Lo sciopero dei contadini nel Novarese

Lo sciopero dei contadini nel Novarese Lo sciopero dei contadini nel Novarese L'importanza del movimento • Trattative rotte o sospese? - Le pregiudiziali e la sostanza del conflitto - L'intervento conciliativo del Prefetto - Il concordato di Vercelli e il suo significato. l) (Dal nostro invNovara, 12, notte. Il solerte corrispondente locale, informandovi ieri, .sera che la Federazione dei contadini, in seguito al fatto che i Tappresentanti detla Società tra proprietari e conduttori di fondi del Novarese avevano .Interrotto le trattative per la stipulazione del nuovo contratto di lavoro, aveva proclamato Io sciopero generale, sinteticamente vi ha già esposto i termini del conflitto, A maggiore chiarezza della situazione, credo opportuno ripeterli. A Novara, come a Vercelli, come nel'la LomeHina e pare anche in altre zone, por iniziativa delle Associazioni dei contadini, o delie Società padronali, si vanno rivedendo i patti di lavoro per metterli in armonia con i bisogni e le nuove esigenze della classe lavoratrice. E: il tema deile otto ore, che dalAìndustrla, ove ormai può considerarsi una con cruista realizzata» passa allTagricoltura, e che viene presentato nel campo agricolo come base di altre migliorie e di altre richieste. A Vercelli, ove prima di Novara si è incominciato a discutere, la vertenza è stata ieri risolta con soddisfazione cai entrambe le parti. Nella Lomellina e in altre regioni si e iniziata la discussione, ma non si è ancora pervenuti ad una conclusione. A Novara si stava discutendo e improvvisamente — e vi 6 chi pensa solo per un malinteso — le trattative sono state bruscamente interrotte e abbiamo 10 sciopero generale. La discussione tra i rappresentanti delle due classi venne aperta 11 giorno 7 dal mese scorso e con diverse prcgiudizia/li, presentate dall'una e daCl'altra parte, ma su di esse, se non si raggiunse una identicità di vedute e dì propositi, si trovò un sentiero che consenti di ritrovare la via maestra, e la discussione potè continuare, p contadini chiedevano che 'immediatamente venisse disposto per l'allontanamento dei prigionieri e della mano d'opera militare tiai-le terre novaresi, per consentire d'impiego dei braccianti disoccupati. Proprietari e conduttori risposero che tale provvedimento non era di loro spettanza, ma che, ad ogni modo, non avevano dlffìcoità che la richiesta dei contadini fosse soddisfatta. F. sii scivolò sull'argomento. I rappresentanti dei contadini chiedevano l'applicazione integrale delle otto ore di lavoro, con sensibile diminuzione per ; mesi invernali. I rappresentanti dei proprietari e conduttori fecero osservare che l'agricoltura non consente una rigidità di orario come lo consente l'industria; che per l'agricoltura variano i bisogni a seconda delle stagioni, del genere ài lavoro e dèlie condizioni atmosferiche,, e che di conseguenza j nell'interesse delle due classi e nel superiore interesse nazionale pareva a 'loro più opportuno stabilire un orario globale, suddiviso a periodi, in modo da conciliare le esigenze dei lavoratori e l'interesse dei proprietari. Osservarono i contadini- che l'orario unico era già stato applicato utilmente in ailtre zone e che quello che altrove era stato fatto, doveva potersi fare anche nel Novarese; ma con tutto questo si dichiararono ugualmente pronti ad accettare il principio dell'orario globale, purché sii pervenisse alla effettiva conquista delle otto ' ore di ilavoro. Risolta cosi la questione di principio, si passò a discuterne l'applicazione. E qui la corda sì tese e si ruppe. I rappresentanti dei Contadini si formarono la convinzione che i conduttori volevano far saltare i ponti; convocarono la massa e lo sciopero fu proclamato. Tra quello che gli uni offrivano e quello che gli altri chiedevano vi ora una differenza di .136 ore nel Siro di dodici mesi. Interrotta cosi la discussione, è rimasto in sospeso un altro argomento, non altrimenti importante, e cioè quello dell'aumento delle mercedi. Novara ha appreso solo stamane dai giornali che i contadini della regione avevano dichiarato lo sciopero. E lo ha appreso senza grande emozione, perché non è questa l'epoca in cui necessita nella campagna un lavoro febbrile ed intenso. Se ne parla con curiosità, come di cosa lontana. Nello stesso « angolo delle oro », ove le notizie di ogni genere si incrociano, si amplificano e trovano la naturale via di diffusione, se ne parla senza al cuna preoccupazione. E' in tutti diffusa l'idea che il componimento non potrà tardare. La guerra ha abituato la gente a ben altre emozioni. I paesi in cui Io sciopero ì: scoppiato l'ordine di scioperare lo hanno avuto ieri sera, da staffette staccate dalla Camera del lavoro, non nppena venne presa la deliberazione. Si sono tutti