I casi di Fiume

I casi di Fiume I casi di Fiume msmegirantesi eptwtate aHa Conferenza) Parigi, 6, notte. M HNone ti rìpevcuotono oggi ■ troncone. La ripercussione è un po' tmnéiva, ma interessante. Essa non consi**na i fatti, ma piuttosto il tono delle ero-. naca* apparse nei giornali italiani. Nessun fatte vtone narrato ed analizzato nelVrnicnto di ithmxtnare i lettori e stabilire la verità. Al contràrio, si leggano espressioni di giudizi su eventi «tei quali il pubblico è lasciato spccijlcatamente al buio. I giudizi hanno (accento che Gtome doveva usare verso Ganimede, cioè sono asciutti, perentori e teftniUvi. Anzitutto,, la fcttì parte dei giornali [quelli ufficiosi in isjMGte) partane soltanto di incidenti che « snreìMmo • avventiti. Il condizionale suscito cvlttlùtlntente tf dubbio ette si tratti di panatam.. Poscia assicurano ette nessuna provocastone è partita dai soldati o marinai francesi. L'indicazione è che a provocare sinno stati? gttUmlitnk Qneste, come dicevamo, sono espressimi di giudizio. Un giudizio unanime \t altresì che olii incidenti sono stali deformati e* esagerati dalla nostra stampa. L'Excelsior, fratello carnale dell'ufficioso Petit Parisien, allude aWaóeadùto come ad una « rissa che '■mrebbe avuto luogo a Fiume ed il cui reso 'contò' è - stato redatto colà da corrispondenti poco aititi in-termini tendenziosi ». Essi hanno ingrossato un fattarello di cronaca per menarne-baccano. Questo presunto ingrossaménto 'è tìn termine usato da quasi, tutti come un "disco di grammofono. La nastonalista ActioniFeangaise si mostra particolarmente dispiaciuta di siffatte n tnquixtanti esagerazioni-' •jCO» le- quali la stampa italiana assume un'altttuUrne capace di creare uno siato d'animo motto. pericoloso per le, conseguenze che fio* 'irebbe determinare in-un popolo pronto alle -.manifestazioni'esteriori » come quello italiano. lift contrapposto i'Eclair addita invece la «notevole moderazione mantenuta da tutta la «lampa, francese » in nome della quale il Petit (Pastoie» si sente incoraggialo ad avvertire ette « i giornali di entrambe le parti hanno il dovere di rimuovere ogni, causa di dissidio, appianando le suscettibilità». Da questo capite come oggi a Parigi il giornalismo ilaliu.no non abbia esattamente una buona stampa. Quanto al buon pubblico francese, che non è ne migliore né peggiore di ogni altro, esso stasera deve, sentirsi convinto dai giornali, che legge, di questo fatto: che vi sono state baruffe e che i provocaifri non furono i francesi. Cosi esso viene informato. Il succitato Exceitsior, di cui ci occupiamo, anche perchè ha il coraggio delle versioni più deliberate, è inatto esplicito. Esso dichiara per 'esteso quello che alili riassumono e scrive ■■ « / rapporti ufficiali sono di un'assoluta chia rezza. I nostri soldati e marinai non hanno tenuto in alcun luogo un'attitudie provocante. Del resto, non vi cita da dubitarne ». Ed allora come sorsero gii incidenti? «.Scino stati di origine sospetta, — spiega il giornale, — e sono siati deliberatamente travisali ». Ciò suscita dei problemi clw l'EClair si incarica, di risolvere. Secondo lui, la colpa va\ addossala semplicemente u:i gioliltiani. Cosa 't&enlrino i gioliltiani lo sa il Sigiiure, giucchi: ila stampa che si è pai aspramente distinta in Utalia nella denunzia del contorna francese a Piume, è antìaiolittiana per eccellenza, ila eccovi l'argomentazione del confratello parigino. Esso proclama anzitutto che questo scatenamento della stampa italiana non può essere avvenuto se non djelro consiglio, sia pure tacito, del' JGoverno di Witti. Quindi Nitti viene invitalo -lad esercitare un più severo controllo sui notiziario dei giornali .italiani. Questo affare del ^controllo è piuttosto fallare, ma abbastanza spiegabile. I giornalisti italiani sul serio non subiscono controlli da alcuno; si adattano per forza maggiore soltanto alla censura, cìie non e un controllo ma un arbitrio. 