L'attendente di Matteucci nel suo interrogatorio

L'attendente di Matteucci nel suo interrogatorio Il delitto di via L'attendente di Matteucci nel suo interrogatorio Atteso rja giorni, solo ieri è giunto nella nostra città 11 soldato Gustavo Fellcori. a.t«finrjente dp.uo pseudo capitano Matteucci. arrestato a Bruirlo, come sospetto di aver 'partecipato in qualche modo, direttamente o ilndlreUamsnte all'assassinio del tenente Posi. Giunto alla stazione di Porta Nuova, accompagnato da due carabinieri, è stato immediatamente tradotto alla sede della Lesione por essere sottoposto al primo interrogatorio. Come è stato annunziato, il Fellcori sarebbe etìto trovato in possesso di documenti importanti riguardanti 11 Matteucc.i. ma Interrogato «lai carabinieri di Budrio egli lia recisamente affermato di non aver partecipato al delitto di via Po, nè di averne avuto In alcun modo 6entore. Ha ammesso <ìi aver conosciuto ti Sogni, e di essersi più volto trattenuto con lui. ma ha dichiarato di non conoscerne il passato e di ignorare quali fossero i suol propositi prima di compiere il delitto. Si e dimostrato tranquillissimo, non ha fatto opposizione ai carabinieri quando lo dichiararono in arresto, serenamente ha accolto l'annunzio della sua traduzione a Torino no ha dato motivo ai carabinieri di intervenire durante il vioggio con tentativi di fuga, cosi come aveva fatto il Borii i nella sua traduzione da Varese a Torino. Come persona ebe la giustizia può aver interesse ad interrogare e magari a momentaneamente privare della libertà è apparso a noi, ma non come Individuo che alla giustizia ha da Tendere dei conti, e conti gravi come sarebbero quelli derivanti da una partecipazione, 6ia pure indiretta, al feroce delitto di via Po. Ipotesi che accennano » «fnmnrc Abbiamo visto il Felicorl alla Legione del carabinieri e diciamo subito che egli si presenta In modo ben diverso dal Bogni. L'assassino del tenente Rosi non ha in se nulla, anche solo fisicamente, che possa destare un senso di simpatia. E' repulsivo, diremo quasi repugnanto. tanto che quando lo abbiamo visto la'prima volta non siamo riusciti a capacitarci come mai il povero Posi si fosse deciso ad accettarlo come compagno di stanza. Il Felicori invece ha un che di simpatico nella figura e nello sguardo. E' una forte figura di soldato. Ha una flsonomia aperta, colorito bronzeo. E' svelto e anche elegante. E' figlio di genitori Italiani, ma è nato in Pomania. e nel suo accento vi si sente ancora una tonalità esotica che non dispiace. E' venuto In Italia quando la sua classe è stata chiamata alle armi. Non conosceva ancora il paese dei suoi genitori, che era anche il suo; ma, scoppiata la guerra, non si è fatto pregare pei* compiere il suo dovere. Negli « arditi » si incorporò di propria volontà e per desiderio di fare una vita maggiormente attiva; il permanere passivamente in trincea non si adattava al suo fisico, e preferì il maggior rischio alla inattività. Ha combattuto sul serio e sul corpo glie ne sono rimaste le traccie. In un combattimento perde un dito della mano destra. Un proiettile nemico gli perforò un polmone. Un altro gli ridusse a quattro le dita di un piede. E" stato sul fronte nostro e sul fronte france-se, e sia nell'uno che nell'altro ha dato prova di coraggio, emulando il fratello morto eroica, mente al fronte e la di cui morte, stando alle sue dichiarazioni, egli volle vendicare. Fu attendente- del Matteucci. ma non valle disertare. ' Il fatto che il soldato Felicorl non ha disertato e ha combattuto sul serio, e non come il suo padreme solo segnato i combattimenti con mentite decorazioni, muta profondamente il ritratto che le informazioni avute antecedentemente su di lui facevano pensare. La equivoca compagnia con la quale si era trovato a contatto a Torino, l'accertamento che era legalo da amicizia^col Bogni e con lui si era trovato anche la sera antecedente al delitto, scomparendo subito dopo, il fatto che era attendente dello pseudo capitano e non doveva quindi ignorarne il passato, avevano fatto sorgere la Ipotesi che se non aveva partecipalo al delitto di vta Po non doveva essere estraneo alle numerose truffe commesse dal Matteucci. Il suo passato di soldato e le sue franche dichiarazioni inducono invece a guardarlo sotto ben altra luce. E vogliamo sperare che sia la vera. II quadro ha già colori cosi foschi.che non ha bisogno di altre pennellate nere. I doennienti seqnentrati Interrogato dall'autorità Inquirente l'attendènte del Matteucci lia anzitutto confermato quanto già aveva detto ai carabinieri di Budrio e ripetuto a quelli di Bologna, r cioè che egli Ignorava le Intenzioni del Bogni, che in nessun modo aveva partecipato al delitto, che si era allontanato da Torino per recarsi a casa sua quando il delitto non era ancora utato scoperto. Per quanto però le affermazioni fossero recise, gli ufficiali Incaricati delle indagini non disarmarono e con domande sempre più precise oercarono di far cadere il Felicori in contraddizioni, in modo da venire alla persuasione se diceva o non diceva la verità. Il