Le dichiarazioni di Cavallini e della Pozzoli contestate da Brunicardi

Le dichiarazioni di Cavallini e della Pozzoli contestate da Brunicardi Le dichiarazioni di Cavallini e della Pozzoli contestate da Brunicardi Roma. 24, notte. L'udienza di og.ci, che si apre alle 9.45, è ancora dedicata alle contestazioni di Brtinic-ardi. Questi conferma che cavallini lo prego di interessarsi presso il Uoverno italiano per conoscere a quali condizioni il Kedivè avrebbe potuto trasferirsi ila Costantinopoli .•il nostro paese, ma non ricorda se la preghiera gli fu fatta prima o dopo il viaggio iti Cavallini a Costantinopoli, il P. M. rileva a ernesto proposito che la destituzione del Kediyè avvenne quando Cavallini era in vias- ciuna proposta di fornitura di carbone fattagli da Uolo. S«> * lilOrn0 da Lostant nopolt. Altre cleluci dazioni vengono date da Brunicardi su di uns Poiclie il President* ammonisce Brunicardi perchè questi parla colla sua voce lenta e fioca, ma insistente, anche quando il Presidente dotta le sue dichiarazioni a verbale, Iti Frida guarda .ite Riccardi e sorride maliziosa m "ite. Esaurii;! la lel-l-ur.i del verbale l'avvocato Pavone chiede che Brunicardi esibisca il telegramma col quale Cavallini lo pregava di ricordare ari Angelo (senatore Anneratone) l'appuntamento la Torino. Brunicardi : — E' strano che mi si domandi adesso l'esibizione di tale telegramma. Avrebbe potuto domandarmela CavalTinì nei confronti avvenuti in istruttoria. Avv. .Pavone: — Negli ink-rrogntori Brunicardi parie- invece, di un telegramma inviato da Cavallini ad Anneratone. Br.in.ir.iTdi: — Cavallini aveva Inviato il telegramma ad Anneratone e, por maggior Ri enrezza. mandò il telegramma In questione a me. premurinoli di ricordare ad Annaratono l'impegno preso, R_„„. ^„___,_,_,„ . Brunicardi contesto io affermazioni deJla Ricci Presidente; — Si trovano negli atti tele grammi che dimostrano cito la sua corrispon denza con Hoio durava anche dopo la nostra dichiarazione di guerra. Come spiega ciò? iBruriicardi: — Questi telegrammi sono, 6 vero, diretti a me, ma ad essi non ho mai risposto. Il primo di tali telegrammi n'ffuàr ,-!.? una proposta di forniture di calzature per l'esercito francese, rito avrebbe dovuto fare, a comnl, nardo Ferraris, Presidente: — Col Ferraris ha mai avuto discorsi su questo affare ? Brunicardi :— Sì, ma sempre evasivamente ^ìa, riferendogli il contenuto della corri Brunicardi- — Il te'errarmi™ non fn crrtttr, ,1 r"" rm: ' ,Vi^ainm,a "°.n1 ^mm'^ ,.n wro ablisa m Ctcsqd ^ìa, riferendogli il contenuto della conisponde.nza di Polo Presidente ; - F.s-st? negli atti un tétetfam. (} ^?u lonimo di Jnghen da le] sot.r0si ritto. '«MU-n, Chi, a suo avviso, potè com- Pi'psì dènte : pierc ciò lirtipic.-iroi : — To non sapevo chi era ernesto «Vinci». Oan'Him, toveoe lo sapeva, e M-peva anche, per aversrlicrie io parlalo dell-i facocnda cui si r'f.--nv tale (•el^cramma. P»o«.'rt.->pt,.: _ .ci lagnato con lei il Martini delle insistenze e ri-n.-- premure che presso di Im faceva la marchesa H:cci prima c dopo 1?. dichiarazione di puirm; Brunicardi: — Si lagnò con me per la faccenda della fotografia o poi, dopo l'arresto di Cavallini, mi parlò sposso dei diversi discorsi che con luì aveva tenuti la marchesa Ricci, ia quale sii aveva fallo proposto di giornali i! eli altre imprese. Presidente: — Nel suo interrogatorio scritto olla parla di premure che Martini avrebbe uvutii Insistenti c vivaci, prima e dopo la dichiarazione dolla guerra, da parte della Ricci, la quale, tra l'aUro, gii avrebbe parlato di milioni disponibili. Dopo la lettura di una parte dei suoi interrogalori scritti, Brunicardi si trova alquanto sconci nato; ma pni limsce per confermare quanti e consacrato nella