Il processo del Cav. Derossi per lo scandalo dello zucchero

Il processo del Cav. Derossi per lo scandalo dello zucchero Il processo del Cav. Derossi per lo scandalo dello zucchero Pubblico d'eccezione ieri netta grigia aula della V Sezione del nostro Tribunale Penale. Venticinque imputati, in gran parte confettieri e pasticcieri e un ex-assessore : le dolcezze delia professione e quelle della vita pubblica. Accanto ai venticinque Imputati, altrettanti avvocati. Nell'attesa si fanno coni, menti, s'intrecciano i pronostici, i più cupi. Se dopo i venticinque interrogatori i venticinque avvocati dovessero parlare due ore ciascuno... Ma Dio sperda 11 presagio! La tribuna pubblica ha anch'essa una rappresentan, za d'eccezione. Per ragioni d'igiene è ridotta ' a due carabinieri e a due borghesi, forse due • guardie. Parenti ed amici farono ressa alla porta, ma la consegna è rigoro.same.nte osservata. Tuttavia l'aula è andata affollandosi anche di avvocati in (unzione di spettatori. . Elenchiamo gli imputati coi rispettivi capì di imputazione: Derossi Luigi fu Francesco e Villa Margherita, nato e residente a .Torino, piazza Statuto, 4, tesoriere municipale e presidente della Soci.-ta • Idros •; Cerniti Alessandro, nato a Varazze e residente a Torina, in via S. Ambrogio, 30, impiegato alla •Idros»; r Tedesco Domenica, nato ad Aspromonte- e residente a Torino, in via Principe Tommaso, 46, cassiere della . Idros »; Montel Benedetto, nato a Cuneo, abitante in Torino, via S. Massimo, 30, piazzista; . Licata Simone nato a Licata e residente in .Torino, via Juvara, 23, piazzista; Imputati: U Derossi, del reato secondo l'ar[ticolo 14 del R. D. 6 maggio 1917, N. 740, perchè nella sua qualità di Presidente della Società « Idros d, e per ottenere alila Società .stessa un razionamento di zucchero maggiore di quello che gti spettava ta epoca antecedente prossima al novembre 1918, simulò condizioni diverse dalle reali esigenze industriali delta Società. Il Derossi, il Cerniti e il Tedesco, del reato secondo gli articoli 23 del D. L. [6 maggio 1917 e 63 e 79 Codice P., perchè in 'correità tra loro, durante i mesi di novembre * dicembre 1918, e gennaio 1919, non ottem;perarono alte norme che disciplinano il consumo dello zucchero in ordino alla uti-'lizzajzione di esso distraenti orto una quantità non ■determinata e che si aggira intorno ai 60 quinitali almeno dall'uso industriale di produzione di acque gazose, per ia quale era stato assegnato alla Società; e del defìtto secondo gli ; articoli 16 dea DU 6 maggio 1917. N. 740, 63 •c 79 C P., perchè, con la interposizione di •Montel Domenico, vendettero zucchero senza la presentazione della tessera, contro ile prescrizioni vigenti. . n Derossi, del delitto secondo l'art. 10 del fi. h. 6 maggio 1917, N. 740, e 79 C. P-, perchè pose in vendita e somministrò zucchero a.1 prezzo di L. 1100 al quintale, superiore a quello ilssato dalle Autorità competenti in L. 453 50. Il Tedesco e il Cerruti, del delitto secondo gli articoli 10 del Decreto luogotenenziale lì magi pio 1917, e 63 e 79C. P., di correità tra loro somministrarono a Monte! Benedetto o Licata Simone, perchè lo vendessero, l'approssimativa quantità di quintali 60 di zucchero al prezzo di lire 1100. superiore a quello (issato in L. 453 50. 