Il presidente della Commissione del Bilancio

Il presidente della Commissione del Bilancio Il presidente della Commissione del Bilancio (Servizio speciale della Stampa) n à o e a n a o o i i r , e o o o a l , Parigi, il, notte. Ieri, alla Camera del deputati, nella seduta antimeridiana, s'i iniziò la discussione del-progetto di legge relativo alla riparazione dei danni-di guerra. Si procede immediatamente alla discussione degli articoli. Il relatore disse che la spesa sarà enorme e elio l'onere deve spettare completamente alla Germania. « Bisogna reclamare la priorità su tutti gli altri, a causa del privilegio, il cui carattere è evidente. Il diritto della Francia si manifesta cosi imperiosamente, che non si può dubitare della decisione, che del resto venne già annunciata dal Governo. Ma la Germania non potrà pagare immediatamente in denaro o in natura, e noi dovremo far fronte ad importanti operazioni di Tesoreria ppr procurarci i mezzi di pagamento stabiliti per legge. Non si può trattare di aggiornare i pagamenti in un caso da cui può dipendere la vita economica». Si approvano cima 20 articoli ed il seguito della discussione è rinviato al pomeriggio. Dopo la seduta di ieri tutti i senatori presenti hanno firmato il seguente manifesto: « ■ 7 membri del Senato della Repubblica Mancese riaffermano ancora, una volta la volontà che la Conferenza internazionale attualmente riunita prepari un trattato degno della vittoiia degli eserciti «ricadi e capace di assicurare la pace c la giustizia nel mondo. Lssl continui ira l'altro che tutte le restituzioni saranno imposte al nemico come pure le riparazioni dei danni fatti alls persone e ai beni, die. tulle le spese di guerra saranno definitivamente peste a carico della Germania e che una sanzione penale esemplare punirà gli autori responsabili del più grande delitto della storia. Essi sono risoluti infine a trovare nel. trattato di pace' è della. Lega delle Nazioni garanzie territoriali e garanzie di diritto abbastanza, decisive, iter impedire il rinnovarsi, delle guerre e di qualsiasi pròlocazione r.lte le prepari ». La lettera del Presidente del Bilancio a Clemoncoau „, I deputati francesi, pel tramite delle Commissioni del bilancio e degli esteri hanno manifestato il desiderio che il Parlamento sia informato di quanto si sta trattando iu seno alla Conferenza della pace. In seguito ad una lettera iuviata da Clemenccau al presi(iente del bilanciò, Raoul Peret, riconfermante l'impossibilità di comunicare le clausole finanziarie del trattato di pare. Raoul Pwrt ha diretto al Presidente del Consiglio una lettera, nella quale la Commissione dico di essere dolorosaniPiitc stupita dal fatto che, mentre Parlamento e Paese si trovano di fi onte ad una situazione senza precedenti, s opponga un rifiuto a comunicare alla Coni missione le • condizioni finanziarie dei'preliminari di pace. • I.a lettera, lamenta pure di essere nelle condizioni di non poter manifestare i suo sentimenti sulle condizioni di pace, altro che rifiutando o approvando il trattato iu tutte le sue parti. . • « Data particolarmente la situazione delle nostre finanze, — continua la lettera, — cu l'irete quanto sia increscioso per la nostra Commissioni» non essere in grado di conoscere la cifra delle indennità che saranno chiesto agli Imperi Centrali, le modalità del pagamenti-) e le garanzie elio si esigeranno. Nel momento in cui dobbiamo pensare a equi, librare il bilancio del 1910 e valutare l'api montalo dei nuovi e pesanti oneri che il Paese dovrà sopportare, sarebbe stato utile che fossimo informati a tale riguardo, per poter sottoporre al Governo, pregandolo di comunicarle alla. Conferenza, le osservazioni che ci sembrerebbero comportare le' risoluzioni die questa proporrà di introdurre nel trattalo. Vogliamo, in ogni caso, affermare nuovomente la nostra volontà di vedere il Governo sostenere fermamente i diritti della Francia vittoriosa per quello che concerne la ripaiuzione dei danni e i carichi della guerra ». Si ritiene ohe, dopo l'invio di questa lettera. Raoul Peret rinuncerà a provocare perse nalménte u discussione a Palazzo Borbone, cóme ur era còrsa vote. Là stessa que. stione ha dato origine a una lunga, animata discussione in seno alla Commissione degli affari esteri, che finalmente ha approvato il voto