conformati? Alla Camera del lavoro si dice di sì. Il segretario Ghiringbelli mi ha dato come in pieno sciopero le seguenti località: Casaleggio, Casavino, Sozzago, Monticene, Rcmentino, Castellazzo, Canicri, San Pietro Mosozzo, Granozzo, Toruaco, Vespola te. Lorneltogno, Caltigriaga, Camenaro, Nibbie Novara, Nebbiola, Casalberitrame, Trecafe. Al tri ne aggiunse, ma non con sicurezza. Dalle informazioni pervenute alla Prefettura non pare che il movimento abbia una così ampia irradiazione. Secondo lo notizie inviate dai carabinieri alla Prefettura, i paesi nei quali non si lavora non sarebbero più di una diecina. Sf deve quindi ridurre a metà il numero degli scioperanti, che alla Camera del lavoro precisano nella cifra tonda di dieciini la. 1 salariati non partecipano che in mini missima parte al movimento, e si capisce anche facilmente il perchè. Vivono nella casa dei conduttori, essi ricevono vitto e alloggio; formano quasi parte della famiglia. Scioperare signiflchebbe per essi abbandonare non soltanto il lavoro, ma anche la casa. E' un sacrifìcio un po' forte. Non si segnalano agi tazi-oni o movimenti pericolosi. L'Autorità ha preso tutte le misure di sicurezza che la si inazióne consiglia, ma sinora non viene se gnalato alcun incidente. Non si lavora : ecco tutto. A Novara ó giunta voce invece di qual che casetta abbastanza comico; questo, per esernplo. A Caltignaga i contadini si sono presentati al sindaco del paese, cav. Faà Carlo, che ò anche il più grande proprietario della località, e gli hanno detto che se non concedeva le otto ore non si sarebbero recati a lavo rare. 11 sindaco ha risposto: «Non volete al tro? Benissimo. Lavorate puro otto ore ». E i contadini hanno ripreso il lavoro. L'esempio del sindaco è stato seguito dagli alt-ri proprietari del luogo e ogni minaccia di sciopero e scomparsa. E' l'epoca questa in cui nelle ri saie si pensa allo spurgo dei cavi e a prepara re per la semina, e nelle altre zone si rastrellano i campi e si comincia a gettare le sementi, e i salariati proseguono nel loro lavoro indisturbati. Nessuno degli scioperanti pensa a loro. Se vi è agitazione, è in germoglio, come il tenero,,,verde dei pnati. Alla Camera del lavoro nessuna agitazione, nessun fermento. Come in una giornata abituale. Dai paesi dove la massa dei contadini è in '.sciopero giungono ogni tanto staffette recanti al segretario delle comunicazioni sul numero dogli scioperanti e sulle intenzioni della massa. Il numero- aumenta ogni oia. ma la nota dominante non muta. Tranquillità: Si chiedono conferenzieri. Sono attesi l'on. Mazzoni e l'on. Caynoni, e per intanto si muovono da un posto all'altro, per incitare alla resistenza, i dirigenti della Camera del Lavoro e più di ogni altro il Ramella, al quale il movimento fa capo. Parlo con lui e ini trattengo per qualche minutò col Gliiringheiii. Non sono affatto'impensieriti. * Lo sciopero generale», mi dico il Rainella- Mi aggiunge Ghiringhclll : «Tutti i braccianti hanno sospeso il lavoro Dei sailariati. solo pochL I salariati sono la spina nella nostra organizzazione Mai modo di venirne a capo». Ghiringhelli mi rifà la storia delle trattative; mi accenna alla buona volontà dei contadini di evitare, nel limite del possìbile, ogni urto: mi lascia capire che su tutte le domande avanzate sono disposti a discutere. « Ma, — aggiunge, — viato speciale) purché rimanga saldo il principio delle otto ore, sia pure corretto colla forma globale ».; Mi accenna poi che le trattative erano ben avviate, che la levata di scudi del conduttori 0 proprietari ha sorpreso i rappresentanti dei contadini e che è stata la determinante della, reazione. « Noi avevamo ceduto, — continuai Ghiringhellii, — in tutto quanto ci era possibile. Anche sul problema dei prigionieri, suli quale venne, sospesa la discussione e che pure è un problema importantissimo che si trascina da tempo, con sempre vane promessa' mentre la disoccupazione cresco. Non ci attendevamo però che all'ultimo momento, mentre continuava la discussione sull'orario, 1 rappresentanti dell'Associazione del proprietari venissero fuori a dirci che nen arevano abbastanza poteri e che dovevano inconseguenza consultare la loro assemblea-' Noi credevamo di trattare con della gènte ebeì avesse pieni poteri, salvo poi, rcciprocaniefvte a chiedere l'approvazione del eoneonte*» alle rispettive assemblee ». Sul come sia possibile addivenire alla composizione della vartenza, e cioè alla ripresa delie trattati*», Gtaringhelli risponde: «Credo che lo srtcwtwct dovrà prolungarsi per qualche giomO'». Como alla Camera del Lavoro. alTAssocfazione dei proprietari e conduttori di fondi —> ove. mi trattengo qualche momento a coUoquio col vice-presidente cav. Annovazzi: if: presidente comm. Voli è assente — serenità, assoluta. Non