c di completisione robusta. « 11 pepe, egli dice, lo acquistai da un ragazzetto, e su richiesta del Pontini glie ne rilasciai la metà ricevendo in cambio lire 1,50». Presidente: — Se tutto ciò è regolare, perchè al momento dell'arresto cercaste di sbarazzarvi del pepe? Vecchietti: —Provenendo io dall'Austria, ove non vi era tassa sui sali e tabacchi, credevo elio in Italia ci fosso anche su detta merco qualche balzello, onde temendo che fosse eli contrabbando pensai bene di sbarazzarmene per non aver noio. Il Vecchietti passa quindi a spiegare la sua presenza nel cortile ove si trova, il retrobottega del banco Davico. « Al mattino del 10 aprile, non mi sentivo bene, onde per facilitare la digestione, pre.wi un'infusione di sali ingle- «■jsi. Passando avanti ni cortile del. Davico, sito | in via Milano, mi sentii afferrare e straziare; dePaic'-!nssci• lsRsEnetogebsI1iitpBCpne e 1 a o ie oo ne abi oidi e ae a r o o e ee ro a ote 1 ne ohe 'i bto i il he ma sa ane npbri egli ta tà dgsi si le ti nti no lìi he to la ta ave re n mi za ora ei" ta si ni piti che tuoi da violenti dolori viscerali; feci quind. per riparare, ili un « water-closet» situato in fonilo it detto cortile. Dovetti cosi pa.-■sore davanti al Davico, che senza alcun motivo cominciò o strillare come un'oca spennata. Pensando, poscia, che od andare in prigione anche se si è innocenti vi e sèmpre tempo, ino la diodi ii gambo. .Ma Io grida: avevano già at'.irato un mucchio di gente, e dopo poco fummo arrostati.». Ciò detto, l'imputalo siede con fare tranquillo e sicuro. Si procede all'escussióne dei .teòti. Il banchiere Michele Davico, confermo lo sua deposizione scritta. Narra i particolari del fattaccio: racconta la subitanea allarmante impressione prodotta ih lui dalle strano manovro dei due figlili, e dice che già il giorno avanti aveva, t.rovuto contro la porta dell'ufficio, un individuo, di cui non ricorda le fattezze, e che c'interpellato su ciò che desiderasse, avevo risposo olio cercava l'entrata del vicino caffè. Lumeggia chiaramente il suo stato d'animo messo in allarmo dalie quotidiane rapine; in ultimo dice d'aver scorto sul volto dei due una espressione di gioia e di soddisfazione, quandouscendo, aveva lasciata per qualche ts'ante La porla aliena. Viene introdotto quindi il teste Ducato Luigi, cameriere del Bar della Torre di via: Milano, 0, si-to noi cortile ove avvenne la fallita aggressione. « Riconosco, dice, nel Vecchietti l'individuo venuto da me il 0 aprilo, giorno che precedette la tentata rapina; ignoro gli scopi della: sua venula nè lo scopo che lo condusse nel bar dove presto servizio ». Vccchiet-'J a questo punto interrompe dicendo che, appena otvmuta la libertà provvisoria, si presentò al bar della Torre chiedendo al Ducato ed lo riconosceva. Avendo il Ducalo detto di no, egli avrebbe risposto: «Cosi dunque si rovinano le persone, perchè dunque davanti al giudice istruttore dices'i di riconoscermi ? ». Il Ducato smentisce questa circo- Dopó poche altro testimonianze il P. M. aw. Adami, vagliate lo testimonianze e lo risultanze della causa; dimostrata la completa responsabilità del giudicabili, ne chiede la condanna ad anni 5 di reclusione ed a- due mila lire d'ammenda ciascuno. L'aw. Torchio sostiene la completa, mancanza di prove a carico degli accusati. L'aw. Be vinetto lumeggia la figura del Vecchietti e ne descrive il passa'o onorevole, ricordando che questi, disertore dell'esercito austriaco, non potendo e'isere arruolato nel