11 Montel, del delitto secondo gli articoli 10 del Decreto Luogotenenziale dol maggio 1917. e 79 C P;, perchè vendette zucchero senza la presentazione della tessera prescritta: del delitto secondo gli articoli 10 del Decreto Luogotenenziale 6 maggio 1917 e 79 C. P.. perchè vendette circa 60 quintali di zucchero, dei quali 12 a mezzo del Licata, a prezzi varianti tra le L. 1100 e 1200, superiore a quello stabilito in L. 453 50. Il Licata, del delitto secondo gli articoli ifi del Decreto Luogotenenziale 6 maggio 1917 e 79 C. P., perchè vendette per incarico del Montel, zucchero, senza la presentazione della tessera prescritta: vendendone 12 quintali per incarico del Montel, a prezzi varianti tra io 1100 e le 1200, superiori al prezzo stabilito in L. 453 50. Il Dorassi, in particolare, del reato previsto dall'art. 7 del Decreto Luogotenenziale 16 febbràio 1916, N.> 121, perchè quale direttore della <> Idros ». titolare di un magazzeno di zucchero, in Torino, nei mesi di novembre, dicembre 1913, e gennaio 1919, teneva irregolarmente U registro di carico e scarico del deposito »• I capi d'accusa per gli altri imputati — 1 clienti dei primi, — sono stati divisi in due gruppi. I primi quindici imputati, cioè: Pavesio, Angonoa, Cavaguino, Sesia, Gamba, Milli. Giolito, Franco Giuseppe, Bosso. Boltrl, Miassa, Belliati, sono accusati « ciascuno e singolarmente del delitto secondo gli articoli 10 e 16, Cap. I, Decreto Luogotenenziale 6 maggio 1917, N. 740, parche da Montel Benedetto acquistarono quantità di zucchero senza presentazione dalla tessera, pagandolo al prezzo di lire 1200 al quintale, o superiore a quello fissato in lire 453 50». Zolla Ercole, Silvetti Filippo, Prosa Giovanni, Rosso Rosalia. Broggi Francesco, sono imputati della violazione degli articoli 10 e 18 del Decreto G maggio 1917, per avere portato la propria cooperazione alla stipulazione dei contratti compra-vendita dello zucchero, conchiusi dagli Imputati del precedente gruppo. II comm Bosio è imputato «secondo su articoli 63 P. C. 16 e 23 D. L. 6 maggio 1917, perchè in giorni prossimi al 14-24 dicembre 1918 non ottemperando alle norme che disciplinano il consumo dello zucchero in ordine alla utilizzazione, concorse a distrarre siffatta derrata comperata da Derossi Luigi, direttore delia « Idros ... acquistando dal medesimo 4 quintali di zucchero, destinali ad uso Industriale, e senza presentazione delia tessera». , • sera. , Per altri cinque imputati il processo, come è noto, è stato stravinto dall'udienza odierna. pnnn ta rivista degli imputati, la sfilata dei testimoni. L'aw. Ginatta, difensore dell'imputato Corn'tti. ha citato come testimonio l'avvocato Camoletto. che siede tra i difensori. Ctmoletto non è di questo parere. SI svoice tri i due avvocati una breve discussione. Gi natta vorrebbe tino sdoppiamento del collega, cioè servisse e da teste e da difensore, visto che testimonierà per un imputato e arringherà per un altro. L'aw. Camoletto invece vorrebbe rimanere alla difesa. L'aw. Maccari gli suggerisce, per tagliare corto, di citare alla sua volta come teste l'aw. Ginatta e cosi eliminerà ti difensore Ginatta colla sua richie sta (ilarità)- 1 testi sono una cinquantina. Pa recrlii mancano. Il presidente, d'accordo colle parti, stabilisce per domani, alle 13, l'interrogatorio dei test d'accusa e di quattro di difesa. Gli altri saranno interrogati lunedi pure alle'óre 13. Sono stati indotti un perito