si sente odore di battaglia, e.if. ho l'impressione che si giudichi la preseirtt! vertenza, che pure ha determinato la proclamazione dello sciopero, come-una scaratni:c« eia. Un accenno di una certa gravità Io raccolgo, ma è determinato dal giustificato timore che il movimento novarese rappresenti la scintilla capace di dar fuoco alle -polveri in altre regioni, che il movimento dilaghi ao altre plaghe e perda quel carattere pacincc che sinora contraddistingue questo. Raccolga pure la certezza che esprimono parecchi, t cioè che lo sciopero odierno non rappresemi» che una sosta, una pausa, dopo la quale i colloqui potranno riprendersi. E' convocato per. domani un'adunanza di tutti t membri dell'Associazione e si discuteranno in essa richieste dei contadini, e fors'anco si verrn a delle controproposte, ed c solo dopo questa adunanza che si saprà con precisione che cosa intendono fere i proprietari ed i conduttori di fondi. Per il momento, quello elio si può dire si è che gli uni e gli altri hanno delle idee conciliative, e contrastano, e discutono, o si allarmano non tanto per difendere i propri interessi, che un aumento nel prezzo della produzione compenserefibe, quanto per difendere e garantire, la produzione e salvaguardace anche gii interessi dei consumatori. Parlo coll'Annovazzi del come si sono svolte le trattative, e ne riporto la impressione che aneh'egli non le giudteM definitivamente rotte. Si dilunga a parlarmi dell'orario globale come l'unico che si convenga all'agricoltura, e per quanto si riferisce al modo con cui comporre la vertenza, mi rinvia all'adunanza di domani: * Sono gli agricoltori proprietari e conduttori, riuniti in assemblèa, che debbono' decidere. E la decisioni che verranno prese 'ind»>l*iamente mirerano non solo a salvaguardare i loro interessi, ma il superiore interesse1 nazionale ». . Sul come si svolsero le trattative, parlo in seguito col Prefetto comm. Carlo OUvttS'i, che cortesemente acconsente a ricevemii. NuHa mi dice che già non sappia, o che porti qualche accenno nuovo in quanto vi sono venuto espo nendo. Mi aggiunge che il lavoro nei carnet urge, clic troppo tardi si è cominciato a trattare, mentre in al*re plaghe ciò avvenne molto prima, che le tergiversazioni sono in questo momento pericolose e che occorre affreu. tarsi a concludere se non si vuole compi» mc'tore qualche raccolto. Mi aggiunge- a Ho buone speranze che la situazione non si aggravi e che si; giunga presto a riprendere 1« trattative. Vi è un malinteso che occorre appianare. Io faccio tutto ti possibile per poty tare ad un sollecito componimento della ver. tenza. Occorre che gli incaricati delle tratta, tive non si stanchino e non si spaventino al primo ostacolo. Vede Vercelli? Anche là,, sul principio, non si riusciva a trovare 11 terreno per un accordo. Non nri sono stancato . mat di ripetere a qiia.ntà trattavano di avere pazienza, di continuare a trattare. E l'aceordt» é stato raggiunto, ed è etato -firmata ieri ». — Crede lei — chiedo — die sulla base del concordato concluso a Vercelli sia possibile fare un concordato per il Novarese? — La situazione è diversa — mi risponde. — Vi sono elementi che variano.. Non credo che quanto si è stabilito per il Vercellese, plaga quasi esclusivamente coltivata a riso, sia possibile applicarlo anche nel Novarese, ove esistono anche altre colture e -ili recinta, inerito della mano d'opera avviene in'mod» diverso. Certo l'aver concluso a Vercelli fa spera.ro che si riuscirà a concludere anche a Novara. Il concordato concluso a Vercelli tra l contadini e i conduttori di fondi è tale che meriterebbe ben più di un fuggevole accenno. E'jl primo contratto del genere che viene fai- " to In Europa. Non solo vengono confesse le otto ore, ma si fa un passo più innanzi: si aboliscono le consuetudini e non sì tiene più conto della levata del sole, cosa che sùiO a cpialche tempo fa era giudicata impossibile. Le basi del nuovo contratto sono le seguenti: Applicazione integrale delle otto ore di lavoro, con una leggera diminuzione anzi per i mesi di gennaio e dicembre: diritto da parte del conduttori dei fondi di pretendere dai,-loro contadini un'ora di lavoro straordinario nel mese di aprilo e due ore di straordinario net mesi di maggio, giugno, luglio ed agosto per lo stagionamento dei foraggi, trebbiatura e mietitura dei cercali estivi, e due ore per la essiccazione e brillatura del riso nei mesi di settembre ed ottobre. Le ore straordinarie verranno compensate con un aumento del 30 per cento sul salarlo. Concesse le otto ore, ven. gono contemporaneamente aumentate le mercedi ri- un dieci per cento. Speciali condizioni e miglioramenti sono stati stipulati anche per le squadre di vercellesi che si spostano nell'interno e restano sui fondi. ' Gigi Michelet».