Il processo per lo scandalo dello zucchero

Il processo per lo scandalo dello zucchero Il processo per lo scandalo dello zucchero La fedina penale-d'un teste All'aprirsi dell'udienza, il Presidente chiede, per ogni buon conto, «t Collegio della difesa, se sarà possibile esaurire la arringhe. OU avvocati promettono di essere bravi c brevi... Il P. M. avv. Bruno presenta al Tribunale Prandoni. tanto a e l a i e a o a i a l i al i el ao o { a. il a o d a o a ». n o ra roL'imaqular•■nécitquil certificato penale del leste Prandoni, tanto [Dediscusso durante gli interrogatori e bersaglio stideU'arrhiga dell'avv. Maccar! aieilla til'ima udienza di sabato. 11 Maecarl, com'è noto, ha voluto dimostrare cito l'ordine trasmesso dal cav. IXrossi a. mezzo del Prandoni, di non vendere zucchero ma di farne sciroppi, non era stato riferito al Cerniti e al Tedesco dal toste, perchè costui sarchhe stato cointeressato a che lo zucchero fosse venduto lucrando su osni quintale 20 lire. La fedina pennle reca le tràccie di una grave condanna per falso. La rivelazione riguardante il soretario-contabilo Prandoni produco impressione. Si riprendono le arringhe di difesa L'aw. Greppi parla in difesa del Gamba, proprietario dell'azienda Caffè del Brasile, e si propone di dimostrare che il suo patrocinato non ha mài comprato zucchero, anche perchè, risiedendo u Bologna, poteva mandare a Torino, da quella '-Mia di dolcezze... non tesserato, quanto zucchero voleva. L'aw. Ilo Aninnio parla pure a difesa del Gamba. Dice ohe « il Tribunale non devo ìinprossiiinarsl doliti pre-enza di duo medici per una... gamba sola •. 11 Tribunale, che ha già assistito con forte animo oliti-., autopsia del Monto!, ascolta di buon grado anche i dna medici del Gamba, l.'avv. Greppi ha negato •la. partecipazione dell'imputato ti qualsiasi reato: l'avv. ilo Antonio dimostra por soprapiù ohe l'art. 16 del più volto citato Decreto luogotenenziale riguarda lo vendite e lo compre di zucchero mediante tesserà, E si domanda: » Avete mal visto in giro dello tessere per un quintale di zuccheri>'.' No. K allora quale tesseramento d'Egitto?!». L'aw. Galvano difonde il mediatore Prosa, • l'Imputato — dico il difensore — rimasto pili nell'ombra di tutti ». Prosa- è stalo accusato da! Wonte.l, ma l'avvocato afferma che non c'era bisogno ili invocare li psichiatria e la medicina per negare attendibilità al settantaduenne accusatore. Conclude, invocando, senza voli di poesia, l'assoluzione dal Prosa. L'aw. Cappa difenda il Broggi proprietà, rio del Caftè Nazionale di vìa Po, e il fiosso che e stato battezzato dal P. M. come il • re dei galantuomini * essendo staio l'unico degli imputati ciie ha ammesso d'avere comprato lo zucchero. Non chiede pel « re dei ,i il'.:.nomimi » l'assoluzione che j. stata cJllesta per gli altri imputati dagli altri difensori. Pel Bosso il P. M. ha. Chiesto 22 giorni di detenzione: il difensore ne chiede ló ». Si ó o non si ^ il re dei galantuomini T Tn Un dei conti, quello zucchero distratto dalle gazosine serviva poi clienti del caffè. Che danno ha avuto !a cittadinanza? !>i è anzi dolcificala. Tra lo zucchero nella ga-/osa o lo zucchero nel caffo, era preferibile quest'ultima bevanda. Anche perchè si erario dicembre •. l.'avv. Federici dichiara che non parlerà (rumori, esclamazioni!. «Non parlo — dice. — perchè d'uno del miei clienti, l'Aogonoa, è stato .stralcialo il processo e per l'altra, la Bo'tri, 11 P, M. ha chiesto l'assoluzione. La «piale assoluzione auguro a tutti ». L'avv. Federici ha Unito- Ha mantenuto onorevolmente la parola. L'aw. Apostolo dlfead* la Rosole Rotto. Mesa recisamente che la alegante imputata abbia fatto da mscrlatrloe di zuochoro, fn modo da essere punita colla detenzione' e colla multa tli ben 4180 lire. L'Imputata, nell'udire questa cifra, ride, ride... Il Pisce», evidentemente, non l'attcrlsee. Il difensore conclude: «La graziosa Possila è estranea completamente alla causa, al commercio deHo zucchero. E' dolce di per se stessa. E come essa non ha mai amareggiato dill'im.Sasadi