contabile rag. Gitti un perito alienista dott. Tirelli per l'im. pittato Montel e un perito chimico dott. Zep pegno. Si riapre l'incidente Camolelto-Ginatta. In credo — osserva il presidente — clic sarebbe meglio rinunciare alla testimonianza Camoletto. L'aw. '-;"'>,ta svolge la elegante questiono appoggiandosi all'autorità del Mortara. ' C F Roggieri : — Professionalmente desi dero sia --v-aite l'Incidente. Domani si pur citarmi rome testimonio per impedirmi la di fesa. 11 caso, ripeto, deve essere risolto. Dopo spiegazioni e schiarimenti del P. M c del presidente l'aw. Ginatta rinuncia al teste. L'interrogatorio Derossi E' il primo degli imputati che viene irterro gato. Veste di nero. E' visibilmente abbattuto, cogli occhi arrossati di pianto. Il presidente gli Contesta i diversi capi d'imputazione. L'im putato risponde: — Da circa 11 anni presiedo la Società Idros La Società ha sempre fabbricato lo acque gazose. Da cinque anni ha iniziato la fabbri caz'one dell'acqua minerale. Lo zùcchero ve nfva esclusivamente adoperato per le acque guzose. La questione dello zucchero è stata dibattuta sotto un aspetto non giusto. Desidero di liberare il terreno di tutte le nstto sita e ricondurre la verità sulla faccenda Ci sono due contingentamenti di zucchero. Il quantitativo ver la popolazione ■:■ sngcettib norme speciali, tra cui uti prezzo di cai intere e ad un rigoroso tesseramento II con tingentamemo industriale non e regolato da un prezzo di calmiere e da una tessera, ma da una licenza rilasciata dall'Intendente di finanza. n oav. DereesJ spiega il msewssìsmo per la ripartizione dello zucchero fissato alla popolazione a mezzo tessera. Il contingentamento agli esercenti è fatto dietro presentazione degli scontrini dei clienti. Per quanto riguarda lo zucchero industriale, il cav. De Rossi nota che esistono iti Torino forti Ditte che hanno larghi depositi di zucchero acquistato anteriormente ai decreti luogotenenziali. Spiega che la deficienza dello zucchero sofferta dalla cittadinanza non ha alcuna correlazione coi depositi dello zucchero industriale, e quindi ci tiene ad affermare che non ù mai stato un affamatore della cittadinanza, tilla quale nulla ha tolto della dotazione di zucchero a cui aveva diritto. Aggiunge che l'« Idros », come tutte le àlwe Società, potè prima dei provvedimenti restrittivi procacciarsi notevoli depositi dil zucchero, e spiega la portata dei susseguenti decreti luogotenenziali. Il Governo aveva interessi a mantenere il funzionamento di certe industrie, e a scopo fiscale e per non creard ■la disoccupazione delle relative maestranze. Perciò diede una dotazione di zucchero perchè queste industrie seguitassero a sussistere. Fra queste vi fu l'« Idros », la quale consumava anteriormente alla guerra ben 450 quintali di zucchero oliranno. Ed oggi si vorrebbe, con enorme inesattezza, far credere che il consumo dell'" Idros » fosse di soli cinque quintali mensili. SI è detto che la Società dei pani da caffè ha una dotazione di 30 chilogrammi mensili. Ma bisogna tenere conto che ha una produzione minima... Presidente: — Non divaghiamo... Omodel : — E' stato tanto accusato, che lo sfogo è legìttimo. Roggeri : — Del resto ò sincero, (ridendo) : Lei lo conosce brine, so. giuocava con lui a bigllardo... (ilarità prolungata). Presidente: — No, no. E' state detto da un giornale {YAvantlD. Ma