Le " Vocazioni ,, di Carola Prosperi

Le " Vocazioni ,, di Carola Prosperi Le " Vocazioni ,, di Carola Prosperi Un nuovo libro di novelle fra i tanti, ma non uno dei tanti. Chi io ha scritto non si confonde infatti con alcun altro novelliere; ma si distinguo da tutti per una sua particolare visione della vita, e perciò per il modo proprio di rappresentarla. Una visione d'indulgente bontà verso le umane lebolezze; di pietoso compatimento verso ogni tlifctto connaturato olla stessa nostra costituzione spirituale; di affettuosa simpatia per ogni forma,.di dolore che si generi da quella che di tutto le umane debolezze è lu più comune: l'amore. Nulla dunque d'eccezionale che faccia colpo sul lettore e lo trascini collii violenza dell'emozione; ma l'umile realtà cotirlinria. Quell'umile realtà dinanzi alla quale noi passi-omo distratti o indifferenti solo perchè non abbiamo occhi per penetrare di là dalla sua apparenza; ma che pure dietro a questa ce la sempre un suo intimo dolore, quando non anche una tragedia. Ora Carola. Prosperi è l'interprete efficace di questa realtà, che.rivive per l'intima rispondenza, del suo spirito ad essa, e riesce perciò a far rivivere con i mezzi più semplici. Non alza mai il tono, non sforza mai la nota: lascia parlare gli uomini o le cose con la spontaneità de.l loro linguaggio; assume, quasi direi, 10 stile, da essi. Che linguaggio volete prenda una povera donna, di casa, vissuta tutta la vita nel pensiero di far contento l'uomo che ama e nell'adempimento di tutti gli obblighi che dalla mediocrità del suo slato le sono imposti, perche un giorno si vede tradita dal marito stanco'appunto di cotesto, devota mediocrità? « Perché, una moglie abbia, il diritto di essere amata da suo marito,' bisogna che sappia ossero Un'amante per lui>>. Glielo dice la donna clic glielo porterà via; glielo ripetono, a rimprovero — dopo che quella glielo ha. portato via — anche i parenti di lui. Ma ella, la povera donna di casa, non può cambiare la sua natura. Sentiva anch'olla « ora elio la piccola dote era sfumata o la bellezza svanita, sentiva che tutte le altre sue virtù lo irritavano, clic la fedeltà, la dolcezza e la pazienza non avevano più alcun valore per lui »... k Ma ditemi, ditemi voi, che cosa avrei potuto fare di più •>? E quando il marito ritorna dopo la.' sua avventura, ed olla, che tanto lo- ha amato, si accorge, elio quell'uomo, elli uso e tetro, è oramai un nemico il quale desidera di vederla scunijìarire dalla propria vita, altèra, poverettn, sento come. « di quel suo amore devoto non le ò' rimasto che, un tremito interno, un terrore, invincibile e l'intenso desiderio di scomparire per sempre ». Se so no andasse, non ci perderebbe molto nessuno : nemmeno i figlioli. «E lui... lui sarebbe libero e potrebbe ricominciare una vita nuova ». Ma corno sparire? « Ogni giorno mi dico: domani... E ogni giorno faccio sempre le. stesse coso: la spesa, la cucina, la pulizia, contratto coi fornitori, faccio t'aro 11 compito ai bambini... E quando sono sola, la-sera, con davanti un mucchio di calze da rammendare, mentre i bambini dormono e Paolo è fuori di casa, io mi ripeto: — Domani... Andarmene... morire!..'. E non posso, non posso ancora.... Mi lascio aggirare come un piuma nel vortice terribile e. furioso del mio destino e aspetto che mi faccia la carità di gettarmi fuor della vita. Che volete che possa fare di più una povera, una timi le donna di casa? »l Nulla di più. Ma scio perchè la stia interprete l'ha così nettamente compreso ella non ha fatto •avventurare alla pròpria creatura un gesto, non pronunziar una parola che fosse di più che la naturale espressione della sua anima. E perciò appunto Una donna di casa ò novella che qualunque più consumato scrittore potrebbe invidiare alla Prosperi. L'arte di Carola Prosperi è arie contenuta; così contenuta anzi e così composta che non si direbbe arto di donna. Le sue creature sono esseri deboli, incapaci di lottare, ò vero. Ma appunto nella coscienza che hanno della propria debolezza sta la ùiro poesia, perchè cotesta coscienza impedisco loro di abbandonarsi alla votar gine sentimentale o esaurirsi nella incon cludenza della chiacchiera., Si legga, ad esempio, l'ultimo colloquio di Giorgio e di Piera nella novella II primo amore. I due giovani si sono amati con tutta la passione della loro vita in sboccio. Egli, in un momento folle di gelosia, ha tentato d'ucci dersi; ella, alla partenza di lui per la Germania, è caduta ammalata. Quando si ri vedono nulla hanno scordato; pur sentono che appagare il loro sogno, sposandosi non possono. Ognuno dei due è troppo povero per l'altro, e nessuno sa rinunziare alla sodisfazionc dei bisogni che acuisci in loro la vita nella quale sono cresciuti. Ciascuno dei due sposerà dunque chi glieli possa appagare. E se. lo dicono piangendo nell'ultimo doloroso colloquio. « Bisogna... egli ripeteva. — Bisogna, mio unico amore... E steso sull'erba, ai suoi piedi, egli l'ascoltava piangere e piangeva l'amore lontano e la felicità perduto. Piangevano, entrambi sinceri l'uno di fronte all'altra, smarrito il dominio abituale, piangevano sul'loro desiderio d'amore e sulla loro impotenza a soffrire, essi che avevano saputo amaro fino alla morte e che non avrebbero più potuto amare fino alla miseria ». E di coteste osservazioni, cosi protondamente espresse, ma cosi acutamente colte, il libro ha dovizia. Ci sono verità che noi teniamo « magari per tutta la vita a giacere inerti in lundo all'anima sotto un cumulo di convenienze, di comodità, di sentimenti tepidi e comuni, di, piccole verità quotidiane, meno poetiche e più pratiche ». Poi un giorno cotesta verità esplode, nella confidenza d'un amico « in un impeto di •quell'esaltazione che inspira la pietà di noi stessi ». E sulla finezza penetrante di cotesta osservazione la Prosperi tesse una delle sue novelle: l'Enigma. « Atrent'anni si sente che anche gli alletti senza passione valgono qualcosa, e che la dolcezza di essere amati non è da disprezzare se pure non eguaglia la gioia di poter amare ». E sulla speranza di poter godere almeno cotesta dolcezza. Valeria s'induce a sposare il cugino che ha respinto dieci anni prima, ma che ora, nel naufragio d'ogni illusione, non le potrà dare più alcun conforto, anzi con la tristezza propria tiara più trista anhe la vita di lei. Naufraghi della vita tutti e due, come con umana pietà li chiama nel titolo della novella la scrittrice. Tutta l'aite di Carola Prosperi è fatta così di finezza e di bontà. A volte ella è stata troppo indulgente con sè stessa, ed ha raccolto nel volume novelle che avrebbe dovuto, per amor dell'altezza cui tende, senz'altro respingere; spesso persuade e commuove. I lettori rammentano certi l'ultima novella che la giovane scrittrice ha pubblicato sulla «Stampa»: Vita madre. E' il segno luminoso dell'arte cui tende e del punto cui è arrivata Carola Prosperi. U- C. l(Carola piuwpKtu : Vocazioni, Milano, Fratelli Trcves, 1919, L. 2,-ÌO).

Persone citate: Carola Piuwpktu, Carola Prosperi

Luoghi citati: Germania, Milano