'Senonchè, a tParigi, si dovrebbe anche sapere die iiol la ìcensura l'abbiamo mandata a [arsi benedire. ÌSoi stampiamo quello che la nostra, coscienza \giusllflca, c Sitti non c'entra. Il grazioso, à nuesto proposito, e che .qualche giornale in\dica addirittura al nuovo Governo di Roma l'esempio del rimpianto Ministero Orlando, raccontando che questo iljpo il Convegno di \Oulx fece tacere le critiche delta stampa itaIoana verso la politica francese. L'elogio è Halto moie a proposito perchè coinvolge una quantità di cose. Balzano subito alla mente i Hcordi di'allora, clic investono anche per noi |(a censura ed una censura delle pia incoìsoienii. Com inique, Nitti non c'entra. Eppure li'-Edair prosegue: > Ecco un donila molto 'cattivo del Ministero Vitti, le. cui relazioni giollttiane avevano ispirato dei Umori che sembrano doversi realizzare troppo presto ». CoIpile? E' un ragionamento brillantissimo, che vervirà splendidamente la causa antigiolittUima spalleggiata dai fogli parigini come J'Ejclair.'n lotto vantaggio del nostro Paese! Alpi <,iomali passano sopra Siiti e si rivolgono la TUtoni. Debbono pensare che Tittoni sin l'ur\biXr.o della stampa italiana. Dio sa in quale (pianterà. Perciò gli iRcoiio: « Voi fondate la posira politica anche sul! amicizia. franco-italiana. Le vostre parole sùuo eccellenti e*le \crediaoio senza dubbio .sincere. Ora, passate mali alti e mettete a posto la stampa italiana ». Ma Tttloni c'entra anche meno di Sitti perCU*.tu stampa italiana adesso <■ perfettamente Ubera come l'inglese e l'americana e ali Interpettatoti:-del nostro ministro degli Esteri lo eanno benissimo. Uopo tutto questo si apre «tesero ti 'l'1eTr>ps e vi si legge tranquillamente che sugli tnciUatil in parola il Governo fruiivesc non ha ancora ricevuto dettagli, beiichè le dimensioni dell'accaduto « sembrino essere astate indebitamente ingrandite ». Ciò significa rhe i giudizi degli organi del mattino si bacavano sul vuoto, i loro accenni a rapporti tufficiali erano spiritose invenzioni e la loro allusione a certi giornali italiani, che si impadroniscono dell'avvenuto per turbare le relazioni tra la Francia c l'Italia erano semplici \congetture di carattere ambiguo. Ogni discussione surebbe quindi ingenua. Tralasciamo di ricordare alcune frasi con troppa « cresta » (c/le vediamo pubblicale qua e là perche ad >esse fanno « pendent » varie invocazioni alla, fraternità latina. Queste suonano un po' melofio, giacchè se i popoli civili non si decidono 'iid agire da fratelli, almeno per una diecina 'ti'anni, l'Europa diventerà il continente meno '(abitabile del mondo. Gli incidenti passano, le necessità universali restano. Entro sei mesi questa potemichettu a cavaliere delle. Alpi ci sembrerò, anche meno importante del plauso Idi Kerone quando Roma bruciava. La miglior morale per intanto , quella, che (tic cava il Journal. Esso constata che gii in■ indenti degli ultimi giorni mostrano nuardo |U«t jtsobtere la questione italiana. Disgrazia.tornente lutto il contributo che il Joamai offre •atta sotusUme sta nel ripetirrc che l'opinione francese non.si è dipartila per un istante dalla smu eahaa. Con tutta lajmtma, il punto di ciusto dei Journal è notoriamente pochissimo Juvortooie anche alle più equilibrate qsplrvolovA aOnattent, eohntiaii e levantine delVltctia. .Ve* rigvnrdi. poi drlla n.aestione di merito, ciotta presenza delie truppe francesi a Piume, CCcfeo de Paris, senza volerlo, mette «e rammentando come, in ornar)- lato adjuna cattiva nautica, la Francia nel a)ikembre scorso aveva voluto istituire a Fiume irna tate francese, sotto pretesto di mantener ini ■i ritormotenli delle sue farze che operavamo ai «teste». ftiarc&Uo Prati. mngVvcersgnfzprpssrd.• .

Persone citate: Ganimede, Nitti, Witti