La redditiva politica di Pitt

La redditiva politica di Pitt La redditiva politica di Pitt Ho trovato per caso da un rivenditore bri usati ed ho Ietto col più vivo intere n curioso libercolo pubblicato nel 1890 un distinto pubblicista inglese di parto e ervatrice — I. G. Cowlé — intorno alla itica svolta dal celebre ministro Pitt ro la prima Repubblica Francese. II Kb vecchio, ma talune parti del suo contenuto hanno un piccante sapóre di' attósA'. ite. Sono in esso evocati dei fatti che più comune senso delle analogie storiche guida ad inquadrare in avvenimenti conemporanei assai discussi, sui quali quel ontani eventi proiettano una luce pTofondamente rischiaratrice. Che la storia — come molti pretendono — si ripèta, può ben darsi. Ciò che sembra certo è questo: che e situazioni politiche le quali si riproduono con caratteri analogici a distanza di empo, subiscono la influenza «rientatrice . di un'identica logica causale, sicché si riece a metterne in evidenza il meccanismo ad indurne U probabile svolgimento sino alla loro risoluzione. Il volumetto del Cowle è scritto con espliite intenzioni apologetiche peli' Pitt, e ciò conferisce un particolare valore alle osservazioni in esso contenute. Il Cowle, in.sostanza, si propose di difendere la reputazione politica del Pitt, alquanto intaccata, allora, dalla pubblicazione delle tetterò, che ord Malmesbury inviò da Parigi nel 1796 a Shei-idan, dimostrando che Pitt aveva agito,' nell'interesse della sua Patria, in quelle circostanze, come meglio gl'interessi dell'Inghilterra esigevano. II celebre premier inglese era accusato, in sostanza, dai suoi detrattori di avere gettato le basi.delia potenza napoleonica e di avere deciso la sorte funesta dell'Europa, ispirando ed organizzando la coalizione contro la Repubblica francese. Lord Malmesbury e Sheridan Io avevano più particolarmente accusato di «sommergere la stessa Inghilterra in una Europa insanguinata, sulla quale emergeva, grandeggiando ogni giorno, la potenza francese ». A queste accuse il Cowle oppose queste tési, che nel suo libro appaiono innegabil- ; mente documentato in maniera perfetta: l.o L'Inghilterra non u una Potenza continentale europea, anzi, non.è neppure una Potenza europea; sicché le calamita che si abbattono sull'Europa continentale non la vulnerano e in certi casi possono anche giovare all'accrescimento della stia potenza; 2.o II Pitt provvide sagacemente agli interessi dell'Inghilterra, suscitando la coalizione anti-francese, giacche qualsiasi risultato di tale iniziativa avrebbe in ogni caso giovato — e giovò — alla sua PatriaInfatti, se ne fosse uscita disfatta la Francia, l'Inghilterra avrebbe tratto, per se II più cospicuo bottino della vittoria, mentre la prostrazione dei suoi stessi Alleati, prussiani, austriaci e russi, le avrebbe dischiuso la'via per un'egemonia europea. CIÒ ohe'rende ..estremamente interessaatl^è;. ; istruì- 'y ti ve queste tesi del Cowle, è il fatto eie egli stesso non le ha costruite, ma le ha trovate in talune lettere-del Pitt, sicché rimane dimostrato come costui sapesse di agire nell'interesse dell'Inghilterra esponendo alternativamente o la Francia, o la Prussia e l'Austria al disastro, e ritenesse essenziale alla estensione 6 al rassoda^nento della potenza inglese la rovina politica ed economica dell'Europa. Nelle pagine, nelle 'quali il Cowto doeu- menta questo assunto — con una... spregiti- ;'dicatezza nazionalista affatto inglese— la figura di Pitt assùme il profilo tagliente di un vero Mefistofeie della,, grande irajpdin europea conclusasi a Waterloo. Egli appa- re come il freddo giuocatore, che ha scoro- messo sovra una sanguinosa battaglia di galletti, e li eccita imparzialmente gh unf contro gli altri — come negli stàuéiràfr ì Coak, — giacchè ha puntato «a Egli è preoccupato soltanto di so nella immane fossa comune il mai mero possibile di « europei contineni — siano i francesi, siano i loro nemi leati, — perchè egli sa che su quel pieno di ossa europee la marcia rialismo inglese avrà la sua. via pia Il Cowle ricòrda, fra l'altro, lane organizzata da Pitt sulle coste con i vandeani e gli chovans di ( e di Puigaye, e confutando sprezza te le requisitorie di Fox e tu àberidan tro Pitt, per il disastro di Quiberon, chiuse quella spedizione, — scrive « In realtà, al ' Governo inglese sava mediocremente la riuscita d impresa e, forse, Pitt non vi credette Chi abbia penetrato! critorti della litica, può essere autorizzato ad a: che non solo egli non prendeva serio i varii pretendenti al trono nato di Luigi XVI, ma vedeva nella razione monarchica un mezzo di rk zazione e di riassestamento della pò francese, la quale invece andava dosi nella lotta violenta tra le fazio: cobine e girondine. La spedizione di Quiberon era, quindi, verosimii retta non già a tentare la restati: monarchica — giudicata, d'altronde, mainante improbabile — bensì a zare la- guerra civile in Francia,, e mettendo in maniera più profonda zioni temperate ed eccitando quelle ad una ripresa delle dissolventi il che, appunto, accadde con la sollevi delle jeunesse dnrée al Palais Rovi la cospirazione di Baboeuf e-con 1' al campo di Grenelle. Pitt aveva ragioni di supporre che la guerra avrebbe reso impotente la Francia sto re agli assalti esterni della Ci e se questa sua provistone proto ragionevole non si verificò, la cosa ga. con quel «miracolo storico e che fu la campagna napoleontea che, d'altronde, annientando i An minò a nostro favore un formi da corrente nella egemonia europea» .. jne sull'esito della lotta. F « cevani che l'Inghilterra è la Se io fossi un vero patriota rei ora stampare una traduzione colo di I. G. Cowel, e la diffonde lioni di. esemplari in Francia, per ni re i miai concittadini a non Iran, sulla funesta .idea deirannieb. della Germania la sienroraa/e la rita delia mia patria ed a non coni riuscita.di questo piano alfa solida be'rale dell'Inghilterra. Ho già : che Pitt, nel 1795 eie) 1796, in divertiva ad .eccitare il gallo frane tro l'aquila germanica. Può darsi inquilini del Foreign' Office, avidi spettacoli, abbiano/ancora voglia vocarli, disponendosi sull'altra ri« Manica a contemplarli dall'alto dfi . tanghi colli e scormiiettoàdo molte»