La dottrina di Monroe nello Statuto della Lega delle Nazioni

La dottrina di Monroe nello Statuto della Lega delle Nazioni La dottrina di Monroe nello Statuto della Lega delle Nazioni dll Cf Ct gLa Commissione respinge un emendamento giapponese per la eguaglianza delle razze. (Dal nostro inviato speciale alla Conferenza) Pid 12 tte davsgdnlntmgadvwmlssa'■Parigd 12. notte. lo statuto della Lega delle Nazioni nel suo testo riveduto tua, ahimé! niente affatto corretto, è 'stato infine sanzionalo nella riunione plenaria della Commissione analoga. Esistono soltanto alcune riserve per gualche peccatuccio di Commissione e di omissione che alcuni delegati attribuiscono al documento. Queste riserve valgono poco per una ragione semplicissima: ed è che se si ha voglia di criticare con intenti micidiali il nuovo testo, si pud ammazzarlo subito molto più agevolmente del vecchio. Possiede un filo di. vita clic si potrebbe recidere di colpo anche con una forbicctla da ricamo. Ma sarebbe un capriccio di donna. Vero è che sembrano inclini ad abbandonarvisi tuttora alcuni dei molti uomini per i quali la Lega delle Nazioni è sempre stato mio scherzo e forse è, per loro, uno scherzo anche la vita degli altri. Scnonché costoro, dopo lutto, sono impotenti persino a recidere fijbl filo di vita che rimane allo statuto riveduto c peggiorato, che sopravvive e sopravvivcrà nonostante la mlcldialilà verbale .degli avversari della Lega. Per gli uomini di buona volontà anche questo misero testo è meno di niente, e perchè esso istituisce almeno una Corte di discussioni, che dovrà riunirsi automaticamente in una sede fissa e da questa tribuna una nazione, in possesso di statisti capaci di patrocinare accortamente una causa, potrà proclamare le sue ragioni al mondo. In caso diverso, essa dovrebbe scendere e salire per le scale delle altrui cancellerie ed affogare le sue ragioni in qualche oscuro protocollo oppure elemosinare un'ospitalità mediocre e sospetta in aiornali indifferenti o mercenari. Sarebbe un ritorno ai passato, ma. con queslo di peggio : col bagaglio di una grande speranza uccisa. l'acclamo dunque buon, viso anche al pallido testo di. oggi. II. suo definitivo esame commissionale r terminato al tocco di stamane dopo una seduta, lunghissima. Ora. non gli. resta che passare alla, ratifica, di una sedala plenaria della. Conferenza. Ciò avverrà certamente tra pochissimi giorni, c spetterà agli ^autori delle estreme riserve suaccennate di spiegarle e propugnarle in assemblea. La Conferenza avrà quindi l'ultima parola. La sua immancabile ratifica equivarrà alla fondazione della Lega. Se la ratifica mancasse, verrebbe qualche cosa di più che la Conferenza e la Lega. Si può dire che nella massima parte il testo iTuovo è stalo sanzionalo la notte scorsa senza alterazioni. I nostri lettori praticamente lo conoscono già, essendo al corrente delle sue varianti precipue a petto del testo originale pubblicato il li febbraio. Un'aggiunta, che. avevamo dimenticata, era (lucila secondo cui la. Lega doveva ''.asciare ai corpi legislativi, e però anche ai poteri esecutivi, degli Stali affiliali, una sovranità ancora così estesa e decisiva da mandare là Lega, a farsi friggere quando loro talentasse. Su questa aggiunta si erano esercitali i più micidiali, via i piò impotenti, dei critici. Dicevano che la Lena (llaentava un paio di brache senza dentro nulla ed il riso abbondava stille loro labbra. Ma nel testo sanzionilo adesso la formula appare rettificata nel senso che la giurisdizione degli enti legislativi ed esecutivi ili tino Stalo rimami sovrana, senza alcun, rinculo leghista, solo in quei, casi che /'.'. Supremo Consiglio della Lega potrà considerare, di natura, particolare e locala In 'altri termini potrà esservi dell'acgulesrenza, ma resta stabilito il. principio ili. sovranità della Lega che è. ingrandita nella sua giurisdizione. In altri termini, la formula permette alla Lega, se vorrà, di intervenire sempre. Ttimangono bensì alquante norme che In piatirà potranno determinare sai tanto interventi ad usum dephini. come quella che esige l'unanimità delle decisioni in Consiglio. Ma, almeno è scomparsa la contraddizione in termini. Duratile la seduta Wilson ha presentato un'altra, formula aggiuntiva : quella sulla dot, trina di Monroe. E' ovvio che il Presidente ne avrebbe fatto a. menu mollo vn'.en,'rrt. Egli aveva sostenuto che il testo originario dovesse venire sanzionato cosi come era e per questa. t)isl si era rotalo in America contro l'obliqua insurrezione repubblicana confortala dalle piccole ma logoranti avversioni sporadiche sorte iti Europa. Ma la somma, delle circostanze e delle incoscienze europee ed americane si. fece più forte di. lui ed allora sì trovò di, fronte ad un dilemma che involgeva una cattiva figura in ogni modo. Il dilemma era: o'di adot. tare l'emendamento sollecitato dal senatori repubblicani di Washington per la riconferma della, dottrina di Monroe, oppiae di lasciarlo fuori. Nel primo caso, il Senato di