liec'è30 quumstadasiazunolugodi doolilegdaSammgni pe'Pila al10naraangedetimmgrcaognaQcogenvotrtutidl'plarhAD nessuno, il Tribunale non amareggierà lei c la farà, sorridere ancora una volta di più con una sentenza d'assolutoria ». L'avvocato Bracco patrocina la causa dei due confettieri Pavesio n Milli e dell'ex-panettierc Beiilati, a chiede l'assoluzione per tutti i> tre. In difesa del comm. Bosio li'avv. Omodei premette che ha assunto la difesa del comm. Bosio sostituendo alPuiti ino momento Vavv. comm. Bruno: cosi ha dovuto rinunciare ■ a portarsi testimonio nel ia. causa ed a recare la parda affettuosa degii amici nvl'uonio degno, anche in questa, prò cella, di iM.irna. e d'amore». Si propone di dimostrare che Tullio Bosio non ha commesso azione alcuna che coni ras lì colle leggi penale o morale. L'assessore Bosio 0 stato, secondo il difensore, din reca, larga copia di argomentazioni, di dati e di testimonianze, estraneo alla pretesa superdótaziòhe di zucchero goduta dalla rldros». L'Ufficio Consumi, diretto dal comm. Bosio, aveva un movimento mensile por cinque milioni, il che vuol dire elio arrecava all'assessore un lavoro enorme, sfibrante, tale da non permettere d'occuparsi del servizio zuccheri che già funzionava da tempo a. cura, dello stesso iifTleio competente. La dotazione della « Idros » venne fatta dnll Intendente di Finanza. L'oratore dime stra che Ira Bosio o Derossi intercorse non una vendita, ma un prestito e che il addotto oggi un gravo, documento a Prandoni, il contabile olio dava, gli ordini cno più gli premevano personalmente e, guenza, procedeva a quelle tali olio gli lucevano comodo. Ricorda «he in quest'ora angosciosa si deve guardare al passato dell'uomo, dell ammiro strniore, in difesa del quale k venuto a de porro il sindaco conto Frola, del professio nista del gentiluomo. Il Bosio — dice non può avere commosso un fatto nò illecito ne colpévole; consegui un semplice prestito senza dolo, che fu pagato per ragioni di scrupolosa contabilità già lumeggiata, dui furilo prof. Cittì. . Attornia che ira la ditta. Moriondo e (ranglio ed il Municipio di Torino vi M già un prestito d' zucchero, il che autorizzava il coen mondatore Bosio ad accettare, l'offerta del De rossi, torcile lo zucchero dato al comm. Bosio andava alla cittadinanza, anzi a quella parte colpita dal male. . Vi furono tra industrio ed industrio, ap punto in conseguenza, delle, impellenti necos sita di lavoro, altri prestili di materie dosate d'acciaio rapido, di rame, di benzine esprime la certezza che il Tribunale . P. M. ha carico del li eli» in conse scritturazioni di Movar«li poLIWinetloganecolti, ldenda ronanGindi negil MunnoIlin boi—N. garNte il stamee deonrlo con alto t«so di giustizia serena, nel fatto addebitato i.l comm. Posio « non troverà elemento ai cimo che possa ferire iruello che è patrimonio dalla sua. vita: la rettitudine e lo scrupolo del dovere ». Un altro difensore di Derossi l'or ultimo ha la parola l'aw. C. F. pogieri iti difesa del cav. Derossi, Premette che 6 supèrflua la sua parola dopo la. trattazioni giuridica della, causa fatta dall'aw. Craveri Egli però porta la parola dell'antica amicizia che in lesa, all'imputato e si domanda: « Ma quale reato è stato commesso? Se, d'inverno invoco che in gazose. lo zucchero è passato all'alimentazione cittadina, quale reato è stato commesso da. giustificare le gravi richieste del rappresentante l'Accusa? La folla ha gridato in uri istante d'Ignoranza. Vorrei che tutti (inani; hanno criticato, centellinando la loro lazza dt caffè, mi rispondessero in coscienza. Dov'è, lo stono di lucro in Derossi 7 ». 