sua deposizione scruta. Ma questo non appaga l'avv. Manes, difensore della Ricci, ed allora 11 Brunicardi chiarisce, dicendo che l'affare dei g ornali lo afferma oggi, dopo avere appreso in deposi z)onc resa nel perj0do istruttorio clallonoré vole Mar-ini Presidente': - Quando comincio l'on. Mar «ini a parlare a lei di queste cose? Brunicardi: - Quando sorsero le "polemiche sui giornali. Presidenti': — L'on. Martini le di=se che gli era stata offerta la direzione di uri giornale prima o dopo la nostra dichiarazione d< guerra? j Brunicardi : — L'on. Martini non mi parlò mai di giornali. Prima della Riterrà l'on Martini mi disse: «lo voglio riavere il mio ri• tratto ad ogni costo. Insomma, questa gente I voleva la pace e mi ò venuta a seccare anche i a Napoli; ma io l'ho messa alla porla «. L'o1norevole Martini aveva aggiunto che sii ave- vano parlato anche di milioni che avrebbero dovuto servire ad impedire la dichiarazione idi guerra. Mi disse pure che gli avevano par- lHto (le"il fondazione di un giornale che a vrebbe do\-uto aiutare a « sostenere la ba¬ racca Avv- "OmnaMl: — 1 milioni avrebbero do V1"n servire a Martini? Brunicardi : — No, In escludo. Avrebbero dovuto servire alla propaganda per'il mante nimento della neutralità italiana L'avvocato militare chiede ed ottiene che v'-nrn letta quella parte degli interrogatori di Brunicardi che si riferisce a questa circo- stanzi». Brunicardi conferma le sue deposi zioni. Edi si riserva di elvarire questo punto quando verrà a deor^rre l'on Martini Lo p-oplno kodlviaii a Brunioardi Presidente: — Chi fece fare la conoscenza ut Annaratono con Belo? Brunicardi: — Questo e. per me un mistero, fo credevo che fosse stato il Cavallini, il quale !però lo ha negato. Ho letto poi sui giornali che il presentatore sarebbe stato l'aw. Pompeo ! Nuccio. Presidente: - fn un.documento redatto da ! Cavallini si parla di un = eminente parlamentare » che Cavallini disse essere lei. Brunicardi: — Non è possibile che lo sia chiamato c eminente parlamentare ». (La Blcci sorrido a quest'affermazione). La mia azione, quale deputato, non può farmi giudicare come ■ eminente'». D'altra parto l'« eminente parlamentare a di cui parla Cavallini in quel documento avrebbe avuto un colloquio col Kedivè a proposito della spedizione dei Dardanelli. Orbeno io non ho mai tenuto col Kedivc discorsi su questo argomento. Presidente: — E chi sarebbe, secondo lei, 1' ■ eminente parlamentare »7 Brunicardi: — Non potrei dirlo con precisione. Presidente: — Espresse il Kedivè il desiderio di vedere Von. Martini per presentargli un documento sulla questione del Senusso? Brunicardi: — Questo mi consta, ma non fui io a. manifestare questo'desiderio all'onorevole Martini; né lo parlai mai di ciò. Pres. : — Nel suo interrogatorio dice che non é vero che gi'.l furono pagato diecimila ì're da Cavallini come compenso por le spese dei viaggi in Isvizzera. Brunicardi: — Ebbi 7500 lire da Cavallini rome somma a me spettante per il ricupero di due rimorchiatori fatto a vantaggio del Kedivè. Presidente.: — Ora lei modifica le sue affermazioni precedenti. Brunicardi: — Mi paro che invece di TóOO lire abbia avuto soltanto cinquemila lire come medlaz' ~ AW ppcazione spettanteml per tale operazione. ; d...ir. Pavone: — In conclusione l'imputato modifica o conferma quanto ha dichiarato di- enanzl al giudice istruttore'? BpeiepacQcdBrunicardi: — Ho preso questo denaro in acconto di tutto quello che dovevo avere da Cavallini, il quale, consegnandomi la somma, ini disse: — Non ho potuto avere altro dal Kedivè. Presidente: — Riconosce per suo il telegramma che riguarda l'affare dei buoi? Bruni cardi: — Cavallini mi avverti che l'ai» fare dei buoi sarebbe stato rovinoso per il nostro