L'interrogatorio di Brunicardi

L'interrogatorio di Brunicardi L'interrogatorio di Brunicardi suoi dissensi col Cavallini Ruma, 13. sera, Scarso pubblico noi pretorio. Prima d'iniziar© la continuazione delle contestazioni a Cavallini, si ha un severo monito eie: Presi, dento agli avvocai!. No dà occasione un ini . ruzionc dell'avv. Boxino nuovo difensore del Cavallini, il quale, riferendosi ad un ■ ••, • sentante della giustizia mi li lare tranci ,. quale assiale a, dibattimene) fin dal pruni giorno, disse: oli Tribunale può sollecitare dalla Francia l'invio dei documenti che Decorrano per II tramite di quel -.. ni .. Slamane il Presidente, colonnello Uandini, rile. rendo?.! a quel'.e parole, sènza citai e • voeo alta o scandendo le parole: e Sono vcimto a. conoscenza che duranti l'ultima ud n /,a, da qualche avvocato sarebbero •!:»!:• utiliziate alcune fra.-i poco deferenti e • co rispettose- verso il Tribunale. Io non r eolie quelle frasi; ma se è vero i he i no pronunziato, debbo riaffermare che il Tribunale e estraneo ad ogni influenza e clic » quésto processo assisto persona straniera per trarre da-lo svolgimento de! ti ha timi elementi di giustizia; non si può negare che anche i rappresentanti della giustizia italia presenziarono a.dibattimenti ..li- si svols i altri Slati al solo ed unico scopo dt tran per l'amministrazioni di loro Tribuerva di Itti ilei, en tanto elementi coscienziosi della giustizia ». L'avv. Vaìro dichiara che nessuna pronunziò mai frasi offensive verso il naie, ma che il Collegio di difesa si r's discutere, in sede opportuna, la legi ; t )w presenza al dibattimento de] raj pies della giustizia militare francese. [ le colibrì ret- ll'A'ida perchè lardi io Bolo raggiravo il Kodtwó? L'incidente si chiude e .:i riprendono lestaztoni a Cavallini Egli dice1 0 liticare un particolare ed è quesi • i)on fu presentato a Zurigo a I ; vi Sadik vi si oppose. Lo presentai i iu slesso a Vienna: Presidente : — Ed Erberger da chi fi: pre senta to? Cavallini: — Da Sadlh Debbo far.- ora constatazione: Fra i miei documenti ■ vaio un rapporto dell'Addetto mi! se a Berlino Da questo docuineni il Kedivé fu giuncato da Bi lo. X. stesso è detto che il Kedivfc <■ lui agente tedesco, ed e fatta parola i da Bolo sottoposti al Kedivè per • giornali francesi Da questo locui serva l'imputato, risulterebbe Che avrebbe saputo fare il doppio gioco zionare da tratto d'unione fra le Po Imperi centrali e qualche Stato dell'Intesa per la conclusione della paco. Vi si dice • che si voleva costituire una Banca per lare ■ risi una troi i-ancella che 'altri i pr equi! ipriti li;-. i che igea i ! to di pine "acquisto di alcuni giornali 1 quali ovr«! '. ere dovuto compiere una campagna a favore d Kedivé. Del progetto sarebbe stato a conoscenza- anche il Papa. Presidente (interrompendo): — Ui cosa po: ondò a monte perchè non si raggiunse l accordo sulla somma di denaro. Cavallini: -- No, no, signor presidente; non fu per ;' ''.maro. Presidente: — Bicordi bene questa c reo- ^Cavallini- — Il KedvS non volle avere pm rapporti con Polo e restituì anche il denaro incassato quando ebbe ;> dubbio che Bolo potesse essere un emissario tedesco. prPCM„„t0. — Ma lei non risponde alla mia domanda. . „ Interviene a questo punto 1 avv. Pinone, difensore di Cavallini, il quale dice: -- Ma allora deve diro che il Kedivè era un agente tedesco? Presidente (con vivacità); — Ella, aw ce -•. deve stare zitto, non deve inlwTòmperc: se vuol parlare deve chiedere la parola a me. Oui comando io solamente e non posso tollerare che mi si manchi di riguardo* '.