Vivo attacco alla politica rossa dei Governo

Vivo attacco alla politica rossa dei Governo Vivo attacco alla politica rossa dei Governo da parte dei spcialisti francesi (Servizio ai-ecia» acii.i «Stampa.) Parigi, 25, natie Come si prevedeva, la discussione sui dodicesimi provvisori per il prossimo trimestre, sembra dover dar luogo a un dibattito che oltrepasserà i limiti delle -solite discussioni di bilancio. La seduta di ieri è stata occupata per intero da discorsi dei deputati socialisti Marceli Cachiti ed Ernest Lafont, i quali hanno chiesto al ministro degli Esteri, pichon, di spiegarsi sulla politica degli Alleati, e in particolur modo della Francia, in Russia. « in questo momento — ha detto il leader degli ex-minoritari — il Governo francese è-in guerra con la rivoluzione russa.. Mandiamo truppe in RUisiu, forniamo armi e derfaro al Governo che in Russia lottò contro la rivoluziono. I socialisti'rivoluzionari, i'minimalisti, gli amici di Plekhanof, elio avevano sempre aderito alla politica dell'Intesa, si ergono ora coi bolscevichi contro la vostra politica. Avete òggi in Russia un esercito nazionale' unanime, che non vuole l'intervento straniero». — Perchè — interrompe il deputato Tonrnade —• questo esercito conta tanti ufficiali ted'àsclii ? — Ma l'Interruzione non imbarazza Cachili, il quale prosegue imperterrito: » Che cosa ne sapete? Questo esercito, forte di pa~ recchie centinaia di migliaia di uomini, ha conquistata l'Ucràina, è oggi sulle rive del Mar Nero, che occuperà ben presto. Quésto esercito è forte, dell'appoggio morale di tutta la Russia perchènon avete più laggiù che alcuni Jelementi del vecchio regime, alcuni generali faziosi, che si véndono alla Francia dopo es¬ sersi venduti alla Germania. Koltchàk non ha più nessuno con sè e le bande di Benikin si squagliano sempre più. Non avete più con voi che lo czarismo, che vi ha già traditi ». Chaehin rammenta l'affare dell'Isola dei Principi naufragato: bisognerà poi dire perdio. E continua : « L'esercito massimalista è forte. Abbiamo laggiù uomini esposti. Chiediamo che siano ritirati. \ questi soldati della liberta si offrono .i franchi al giorno per combattere, l'idea rivoluzionaria in Russia. Malgrado questa esca, non avete trovato volontari ». Queste parole, vivamente applaudite dai banchi dell'estrema sinistra, non"suscitano nessun sentimento-di riprovazióne sugli altri banchi dell'assemblea, cosa che merita di essere rilevata. L'oratore socialista d'altronde, soggiunge che egli sapeva di assumere, cosi parlando, una grave responsabilità. Egli intende giustificarsi e spiega che da parecchi mesi il l'inverno massimalista ha offerto la pace all'Europa. « Il 24. ottobre 1918, l'8 novembre e in dicembre il Governo dei Soviet dichiarava che la Russia offriva la pace. Chiedeva agli alleati di ritirare le loro |J™PPe, jlt Jogjiero n Mocci, di. inviare dei tecnici, per struttore 18 immense ricchezze del ! J* J^s^!l0^PSr.S nepare che queste proposte fossero serie. Perchè il nostro uòwiv; oratore parla poi dei soldati in Francia e che. dice, ani iu modo indegno. Ed a questo proposito, insieme al deputato Lafont, mette in causa ti generale Brulard, il quale avrebbe fatto pressione su questi soldati per costringerli ad arruolarsi nell'esercito d.