L'on. Salandra sentito per rogatoria

L'on. Salandra sentito per rogatoria Il processo Cavallini e complici L'on. Salandra sentito per rogatoria p gL'affare dei giornali nella deposizione del teste Lodi Roma, 11. notte. Stamane al processo Cavallini l'udienza si apre poco dopo le 0 dal Presidente colonnello Ga.ndini. Il segretario dà lettura della rogatoria dell'on. salandra che fu ieri raccolta dal giudice, maggiore Capra, nel domicilio dell'ex-Presidente del Consiglio in via Eracastoiv>. s,. Erano presenti alla rogatoria oltre il maggiore Capra, l'avv. militare colonnelloGuglielmo Tancredi, il segretario tenente Mag"' gli ave. Boximi, Viriro, Pavone, RoniuiiHii, l Gigante, Caldana, Pistoiese o Pergola. L'on. Salandoti, avvertito dell'oggetto della visita, ha dichiarato di essere pronto a. rendere la deposizione. Dopo di che il Giudice Delegalo l'Ini interrogato sulle sue generalità, ed il testo ha dichiarato di chiamarsi .Salandra prof. Antonio', fu Gaspare, di anni 65, nato a Troia, domiciliato a Roma, deputato ai Parlamento. Prestato giuramento, il leste ha dichiarato quanto segue- Un ex-Presidente del Consiglio — Circa il latto dei buoi posso dire che un giorno venne da me al Ministero, chiedendo di parlarmi d'urgenza, l'on. Brunicardi. Non potei, non ricordo perche, riceverlo in quel momento, e lo pregai di riferire quanto voleva, dire a me al mio sottosegretario ili Stato, on. Ceiosia. Cclesia ini disse poi che sì trattava di un'offerta di due o trecentomila- buoi fatta da Bolo Pascià al nostro Governo, contro la quale ei metteva in guardia il Brunicardi perchè riteneva die fosse fraudolenta. Confermo del resto quanto al riguardo ebbi a deporre in istruttoria. Si dà atto che viene consentito al teste di dar lettura di una lederà che possiede in data-13 settembre 1915 a firma del gen. 'l'ottoni. A richiesta della difesa se il Brunicardi fosse interventista, il teste ha dichiarato: — Tengo noi a ripetere il mio convincimento circa là condotta dell'on. Brunicardt. Egli era un ardente interventista e non mi risulta e non ho mai notato nessun cambiamento circa -la sua condotta. Se egli aveva rapporti con elementi stranieri era specialmente con l'Ambasciata inglese. A richiesta dell'avv. Pavone se durante- la Presidenza del teste il Governo abbia permesso che si svolgesse una pubblica polemica sull'opportunità o meno della dichiarazione di guerra alla Germania, il teste risponde: — 11. Governo considerava la censura come una funziona eccezionale che non si occupava se non di nuello che doveva, impedire. A domanda dell'avv. Vairo se sia stata fatta la denunzia del trattato ]agow-Bollati durante il Ministero del teste, risponde: — Piuttosto cito, di un trattato deve, parlarsi di una convenzione fatta per la tutela degli interessi dei cittadini privati rispettivi, in previsione di una dichiarazione di guerra dell'Italia alla Germania. Il giudico delegato fa al teste la domanda seguente: « Siccome nella deposizione scritta di V. E. si accenna all'entourage del Kedivè, noto centro di intrighi politici e finanziari, prego V. E, di dire se. conosce quali rapporti Intercedevano fra il Kedivè od i vari Stati ». rfon. Salandra risponde: <• Non ho ricordi precisi a questo riguardo: bisognerebbe rivolgersi al Ministero degli esteri ». Salandra, Caillaux e l'affare dei buoi di Bolo Ad istanza dell'avv. Pavone, circa l'episodio della richiesta da parte de! Brunicardi di concedere un colloquio a Caillaux. l'on. Salandra risponde: ..Deve essene