-'.' una mancanza di riguardo questa. Tolgo l'udienza pc pochi minuti. E cosi dicendo II preside-ile abbahdi na suo posto seguito dai giudici. Cavallini si some c ■>■■■ la Durante la sospensione dell'udienza si apprende che l'Imputato Pini Ita invialo al Pr siderite una lettera In essa è detto: » IliustrisSimo signor Presidente, Disgraziatann ute .. condizioni' attuali della mia salute non mi permettono di assistere alle udienze La mia malattia; essendosi acutizzata, mi impedisce di star .seduto e mi obbligherebbe ad, ... . mar. mi dall'aula ogni cinque o sei minuti. . - lIc stato di cose, credo di note:- sopperiti ai interrogatorio personale con la seguente dichiarazione che sottometto alla ? V IH. rita. Ciò che debbo dire a mio discai ; , ut riassumere in poche" paròle. Dal!-: divei • • mande fattemi dall'Ufficio di ini istigazione dal Giudice istruttore, ed alle qua i risposi iisaurientemente, risulta che esse mi y noe rivolte come ad un testimone e non e ma un imputato; così pure dallo svolgimento del. l'attuale processo nulla si rileva a mio i Còsa feci di illegale, o meglio di coli: - 1 Perché non lo so bene ti: preciso. E' foi un delitto l'aver io frequentato il mio amico e collega Cavallini, quando esso è ritornato n BoiriaT Cavallini, clic ho sempre risto .e re correttamente in ogni sua cosa e eh s»mpre mosiràto- fervente patriota?.. Si poco avessi dovuto dubitare dei sui monti, aion avrei certamente esitato ad a limarmene In quanto poi alle impili : v fattomi di tradimento, la cosa e .ante, strana ed inconcepibile che (mi permetta Pespres: ofarebbe ridere i moltissimi ci d a il iscon i rita, una quattordici nwsi -i deterioraménto del. ì positivo trito disidénnizzeia di tutti' jcito dalia ^l'einui la rita ei'istizia per pubblica opinione ne * fendo tutta la mia il imo attaccamento alla p e .doloroso ò che io, inno tarda età, sto subendo da carcere cellulare con grave la mia posizione morale c sesto economico. Chi ini li questi guai? Con ansia ;:si dei giudici clic mi sia resa motorini, reintegrare nella . presso la quale mi veggo depr pei \e Bere stato sottomesso a giudizio. Grad lustrissimo signor Presidi a, '• -!•: si «• miei sentimenti di cons.ni :-..'." : to Dov.mo Diuì. ex deputato ul Parlali Ripresa l'udienza, proseguono le contestalioni a Cavallini. Presidente: - Mi dica in modo categorico perchè li Kedivè ha troncato i rapporti con Cavallini: — Perchè lo. avevo avvisati elicsi comprometteva. Presidente: — Ma per lei, Bolo era un agente tedesco? Cavallini: — Per me era quello che era•Pi-jBsidente: — Mirici nell'agosto disse Bolo era un agente '. ... Cavallini: — P'sc rln '•• o voi va lavorare hi si-uso non favorevole tilla Prancia u-n una Potenza ih guerra con . ssa. Presidente: -■ Lei disse <v Bolo e '.