Felicori non si contraddisse: a nessuna questione che gli venne rivolta si mostra esitante. Non si perde. Se le nostre informazioni sono esatte, l'autorità inquirente dal primo interrogatorio ha riportata l'impres. Sioa esso nequrnsinderefovedimvenasoalzareseteprebuntrsonosu.Ainae vqtachqBqstrspcMsglateirarnpgM(5BUgtsqècgtqnlegmm0esivitcgrgHrmrlms one Che le Ipotesi più gravi che si facevano | carico dell'attendente del Mat.teucol debbono ssere scartate. In ogni modo se ha mentito detto 11 vero risulterà in modo più evidente ei nuovi interrogatori e più net confronti. Circa I documenti che vennero a Budrio seuestrati al Fellcori l'esame e Incominciato, a non è ancora terminato. I documenti che nora sono stati esaminati chiariscono parte elle truffe fatte dal Matteucci. ma non Inteessano l'istruttoria sul delitto di vta Po. Sono ogli di viaggio, buoni per prelevamenti vieri, foraggi, ecc., biglietti di permesso, fogli i licenza, documenti insomma di carattere militare che servivano al Matteucci per muoersi liberamente al fronte ed In paes;; inganando il personale di controllo. Al Felicorl ono state allresi sequestrate due decorazioni l valore, ma non sappiamo quale proveniena abbiano. Il Fellcori ho, dichiarato all'autorità inquiente che lutti i documenti che gli vennero equestrati erano stati a lui affidati dal Mateucci che sempre conobbe come capitano e resso il quale si trovava solo da alcuni mesi. — Mai — egli ha detto a chi lo interrrgova — bbi il minimo dubbio che il Matteucci fosse n truffatore, che non avesse diritto a portare re galloni sul berretto, che fosse un semplice oldato. Mi scelse còme suo attendente" ed io on rifiutai. Tuttt lo riconoscevano capitano: uperiori e inferiori. Passava per un eroe. veva tante decorazioni... Dei successivi interrogatori del Felicori s[ nteresserà ora il capitano Crespi al quale e ffidata l'istruttoria. Tra le sue affermazioni 'le Informazióni che si hanno sul suo conto, vi è qualche leggero contrasto e l'Autorità, per uanto dal primo interrogatorio abbia riporato una buona impressione, vuole chiarirlo. La donnina del ISifii E' giunta ieri a Torino un'altra persona he doveva essere interrogata dall'Autorità inqulrente : la donnina allegra ohe pranzò col Bogni al « Biffi » e che pagò il conio quando questi prese la fuga. La signorina in quetione è stata ieri l'altro avvicinata In un rirovo del centro di Milano d, due agenti celti, appositamente colà inviati da Torino per ricercarla. M Bogni avrebbe fatto delle onfessioni intorno alle persone avvicinate a Milano e. fra altro, avrebbe asserito d'aver lasciato presso la predetta signorina degli oggetti d'oro da lui rubati in un Santuario. Ma a signorina Maria Merletti, di 22 anni, inerrogata, escluse energicamente d'aver avuti r. deposito dei valori dall'assassino, che ebbe ad incontrare casualmente e del quale ignorava i precedenti. .L'incontro sarebbe avvenuto in via Cappellari, verso le 19; per la prima voHa ella vedeva il Bogni che la invitò gentilmente al «Biffi». In quest'avventura la Merletti ci rimise la spesa dol pranzo, lire 57,50. perchè, come già abbiamo narrato, il Bogni riuscì a svignarsela, scappando per via Ugo Foscolo. Appena giunta a Torino la Merletti, una gioviale e simpatica signorina che dell'avventura che le è toccata è rimasta un po' impressionata, non per quanto le è successo ma per quanto di peggio pensa ile poteva capitare, è stata accompagnata subito alla Legione dei carabinieri ove è stata interrogata dal maggiore Colombini. La donnina non ha saputo che ripetere quanto già aveva narrato alla P. S. a Milano e quanto già è stato pubblicato e cioè che conobbe il Bogni per caso e che l'incontro non e ha portato fortuna. — Mi poteva capitare di peggio — avrebbe esrlama.t-0 — perrhó con un mascalzone del genere tutto è possibile, anche di finire in malo modo. Ma l'avventura m'è costata ugualmente abbastanza cara : tre ore perdute e 0>7 lire di conto da pagare. E non ho potuto esimermene; Avevo lasciato la borsetta in consogna al direttore del caffè! Minutamente interrogata, ha ricordato tufi i particolari dell'incontro, dal momento che vide il Bogni in via Ugo Foscolo all'istante in cui lo vide scomparire dal Biffi con un pretesto per più non fare ritorno. Ha cercato anche di ricordare quanto le aveva detto il Bogni, ma nulla si è trovata nel caso di dire In relazione al delitto. — Era tranquillissimo, que.lla canaglia. Mangiava e rideva che era un piacere. ScherzavaHa avuto una buona idea di andarsene! Se restava e veniva a casa mia. chi sa che cosa mi sarebbe successo. Poteva essere tentato dripetere quanto aveva fatto al Posi. Richiestole se aveva ricevuto in dono dall'ardito qualche- gioiello, rispose negativamente. — Nulla mi ha dato. Volentieri, credo, che se lo avesse potuto, mi avrebbe rubato qualche cosa. Risulta infatti che non è alla Merletti che il Bogni regalò parte dei gioielli rubati a Montanaro, ma ad un'altra donnina da passi perduti che 6 attivamente ricercata ma che smantiene introvabile. La signorina Merletti è stata rimessa in libertà.