stato nell'inverno dal WI7 al 191S: venne da ine Brunicardi e mi disse che era venuto a Roma Caillaux e che egli. Brunicardi, desiderava, che io lo ricevessi. A me non parve di dover escludere u priori un colloquio con un ex-presidente del Consiglio di un paese alleato, e in massima aderii. Avendo saputo che Caillaux aveva contatti con persone politicamente sospette e avendo avuto notizia di commenti di giornali, alcuni anche censurati e a ine inviati in- bozze dai giornalisti, relativi alla presenza di Caillaux in Italia, pensai che l'osse più conveniente: evitare la visita. Fecii. chiamare Bmnicardi e gli dissi di trovar un modo cortese di dlsimpegnarmi con Caillaux». A domanda del giudice delegato risponde: <• Ho sempre pensato ad una visita di Caillaux a casa mia: ma non posso escludere che. avendo Brunicardi saputo che io dovevo recarmi a Napoli per affari professionali, si progettasse un incontro a Napoli ». Ad istanza del P. M. rispondo: — Incontrai ada Camera Martini subito dopo elio egli aveva-tivù lo il colloquio cori Caillaux: egli ine ne riferì spontaneamente tutte le oiroosta.nze ed- aggiunse elio ne avrebbe parlato subito al Ministero dogli Esteri, come mi risulta che Il pensiero di Caillaux era questo: Egli riteneva che. si dovesse fare nella prossima primavera una grande offensiva da parte dell'Intesa, ma che probabilmente i risultali non sarebbero stati decisivi; in tal caso era da prevedere clic le forze della Francia sarebbero state presso che esaurile. Conveniva, dunque che Italia e Francia, strette in un'intima unione, si preparassero a negoziare la pace per ottenere dalla Germania le migliori condizioni possibili od anche per sottrarsi ad una prevedit:;le egemonia dell'Inghilterra. Ad istanza dell'avv. Vailo risponde: — Nel resoconto fattomi dall'on. Martini non risultava, che vi.fosse in Caillaux un pensiero di tradimento, nè del resto egli avrebbe espresso un pensiero simile ad un uomo come l'onorevole Martini. •" Ad istanze dell'avv. Boziuo il teste rispondo: - Ma quello che uri riferi Martini, seppi che Caii'.-ii'x prevedeva il crollo della Russia, soggiungendo che la pace si sarebbe potuta faro a sue spoio. L'on. Salandra ha poi dichiarato: — Le stesse circostanze che oggi ho esposto circa l'episodio Caillaux, le Ivo già deposte in procedenza a vanii al signor capitan/) De Rober tis, per rogatoria dell'Ufficio militare giudizia- rio francese. Per completare la deposizione dell'on. Salandra. su accordo tra le parti, si ila lettura della deposizione scritta resa in istruttoria dall'on. Salandra. e clie è del seguente tenori.j: «Poi ì|ikuuj u me consta, BrmiicaictiT^iìr nel reik-do anteriore alla guerra, sia dopo la dichiarazione della guerra manifestò sempre sentimenti patriottici ed a questi sentimenti ispirò la sua condotta. Nel settembre del 1915 egli venne al Ministero degli Interni chiedendo di parlarmi di urgenza. Non potendo riceverlo perchè impedito, lo invitai a passare dall'on. Celesia, Sottosegretario di Stato, al quale rifeii che al Ministero della Guerra si stava per concludere un contratto, per fornitura di cine o trecentomila buoi che .