-il -furono allontanati • K • per la simpatia •ho avevano per la Oi ri i . \ questo punto Cavallini dichiara di non sentirsi bene e di uon essere in grado di iroseguire ora, per quanti si 0 eh e sempre jnmto a rispondere al mai thi ,ia:io rivolte. Il prcside.n1 > i insente 'lì •Iposare e dichiara d rr all'interrp■atorio di un altro Imput; io. Presidente: — Venga l'ou. Brimicardi. Porla L'risnicarii L'ex-deputato Brimicardi prcnd tuiizi al giudici e comincia con voce basstsima- — Premetto due rettifichi ed una hiarazibne. Cavallini, nel compiere u fi in isò >rc.gi'unmia giornalistico, --n mio siu:»rc, ice il mio nome u proposilo di un c he avrei dato di mia iniziati vii iornale. anglofilo. Diro In quali etre elli itile consiglio. Se poi Cavi credi ! aiortuno fare un vasto pregi na il miesta idea, è cosa clic non n noi falso che lo : bbiq r . vtìtrj olitiei per Londra, mentre sempr sr kffaS professionali. L'altra • a- Cavell ni dice, chi trattativi c'hiltcrra Si protrae ero fino a! G Io dimostrerò che 11 mio ini . -•> fu limitato al trimestre I. ■ ••i.'mbre Wir» e ciò sulle scorta del : l'aita idei taccuino Cavallini e il -, - dichiarazioni al gin lice istrutti ,v • libi Cavallini alla Camera, circa Brentani ; .-"e e'mi occupai poi per fargli otten te '• fui\ fn seguito alla condanna :'-r falli 'Cnt' .;.iia Ban<:a I.omeliina Xatnralmeiite"' ■':: rappwrf. diventarono da quel giornoIti ;!)•• '• d,, -ed csi. -'elo;! e'!: l'itii'llt'l i. I"i àccaslone 0 v«c> vi li spi ' ■ 1« poKi^.oii-. ■ , ^giurie », politico che egli, coi »>, -,^Bicoi, pàsuaeya. Allo ttw guerra, essendo venuto In Italia, rividi la COp- •• -.•:••> .«i con essa gli antichi buoni i.w[. .ti. Ebbi sempre piena fiducia in lui. I pi ti so ietti a suo riguardo nacquero soltento quando nell'autunno 1917 scoppiò la in la polemica sui giornali, e. per appurare i ad un confronto con Moretti . Lodi, lo stesso alimentai a tale scopo la poli n cu sul Fronte Interno. Quando poi vennero le rivelazioni di Sottoluna, dalle quali appariva che Cavallini aveva portato somme irigentissim.c -il provenienza sospetta a Bolo, ne ebbi una gravissima impressione, tanto du formulerò sopra di lui dei severi giudizi che sono iti alti. Suro felice se egli dimostrerà il mio orrore e la sua innocenza. Tengo a dichiarare clic neU'emetlére tali giudizi non fui mosso uè da rancori per l'affare Kòértìng, del e cui fasi sapevo già prima di essere arrestato come provano le tre lettere CoitaItumusiiio, nà da pretesa suggestione del giudice Di: l-'uborlis Mentre Bruhiéarili continua con voce monotona -.1 suo interrogatorio. Cavallini, ilio era stato Imma atleutamerite ad ascoltare, si pie-a sul Unno , nascondo il viso Irà le mani, i-o l. ccl che ::i e vicina parla cOncitatainen. te- ite Rlccaidi si mette a fare dei segui, rosso 11 vo. '\0, 'fer richiamare l'attenzione del Prette, li Presidente infatti si accorge della e du ordine che l'imputato Cavallini a portato fu irl dell'aula. Ma Cavallini. Ima incile si solleva. Ta cenno di potere iiuiaticrQ: sembra abbia avuto solt.