L'ardito che assassinò

L'ardito che assassinò L'ardito che assassinò LLe delittuose pagine del passato La squadra di vigilanza della Legione del n- ... . r, ji. , . i tere in luce quanto nel suo passato vi tu a» | cinern n /ii rioiit.tnnsn. Cercare qualche tratto dEggcarabinieri continua a sfogliare le pagine della vita di Giulio Bognl per rivelare e meu :1 suo passato vi losco e di delittuoso. Cercare qualche gentile, qualche nota che anche un solo bricciolo di fatica. Nel suo primo interrogato che assassinò il tenente Rosi ha che fu In Francia ed in Inghilterra che fre- vquentò la scuola del delitto e trovò maestri... degni di lui ma che una gran parte di re-! sponsabilità sulle sue azioni spetta al geni- 1 tori, che non lo ornarono, che lo «asciarono vivece per la strada, frequentare gente cne1 »null'altro poteva insegnargli se non a rubare 1 .sr ad uccidere. Ignoriamo quanto vi sia di \ Lvero In questa sua seconda affermazione, ma pure ammettendo l'abbandono da parte del genitori, non riusciamo a trovare alcuna attenuante per lui. Quanto più l'autorità itiqu - a a e i u o , e r i a e d , e e i e e o nr e a i e a ti e e e o ee a o u p n m ne ao o ie al er nl-' ennp ti o a d< te na s e ti n ? 3 a e uie oo:, o le iihe le a Ct~» >"'• —r vr~rv. t,„™« l rente si addentra nel passato di Giulio BOgni,;[ otanto più si rivela che in tutta la sua vita egli fu semphe uguale a quello che 1 assassinio del tenente Rosi ci ha rivelato; luorrio cho uccide nel sonno la persona che gli ha offerto ospitalità senza quasi conoscerlo. Nel Bogni l'istinto di malvagità è tale che, pure non giungendo ancora a scartare del tutto l'ipotesi della complicità di altri nel delitto, si è tentati a giurare che nel concepire 1 assassinio deve essere stato solo e che solo l'idea di qualche po' di denaro deve aver armato la sua mano. Per uccidere, un uomo come lui non aveva affatto bisogno di essere sotto la minaccia di una denunzia di diserzione. Un delitto ancora non noto Bogni, come già abbiamo più volte, accennato, confessò nei diversi interrogatori a cui fu sottoposto di aver commesso nel periodo che sta tra il momento in cui diserto dal 28.o reparto di assalto — settembre 1918 — alla AsRCmCRCcInotte in cui assassinò il Rosi, parecchie azioni &delittuose. Ad alcune si è accennato, o le l;tro primp informazioni sono risultate esal- t.. a indagini compiute; ad altre si è alluso, tma senza che risultasse qualcosa di preciso. | Si è parlato di una rapina a Gassino, dt_,un hfurto a 'Montanaro, di un assassinio a f/rc- jcviglio. I primi due fatti sono risultati veri;1'oi- si ga eno no la eto a el ue ririta oserti- pel terzo non si e errato elio di località. Si è parlato di TrevigLio e invece l'assassinio è stato dal Rognl commesso a Fossalunga di Vodelago nei pressi di Castelfranco Veneto. 11 Bogni si trovava nel settembre scorso nel 28.0 reparto di assalto. Faceva parte cioè di uno di quei meravigliosi battaglioni di arditi che nel giugno scorso compirono sul Piavo dei prodigi, di rjtiPi manipoli di prodi che mandati di rincalzo nello zone cho gli austriaci avevano forzato e dentro le anali contavano d'infiltrarsi per spingersi su. Bassano tentare di prendere alle spallo tutta 1 armata del Grappa e parte deli'8.a armata, si piantarono sul terreno cho pi,'i il nemico dominava, fermarono gli ungheresi dell'arciduca Giuseppe « di Boroevio e li costrinsero a disordinatamente ripiegato. In riuollo fortunose od eroiche giornate non risulta so il Bosni si trovasse già nel 28.o rpparto di assalto, ma se ci si trovò non brillò per prodigi di valore. Lo decorazioni olio ostentava non erano sue. Lo disse lui stesso. «Ho i d'cunienti che comprovano il mio buon dritto rh portare le medaglie al valore elio ho sul petto, ma non sono miei: li ho rubiti... Nel settembre, in ogni modo, ogll si trovava con tale reparto, e non si sa bene se per evitare di andare in linea, per esimersi dalla eoggezione disciplinare, o por aver snodo di abbandonarsi con piena libertà allo suo azioni delittuose, abbandonò il 28.o reparto di assalto sul Tomba e si diodo, a battere la campagna. L'esercitare una vigilanza sugli arditi non ora focile al fronte e lo possono dire i carabinieri che furono in linea o particolarmente nelle immediato retrovie. Il Bogni, allontanatosi dal suo 'reparto, girovagò ad Asolo, a San Zenone, a Ramon, a Riose, ecc. I'u a Castelfranco, il centro maggiore