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Episodi torinesi al processo Cavallini

Episodi torinesi al processo Cavallini Episodi torinesi al processo Cavallini Nella pensione della signora Cucco Roma. 22, notte. L'udienza oggi si inizia con la deposizione del dott. Andrea Procaccini, che era nello studio di Cavallini quando da questi si recò ii brigadiere Gentili a proporre, come il Cavallini sostiene, la vendita dei documenti. Si tratta di uno strascico dliuli incidenti di ieri. Presidente: Ricorda di essersi trovato in un giorno non precisato nello studio del comm.' Cavallini insieme all'avv. Pavone? — Teste: Sissignore. — Presidente: Ricorda che, mentre erano in conversazione, fu annunziata al Cavallini la*visita di certo Gentili? — Teste: Precisamente. — Presidente: Allora dica quello che sa in proposito. — Teste: Quando in: cominciò la campagna contro Cavallini gJ> proposi di scegliersi un difensore. Gli indicai ['avv. Pavone. Quel giorno eravamo in colloquio per parlare della campagna quando fu annunciato il Gentili. Cavallini si allontanò e poco dopo tornò tutto agitato, infiammato e disse che quel Gentili, cne aveva ricevuto, gli aveva proposto un mercato: il riscatto di documenti per cinquemila lire. — Presidente: Non ricorda se quella visita sia avvenuta molto tempo prima dell'arresto del Cavallini o quando? — Teste: Non ricordo. — Presidente: Sentì il nome della persona? — Tlesie: Sentii perfettamente il nome del GUntili. .Poiché il dott. Procaccini era stato incluso anche nella lista dei testi a discarico, prima di licenziarlo il presidente gli contesta gli interrogatori scritti sui quali il teste dà schiariménti e specialmente sulla sua conoscenza col Cavallini e il Dini, sul bollettino ..internazionale, sulle persone che frequentavano lo studio del comm. buona tino-Cavallini, su quanto di affari e di politica ebbe a sentire nelle sue frequenti visite a Cavallini. Afferma in ultimo che conosce il Din! dal 1866 perche il teste è un valido uomo di 71 anni ed è stato sempre Italianissinio amico di Crispi, Cairoli ed altri uomini illustri e patriotti. Un usciere di Bonanno-Cavallini Licenziato Procaccini, viene introdotto il secondo teste citato in seguito agli incidenti di ieri: Leopoldo Saniamoceli), che fu commesso nello studio di Cavallini. Presidente: Quando fu nello studio del Cavallini, ricorda che in una sera ebbe ad annunziare al Cavallini un cerio Gentili? — Teste: Non ricordo bene; no venivano tanti; ma ho un'idea vaga di avere presentato al Cavallini quel signore. — Presidente: Era borghese o militare? — Teste: Militare. - Presidente: Ma come era vestito, in grigio-verde o in nero? — Teste: In grigioverde, mi pare che se io lo vedessi lfc riconoscerei certamente: un naso lungo. — Presidente: Quando presumibilmente avvenne questa visita? Teste: Non ricordo, Era di sera, verso le 5 o le fi. — Presidente: Se era scuro, si era dunque in autunno o in inverno. E chi era nello studio con Cavallini? •— Teste: Non lo ricordo. Cerano sempre tante personel — Presidente: Cavallini, dopo aver parlato col Gentili, «ra agitalo? — Teste: Non mi pare, era sempre calmo. — Presidente: E le ordinò di mettere alla porta 11 visitatore? — Teste: Mi disse di aprire la porta. Poiché il teste ha dichiarato di poter riconoscere il misterioso Gentili, visitatore del Cavallini, si fa entrare nell'aula il brigadiere Gentili e si pongono a confronto i due testi. Presidente : Lei, •santernecchi, riconosce il leste? v: quel militare che lei annuncio al Cavallini? —- Sànterneochi: Mi pare, una faccia conosciuta, fili sembra lui, non posso giurarlo. — (iemiili: lo non ho mai visto prima d'ora questo signore. —- Presidente: Lei ena amene al servizio dell'on. buonanno? — Teste: l'ui assunto dal -Cavallini, ma prestavo servizio anche per l'on. buonanno. — Presidente: E venivano molte persone a cercare lon. Buonanno7 — Teste: Moltissime. — President* (rivolto al Gentili) : Lei esclude dt essere ondalo dui Cavallini? — Gentili: Certaineaite. lo confc-rnio quanto ho detto ieri. Non mi sono mai recato a parlare col comm. Cavallini. Forse Satitarne-cchi mi riconosce pc-rc.liò andai da buonanno. Dal Cavallini, lo riipdo, non ci sono stato mai. — Presidente: Ha lei u«a volta avuta una licenza di convalescenza ? — Gentili : Si, ero all'ospedale quando mori mio padre, ba mia licenza difatti non compare perché compresa nella degenza all'ospedale. — Avv. Gregoraci: Quando lei si reco dal Buonanno, ciii lo introdusse In sua presenza? — Teste: Ncn ricordo. — Avv. Gregoraci : Siccl>> lei non riconosce il Santamecchi? — Gentili: Lo avrò anche visto qualche volta, ma non lo riconosco. — Avv. Gregonaci : -Ma, signor Presidente, invili il ' icniili a dire tutti i particolari che conosce su questo incidente. — Presidente: >a qualche altra cosa ol're quanto ha affermato? — Gentili .con voce ferma) : Propongo che sia fatta qui venire la iceberg e così si vedrà chi ha subito o fatto il ricatto. — P. M. : Può informarci su quanto lei conosce noi riguardi della Sccnerg? — Gentili : Nel mio breve soggiorno di Milano la Seeb'erg mi riferì, per averlo saputo da un mio amico, che d'altra parte era amico di un ex commissario, che si presentò a costui il figlio di Cavallini, tenente di artiglieria, per riavere, mediante compenso, alcuni documenti. — Avv. Gregoraci : Non sa il Gentili il nome di questo tale amico della St-eberg? — Gentili; lo dubito sia il -Marchesini. — Avv. Gregoraci: Questi famosi documenti, di cui il Marchesini voleva far mercimonio, sono quelli di cui parla il toste? — Gentili: Non lo so. — Avv. Gregoraci: Signor Presidente, con animo ansioso la prego rivolgere al teste due domande. Ecco la .prima: Ka uhi il Gentili aveva iisewuto l'iadiriizo <2f* via Toscana 7 — Presidente : Già lo disse ieri. — Avv. Gregoraci : Riannodiamo le file sparse e formiamone un fascio. La prego, signor Presidente, di far rispondere il teste alla mia domanda. — Gentili» iMi diressi-al comm. Nesti. — Avv. Gregoraci: A nome di chi? — Gentili:.Di Marchesini. Avv. Gregoraci : — Non vi è più ulteriore dubbio su chi ha tentato questo mercimonio ; lo si vede in modo chiaro per le risultanze del dibattito: è Gentili. La verità si fa strada. Il leste viene licenziato fra vivi commenti. Intanto' l'aw. Pavone si alza a parlare e rivolto all'avvocato militare, dice: — Sono 1 vostri testimoni-, sono i vostri testimoni, avvocato militare, son questi che fanno la causa. Ecco le sorprese del processo! Presidente: — Si faccia silenzio 1 Avvocato militare, non risponda. E' possibile continuare in ^esto modo ? Avv.' militare: — Signor presidente, ho da muovere una pregiudiziale, la quale va posta anche per la continuazione del processo. SI facciano tutte le discussioni, si facciano tutte le contostazlont ai testimoni per il buon risultato della causa. Non posso però consentire questi continui e persistenti commenti ehe sottolineano tutte le luci, le ombre, le penembre di questo dibattimento. Quanto riguarda l'odierno increscioso episodio, esso può formare la sostanza e determinare lo spunto di un luogo a procedere. Però, diciamolo alto, è chiaro che esso non tocca lo vertebre ferme, salde della causa. La (Ignora Cuoco Si introduce la testimone Teresa Cucco, proprietaria della Pensione di Torino, ove alloggiarono Passigli e Cavallini. La testo conferma' che nel novembre del 1915 la coppia Cavallini-Ricci prese alloggio nella sua Pensione, ove dal 1810 ai primi del 1915 aveva già abitato il D'Adda con la sua compagna Alda Pareto. La signora Ricci si lamen tava spesso dei frequenti viaggi in Svizzera del Cavallini. Afferma formalmente di non aver mai visto nel suo alloggio Boro : ne ha sentito parlare e nelle assenze del Cavallini la Ricci sbrigava la corrispondenza. Ammette di aver ricevuto, e ne fu sorpresa, un te legramma in francese a firma Sa'ddik, ma non ricorda, anzi esclude, di averne ricevuto un secondo. Per quanto alla teste risulta la coppia Cavallini viveva modestamente. Andava a teatro solo quando poteva avere dei palchi e non lasciò nessun debito nella sua Pensione. Non ricorda bene, ma le pare che la Ricci le abbia detto che non poteva allontanare Il Passigli perchè — disse — questo uomo, se volesse, potrebbe farci molto male. La Ricci eselude assolutamente di aver detto che non poteva mandar via il Passigli perchè.poteva fargli del male: i fratelli Passigli furono .sompro buoni amici 6 non poteva licenziarli perchè non erano in casa sua. Teste: — La signora Ricci si lamentò effettivamente. Non ricorda se disse di aver paura dei Passigli, ma se disse questo al giù dice di Torino, deve essere vero, a meno di aver inteso male. La teste, personalmente, non ebbe mai nessun sospetto sulla condotta della coppia Cavallini. Avv. Pavone : — E' vero ehe la teste si ritirava con pretesto di farsi fare iniezioni dal maggiore Prandoni in una stanza con costui, ed era informata di quanto faceva il Prandoni con Cavallini ? Teste: — Dna volta, o due il Prandoni mi hn fatto delle iniezioni in presenza della sorella.

Luoghi citati: Milano, Pavone, Roma, Svizzera, Torino