si è equivocato con un altro magistrate. Derossi prosegue spiegando come In. detezione fissa di 15-20 quintali non fosse proporzionata per i bisogni d'una fabbrica di acque gazose. il cui consumo è naturalmente maggioro d'estate che d'inverno. A ernesto proposito apre una iparentesi. Lamenta che il Governo non abbia permesso l'uso della saccarina per i fabbricanti di gazose perchè la riservava alla popolazione. Cosicché il Governo veniva a ne. gare la saccarina, ottima per uso industriale, e la lasciava ai cittadini per malamente dolcificare il caffè. Se avesse aderito — dice — alla nostre domande, avrebbe accontentato le popolazioni e non avrebbe creato ila leggenda della speculazione dello zucchero da parte dei fabbricanti digazosa. Il cav. Derossi parla sul funzionamento «Iella sua azienda e sulle pratiche fatte dalle, varie fabbriche di gozose per avere un supplemento di dotazione visto rhe pagano 93 mila franchi di tassa di fabbricazione. L'Idros per tutta l'estate TA8 si è provata con ima dotazione di 15 quintali mensili. Un bel giorno d'ottobre l'aw. Ubezzi gli disse che avendo studiato le varie assegnazioni aveva deciso di proporre all'assessore Dosio una assegnazione fissa sia d'esteta che d'Inverno di 20 quintali per l'« Idros ». Dorassi prosegue: — Allora all'avv. Ubezzi dissi che io non chiedevo per i mesi d'inverno una super-assegnazione, ma, trattandosi di un qnitl fisso di cui poteva giovarmi anche d'estate, ero pronto ad accettarlo. Presidente : — Ma se ha fatto pratiche per un aumento di dotazione eppoi ha venduto l'eccedenza! C'era, allora, esuberanza di dotazione. Imputato: — Alla vendita io sono stato estraneo. Io speravo nell'incremento della mia industria e quindi feci pratiche per il ripristino semplicemente della dotazione iniziale di cui già usufruivo. Presidente: — I suoi impiegati affermano che la vendita fu fatte per ordine di lei. — Devo premettere che ripetutamente nr«sentai le. dimissioni da Presidente per le molte mie occupazioni. Cosicché andavo alla * Idros » raramente e di sfuggita. In una di queste volte 11 Cerniti, direttore tecnico, mi avverti dell'esistenza di zucchero che s'accumulava nei magazzini ed era opportuno, tanto più che la guerra era al suo finire die fosse venduto perchè non si guastasse. Risposi che non Intendevo fosse venduto. Se si riteneva In pericolo, se si aveva timore che si danneggiasse, se no facesse dello sciroppo. Cerutti mi oppose varie obbiezioni. Poi non se ne parto più. Poco dopo il contabile mi awert' che il Cerrutti riproponeva di venderne almeno 15 quintali perchè andava a tna'e. Io ins'stetti nella mia negativa ordinando di trasformare in sciroppo i 15 quintali. Questo awenne, alla metà di dicembre. Alla fine di dicembre chiesi se avevano poi fatto lo sciroppo; tornando ad insistere Ma non diedi mai ordine di vendere lo zucchero. Ebbi solo notizia, dell'avvenuto il 9 o 10 gennàio, quando furono sequestrati i 9 quintali di zucchero. Mi feci portare 1 registri por verificare se venidite di zucchero risultavano da-'la conta svan aa contabil'tà. E vidi che tali vendite erano simulate sotto il semplice nominativo «vendita di vetri ». Queste indicazioni contabili in precedenza mi erano sembrate normali perchè in realtà vendite di vetri se ne facevano. Presidente: — Questo pasticcio poteva risultare esaminando il registro dettagliato. Il