Le violenze jugoslave contro gli italiani di Spalato

Le violenze jugoslave contro gli italiani di SpalatoLe violenze jugoslave contro gli italiani di Spalato Il passo dell'on. Sonnino a Parigi Energico proclama (iella Commissione interalleata j pomeri ' Rama, 3, notte. Da Spalato sono giunti oggi i seguenti particolari sugli episodi e le scenate di brutalità e di violenza centro gli italiani. Nel giorno 2:1 febbraio la stampa croata locale portò la notizia che, all'indomani, sarebbe arrivata a Spalato la Commissione interalleata degli ammiragli d'Italia, America, Inghilterra e Francia per studiare la questione di Spalato. Nel gio del 24 arrivarono le navi dei quat¬ tro ammiragli che gettarono l'ancora fuori ! del porto. Sulla R. N. « Nino. Blxio» giunse il contrammiraglio italiano Ugo Rombo, sulla I nave « Olvmpta » il contrammiràglio america no p. A Njbla.ch. sulla nave « Atmah » il con!, ,. , .... ,, _. ; trammiragHo francese Rattié e sulla _na.ve.Diaa e e a , , a i i o e o , . e a è a a e n e e morni » il contrammiraglio inglese Kidde. Verso le 5 pomeridiane i membri del Fascio nazionale italiano di Spalato, avv. Leonardo Penzoli, Antonio Tacconi, Edoardo Pervan, Stefano Selem ed il signor Riccardo Nayo, i quali si erano recati a bordo della, nave italiana « Nino Bixio « per salutare il contrammiraglio, facevano ritorno in città, in conipagnia del comandante dello stazionario italiano « Puglia » e del Capo di Stato .Maggiore della nave ammiraglia, che erano sce.si per visitare là città. Quando dalla riva voltarono in via Marnoru incominciarono a raccogliersi intorno a loro parecchi dimostranti croati che H accompagnarono con fischi e grida ingiuriose. Il gruppo si ingrossò sempre più e diventò minaccioso al momento in cui gli ufficiali si avvicinavano alla serie del Gabinetto di lettura. Presso la gradinata clic dalla via Marnon conduce nel soprastante piazzali!, la dimostrazione ostile aveva' assunto proporzioni quanto mai gravi e pericolose. Ufficiali colpiti dalle pietre I cinque signori del Fascio ed i due ufficiali italiani si trovarono sbarrato l'accesso alla gradinata dai dimostranti che li respingevano violentemente indietro e si avventavano loro addosso, colpendoli con pugni, bastoni, ombrelli e scagliando contro di loro dei sassi, due dei quali colpirono alla schiena il capitano di fregata Giulio Menini. comandante del « Puglia », mentre il Capo di Stato Maggiore della R. Nave ammiraglia, capitano di fregata Alessio, riceveva pure un colpo alla: testa che gli faceva cadere il berretto. Il tutto era accompagnato da grida di minaccia, e di insulto, le più volgari ed oscene contro essi e contro la Nazione italiana. I signori suddetti — data la gravità del momento — dovettero retrocedere lungo il piazzale Marnon e scesero verso la riva, per fare ritorno a bordo della nave. Ma durante tutto il percorso vennero continuamente insolentiti minacciati e percossi dai dimostranti fattisi sempre più turbolenti. Quando furono vicino alla- Dogana, nel punto dove la strada svolta verso la Riva nuova, gli italiani trovarono sbarrato l'accesso di questa da un cordone di poliziotti, i quali lasciarono passare gli ufficiali ma respinsero i rappresentanti del Fascio italiano, lasciandoli alla merce dei dimo stranti. In seguito alle energiche rimostranze essi riuscirono ed indurre le guardie a lasciarli passare oltre i cordoni, ma. appena ciò fatto, i cordoni vennero rotti dai dimostranti, che si scagliarono loro addosso, sinché beffeggiati e percossi, a stento riuscirono a riparare nell'andito della Dogana della quale fu chiuso il portone. I dimostranti fecero irruenza contro lo stesso tentando più volte di sfondarlo e rimasero oltre un'ora davanti all'edificio, costringendo gli italiani a rimanere chiusi nell'andito, continuamente minacciati e vilipesi, senza che nessuna delle autorità locali di P. S. tentasse ad intervenire per proteggerli e liberarli. In questo frattempo la turba che stazionava dinanzi al Gabinetto di lettura passò a maltrattare altre persone che vi scéndevano, Puc i appresso comparve nei locali sociali un ufficiale di polizia, certo Gasparri, invitando i soci presenti a chiudere le persiane, perchè non assumeva nessuna garanzia per l'atteggiamento che potevano prendere i dimostranti. Alla disposizione dell'ufficiale venne tosto corrisposto. Ma un momento appresso, cioè alle 13. (ominciò la sassaiuola contro le vetrate che durò ininterrotta sino alle 19, riducendo a pezzi i vetri di tutte le finestre non munite di imposte esterne. I sassi gettati' avevano dimensioni grosse e pesavano sino ad un chilogramma; essi venivano scagliati con tale violenza che uno specchio appeso all'opposta parete, distante oltre sei metri dalle finestre, venne inandato in frantumi e nelle pareti si riscontrarono altre traccio dei colpi di pietra. Molte signore e signorine che