nostro esercito, aveva lavorato a bordo del piroscafo «Moltke», requisito dall'Italia esponenitosi al pericoli dei sommergibili tedeschi, pur di rendersi utile a suo paese. Conclude per una completo asso tutoria. L'agitazione à Roma Lo guardie di finanza sparano sui dimostranti — Un manifesto delle due Camere del Lavoro — Il desolante aspetto della citta {Per telefono alla Stampa) Roma, 10, sera. Sui dolorosi fatti di ieri sera a Piazza Vittorio Emanuele si hanno 1 seguenti particolari Durante una delle solite dimostrazionceiie a Piazza Guglielmo Pepe, davanti, al Palazzo della Zecca, erano stati arrestati dai carabinieri duo ragazzi e fatti salire sopra un autocarro per essere condotti in Questura. I dimostranti lo hanno impedito costringendo il conducente a fermarsi e a rilasciare i ra"azzi Tutto sembravo dovesse Unire cosi quando un gruppo di carabinieri si è gettato addosso ai dimostranti dispensando calci e pugni. Lo folla si è ribellata: ha rovesciato l'autocarro incendiandolo. Un picchetto armato di soldati è accorso con le baionette inastate Giunto pero quasi addosso alla folla, si e fermato istintivamente facendo pled arni. Allora si è dovuto ricorrere alle guardie di finanza che erano nel portone della Zecca. Guest! dopo i tre squilli di rito, hanno spartito contro la folla. La notizia si è sparsa 111 un baleno ed i Consigli Generali delle duo ('amore del Lavoro si sono adunati di urgenza per decidere sul da'farsi. Uh cappello di mio lei morti con motoria cerebrale attaccata estalo portato alla Camera del Lavoro dellaMadonna dei Monti; due morti sono stati tra-sportoti all'ospedale di San Giovanni. Uno è stoto identificato, l'altro, un giovano di circa venti anni, è rimasto finora sconosciuto, Poco dopo su di una vettura pubblica sono giunti ailo stesso ospedale un altro individuo ferito con un colpo di baionetta al petto e un altro giovanotto in istato molto grave che si è dovuto portare subito in sala operatoria, senza poter avere le sue generalità. In seguito ai luttuosi fatti di ieri lo ,due Camere del Lavoro hanno pubblicato il seguente manifesto: < LavoratoriI L'ora grave' impone gravi respomrtUMài Centro le violen- llo — Pretura. Urbana di Torino). — Un grosso fermo di zucchero — Per o dei saccheggi dei giorni scorsi — Nego-' Il Tribunale, affermata la responsabilità, dhl' due prevenuti, li condanna a due anni di re»-, elusione ed 1 anno di vigilanza (speciale. — Presidente Malòla; P. M. avv. Adami; Difesa' avv. Torchio e Devinone. *** Il l.o luglio veniva, rinviato all'udienza di' ieri il processo per il grosso fermo du zucchero che gli agenti di finanza fecero in Torino il'-!6 giugno. Si ricorda che tal Pregno Giovanni, Un pregiudicato già condannato dalle As-' sise di Cuneo a 25 anni di reclusione per grassazione, d'accingeva a vendere ad un finto compratore .sei quintali di zucchero a L. 1000 il quintale. Ma memro-stava per consegnaTa' la- merce che egli aveva da certo Guelfo Giuseppe fatta traiiiDorliaro su di un carrettino alRistorante Mogol, veniva tratto in arijesto assiemo al Guelfo stosso ed al geometra Bayma Ettore che pare avease tutto da mediatore nella vendita. Naturalinenlo il compratore non era che un funzionario delle finanze, travestitosi da pacifico commerciante albese di acque gazós'è, e il Pugno nonostante la sua fiurberia e la sua esperienza cadde nel tranello. Il Tribunale condannò il Pregno a 9 mesi di reclusione e 2000 Uro di multa e al pagamento delia Indefinita di L. 