Presidente protesta che nel registro di cassa fu tolto un foglio di carta. Appare anzi dal registro la lacerazione avvenuta Le anno fazioni risultano noi sospese di colpo il giorno 7. Mancano rruelle dell'R e del 9 il che fa ritenere che un foglio sia stato realmente tolto Io non so chi abbia distrutto miei fonilo! Certo io non avevo scopo a tnoitior'o. F amministratore p non avevo interesse a distruggere, i documenti che riguardavano di rettamente il cassiere. Presidente: — I suoi impiegati avevano con fessatn tutto. Che interesse avevano a far scom. narire queste prova? — E che interesse potevo evere lo? Onci foglio eventualmente portava la prova della vendita dei 9 quintali che erano stati sequestrati e che tutti sapevano appartenere alla « Idros ». Presidente: — E gli impiegati avevano interesse ? — No. — E allora ehi l'ha fatto scomparire il torlio? L'imputate dice tornargli inesplicabile ii fatto. Presidente: — I! registro porte is annotazioni di supposte vendite di vetri Ormiti e -r>.riesco hanno fluite di immettere che si fcràt fava <Y< vendita di zucchero. L'imputato ignora se «1 trattasse precisamepitn di zucchero o di vetri Presidente: — Il P M osserva eh? te vendite fatte dagli impiegati prn.no màschera-te come voiid.it.il di verri pan anehe (pipile rp-e ''atte al comin Roste, ordiniti» da lei presi, dente, orano elencate come vendita ili vetri. Che i due iunvc'ali pasticciassero le loro vendile è presumibile: mj che pasticciassero anche quelle ordinate ria tei non comprendo.,. — GI» inMiiogatl avranno creduto opportuno di mascherare quello vendite. — Ma perchè ' - mascherare »?! Quali ti. mori?! Allora ci spieghi l'affare Bosio. L'affare Bosio L'imputato dice: —- Dopo un mese da che l'aw. Ubezzi mi aveva annunciato l'aumentato contingentamento della « Idros » mi raccontò che lo stesso assessore Roste si trovava in imbarazzi per la mancata consegna ili niccherò necessario itila sita Industria e mi chiese se non avessi pouto prestargli due o ire quinta! di tale derrata. Allora per telefono diedi ordine di mandargliene due quintali. I! comm. Bosio mi ringraziò assicurandomi che me li avrebbe restituiti. Poco dopo, rivedendomi. mi desse: — Senta, cav. Derossi, dati gli irregolari cont'ngeaitementi dà parte del Governo non so se e quando pof.iA restituir'e i •lue quintali di zucchero prestatomi; in oe-nl niiOdo, porche non voglio debiti 1? manierò l'equivalènte in danaro. E mi inandò Infatti X»7 lire. Più fardi ripetei l'invio di altri due ••mintali che mi furano pure pagati naturai ■pente a prezzo di calmiere. L'imputato, a domanda dfchiara che col Cerruy, direttore della Società «bhe in passato qualche aspra divergenza Tanto 11 Cerruti che il Tedesco commettevano arbitrii I quajli dimostravano un singolare modo di in¬ terpretare j[ funzionamento dell'azienda ed, esercitavano una specie di ostruzionismo con-; tro la volontà del presidente. " E aggiunge: — lo rimproverai, appena fui avvertito del sequestro, Cerruti e Tedesco di avere venduto lo zucchero e sopratutto d'avere dichiarato che avevano avuto ordini da me. Mi risposero ambedue che, di fronte alla minaccia di essere arrestati per furto, avevano dichluirat.0 d'avere ricevuto ordini dal presidente della « Idros ». Avv. Maccari: — SI. ed io stesso seppi di questi timori da Cerruti e Tedesco. Aw, Gi natta: — Cerniti lo difendo