" Il cammino della catastrofe ,, nei ricordi del maresciallo Conrad

" Il cammino della catastrofe ,, nei ricordi del maresciallo Conrad " Il cammino della catastrofe ,, nei ricordi del maresciallo Conrad .BERLINO 19 dittt BERLINO, 19. (pervenuto U 20. sera). Nelle ore "di ozio e, forse, nei momenti di sconforto, durame l'ultimo anno della sua residenza a Bolzano, il maresciallo Conrad esponeva ad un giornalista amico le sue Inir pressioni sulla guerra mondiale. Più tardi, dopo la sconfitta di ottobre, in una serie di lettere e di colloquii, vi aggiungeva la documentazione. Cosi nacque 11 libro fi camTraino della catastrofe, pubblicato in questi eiorni a Berlino da Carlo Nowak, inviato speciale della Koclnisckc Zeitung al Quartiere Generale austro-ungarico. 11 volume contiene come prefazione una lettera del maresciallo, che afferma, corrispondenti alla verità i dati di latto che vi sono esposti. In questolibro, questo generale che in quattro anni di guerra, come capo di Stato Magifiore e come comandante di eserciti,' ha sempre conosciuto •)« ore amare della sconfitta, tenta la sua riabilitazione. Tutta l'attività, di Conrad al fronte orientale viene cosi espo6ta sotto una nuova luce, sopratutto perchè al maresciallo di Francesco Giuseppe sono attribuiti duo dei piani più geniali della guerra : quello che condusse allo sfondamento di Tamowo e di Gorlice. sotto il comando di Mackensen, e l'attacco 3l fronte romeno. Nei idue casi le Autorità militari germaniche, e particolarmente il capo dello Stato Maggiore, generale Falkenhayn, se ne sarebbero ingiustamente attribuito il merito. Le polemiche iche indubbiamente susciteranno queste affer inazioni ci dimostreranno sino a qual punto al maresciallo Conrad ha affermato la' verità. Complessivamente, questo tentativo di riabiJitazione ci potrebbe lasciare indifferenti, se una parte rilevante di questo libro, non fosse dedicata alla nostra guerra. Certo non possiamo attenderci cortesie da questo ' nostro testardo e cieco nemico, che dedicò tutta la «uà vita a preparare la guerra su quel fronte cfcw doveva infine essere come la tomba dell'Impero degli Asburgo; ma, ormai, dopo la Vittoria, possiamo ascoltare con serenità i giudizi dell'ultimo maresciallo della Monarchia danubiana. «•Bisogna distruggere l'Italia...,, «-Bisogna piegare, abbattere, distruggere rifalla ». Tutta la vita di Conrad àsdominata da questa idea. Prima della guerra, dopo la ,guef sa. Già nel VJ07 supplica l'Imperatore in un convegno a Klagenfùrt, dopo le grandi ma novre, di aderire al suo piano. Francesco Giuseppe si oppone. Più tardi, ma invailo ancora, *enta di opporsi alla politica conciliatrice di Hàerentlial. Finalmente, sebbene non nel ino mento sperato, mentre i russi battono in riti rata dopo lo sfondamento di Gorlice, scoppia ia-tguerra ilalo-austriaca. «Alla frontiera non erano concentrati che «n pugno di uomini. Ma — diice Conrad — l'e aere-ito italiano avanza con prudenza. IVamhmraglio Antonio Haus -disturbava l'avanzata bombardando nodi ferroviari e porti. So Cadorna avesse infine scoperto che i suol esereitt erano trattenuti solo da un velo di truppe, avrebbe'tentalo di romperlo: egli poteva mar elare su Trieste. Ma Conrad- era preoccupato cho Cadornai potesse avanzare sino a Lubiana. Per queste eventualità aveva proposto a Faikenhayn che dicci -divisioni tedesche e dieci austro-ungariche fossero concentrate sulla Sara. Solo quando gli italiani avessero tentato di proseguire oltro nelle