della zona <• punto di concentrameli to di non pochi reputi di arditi, od è nei pressi di Castelfranco riho compì il delitto che ieri ha finito per confo-.sare dopo uno stringente interrogatorio. A Fossalunga di Vedelago l'ardito Bogni uccise con quattro colpi di pugnale un contadino cho si occupava anche di mediazione, corto Luigi Visentin fu Santo, di anni 58, nato e residento in quella località. Era fuggito da pochi giorni dal suo reparto e aveva bisogno di denaro per continuare ni suo vagabondaggio. Era il 2-i settembre. Il Visentin aveva venduto in quel giorno del bestiame in una località vicina, al suo paese o teneva nel portafoglio, tra biglietti di piccolo e grosso taglio, 1S50 lire. Sapeva questo il Bogni? Lo si ignora. Forse aveva assistito alla vendita o all'incasso del denaro. Attese il contadino su una strada di campagna, mentre questi rientrava alla propria abitazione e lo pugnalò. Gli tolftì poi il portafoglio e scomparve. Scoperto l'assassinio corse voce che ad uccidere il Visentin fosse stato tm ardito, — qualcuno forse lo aveva visto fuggire o sorpreso mentre pedinava il mediatore, — ma nessuno sev."!?.? indicarlo con precisione e porre l'autorità sulle sue treccie. Erano tanti gli arditi die passavano in quelle località in quei giorni di •battaglia! Come rintracciare fra i tanti l'assassino? Si fecero inchieste presso i reparti, ma nulla risultò, ne poteva risultare alcuna cosa perchè il Bogni era uccel di bosco e lo si credeva passato al nemico. L'istruttoria rimase temporaneamente sospesa. A gioielli deila 3Endonnn Dove abbia trascinato la sua esistenza il Bogni dal settembre al febbraio c di quali altre colpe si sia macchiato, non io sappiamo ancora con precisione. Informazioni preciso sulla sua attività delittuosa non le abbiamo che dal febbraio in poi. Ci consta che viaggiò fra Torino e Milano, e che si fermò particolarmente in queste due città vivendo negli ambienti più equivoci, ma non sdegnò le soste tra l'uno e l'altro centro. Ove si fermo rubacchiò, se non feoe di poggio, c i proventi delle rapine e dei furti gli servirono per fare nelle due città la bolla vita. Ladro in campagna e viveur in città. Al mese di febbraio risalgono i duo furti ai quali abbiamo accennato: quello di Gassino e quello di Montanaro. A Gassino, come è noto, diede la scalata ad yna villa e precisamente alla villa di proprietà del signor Giuseppe Bonelli. Nessuno lo vide, e fu bene, perchè non avrebbe avuto alcun scrupolo di sopprimere l'imprudente osservatore. Rubò 300 lire, duo pugnali a lama ricurva e una rivoltella di piccolo calibro. Lo 300 lire le spese collo orizzontali torinesi: i pugnali li regalò — un gesto cortese viene fuori, ma chi sa quale scopo recondito nascondeva questo regalo e quali brutte sorprese riserbava per l'avvenire! — al signor Giuseppe Boudon!, abitante in corso Napoli, 0-4, nella nostra città; la rivoltella la conservò; la portò sempre seco a Torino, la custodi nella fuga, se ne servì a Varese per tentare di uccidere il maresciallo che lo voleva arrostare. A Montanaro si occupò di una Madonna, una statuetta molto venerata, e le tolse di dosso tutto quanto aveva di valore." La Madonna era custodita in una nicchia, protetta da un cristallo. Ruppe il vetro c asportò le preziose offerte votivo: tre anelli, un braccialetto, una spilla, oggetti tutti di non grande valore, ma che rappresentavano le umili offerte di povere donne impetranti grazia per qualche loro caro lontano. Alla guerra, forse! Anelli, spilla e braccialetto furono venduti, parte a Torino e parte a Milano. Venduti?! Chi lo sa! Donati magari. Oggi, ai carabinieri che hanno pensato a rintracciarli, vengono presentati come venduti. Anch'ossi gli umili doni votivi fanno oggi parto, edi pugnali, colla rivoltella, con le lenzuola macchiate del sangue dei povero Rosi, dei corpi del reato. L'autorità frattanto continua le sue indagini. E' fuori dubbio che il colonnello Dapozzo, il maggiore Colombini e il capitano Crespi, che nensano all'istruttoria, altro pagine losche saranno chiamati a sfogliare. Le lettere del pubblieo Un assiduo ci scrive, segnalandoci la mancanza assoluta delle buone regole d'igiene nel ricovero «Vii proroghi, stabilito nel locali del > Trlanon >. " Viotti, tonto che la... sporcizia cosa, otl loca* etanti, attraverso U soffitto. A questo peoposkt'la state fatte rimostranze a chi (Uaige 1" * aW&tftllU SBA UtfaAftl