18.034, 50; il Bayma a 3 mesi, a 1000 lire di malia o all'Indonnili di L. 18:034,50; il Guelfo a 3 mesi, a 000'lire di multa e alla indennità di L. 9017,25. Alla lettura, della sentenza il Bovina sferrò, concitato, un poderoso pugno al Pregno, dicendolo] cauf)a dellai sua rovina. — Presidente Mutsi-r-snàrdi; P. Bruno; Difesa aw. Roccarino, Garrone, Cappa; Cane. De Caroli. **# Davanti alta Corte d'Appello dovevasi discutere l'appello interposto dal signor Umberto Segre, mercante saito, via Roma. SI, e dsl suo tagliatore Ponio Francesco contro la sentenza del tribunale di Torino colla, quale per violazione- di domicilio \'enivano condannati allo, pena della reclusione per mesi 10. di cui quatiro condonati per l'ultima amnistia. Prima della discussione però, mercè i buoni uffici dei patroni delle parti, si addivenne ad un amichevole eimponimcnto in baso al quale la Corte; omise sentenza colla quale si dichiarò non luogo a procedere contro il Segre ed il Ponzo. p. e.; 'avv. G. G. Cariato — Difesa: avr.' L. Galliano, di Acqui, o G. Barbero. . *** In Pretura Urbana comparve un prim^ gruppo di undici individui arrestati durante i torbidi dei passati giorni. Era questo gruppo composto d'I giovani operai, tutti impregiudicati e lo imputazione che loro si faceva è» di aver formato a Porta Palazzo assembramento che non si discìolse agli squilli, che, m'entro al vicino mercato si tentavano atti di violenza é di saccheggio, da parte di facinorosi, il delegato avv. Fiore faceva dare per sbandare la folla tumultuante. Furono tutti condannati a 3 giorni di reclusione. Alla Procuro d?l Re e presso l'Ufficio di Istruzione fervono I lavori per l'Istruttoria! contro i seicento circa arrestati nei passati Sforili. Si è determinato di elevare imputazione di furto aggravati contro coloro chef svaligiarono negozi chiusi e di rapina contro coloro che sacchegniurono i negozi alla presenza dei proprietari, imponendo a costoro lai consegna delle merci 0 delle derrate. Alla diiesa del piccolo gruppo di dimostranti sedevano gli avvocati Mac cari s Borano. a e e e , i Per '"direttissima venivano condannati in Tribunale la moeolloia Fenoglio Maria a 100 lire di multa, c :', giorni di 'detenzione por aver venduto carne dc-i quarti di davanti al prezzo della carne dei (piarti di dUtro. Non valse a scusarla raffermata sua poca pratica. Porta Emilia 11 3 giorni di detenzione e L. 10 di' inulta per avere vénduto formaggio gorgon"Ola it giorno che venne calmierato, a prezzo supcriore di quello fissato' dal calmiere. Invano portò .1 sua difesa l'avere ignorato che oro Btttto imposto il calmiere su quel formaggio. Coglierò Bartolomeo, macellalo, a 3 giorni e 50 lire di inulto- per non avere date/, il peso giusto su uri .pezzo di carne venduto cosi a prezzo superiore al calmiere. Egli al- \ fermò elio il cliente aveva smarrito un P* zetio della carne'dal pacco consegnatogli. Il commerciante Ferraris Celeste, residente a Torino, via Baretti, 17, arrestato domenica scorsa sotto l'imputazione di imboscamento di U quintali di formaggio. L'arresto avvenne in seguito a denuncia dt duo commissari della Camera del Lavoro: l'istruttoria al dibattimento — nella quale uro putato era assistito dagli avvocati Annibale Porzio e C. F. r.oggieri — stabili che il Ferraris non noto non aveva imboscato il .formaggio, ma. aveva durante duo, giorni, prima cne il formaggio arrivasse, a Torino da Novara, 0 dopo il sito arrivo, latto di tutto per smerciarlo, trattandosi di gorgonzola