montagne carniche. una battaglia gigantesca sarebbe stata impegnataw. Per noi Conrad voleva- preparare una nuova Custoza tra l'Isonzo e la Saval Falkenhayn non aderisce a questa idea. Il fronte italiano interessa scarsamente i generali tedeschi per Sagioni militari e politiche. Cadorna intanto iascia passare alcune settimane senza iniziare ^alcuna azione decisa. Quando incomincia un eerio attacco verso Trieste il cammino era già Sbloccato. Si inizia la serie delle molte buttarle sull'Isonzo. Conrad non muta le sue di rettive poliiiche e militari. La decisione non la vede che nelle pianure venete ed in quelle lombarde. Il fronte russo nella primavera del 1916 gTi pare stabilizzato; una ulteriore avanzata non potrebbe recaro grandi vantaggi. ^Conrad ritorna da Falkenhayn per un' azione comune al fronte italiano. Il capo dello S. M. ^tedesco qhe sta preparando segretamente l'anione su Verdun rifiuta 'ancora. Ma Conrad è deciso di iniziare' da solo l'azione sugli alti plani. j LucK ed Asiago 'c Francesco Giuseppe aveva ripetutamente e. spresso ni suoi consiglieri militari che non gli sarebbe dispiaciuta una resa dei conti coll'ltalia. In 5G anni di regno molto preoccupazioni Igll aveva dato la vicina Monarchia: mentre iper l'Italia non si avevano avuto che 'dei' rieuardi. Molta amarezza si era accumulata nell'animo dell'imperatore ». Così mentre FalkeItóiayn, alcuni giorni prima dell'attacco annunt«àa a Conrad l'azione imminente su Verdun, il capo dello S. Al. austro-ungarico si prepara ad lassalirci nel Trentino, Molte iprecauzioni erano trtate prese per assicurarsi da ogni sorpresa ad iornte russo. '«L'attacco nel Tirolo meridionale, fra il Brenta e l'Adige, era un « capolavoro » nel '«ampo militare. Ogni particplaTe era stato calitooiato. L'avanzata doveva aver luogo attraverso strade chetino ad allora non erano risicate su alcuna carta. E nel terreno più difficile, nelle Alpi, il nemico veniva respinto e s&attuto. Nessuno sinora aveva subito una sconfitta così decisi,-a ed indubbia. Si era giunti 'ormai sulJa soglia della pianura. Ancora un Scatenaccio da .-.ir saltare nella Valle di Astico poi si giungeva al piano. In quel momento Wuonò l'ora di I.uck... ». I « Il cammino della catastrofe » narra come [avvenne il disastro al. fronte orientale, quali 'colpe ricadono .sull'Arciduca Giuseppe Ferdinando, a cervello pieno di talento», ma con jmelie vene sangue toscano, quindi, bizzarro ed ! Indisciplinato, e sul generale tedesco Lini Bingen, ' Brusiloff, dopo la rottura, avanza a passi da i'gigante, ottenendo una vittoria insperato. Conlirad è costretto a richiamare dal fronte sudjioccidentaio tutte lo truppe di cui poteva disporre, cercando di mantenere .uno sbocco kwerso la pianure, per quando finalmente sajxebbe granfa l'ora della resa dei conti. « Il (salvatore d'Italia non fu aUora il generale Cadorna. Il salvatore, per quanto scomodo : possa suonare a'ie orecchie romane un nome cosso, tu il generale Brusidoff ». Perchè Conrad fu inviato nel Tirolo Colla inorte di Francesco Giuseppe incomincia il tramonto del suo maresciallo. Nè l'imperatore Carlo, nè l'impsratiiice Zita '$« die IUMencrin;,) [l'italiana), nutrivano simpatie per Conrad. La moglie, la suocera, i : generali destituiti, la camarilla di Corta, il Ifcèero influivano sull'animo del nuovo SovraIno. Dal libro la giovane coppia imperiale !austriaca esce male: sono due creature melatrine. Orca l'opposizione del clero il libro iaaceoBta un episodio inedito. < Il