1,'oralore si duolo che pel Derossi sia stala chiesta una più grave pena che pel Tedesco o pel Cerruli, che pure lucrarono sulle vendite. Dornss1 fu già supremamente, punito col suo arrosto: senti l'orrore di passare, lui tesoriere municipale, elio maneggiava milioni, tra i carabinieri! Si propone quindi di dimostrare che u cav. Derossi non ha né simulato, nè esagerare i bisogni di fabbricazione della Idros; non ha distolto zucchero dalla sua dotazione, non ha falsalo registri per coprire queste distrazioni. Come presidente ha fatto coma tutti gli amministratori di .Società che hanno alle volto cartelle in quindici o venti Società diverse. E' stato presidente della Idros di nomo: aveva, piti gravi e più preoccupanti mansioni, [/azienda Idros non richiedeva uno speciale coni rollo: aveva, i suoi impiegati di fiducia, Ira cui il Prandoni, il quale avrà un giorno sbagliato, è vero, ma si era riabilitato. La dotazione di zucchero alla Idros. in una. stagione morta, appare superiore alle momentaneo necessità: lo zucchero, por uno scambio di ordini, è venduto. L'incasso, non va nelle tasche, del Derossi, ma nella cassa della .Società. » Perchè dunque -- chiodo il difensore _ si vuole accollare la massima responsabilità al Derossi? ». •■"•pieira come lo zucchero Industriale non sia né calmierato, ne tesserato, dispensandosi dal citare tutta la giurisprudenza in materia: e quindi si trattiene a discutere il dissidio tra [Derossi o. gl'impiegati Cerniti e Tedesco. Oue sti due hanno affermato di averi» avuto l'or _BICzlobininecos? AmoconVitfafrilenisilAbesmoquvomoBeòoclspiasuOlialMiolprperlozloRtoGeRiste s InegnpiTOfittorasi.VElif(rr VoliqMa , e e n l r à l a o i o , i o n a à, o e li o or el nn i, ro a el a. rà dille di vendere zucchero direttamente dall'impiegato Prandoni. Questi nega vivamente. .Sai'ù corso un equivoco, un errore, un'inesattezza: qualcuno avrà avuto un desiderio di guadagno, ma a tutto ciò è rimasto ostra lieo il Derossi. Tra questi eri i due impiegati c'è il cuscinctto-PrandonJ, il quale, lucrando! 30 lire por quintale, poteva essere allettato da queste.vendite e può averle (asciate correre. Era umano ohe Prandoni negasse questa circostanza. Ma è più probabile, elio Dorossi abbia dato questa autorizzazione o che altri so la sia presa? so non 6 provato che. ha distratto zucchero, .perchè non poteva distrarlo, se non ha dato ordini di vendere, se non ha lucralo., perchè voIpIo coinvolgerlo in ima goffa operazione che un uomo d'ingegno e di probità come il Derossi era impossibile dovesse commettere? L'oratore inflno nega olio il presidente od un amministratore delegato debba essere penalmente responsabile dalla tenuta del registro di carico e scarico. Sarà, responsabile civilmente, ma non sarà mai i.ennlinento colpevole. Chiede ancora se. il disporre momentaneamente di un oggetto o di una materia consegnata per un dati» scopo sia grave, colpa, i Pensiamo — osserva — che si visse in un periodo eccezionale: « capitato un giorno di 'Pili largo respiro e di più grandi conforti: la vittoria delle armi apriva a lutti il cuore alle migliori speranze, ed allora è avvenuto 10 storno, il prestito della materia disciplinala. Bisogna cercalo il dolo hi questa operazióne, bisogna giudicarla con equità e con animo sgombro di prevenzione ». L'avv, Roggeri aggiunge che concliiudoià senza fare del sentimento, perchè la causa non lo lascia timoroso sullo conseguenze d'un verdetto umano. « C'è della genti' - conchiudc — che grida e vuole un esempio. Ah! signori, la causa elio esigo l'esempio, la punizione, ad ogni costo, è la causa che. ha fatto condannare Crifio. Luigi Derossi non ha lucrato. Qualunque cosa abbia potuto fare, l'ha fatta con disinteresse: avrè. creduto di mostrarsi generoso od oiMiinotonle con ohi era più onnipotente di lui; non sarà staio sordo alla voce dell'amicizia. Ma non un soldo è entrato nePe sue tasche, non un pensiero delittuoso ha annebbiato la sua nieiitc! di gentiluomo ». Il difensore riceve molto congratulazioni dai colleglli, e quindi il presidente rinvia l'udienza a domani, mercoledì, allo oro 15, por Iu sentenza. :;- * A proposi lo dello assegnazioni Ui zucchero, la Società Dott. V. Borelli e C, ci prega di rilevare elio ossa dal -.'à settembre 191? non ha più ritirato alcuna quantità di zucchero. A.niprcaziacebuvoveCEufttouicm orieiclodiSc cfatadt.'sitoceeoPflll imr.b'MMbmcmptvps'ervcScavcfPdgzdnfindcrfaIclSsS•itvtfltc

Luoghi citati: Bologna, Brasile, Egitto, Torino