si erano rifugiate nei locali del Club cadtlero svenute. Una pattuglia serba, con parecchi gendarmi, che si trovava nel sottostame piazzale, si mantenne passiva e lasciò continuare indisturbato l'assalto. Anzi, l'ing. Giuseppe Mirosevich udì gridare dai serbi ad un dimostrante: a Fate soltanto presto! », La caccia agli italiani Verso le S pomeridiane un ufficiale americano venne a rilevare il fatto e constatare i danni- Quindi i dimostranti percorsero la città con grida e i canti più scurrili di insulti e minacele contro gli Italiani, il Re d'Italia e le persone più in vista del partito locale italiano. Sotto le finestre delle abitazioni dei maggiorenti del partito italiano venne inscenata, una dimostrazione ostile. I dimostranti si diedero quindi alla caccia sfrenata degli italiani che trovarono nelle vie. La signorina aurora Zlodre venne colpita a sangue c-cn un colpo di ombrello e ferini, pure alla testa signorina Nicotina Puizinl, a cui venne asportato il cappello. La signorina Anritta Busio venne colpita con'lin pugno alla: Schiena da iin tale Reich. Certi Pietro Montani, Bruno Pólli, Prione Terzich e il signor Pervan scesero da un terrazzo situato nella pane posteriore dell'edilìzio dove ha sede il Gabinetto di lettura e si recarono sulla nave americana per avvertire quell'ammiraglio dei gravissimi disordini che "sì svolgevano, riferendo come ì soci fossero assediati entro i locali ria una turba minacciosa, senza possibilità tli uscire e difendersi. Ritornando al Circolo il signor Montani fu percosso da una: violenta turba riportando gravi lesioni. Vennero puro percossi a pugni il signor Spadavecchi Domenico, il signor Pietro Rubcich, il signor Marino f.igutich. I dimostranti si diedero ad aggredire i negozi italiani, infrangendo lo insegne e le vetrate. Furono particolarmente danneggiati i negozi dei signori Ernesto Seveglievieh, Giuseppe Roban, Leone Cabbotta, Eugenio Miotto e la farmacia del signor Antonio Tocigi. Il giorno 25 corr. i membri del Fascio Nazionale sopraindicato dietro invito ricevuto dovevano recarsi sulla nave italiana '« Nino Bixio ». Giunti sul modo San Pietro, dove 6 accostata la nave, trovarono il molo stesso gremito da dimostranti. La sentinella dichiavò che aveva l'ordine di impedire l'accesso alla nave. I dimostranti, sentito questo, si lanciarono sugli italiani e passando senz'altro alle vie di fatto, si diedero a colpirli a pugni ed a calci, gettando a terra il signor Riceardo'Savo. che riportò lesioni alle mani e respingendolo verso il caffè Porto. Gli italiani cercarono di rifugiarsi in un caffè vicino: questo però venne preso d'assalto. Ne furono spezzate le lastre ed i signori dottor Pezzoni, Tacconi e Savo furono inseguiti e percossi anche dentro il locale. Il proclama della Commissiona All'indomani dei dolorosi avvenimenti il Governo locale presentò le proprie scuse all'Ammiraglio italiano Rombo. Nella mattina del 2G 'venne affisso il proclama della Commissiono interalleata degli ammiragli, del seguente tenore: « Il Comitato interalleato degli ammiragli per l'applicazione delle clausole dell'armistizio nell'Adriatico, è dispiacente di constatare che l'ordine e la sicurezza non regnano nella città di Spalato. Degli ufficiali appartenenti ad una Nazione alleata sono stali molestati. Il Comitato, per il tramite ilei conti-annui raglio Nìblach, delegato degli Stati Uniti d'America, incaricato del Comando marittimo della zona informa le autorità locali, tanto civili che militari, che gli atti commessi costituiscono una violazione delle clausole dell'armistizio ed il loro rinnovarsi sarà impedito colla forza delle armi. Sono considerati, tra gli altri, come atti contrari alla clausole dell'armistizio ogni insulto allo bandiere alleate, ogni oltraggio, con parole e con gesti, contro ufficiali, marinai o soldati delle Nazioni alleato, ogni assembramento tumultuoso, ogni manifestazione contro gli alleati, ogni attentato contro la libertà individuale e contro la: proprietà privata, ogni violazione del domicilio e qualunque rifiuto di ottemperare agli ordini delle pattuglie, ecc. - Spalato, 23 febbraio 1010». Firmato i delegati ikdle quattro Potenze alleate ed associate.- per l'Italia Ugo Rombo, presidente del Comitato; per gli Slati Uniti d'America, A. I1. Niblaeh; per la Francia Ràttié; per l'Inghilterra Kidde. I « passi » di Sonnino Il «Messaggero» ha da Ancona: «Giunge notizia che in quésti*ultimi giorni ii Comando delle truppe interalleate, che occupano la città di Spalato, è stato affidato ad un ufficiale italiano ». il » Popolo Romano » afferma che l'on. Sonnino ha già fatto a Parigi i passi opportuni presso ili Governo francese, per far rilevare la gravità delle provocazioni iugoslave, che susciteranno una giusta reazione. Quindi, un provvedimento collettivo dei membri della Conferenza della pace non tarderà ad essere preso. mnRi