-rvrehbero dovuto venire dal Rrasile, con Bolo pascià, del r|iia!e Brunicardi dette cattive informazioni parlandone come di un awenturiero. Io sapevo già della presenza di Bolo pascià a noma, della sua- provenienza dall'» entourage » dell'ex-Uedivò, nolo centro di intridili politici e finanziari. Era una figura evidèntemente sospetta, ed io ne avevo avvertito i ministri della Guerra e del Tesoro coi quali Bolo tentava annodare affari, iiitermedJari il sen. Annaratone e l'avv-. Nuccio. Oliando mi furono comunicate le informazioni di Brunicardi chiesi subito, non ricordo se per leiefono o per lettera, iti gen. Tettoni, cupo dei servizi logistici presso il ministero della Guerra, a che putito stessero le cose circa il contrattò dei buoi. 11 yen. Tettoni ini rispose in data 13 settembre che nessun contratto era statu concluso con Itolo pascià, e che il sena- an.Viratnne cim -niil-iio du Ini nifi volle Moic Annaratone eia .uiu.iio uà mi più \<me, 0: ma l'ultima volta non lo aveva ricevuto Di nuovo il teste Lodi Viene quindi ripreso l'iiiiei-rogalorio Luigi Lodi, il quale dichiara che ebbe notizia delio trattative per l'acquisto del giornali dall'ing. l'oniremoli, il quale glie ne parlò alla presenza dell'on. Haimondo. Tra le voci che correvano allora, ed io lo scrissi e lo stampai, era (niella; che si tentasse di stabilire in Italia una corrènte pacifista mediante l'acquisto del « Corriere della Sera >•, del « Secolo » e del linaio d'ItaliaL'on. Mattini, poi. un " *i«.n« mi diss*/parlandomi della poca stabi, Ubi del Ministero di cui faceva parte: «Mi lianno persino offerto di dhigere un giornale •. Quando il Maitìni jm raccontò ciò io non andai col pensiero che egli potesse comunque ossei-, coinvolto in questa, faccenda. Pie-.: — Ma al Martini venne offerta la direzione ili un giornale di nuova fondar/ione? Teste: ~ Kbbi questa impressione. Avv. Gregoraci: — Ma. secondo lei, il Maxtinti alla testa di un. giornale sarebbe stato un vero e proprio direttore per ciò che concerne le direttive politiche? Test*: — Io non posso pensare che Martin; avoe&e potuto dirigere un giornale senza irri¬ pnaie gli gioverebbe? Tote: — Certamente primergli le direttive politiche alle quali ha dedicato tutta la sua vita. Avv. Gregoraci: — Forse Martini avrebbe pregalo anche lei di entrare nel giornale? Teste: — Non lo oscillilo. Avv. CavagHà": — Il T-omtn. Re-Riccardi ha nteressi tali che la comproprietà di un gior- Avv. Gregoraci: — Ai fini del tradimento della patria nu giornale, a parte la Censura, clic cosa avrebbe potuto fare di pratico e di efficace? Teste: — A scopo di intiepidire la resistenza del paese si poteva, lavorare anche colla Censura, che non sempre era intelligente. Ciò fece qualche giornale prima ili Caporetto. Avv. Gregoraci: — E i numi di questi giornali? Teste: — Mi sembra che i nomi non entrino nella causa. Avv. Boziuo : — Ma con un giornale diretto dal Martini era possibile intiepidire la resistenza nazionale? Testo: — L'offerta al Martini venne fatta prima clic fosse istituita la Censura. Escludo che un giornale diretto da Mai-tini potesse professare una politica contro la guerra. . Un clamoroso incidente: tra avvocati Avv. Bozino: — Non parlò di tentativi fatti per comperare, per esempio, ài < Corriere dela Seran ed il «Giornale d'Italia»? Teste : — Devo escludere che il sen. Albertini abbia mai ricevuto delle offerte per vendere il suo giornale. Avvocato Militare: — .Nel suo colloquio con Cavallini e Bruuicardi ebbe ella una parte attiva, nel senso di voler sapere da Cavallini se N'aldi aveva conosciuto Bolo a mezzo di Annasatone? Teste.