Il Duca d'Aosta dice ai Triestini :"In alto i cuori" i 'id inve

Il Duca d'Aosta dice ai Triestini :"In alto i cuori" i 'id inve Il Duca d'Aosta dice ai Triestini :"In alto i cuori" i 'id inve Tieste sera. La notizia del fiero contegno della nostra Delegazione a Parigi ha suscitato nella città il plauso generale. La cittadinanza, dopo la diffusione del messaggio di Wilson, vive in una passione febbrile, che ricorda quella della vigilia della nostra guerra. In questo tragico momento Trieste non si è smentita; e la stessa sua fede nell'Italia, che ha fatto fiorire oggi di tricolori tutte le case della città, raccolse ieri sera in piazza dell'Unità una folla imbonente di cinquantamila persone, attorno alla bandiera di Fiume; ed ebbe in tale adunanza fremiti e voci di entusiasmo e di consentimento indicibile. Dalla tribuna degli oratori, cinta da una gloria di tricolori, parla primo il Sindaco sen. Valerio, il quale porta il consenso del Comune alla ìnan-ifes'azioino del popolo, e dice: «La nostra volontà é di essere tutto un blocco col popolo d'Italia, per il soddisfacimeniio delle aspirazioni della Nazione. Il trattate di Londra deve essere rispettate. Nessuna' terra italiana può essere sottratta all' uniflcaziiona della patria. Trieste esprimo con un meraviglioso accordo di parici il suo plauso fervido od affettuoso al delegati di Par.-gi che strenuamente difendono i diritti d'Italia ». Il giuramento Cessa'i gli applausi che coronano il discorso, prendo la parola il fiumano prof. Susinel, del Consiglio nazionale di Fiume, il quale, con voce rotta dalla commozione dice: « Fiume, che sempre ha deciso della sua .sorte, si aspettava dalla Conferenza della paco la sanzione della sua volontà, del suo antichissimo diritto; invece la Conferenza ha cercato di- violare il diritto italiano della c'Uà del Quariiero. Di fronte ad una violazione così flagrante, l'Italia deve insorgere come un sol uomo. Nessuna Potenza potrà rompere il vincolo indissolulvic stretto il 30 cimbre 1018; nessuna prepotenza potrà infrangere l'incrollabile volontà d Fiume di essere una cosa sola con l'Italia. Dinanzi al fratelli di Trieste, dinanzi all'Italia tutta, in faccia ai nemici vecchi o nuovi, Fiume rinnova il giuramento: « L'Italia o morte!». I fiumani od i dalmati non vogliono il giogo di quei croati fcdel.' c strenui difensori dell'Austria-, che s! batterono fino all'ultimo cosi ferocemente contro l'Italia. L'Italia nella vittoria conseguita per l'eroismo dei suoi figli ha il dritto di vedere garantiti, contro tu ti, j suoi confini; ha il diritto di pretendere che rimangano italiani tutti coloro che seppero conservarsi tali, nonostante le insidie e le persecuzioni dell'oppressore. Se vogliamo che le tene, su cui la- civiltà nostra ha .stampato sì iaidelebili traccie, siano a noi conservate col patrimonio della nostra lingua irnmor ale, debbiamo manifestare il nostro sdegno, gridale la nostra minaccia contro chi oggi vuol fare mercato della nostra coscienza. La pu'i'iu è perduta, se oggi non combattiamo per lei con tutte te nostre armi; la vittoria nos'ra sarà mutilata se Fiume viene strappata alla madre. Vincere bisogna: questa suprema battaglila, per il sangue dei nostri fratelli, per la volontà del popolo, por la grandezza o la giuria delia pairia. Viva l'Italia! ». Al prof. Susmol segno il capitano Bt'iino Cocceajicig, che, parlando a nome della > Tronto e Trieste», dico; «Più liragVeu ora di unte le giornate della nostra guèrra è ques'a che attraversiamo. Wilson macchia i capisaldi del suo programma-, lanciando al mondo un messaggio in cui taccia l'Italia di imperialismo. Noti proclama egli, forse il principio ili nazionalità nel siio statuto delle Nay.ioni? E perchè, allora, nega all'Italia Fiume, elio ha manifestato con plebiscito solenne la sua torma volontà di essere italiana, pronta a rinnovare gli esempi di Brescia o di Milano, so il suo diritto dovesse essere frustrato? Quanto i nostri plenipotenziari potevano concedere hanno concesso, più di quanto i: nostra volontà, per l'amore della paco. Non basa. Paro, che si sia dimenticato il nostro valido ed eroico aiuto di sangue, he salvò la Francia alla Marna e la civiltà dall'irruzione dei barbari. Non ci nascondiamo la tragicità del momento. I nostri delegati a Parigi, dinanzi all'Ingiusta ed .illogica resistenza di. Wilson, contro la lotta assurda che ci tanno gli jugo-slavi, sostenuti! da loschi affaristi, hanno dovuto abbandonare la Conferenza. L'Italia è in