io. Avv. Maccari : — Poco importa'. Cerruti e Tedesco credevano in sostanza di essere arrestati per furto. Il direttore della Idros Cerniti Alessandro dichiara cho ii conta: bile Prandoni gli riferi che il cav. Derossi si era mostrato propenso a vendere lo zucchero a L. 800 il quintale. —- Io allora — aggiunge — mandai a chiamare il piazzista Montel, il quale ci aveva già venduto avena ed altro, e gli manifestai l'intendimento deha Società « Idros » di vendete 14 o 15 quintali di zucchero che, data la stagione morta, erano esuberanti GU dissi che la Società intendeva venderlo a L. SUO il quintale. Montel annui e, dietro consegna dello zucchero, mi diede 800 lire, che passai al cassiere. Poco dopo si ripresntava il Montel dichiarandomi di declinare ogni ulteriore incarico di vendita, perchè sulla piazza c'erano molte offerte e la cifra richiesta sembrava rilevante. In dicembre il Pràndoni mi riferi nuovamente che il cav. Derossi era sempre propenso a rivendere altro zucchero. Chiamai nuovamente li Montel rilasciandogli lo zucchero con un calo, a 750 lire ili quintale. Le somme percepite erano dal Montel consegnate al cassiere. Il Montei corno provvigione comune lasciava 30 lire a ma, 30 mi Tedesco. 30 per sé e 10 lire come spesa di porto per ogni quintale di merce venduta. . „„ L'imputato dichiara d'Ignorare a che prezzo il Montel rivendesse lo zucchero. Presidente: — E' un uomo intelligente il M2?E' un mediatore (Ilarità). Del resto ebbi pochi rapporti con lui. — Il suo presidente cav. Derossi, ha detto di non averle dato mai alcun ordine. — Ed io dico che me l'ha dato. -- Ha qualche prova ? ' _ — Gli ordini mi vennero dal contabile Prandoni Dirà lui la verità. Alte consegne dello zucchero fu presente lo stesso Prandoni. — Le facevano di giorno? — Quando venivano le ordinazioni. — Ma quando venivano? — Verso le 5 di sera. — Nessun facchino addetto alla «Idros» aiutava nel carico? — Nessuno. Il i ¬ Il cassiere Tedesco Domenico era dal maggio 1918 cassiere della. Società. Ammette d'avere cooperato col Cerruti alle note vendite di zucchero. — Cerniti — dice. — mi esternò il proposito del presidente di vendere l'eccedenza dello zucchero ed allora, d'accordo, fu incaricate 11 Montel della bisogna. Dono la prima vend.ta il Montel rifiutò di occuparsi delle pratiche adducendo che colla pretesa di ano lire aveva poco margine di guadaimo. La cifra fu allora diminuita. Fu anzi il Cerruti che mi dioMnro che tale vendita a 750 lire, era stata autorizzata dal cav. Derossi a mezzo Prandoni. Il quale, davanti ai miei dubbi, mi confermo l'ordine. — L'imputato aggiunge che lo stesso Prandoni gli suore-eri di segnare a recistro gli introiti sotto l'indicazione « vendite, vétri ». — Montel portava 750 lire per quintale? — No. S50 lire. Cento rimanevano a noi tre. — Prandoni sapeva di questa provvigione? — Lo sapeva, tanto che un terzo lo prendeva anche lui. — Come? In che cifra? — Io e Cerruti gli davamo 20 lire. Trenta le teneva Montel e 10 erano pel facchino. Che cosa ha scemato il giorno 8 gennaio spi redelro cassa ? Ricorda d'avere segnato L. 3000 ner vendita vetri, cioè per vendita di quattro milntoll di zucchero? — Precisamente. -T19 mattino non trovò più il registro di cassa ? — pi, ii m 1n cui non trovai ohi U-registro, perchè il 9 fui trattenuto in Questura. ._ r.e risulta che fu portato via il foglio coll'annotazione da lei fatta? — Sì. Ma non so chi sia «tato. — Come spiega ohe le annotazioni del 9 furono fotte su un fosrlio a parte? — Pereti?