- — 11 colloquio si svolse in un'ora. Brunicardi parlò del convegno di Torino come di cosa 'iio-'a a Cavallini. Avv. Romualdi: — Nel suo racconto Brunicardi disse che a Torino era presente Cavallini? Dica chiaramente qual'è stato il racconto fatto da. Brunicardi. Avv. Bozino : — Ce un memoriale Brunicardi ivol quale egli si vanta di aver condotto Cavallini da lei... Il nome di Naldi... Avv. Pavone: — Ma le questióni giornalistiche non entrano nella causa. Noi qui vediamo che si vogliono trovare le origini del «Tempo», cosa che non interessa nessuno. Avv. Romualdi: — Io voglio che le canaglie vadano dentro. Che me ne importa di Annaratone, coniro il quale pende, un processo davanti al Senato? Avv. Pavone: — 11 processo lo late quii Avv. Bozino :c— Dovevate, unirvi a noi eruando domandavamo un processo unico. Avv. Romualdi: ■- Lei ha suggerito la risposta al testimone, che non ne ha bisogno. Avv. Bozino: — Come ha fatto lei. Avv. Romualdi: — Io ho la convinzione che il mio cliente sia innocente! . Avv. Bozino : — Anche, noi ! Solo osservo clic vi v disparita di trattamento tra noi o l'Ambasciata di Francia. Ed a questo punto l'avv. Bozino agita, un biglietto di Cavallini, che l'avvocato aveva già letto al presidente, nel quale si osserva essere, strano clic alla difesa di Brunicardi siano consentile requisitorie ed a lui sia vietato di difondersi. Gli animi si accendono, le voci squillano. L'avv. Bozino insiste: — Io osservo che in questo processo l'Ambasciata di Francia (e col dito indica Brunicardi) è trattata diversamente da noi. Grido questo e non temo di ripeterlo. Avv. Romualdi: — Bisogna venire da Vercelli per diro di queste cose. Avv. Bozino: — Proprio da Vercelli, perchè il Piemonte è un paese di onesti. L'Ambasciata di Francia... Avv. Romualdi: — Ma taccia e si ricordi che io non salgo le scale di nessun Ministero. Voi volete salvare Annaratone! Avv. Bozino: — .Ed io non ricevo nè consigli, nè ordini dall'Ambasciata di Francia! Che me ne imporla di Annaratone! Il presidente, non potendo pili condurre la calma tra gli avvocati, sospende la seduta. Ma il diverbio prosegue ancora. Ciò che disse e ciò che pensa Lodi della Ricci e del Cavallini... Quando si riprende l'udienza l'avv. Gregoraci domanda: — Dica il teste Lodi che cosa può dire della marchesa Ricci. . 'leste: — A ine pareva da principio, c ciò dichiarai in istruttoria, che la marchésa Ricci avesse 'esercitato una notevole influenza ai danni di Cavallini. Presidente: — Ella disse in istruttoria: trasformandolo da bancarottiere in nemico della patria. Toste : — Dico ora che l'influenza della Ricci su Cavallini oggi mi risulta che è stata assai minoro. Avv. Boziuo: — A proposito della parola bancarottier*?, conosce il teste la sentenza di assolutoria, del Cavallini ? Teste: — No. Avv. Pavone: — Perchè chiamò Cavallini nemico della patria? Teste: -■- Per il processo di Parigi e per quello attuale. Avvocato militare: — Ma lei come giornalista ha acquisito dei fatti a carico di Cavalli!.i -.' Teste: — Mi richiamo agli articoli che scrissi all'epoca dell'affare Bolo, nel quale citai in seconda linea Cavallini per l'affare della Banca Latina. I miei articoli erano firmati Viatnr e comparvero in un giornale di Roma. Avv. Bozino: — L'azione del Re-Riccardi per l'acquisto di giornali si riferiva anche alla diffusione di idee del gruppo politico capitanato dall'on. Giolitti? Teste: — Nominare Giolitti qui dentro mi sembra superfluo. D'altra parte, credo Giolitti roppo prudente per .immischiarsi in pasticci di questo genere. Avv. Bozino: — Ma si parlava di Giolitti come del maggiore esponente dell'idea neutralista? reste: — Ecco, riguardo al neutralismo distinguiamo il periodo prima della dichiarazione della guerra, che si poteva