paese. Egli aveva saputo dell'affare dal Kedivè e me ne parlò perché méttessi sull'avviso il Governo. Ricevetti il telegramma che è di Cavallini; ma a Roma hi <-os-i era gin risaputa, pardo comprèsi che al Ministero della Guerra, l'affare non sarebbe stato accettato. La mediazione de Taf/are doveva servire a finanziare 11 giornale di Naldi. Cnii'aux •ji- • i -fi'o (Sa Eruricartii Presidente: — Ricevette da Losanna un telegramma da Simont col quale si proponeva un affare simile, a scartamento ridotto? Brunicardi: — SI, il telegramma era del Cavallini c l'affare doveva essere finanziato da quel Bauer che era capo della Banca Périer. 11 Ban3r si wù in itala. Delia presenza di costui in Italia avvisai tanto l'on. Celesta quanto il comm. Vigliant. Presidente: — Lei sa di una lettera scrittalidai Cavallini alla Pozzoli, poco prima che l «CB.tlLa.ux andassero a Napoli In essa si diceva' che bisognava fare in modo che lei non aitila-se da. sod con Cail'.aux. Brunicard'- : — Ciò torna a mio elogio. E' segno che Cavallini diffidava di me, e ciò prova clic il mio programma -era ben diverso da quello di Cavallini. Presidente: — Perchè, a suo parerò, i Caillaux vennero In Italia? Brunicardi: — 11 mio primo convincimento fu che C.aillaux fosse venuto in Italia per a-l vero notizie sulla situazione. Io pensavo, dopo! i". colloquio tre. l'on. Marllni a Caillaux, che questi stesse facendo un gesto tale da togliergli di dosso la fama ulte aveva. Poi moditleai il mio convincimento nel senso che csprpssi Ieri, e conformemento. a quanto ho dichiarato in istruttoria. Avv. Pavone: — Quando ella ha scritto a Franklin Bouillon? Brunicardi: — Nel gennaio, dopo la venuta di CaillHux. Mi dolsi con lui sinceramente per avere appreso che nei corridoi di Palazzo Borbone si dicesse che io ero neutralista. Aggiunsi che Caillaux aveva tenuto in Italia discorsi patriottici. Vi sono poi lettere Inviatemi da Caillaux dafle quali risultava chiaro che egli aveva delle idee interventiste. Presidente: — L'idea del giornale francoitaliano la suggerì .lei a Cavallini? Brunicardi : — Fu all'epoca del Ministero Briand. Non ricordo con precisione se fui io I prima a parlarne a Cavallini. Può darsi che sia cosi. Presidente : — 'Nella sua famosa lettera del 31 dicembre a Cavallini, per il colloquio slumaio tra Caiìlaux o •Salandra, ella dice che tutto andava bene... 'Come spiega ciò con la affermata ignoranza dei propositi di Caillaux? Brunicardi : — Io avevo precisamente il proposito di avvicinare Caillaux agli interventisti. A domanda del presidente se egli ritenesse Caillans per neutralista. Brunicardi narra come il parlamentare francese fosse ritenuto neutralista, c che, appunto per ciò, egli voleva fare in modo di essere creduto interventista. ■ Anzi, dice l'imputato. Caillaux fece discorsi patriottici nei riguardi dell'Intesa. L'imputato afferma di avere sospettato che il Kedivc potesse essere un agente tedesco quando gli vide nelle mani il trattato B'ilowBollati, chedoveva rimanere segreto. Esli, in seguito a questi sospetti, troncò ogni relazione col Kedivè e con quanti con questi avevano a che fare. Brunicardi. a mezzo di Marfini, fece pervenire copia del trattato alFonore-vole Sonnino. E'aw. Pavone invita l'on. Brunicardi a spiccare come nacquero i suoi sospetti sulla germanofllla del Kedivè. e Brunicardi dice di credere che il Kedivè. quando si vide respinto dairirintiilterra, si gettasse nello braccia della Germania. A domanda del presidente. IMmoutato risponde che manifestò a Cavallini le impressioni che aveva avuto datta lettura di quel documento, e che Cavallini er.r(;f, di rassicurarlo, sostenendo che il Kedivc operava nell'interesse dell'Italia. Dono di ciò. l'udienza ò tolta e rinviata a domani