maturo; tanto maturo che la stessa .autorito ha dovuto subito provvedere alla esitazione per impedirne il deperimento. Il tormaggio era arrivato a Torino il 4 luglio: il ti luglio il Ferraris era già arrestato! "i e prove testimonali e documentarie furono tali che lo stesso P. M. — aw. Taglietti — concluse perchè il Tribunale pronunziasse una assolutoria di non luogo perche il fatto non costituisce reato: *• appoggio le sue ccmetuslr.ni 0.011 una diligente discussione di tutu gii elementi di caifa. Il Ferraris, che appartiene a stimata ed onesta, famiglio di conv uromanti novaresi, alla lettura della sentenza piango eli Eioia 0 di commozione. Presidente: Maioia: P. M. : avv. ragliettij Difesa.: avv. Carlo F. Roggteri, 7.o, Farinelli. ■ Il dispositivo dello sentenza della Corte di Appello noi processo contro mons. Ouc.no. rota, la riduzione della, pena a a mesi e 2fl giorni di detenzione, di cui 4 condonati e il resto condizionalmente', l'indulto per la pena pecuniaria 0 la non iscrizione nel casellario penalo. Presidente: Griglio; P. M. Pola; P. C. aw. Motta; Difesa: avv. Palberti e Poddigtie; Can< celliere /annoino. e tl i n I o asi o e o ae li. i11 o a o | liei pubblici, l? banche ecc e Due feriti nel conflitto av a Vittorio Emanuele, fra dim -1'1 è a oti o o oa o il e n- ze della polizia la più energica protesta ò giustificata. I vostri dirigenti sono fermamente decisi ati imiiorre là dovuta soddisfazione. Abbiate fiducia iu essi. Restate disciplinati e attenetevi ai loro ordini. Oggi intanto lo due Camere, del Lavoro saranno chiuse in segna di lutto proletario. I Comitati esecutivi riuniti, siederanno in permanenza alla Casa del Po* polo. — Le due Camere del Lavoro ». Alla Camera Confederale, del I<avoro si è rr* nito il Consiglio generale e ha nominato un sue» segretariato permanente composto di cinqua suol membri. Questo Segretariato funzionerà! da Comitato provvisorio d'azione. Quattro dei dirigenti si recarono dal sottosegretario all'Interno, on. Grassi, a reclamare contro l'eccidio avvenuto da parto della forza pubblica, invitando il Governo a frenare lei violenze della Polizia, dichiarando, altriment(, di rompere gii accordi in corso per risolvere l'odierna situazione. In Prati di Castello, alla vista delle mitra" gliairlci. la folla si è gettata faccia a terra; vario scariche sono andate per fortuna a vuoto. Nella colluttazione un brigadiere dei carabinieri, in seguito ad una caduta, ha avuta la scapola, destra ed il braccio destro lussati, c alcune lesioni lievi al viso. Altri incidenti staio avvenuti. Due guardie di pubblica sicurezza della Delegazione di Borgo sono rimasta ferite lievemente. Quasi tutti i negozi sono chiusi. La circolazione tramviaria è riattivata solo In minima, porte. Le truppe sorvegliano i principali editici pubblici, 1? banche, ecc. ecc. avvenuto in piazzai dimostranti e agenti dell'ordine morirono poco dopo. Vennero pura feriti un ufficiale, due carabinieri ed un agente. I tipografi si sono riuniti alla Casa del Popolo in via Capo d'Africa. Essi raccomandano! la compattezza ed incitano i colleglli a perseverare nello sciopero. E' stato inflm approvato un ordino del giorno col quale, riconfermando la fiducia nei Comitati, la classe accetta la sfida lanciata dagli editori dei giornali e dagli industriali assuntori di lavori avventizi- I ttpocravì hanno approvato, altresì la proseeustooead oltranza dsOe sciopero, obbliga») desi a non percepire O sus6V<rto-«e.noE " «tomo 41 HdiHMmL