rispettare, ria quello dopo la nostra entrata in guerra. ... e del D'Adda P. M. : — Conferma quanto in istruttoria disse sul D'Adda e cioè che questi era un autentico emissario tedesco sussidiato dalla casa Krupp? Teste: — Lo confermo. Krupp stipendiava due redattori di giornali italiani i quali, nelle polemiche che sorgevano, facevano gli interessi della casa. Avvocato militare: — Ouali prove ha? Teste: — Al principio della guerra il D'Adda andò in Germania a visitare la flotta tedesca. Ebbe una intervista col principe Enrico di Prussia. Cerio, se. fossi andato io in Germania, mi avrebbero trattato diversamente. L'ho desunto pure dalle pubblicazioni dello stesso D'Adda. Avv. Pavone:' — Il viaggio in Germania fu fatto da molti giornalisti. Teste: — Non è vero. Avv. Pavone: — Ci fu anche un processo. Teste: — Che non riuscì favorevole à quelli che lo richiesero. Avv. Bozino: — Ma sa che D'Adda, circa, la visita fatisi alla flotta e quella al principe Enrico fece unii relazione alle autorità italiane. Può dopo ciò dire che D'Adda è un traditore? Teste: — Non conosco i rapporti, e devo credere che siajio siati fatti colla massima esattezza. Dopo ciò non posso più mantenere in modo assoluto il info giudizio sul D'Adda. Conglobo in questa dichiarazione anche il c.sivallini. Osservo .che sono fisicamente estenuato. Avv. Mil: — Si metta a verbale che il teste è estenuato. Avv. Bozino: — Ma questo non è degno di lei. Lodi e estenualo fisicamente, ma non di menie. Pres. : — Ci dica il teste se D'Adda scrisse severi giudizi su Cavallini. Avv. Bozino: — Ma che c'entra ciò? Noi dobbiamo indirizzare questa istruttoria che è fatta di chiacchiero e di si dice. Ancora del convegno di Torino Avv. Mil: — Come ella poLé affermare che Cavallini, qualche anno prima della guerra-, versava in pessime condizioni finanziarie? Teste: — Lo seppi dall'intervista con la portinaia di Cavaliiu la Parigi e dalle dichiarazioni di Brunicardi, il quale disse che Cavallini ebbe anche uno sfratto. Brunicardi: — Lo nego. Avv. Bozino: — Lei ha aapiito <so dai •capitano De Roberti*. Avv. Mil : — Credo che il signor Lodi si» impreciso. Lei non fa che agitarsi e contraddirsi. Chi le ha 'detto tutto ciò? Teste: - Ripeto che ciò lo seppi nell'Intervisla e da Brunicardi. \ domanda dell'avv. Romualdi, il testo ripete quanto ieri lui detto in ordine al convegno di Torino di cui ebbe notìzia nel colloquio oon Brunicardi c Cavallini. Ciò dà occasione ad un confronto tra il Lodi e Brunicardi. che* fatto uscire dalla gabbia, prende posio di fronte al teste. Onesti finisce per ammettere di non ricordare più con precisione, quanto in quel colloquio si era detto. A questo punto interviene nel confronto anche il Cavallini, il quale -dice:- — Io credevo che -Lodi volesse avere notizie di Bolo e gliele diedi. Brunicardi mise sul tappeto la questione Naldi-Annara.tone circa il convegno di Torino. Non volli parlare di ciò e ììon entrai in questa parte della discussione? Brunicardi insisteva, che io dicessi che Naldi fòsse stato presentato a. Bolo da. Annaratone. Finito il colloquio, per le iscale di casa Lodi, Rrunieardl mi disse: «Hai fatto male a. negare che Nabli sia stato presentato a Bolo da Annaratone ». I! Presidente annunzia anche una lettera dell'Avv. Militare Generale, colla quale romup.ica che è stata rinvenuta la. famosa lettera di Cavallini a De Robertis. Annunzia anche che l'ambasciatore inglese Remici Rodd desidera essere sentito come testimonio. L'udienza è quindi rinviata a domani.