^1- generale Dcnikin. Pichon, poi il sottosegretario alla Guerra, Àbrami, si levano con veemenza contro le accuse dei due deputati socialisti: «Il generale Brulard — dico il ministro degli Esteri un grande soldato che. ha conquistato ; J*™ ^plnte" •forate traHatrdà certf c >nri° tin,tatl dd certl c ; gloriosamente i suoi gradi sui campi "di bat , taglia ed ai cui servigi sono lieto di rendere pubblicamente omaggio», «lì generale Brulard — dice a sua volta Abrami — poco al corrente della nostra politica così confusa e complessa, ha creduto di poter fare appello ai soldati di Russia nelle condizioni da voi indicate.' Il presidente del Consiglio, informa tone, gli scrisse di ritirare l'ordlpe dicendo che « siffatte misuro non erano degne dell* tradizioni della Francia». Inquanto ai soldati russi rinchiusi nel Forte Nicola, non appar tengono alla Legione che combatte in Fran eia, ma sono russi reduci dalla Germania re sisi colpevoli in Francia di reati cóntro il diritto comune. Alcuni di essi avevano attae ca'ó di nottetempo convogli di rifornimento francesi ». ■ Chaehin conclude chiedendo al Governo di i 1 non immischiarsi negli affari Interni della Russia, di ritirare le truppe dalla Russia, di riconoscere il potere del Soviet ammettendolo alla Conferenza della pace, di mandare in Russia una delegazione di sindacalisti e socialisti, di togliere il blococ della Russia e finalmente di riprendere le relazióni commer¬ ciali con i bolscevichi maliche con il Soviet. e le rea'z'oni dipi' E' ora la volta de' I ^or.qvolète ammettere che la Russia ha la rivoluzione. Fintantoché non lo arn- i metterete sarete disillusi dal corso degli «ven u- Ovunque avete, posto il piede, il mawima^Usmo vl 81 è stabilito. Dal giorno, in cui Ri- bot ha parlato di Nicola, che pertanto ci ha tradito nel 1015, come di nostro futuro alleato non avete voluto aprire gli. occhi dinanzi a questo fatto, che cioè vi ò una Russia rivoluzionaria, la quale sarà massimalista piuttosto che c za rista »-, II Ministro de! lavoro preannunzia raccordo tra Governo inglese e trìplice opei -tìa Londra, s'5, notte. La Conferenza dei rappresentanti dei Sindacati dei ferrovieri o del Governo si è ieri messa d'accòrdo circa, l'interpretazione delie Condizioni offerte dal Governo. Si attende ora la ratifica di" tali condizioni da parte dei «lue Sindacati del ferrovieri. Se la ratifica avrà luogo, si intende che continueranno i negoziati circa le altre rivendicazioni formulate dai ferrovieri. I! Governo si impegna a fare ogni sforzo per ottenere una soluzione pronta ed equa dello rivendicazioni stesse. Dopo la conferenza dei ferrovieri, che ha avuto luogo ieri, Brolley, leader dei macchinisti delle locomotive, ha detto che si C addivenuti ari un accordo generale ed ha soggiunto d( essere convìnto che si' 'gtunperà ora ad una amichevole soluzione. Sir Robert" Home, ministro del Lavoro, che lia assistito alla riunione del ferrovieri, intervistato da un redattore dell'Agenzia Rc-nter ha dichiarata che egli considera non essere probabile uno sciopero. - Il Governo — ha detto sir tiob&rt Honie — ina fatto ai ferrovieri prandi concessioni, e ' ambe*le" partì niosirarono buona volontà. Noi - ........... *_S ottimisti rvnsideriamo ^rt,.SeSeXale come soddisfanotissi Thomas, segretario del Sindacato dei I questo senso hanno avuto pieno successo, Thomas ha soggiunto: a Non é tra il noverno ! ed i ferrovieri che esistono le maggiori diffl|ooltà per giungere ad un «rccordo, ma fra gli ' stessi Sindacati interessati », (Stefan**;. -..-»«sBsrss:«f?'.'i >'^^pn|^MpBHBBBHJB

Persone citate: Abrami, Brulard, Ernest Lafont, Forte Nicola, Lafont, Mocci