nunzio Ipontìftcto a Vienna (conte Vaiti* di. Bonzo), ,gode»a il diritto di corrispondere col Vatiohio sansa censura. Le sue lettere prosegui¬ vneAMSMCEcVlan—LsvtFcdvprpClbsdr vano dirottamento verso l'Italia. Il Nunzio non era solo un uomo pieno di timor di Dio, era pure un signore cavaliere o galante. Alcuni episodi giovanili di cui fu eroe a Milano — scrive Conrad — costrinsero la Santa Ssdo a sospenderlo dalla sua missione. Ma più tardi a Boma conquista la fiducia di Casa Savoia, diventa amico di Re Vittorio Emanuele, ritorna anche il favore del Vaticano ed infine viene inviato quale Nunzio ai Vtenna ». Il barone von Conrad conosceva la storia del Nunzio. E non voleva che senza alcun contiollo potesse scrivere a chi volesse nella capitale di qu?l He che — secondo lui — gli aveva salvata la posiziono e la carriera: Lomandò quindi che la corrispondenza fosse sorvegliata. Ma allora non si udì che una voce tempestosa: « Il generale Conrad vuole immischiarsi anche negli affari della Chiesa... ». Ma ormai il suo destino quale capo di Stato Maggiore stava per decidersi, L'arciduca Federico giunse una sera da Conrad. Asmatico come sempre respirava con più difficoltà del solito. Quella sera pareva che l'asma dovesse contribuire a coprire una particolare preoccupazione ed oppressione, t Sì, caro Conrad, è cosi terribile. Voi sapete quanto vi apprezzo. Non so proprio come informarvi». Conrad sorrideva: «Ahi Voi mi portato il licenziamento!». «Ecco proprio così!». Subito dopo soggiungeva come l'Imperatore desiderava come egli fosse inviato quale capo dell'esercito al Tirolo. Poche ore dopo il inarescialloè a Badèn (presso Vienna) pel consueto rapporto. Si svolge un breve colloquio. « V. M. mi ha inviato oggi l'arciduca Federico... ». «•Non ne sarete mica afflitto!» rispose il Sovrano. «Afflitto non lo sono inai, Maestà». «Allora partite pel Tirolo?». 11 maresciallo tacque. No, egli non sarebbe andato nel Tirolo, ne aveva ormai abbastanza. « No, Maestà, non vado in Tirolo ». « Ma perchè? non vi piacciono forse molto le mori lagne? » «No, non vado nel Tirolo. Prego di congedarmi completamente». L'Imperatore lo congeda completamente... Ma 24.oro dopo lo fa informare che deve eseguire i suoi ordì Conrad risponde che obbedirà solo ad un cornando scritto: nessuno deve poter dir re che egli mendica un impiego.' Carlo I aderisce ed II Lo marzo 1017 il vecchio maresoial lo parte pel Trentino. Bolzano era il suo esilio I tobdEglCrConrad giudica Cadorna Il giudizio del Capo di S. M. austro-ungarico su Cadorna è obbiettivo: «Egli è un tenace o prudente uomo, perciò un melodico. Tutto quanto si pone in mento vuole raggiungerò' ad ogni costo. E' un organizzatore di prima qualità; i suoi meriti verso l'Italia sono gran di. Ma egli è sopratuttò un caparbio: manca di ogni slancio, ed avrebbe potuto raggimi gere risultati come Dio solo sa. Volere il meglio è stato per lui sempre un nemico del bene ». Ma dopo avere accennato ai meriti di questo generale verso il nostro paese gli nega una sola vittoria mentre afferma che dati i mezzi di cui disponeva avrebbe potuto raggiungere grandi risultati. L'unico suo succoìso fu quello di Gorizia, dovuto — afferma — in parte al tradimento di truppe austriache: ma non seti pe sfruttarlo. «So gli italiani — scrive — avessero cercato allora di stabilirsi sul S. Gabriele, lo sviluppo ulteriore delle operazioni sarebbe stato pericoloso. Ma Cadorna non era preparato. Senza preparazióne egli non faceva nulla. Anche