Washington avrebbe ratificato la Lega,- nel secondo caso, l'avrebbe strozzata al momento della sua comparsa dinanzi ai poteri senatoriali, dando uno scacco al Presidente, all'America e ad altre cose. Si trattava di erigere una Lega, più embrionale che mai, oppure farla morire subito, Wilson scelse il primo metodo che, ad onta di lutto, resta quello di un uomo di fede in transazione con una realtà momentanea contro cui si è battuto come ha potuto. Dicono che. presentando l'emendamento sulla dottrina, di Monroe, egli cambiasse di colore — questo non r un particolare melodrammatico di nostra intenzione, perchè noi non siamo dei romanzieri. — Ad ogni modo, l'emendamento aggiuntino usci e In. Commissione fu invitata a volarlo. Esso venne approvato ed è- evidente che anche il nostro Presidente dei ministri lo votava con gli altri. La formula, che lo interpreta; stabilisce che lo Statuto della Lega lascia in vigore i trattati arbitrali e la dottrina di Monroe. L'accenno ai. primi è pleonastico e fa da battistrada alla seconda, che è la ~*pla importante. Esso significa che la ì^ga L,>on potrà ingerirsi nell'America e se l'America vorrà, potrà non immischiarsi delle cose europee, nonostante l'esistenza della Lega intermondlale. SI può facilmente partire a festa bassa sbuffanti, come tori delusi n trionfanti contro quella formula, ma a coivi bon ? Dopo tutto, essa lascia aperto l'addo ad assistenze americane per l'Europa, mentre, senza Lega, l'America tornerebbe ad essere inaccessibile, mandandoci tutti a farci benedire. Ora toccherà al nostri stilisti di vincere le possibili ritrosie di un Governo americano avvenire e di tenere l'America legata all'Europa, almeno fino a the questa si sarà rimessa in piedi. Toccherà all'ingegno ed alla abilità dei nostri statisti, f 'rulli non potranno operare solo sul sentiri. t\'~:> ma altresì sull'interesse dell'America, a!ìt quale conviene che l'Europa non vada a tovtli per il motivo che un continente in conn£*U*ne e inutile a chiunque. Avremo statisti cey-ici di opere come queste 7 Se non U cevrerao. siamo fritti, in attesa, noi ci rifiutiamo di ttocìtqoers Wilson sulla dottrina di Monroe. e «AtrfMte che talamo alle ameioghe clotilde <«*■! «Wt«a*Mlft della Conferenza. Certo si è clic torneranno allora In discussione due emendamenti che vennero rcsvintl nella riunione della notte scorsa, I priino t stato presentato dai delegati giapponesi ed Incorpora, oltre al principio della eguaglianza delle nazioni già implicito nel preambolo dello statuto, anche il corollario dell'eguaglianza fra sudditi di tutte le nazioni. SI mtrava in altri termini ad abbattere ogni barriera di colore fra le razze limane. Una prima votazione diede una maggioranza a favore di tale principio, crediamo anche col voto dell'Italia; ma la presidenza della riunione, con una mossa che suscitò varie critiche, pure non escludendo l'iniziativa wìlsoniaiui, stabili che, per una decisione simile, occorreva la unanimità. In tale modo la proposta nipponica rimase livragata. Naturalmente i delegali giapponesi avanzarono subito urta riserva c promettano di riparlarne innanzi alla prossima sedala plenaria della Conferenza. Essi si manifestarono piuttosto dispiaciuti, via, prima di emettere giudizi, bisogna considerare come e quando il Giappone abbia mai approvato l'idea della Lega e bisogna altresì assodare in quale misur/i siano liberali le sue tendenze, almeno cosi come, sono stale espresse dai suoi giornali ed anche da alcuni suoi ministri in interessanti Interviste. Forse i giapponesi, che sin o uomini di .un accorgimento e di una correttezza invidiabile ed ammirabile, non insisteranno nel lagni di cut sono attualmente messaggeri alcuni emissari minori per quanto^ innocenti. ' Il secondo emendamento era di paternità francese e, come sapete, mirava alla creazione di un organo militare interalleato di carattere centrale e permanente. La Lega dovrebbe sanzionare questo Ente miniare da formarsi fra. le Potenze alleate e l'America. Ciò significherebbe una particolare alleanza cosi girella come non ce 112 furono mai e la proposta francese quindi non potè essere inserita nel nuovo testo ed i suoi autori intendono di. farla echeggiare nella seduta plenaria della Conferenza. Prevediamo assai poca battaglia al riguardo. Sta battagliando adesso qualche poco la stampa parigina contro la scelta di Ginevra, ■anziché di Bruxelles, a futura sede della Lega. Ginevra venne proposta da Orlando come presidente della Commissione ad hoc ed -egli ha fatto benissimo. Wilson sostenne quindi quell'Idea argomentando che la Lega non deve rampollare dall'odio e dalle inimicizie che caratterizzarono la grande guerra. La sua sede deve essere rimossa il più possibile dai campi della strage e venire posta in un paese neutrale. Quale migliore della Svizzera, nota per la sua imparzialità? E Wilton conclude che tulli quanti i popoli debbono ormai essere amici. Ciò manda sulle furie, per esempio, flntransigeant. MARCELLO PRATI.

Persone citate: Monroe