formulato dal suo presidente. Franklin r.iuillou, per chiedere a Pichoii se u intenzione del Governo di sottoporre alla Cummis- sione i preliminari-di-pace prima che siano t- stati presentati ài nemico. Il non improbabile Intervento •tal Precidente dal Consiglio ■ £u proposta del socialista De. La Porte, la Commissione ila adottato ad unanimità una seconda mozione colla quale i membri della Camera che, durante la guerra, esercitarono le funzioni di Presidente del Consiglio o di Ministro degli Esteri, nonché le personalità politiche, quali gli ex-Ministri degli Esteri, i Presidenti, o i Relatori di Commissioni, sarebbero invitati a partecipare alle deliberarioni della Commissione durante tutta, la durata dei negoziati concernenti i preliminari di paco. <ili ex-Presidenti de! Consiglio sarebbero: Viviani, Rriand, Painleve; gti ex Ministri degli Esteri sarebbero: Rarthou o Deleassé, Tra gli altri personaggi polititi si citano: Raoul Peret, Noulens, René Renoult David, Sembat, Violette, Augagucur. Messimy, -DcuiOiizie. ecc. La risposta alla prima mozione 6 prevedibile che non potrà che essere analoga a quella già data da Clemeuceau a Raoul Peret; essa sarà un rifiuto a fare comunicazioni riguardanti i lavori della Conferenza. In quanto alla seconda mozione, la Presidenza della Camera, a cui ora.stata prò sentala, l'ha formalmente dichiarata irrcee vibile, pei che contraria al regolamento. Nei corridoi, di Palazzo Borbone si attribuì sce a Francklin Bouillon il progetto di sollevare la discussione alla Camera nella prossima settimana. In tal caso, Raoul Peret sarebbe certamente obbligato ad intervenire nel dibattito. E allora anche il Presidente del Consiglio non mancherebbe di venire personalmente a spiegarsi chiaramente sui rispettivi diritti del Governo e del Parlamento circa i preliminari di pace. Intanto oggi nella seduta antimeridiana venne ripresa la discussione del progetto di legge sui danni di guerra. Rispondendo ad una interrogazione di Dubost relativamente al concorso degli alleati per scontare i crediti francesi a termine sulla Germania per il pagamento da parte della Germania delie requisizioni territori invasi, per il rimborso delle imposte e dello contribuzioni di guerra preLevate nei territori stessi, il ministro delle finanze Klotz riconosce la legittimità di tali questioni che sono angosciose, ma — egli aggiunge — queste questioni non possono essere poste oggi. Non possiamov->MATCj'« in tutti i particolari dell'operaijw si compie; ugni giornu, ogni ora si poKjp una .pietra all'odi llcio, ma non si possorto\ ancora discutere tutte le formule considerate, "merrt«e non sono definitivamente preparate e definite. Ciò sarebbe imprudente e pericoloso. Klotz sog giunge : « Tutte le questioni che avete poste ed altre ancora, sono state esaminate con incessante sollecitudine dai negoziatori che han no l'onore di difendere gli interessi della Francia. Può darsi che essi siano interiori al loro compito, ma essi portano tutto il loro patriottismo nel risolverli, tutta la loro de vo/.ioue nel- sostenere tali interessi. Gli ap pplli che vengono loro rivolti da qui e da altro parti fortificano la loro azione. Rpndi dunque omaggio alle vostre preoccupazioni ma quando voi chiedete informazióni precise io vi dico che sarebbe pericoloso darne su questioni dm non sono ancora state definite. Concedeteci la vostra fiducia o credete a uoi. Noi siamo cittadini- francesi i quali, poiché st tratta delle nostre sorti, applicano tutta la laro intelligenza e tutto il loro cuora nel condurre gli affari del paese nello stesso senso che voi indicate». Klotz continua: «Se otteniamo dal punto di vista delle nostre rivendicazioni tutto ciò che possiamo sperare e se le promesse saranno realizzate e gli impegni mantenuti, potremo migliorare la legge attraverso le leggi future. Sarebbe pericoloso per la Francia l'essere costretta a tornare al di qua della legge attualo. Noi forse potremo invece, andare al di là, se gli avvenimenti lo permettono. Siamo savi, siamo prudenti, lo porterò entro quindici giorni dinanzi a voi una organizzazione bancaria che permetterà a tutti nel nostro paese di rivivere » (Applausi su numerosi banchi). Il seguito della discussione fu rinviato al pomeriggio. C. Sul richiamo

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