colla sesta battaglia dell'Isonzo Cadorna non potè avanzare oltre ». La guerra al fronte italiano era una morte senza fine. Cadorna rin novava battaglie a battaglie. Talune costituì vano una meraviglia di preparazione tecnica e costavano agili austro-ungarici sin settantamila Soldati. Dopo undici di queste battaglie dopo trenta mesi di guerra, Cadorna poteva essere alla vigilia di raggiungere il risultato della sua ostinazione. Non era molto lontano dà Trieste: ancora uno sforzo e si poteva giun gere alla crisi. Fu allora che venne Caporetto». Già nel dicembre del 191G Conrad ave va sottoposto all'imperatore Cario un progetto di operazioni al fronte sud-occidentale. L'attacco principale doveva avvenire nel settore di Tolmino. Tutti i particolari erano stati pre cisati ed ultimati. L'imperatore aveva esami nato ed approvato. Nel gennaio del 1917 il piano fu sottoposto a- Ludendorff. perchè si prevedeva una collaborazione austro-tede?ca L'attacco era previsto per la primavera del 1917 e lo stato maggiore germanico si dichiarò concorde. Ma in primavera si iniziano le for midabili azioni inglesi e francesi ad occiden te. Così questo piano che preponeva lo sfondamento nel settore di. Tolmino ed un codpo ai martello nel Tirolo meridionale ' dovet'e essere rinviato. Nella primavera del 1917 Conrad scrive allo S. M. a Baden. Ritiene che gli ini peri centrali devono provocare la decisione entro la primavera del '18. Ancora una volta domanda una offensiva a fondo per abbattere l'Italia'. Una risposta indiretta di Ludendorff a quella lettera afferma che egli solo « mlt halberft Herz » (con mezzo cuore), si decide questa offensiva, ma dal momento elio viene ritenuta necessaria bisogna iniziarla. Egli coni prendeva la necessità della difesa di Trieste ma la grande crisi della guerra non la vedeva Quanto a' Carlo I riteneva.che l'aziono al fron te italiano doveva spingersi al massimo sino al Tngliamento. Cosi fu iniziata l'offensiva per proteggere il grande porto adriatico',della mo narchia' dagli assalti del generale Cadorna. « Giunsero le truppe tedesche. Tutto quali io era disponibile di truppe austro-ungariche furono riunite. Conrad, che disponeva nel Trentino di forze limitate, dovette consegnare parte dei suoi reggimenti. HJomini, cannoni forze di lavoro, materiale, tutto fu condotto sull'Isonzo. Nel Tirolo meridionale rimase so lo l'indispensabile per difendere quel fronte alpino qualora Cadorna avesse pensato ad una dimostrazione sull'altipiano dei Sette Co munì od altrove. L'attacco per Tolmino r chiedeva molte forze. Ouel fronte doveva es sere spezzato. La 24.a Divisione austro-ungarica dell'esercito Krauss provocò il primo sfondamento. Tutto procedeva con rapidità vertiginosa. Era giunta l'ora della decisione Conrad pensava al secondo colpo di martello che egli avrebbe doyuto dare nel Trentino L'esercito italiano era sconfitto, abbandonav artiglierie e traini nella sua ritirata. I prigionieri di giorno in giorno aumentavano, sino a raggiungere cifre fantastiche. Se Conrad avesse potuto attaccare dai monti, se avesse potuto battere gli italiani anche sul Piave superiore, l'ora della fine per l'Italia sareb be giunta. Non vi sarebbe stata più salvezzanò risurrezione. Ma Conrad non disponeva di truppe. Un terzo delle sue forze gli erano state tolte. Egli si trovava di fronte agli ita liani, nel migliore dei casi, nelle proporzioni da uno a due. Tutti nella Monarchia, tutti in Germania attendevano ansiosamente il col