- !1 registro era snari'o. L'imputato spicca che ricevette !.. 750 dal to-iindoni come prezzo rl'o ermi sto dello zucchero ceduto una prima volta al comm. Roste e clip seniore su sncra-erimpnto del Prandoni. ennò a registro la consueta dicitura « vendita ■etri ». — Lei. che conosce il Montel, sa dire se sia inteP'Tonte ? — Non so. n«« so. Montel sorride di cuore. Un n'l377Ìs!a E adesso 6 appunto la volta del piazzista Montel. che s'avanza lentamente sulte pedana. È' un vecchio con una faccia barbuta » veste poveramente. L'aw. Goria-Cìnttl chiede che il Montel venera escusso con Vn'ssMen^n e con la presenza del ner'tn prof. Tirelli, debitamente citato e n^n comparso. La terree crii consente questa deduzione; il non ammetterla snrehhi» una ev'd»nte violazione dette lerrrre stessa TI prosi don te propone «l'ora ili passare all'i'iterrnsrntorin rterli nitri imputati: ma l'aw. Enizzo d! Genova reclsnmppte si oppone. F. U Trinimele sull'accordo delle parti rinvia allora il processo all'ndtenza. di dò; mini olio ore 13, ner dar modo al ponto di intervenire. L'aula sfolla lentapiente. Nei corridoi rir cola una folla di curiosi, tra onesti molti avvoca'! che protestano per il divieto prcsirtenzinte che vieta l'accesso all'aule dì tutti ^ estranei al d'ri">1t;mentò anche se si tratti di pente del Foro. Le trnirdte e 1 psraWnteri pròcprtopo rteorosimontp e sollecitamente :Mo se'omÌ*rn '!.-■' corridoi prima e poi 'tei cortile, rtenrcdtente di fitte cnrinsii nvirte Mie i- snptte da finniche ora. na7,entenien!.p ,er assistere all'uscita dprrin toinu'ati Qual'i da::.imti escono ammanpttati tra un nucoto di carabinieri e la folla abbandona il palttzzo ten- TTna lettera del si<r. Pfrr'rin 11 «icrnor OluséTìpc Be.rrino. -vo pa daniin- Ita tn al Oroottrn'r»r.a .-fai ra^ Vr»vVOcato ''nvaii.are Ubezzi par j «no1 r»priori".! colla Ditta 7ancana.ro el manda misste intera a proposito di ouplla riprodotta l'altro ptorno. La pnbbllehiamo, sémpire iti omr>«ir'o alla imparparztellta : Efjreoio stanor Direttore. « Permette che io le osservi che ila critica fatta alla mia lettera % aprile 1917 indirizzata ad una Casa fabbricante di pasta a Terre Annunziata, ed apparsa su quoste pregiato giornale del 23 corrente ha teeRippato 'n varie Inesattezze. Innanzi tutto in entrai al l.o aprile 1M7, ex uovo, oliate ir-pet'ore dell'Ente autonomo v non coprii mai l'importante ui'flcio di maflazzinier". 'n secondo luogo, per le condizioni convenute v-erbaiment?. «>d osservate nei mie' rapporti d.iiH'Fnte mi ero riservato di contlnunre in narte. !] mio lavoro di rappresentanza. 11 delicato addebito, pertanto non ha alcun forvdapapnto. anzi H'prite aveva posVhili vantaprjtl daH'opora m'ia come potrò dimostrar''1 trionf.itniante a dr di racrirmo. Pop Si P*tmol"*r!da errrafriia ?Ij|FP9r direttore, perai attacco a ut nate potiì»-p di i^a. n Stai.a contro tiltil '. mi! l'1"' pena '^dUOte elle afhVlàtò all'indaffiné, alla oosclppza ed alia C'iisii7ia rlriia .-.^n-rr^srìrii'a i*'|peh'P5ta e d*l marfsirr'e la ■•-et', ..-r.,-». consacrata. • 1^ ringrazio e ia o^^aqi.jr). Dev.mo G usèppe Benino I Telèfoni rn.w • ptìmp.» > psbta.ho i ndhoi Direzioni • U-S6. 11-13 Redazioni - 6àa*lL SCGDEN1U hk CXOtUC* (iNTiauIMLlUU}.