piedi, in tutte le sue cento cit'à; e dietro a noi sono cinquecentoni i'.la morti. Urge più che mai che si avveri la parola di Cacio Alberto: « L'Italia fa rà da se». Per questo, popolo, soldati, partiti di Governo, fasci d'azione, senza diluzione alcuna, tutti devono stringersi in falange, o gridare al mondo che l'Italta en'rata in guerra per i più santi ideali, in omaggùo a ideali principi, non intende vergognosamente rinunciare al suoi rifritti, alle sue necess'.là; soli contro tutti, e contro tutto; ma l'Italia in alte! ». Parla quindi Sestan, che porta l'adesione dei socialisti italiani. « Il Partito socialista, — egli dice, — in nome del quale ho l'onore di rivolgere la parola al popolo di Trieste, aderisce ed aderirà a tutti quel movimenti del popolo italiano che tenderanno ad assicurare alla Nazione le altissime città di Fiume e di Zara. Fiume e Zara hanno parlato ple,hiscita riamente. Fiume e Zara vogliono essere incorporate alla madre Patria. Lavoratori, nel nome dei nostri caduti, per la memoria dei nostri martiri, giuriamo che non ci scosteremo dalla lotta fino a che l'unità d'Italia sarà pienamente compiuta. Viva Fiume 1 Viva Zara! Viva ti socialismo, che non rinnega la Nazione! ». Parlano quindi il prof. Vittorio Furlan, per 11 Partito repubblicano italiano: il dottor Paolo Jacchia. per il Rinnovamento: lo studente Vendrich. per gti studenti triestini, ed il tenente Piero Jacchia, per i Fasci di coinbattimeiito- nvcacmzGasvdidttsmedpziDdivDllpqiccscdcatprnrFdp] ndPne.1 j |cjBIi1 ! i I j I (•■ Si no:'oind iono propone il seguente ordine del glor« Trieste, tutta in piedi intorno al vessillo della Patria, piando all'atto di fierezza compiuto dalla Delegazione italiana, che ha abbandonato il Congresso della pace, ed incuora il .doverne a perseverare nell'atteggiamento di energia, nel quale avrà consenziente i'unanimità del Paese. Abbia fede il Governo u«lla Nazione contro chiunque si alterni mutilarlo la sua vittoria, e proclami senz altro l'annessione dei tenitori dallo Stelvio a Fiume ed alla Dalmazia, rivendicati dall'Italia non per avidità di dominio, sibbene in ossequio ai sacrosanti principi di giustizia, e mostri il popelo come sa faro l'Italia quando fa da sè ». Quest'ordine del giorno, portato al governatore, è ftet-o trasmesso r.ll'on. Orlando con questo dispaccio dei generale Petitti : « Nel trasmettere a V. E. questo teledramma dell'illustre Sindaco di Trieste, sono fiero e lieto'di poter attestare come quest'oggi la popolazione di Trieste, in una dimostrazione indimenticabile per imponenza ed entusiasmo, abbia solennemente riaffermata là propria' fede incrollabile nell'Italia' una, nella propria solidarietà col Govetlio ». Dopo il Comizio, la folla, cantando gli inni della Patria, si e diretta in corteo verso il palazzo del Governatore, e qui la* manifestazione ha assunto proporzioni di enti:- • indimontiealiite Le bandiere di Fiume e della Dalmazia, portate sulla loggia del palazzo, da dove sono sventolate, vengono salutate da un interminabile grido di : « Viva Fiume italiana, viva ia Dalmazia italiano, viva l'Italia! ». Da.Ua lof.-gia il governatore Pctitti grida, fra l'entusiasmo della folla: ■■■ Viva Fiume italiano ! ». il Sindaco rivolge nuovamente «•! popoli, ardenti e comiiiovejiti parole. Il corteo quindi si ricompone e si dirige verso la via dei uori" viva l'Italial-« Lo narolc del della Teriaarmata sono^accbtte *fa^ U mS/S a!trave so 4utte le v!e della Si t»Xfì«in »• J%nmr£ «in alto condottiero con entusiasmo seguita, quindi. città, sino ad ora tardissima: un gruppo di dimostranti si Teca sotto il consolato americano, inneggiando all'Italia ed alla Nazione americana 0 gridando: abbasso Wilson. Tutte le associazioni patriottiche cittadino hanno pubblicato vibranti manifesti. In uh anpello rivolto ai lavoratori lo sezioni focali dell'unione socialiste, italiana e dèi partilo re>DUbbiirano dicono: «Por l'indipendenza d'Italia . Fiume è inseparabile da Trieste, coma ambe-due sono inseparabili da Home. Facciamo sa-pere al mondo intero elioni popolò -italiano non s'abbassa alla politica mercantile eie.l due-deradi più bsr.ottener* di meno, ma prò-Pimela la volontà ferma ed irreducibile dinon caliere a nessun costo a sopraffazioni eontep la digitila della Nazione, che vuole Fiume e Zara ricongiunte por sempre alla pa- [Stefani),

Persone citate: Cacio Alberto, Duca D'aosta, Italia Fiume, Lavoratori, Paolo Jacchia, Petitti, Piero Jacchia, Vittorio Furlan, Viva Zara