po mortale che il maresciallo Conrad avrebbe inflitto. Ma egli non poteva arrischiare un attacco. Quello che tutti attendevano era previsto anche da 'Diaz, il successore di Cador na, che. net limiti del possibile, rafforzava, là •linea montana. Conrad supplica ancora che gli siano inviate truppe, ma Invano ». Tuttavia attacca, conquista Monte Meletta, Cod del Rosso. Val Bella. Infine giunse dal QuartiereGenerale un ordin"! breve di Interrompere 1 combattimenti. Secondo Conrad, ancora una volta era stata tradita la buona fortuna. Egli pensava alla occupazione di buona parte dell'Italia settentrionale, ciò che avrebbe costituito un grande alleggerimento anche per Ip operazioni di Ludondorff ad occidente. Il libro aggiunge, e noi segnaliamo da obbiettivi suntpggiatori, « che non organizzando l'attacco a fondo nel Tirolo nè prima, nè dopo lo sfondamento di Tolmino, si è voluto deliberatamente salvare l'Italia». Ma il libro non ci spiega lo ragioni di questa improvvisa e assurda tenerezza dell'Imperatore austriaco pel nostro Paese. La sconfitta e la fine Anche l'ultima operazione offensiva, quella della primavera del 1918 fu ideata da Conrad. EgJI propose, malgrado non si attendesse più grandi risultati, l'attacco sullo due sponde del Brenta. L'offensiva era ut-ile per alleggerire la situazione dei tedeschi hiI fronte occidentale. Riuscendo, almeno l'esistenza delle potenze Centrali sarebbe sfata salva.. Il piano di Conrad prevedeva d'attacco sulle duo rive, del Brcrila ed alcune tizioni laterali: un forte attacco secondario sulla linea Oderzo-Treviso ed azioni figurative sul Piave. Per l'attacco prin- pale, domandava 25 Divisioni. Non ne furono oncesse che 17, ma Conrad polevti disporre di L'gCO cannoni. Ncilla notte dal 13 al 14 giugno incominciò l'assembramento delle truppe, e malgrado il tempo sfavorevole, l'azione si iniziò. « Ogni generale, secondo Conrad,, in quella battaglia agi di sua iniziativa. 11 barone Waldstaotlort attaccò il Tonale; Boroevic dihiarò: «Se nel Tirolo si attacca, attacco anh'io», e l'Arciduca Giuseppe, l'ungherése, affermò: «Mentre tutti avanzano, potrei forse Principe Imperiale, starmene indietro? ». Egli incominciò l'azione sul Montello. Ogni Comando di esercito agiva di sua iniziativa, senza disciplina, senza un piano concordato. Si giunse infine a quella sconfitta, che costituì principio della fino. L'opinione pubblica si impressionò, iil Parlamento reclamava, i nomi dei responsabili, anche il Quartier Generalo era inquieto. •< Fu allora — afferma il libro — he l'imperatore scelse come vittima il vecchio Maresciallo. Da Eskartau gli inviò questo breve ordine: «Con rammarico accetto la sua offerta di congedo! ». La vita militare di Conrad era .finita. Ho riassunto ampiamente questo libro perchè, snida base di informazioni e di documenti di cui non posso rivelare la fonte, mi risulta in modo sicuro che tranne nella parto stilistica il reale autore di questo ilibro non è che il maresciallo Conrad. Ed il suo giudizio, qualunque sia l'importanza che gli si vogdia attribuire, non manca di importanza per seguire le vicende della guerra mondiale. Noi possiamo leggere senza rancore., colla generosità dei vincitori, le impressioni di guerra del vecchio Maresciallo. Isolato a Vienna, senza amici, solo col-conforto della sua gioine signora, che il,destino volle fosse di origino italiana, egli non è più che^un naufrago nella grande tempesta. G. D. D. ncmcmslocpnbdlzmdbalnscsvild1dlcoltsarppdcdncstvv