-rnlo una breve i-risj di pianto Un avvocato gli dà dell acqua da bere e pare che egli si rimetta alquanto il Presidente invita allora Brunicafdi a continuare. «I e'eqramma di forcherà E Bninic.ii'di cosi continua nolo nel 1012; non feci mal affari con lui, ne con lui ebbi la più piccola Intimità. Solo ai de venj; . he" ! primi del 1915 propose la eos ricostruzione < un Sindacato ; perà italiana tergiversazioni essere una un véndilo due affali. gli tu/.i Hi ii a 'mezzo di Cavallini, ini me di una società per la igio con In formazione di per fornire la mano d'o. iconueii. Riuscii ma egli ohi ed incertezze mi persona poco scria né 0 di fumo Fu per qu di me di a furia dj convinse di .-li affa ri od ■sto che dei ture, da lui il do al coni." Pòrro, se fièro ai lolegramnÌLd notizie Fu anche pei Ittiche dio quando, presi da Cava " pei- eohc'udere nula buoi Col ia cosa till'otl. contratto. A questo punto gl'anima clic ai pr: | riccvetln da VMiv Bolo perone li nicard*. .Tale teiei spedirlo a Brilli'ci era ignaro dell'aff copia ed u comin provò il stfo coii.v granimi! non fu ì — E' notevole il di — che i! Cà\ istriittórc a rigi abbia scrino: » che non può trattat SCIIO C01115-'! 'e Cil clic era designalo n dottorò. Puyì-.m ir; gromma ( he Soltòli a me.' che porcili' ialini, e un limitai a Lo Savio eti il seconpiù nemmeno rispondi clic n.e chiedevano ■sto e per ragioni po- luglio successivo, ap-ji." -invio clic egli stava famoso contratto di soo Governo ituillaaò io denuncia! Salandra e mandai a morite il iri llrimii ardi :p mi ili maggio i'Ji: hé.l'e, nomò di ! Qttolana |'o spedii ramina Sottolana idi !•• -It) alimi ::;.-iit. )i bbc tlel teleS ilio ana :u ci a del =e a Bruitoti voile perchè pensò che costui e si luniió ii prenderne la a Cava lini, che npE' provato che il iole, inedito a Bninicardi. ù — prosegue Hnm'cnrcon lem ra al Giudice io questo telegramma, insla '.io neiì'a'fferniarc di Brutiicàrdi; còhiè poi ■.■li non conobbe Sà.tì'h e ' grainma col nome iti ci ■: Bvnntcurdi ». cavallini inoltre in un suo 'ntcrrogatorio aggiungeva: «11 Sottolnna .-lice cosa esaltò ma erra nel dettaglio che il -destinatàrio lesse Bruni citili I Infatti il telegram¬ ma era irrotto Il rifiuto di Se (lite a me e rii insisto sui mie anterióri alia pc-ehè il cav. v'' lineilo lira! i documenti d« i!' cardi cardi al pi-c sni ime a me, tanto vero che ooiio ttolaua. i' telegramma fu specillo di averlo ricevuto •'. Non rappot'l] con Bolo, sia perchè nostra entrata in guerra, sia Alóis.1, nella sua leluziona al icàcciò. avendo sott'occhi tutti processo ebbe a dare il suo u'.io nei segueiiti termini: «La li Prilli'.and è completai nenie rapporto in esame non ne fa 1 telegramma di Bolo a Premium allo stèsso Primidegli atti, estranei o iii l enibiano- alio stato ente giudizio » Brun arrfs « il Kcdivó — Veniamo ora — continua Brunicanìi — a quella parte dell'accusa eli" riguarda le trattative doi Kedivè con l'Inghilterra. Sotto la dolorosa impressione» dell'orribile accusa: arrèslatò-, Itile! ino senza possibilità di controllo di documenti, ho sposto lo le tiais delle tratiimivc stesse ed errai siti 'numero dei miei viaggi in Isvizzera che furono non. tre..ma quattro. Coiiic- Ito -.:ià detto, con i miei passaporti alla mano, bòri il tacchino «Cavallini» ii con altri documenti in urti posso ora ri-co. strilli* con esattezza date ed avvenimenti, verso la ifue oi giugno 1915 il Cavai ini mi disse che l'ex-Kedlvè. dietro suo consiglio. aveva pensalo di iu'ofessioniiic-con ■ ■ss a. il ritrovai 'inora disponibi! sua proprietà; i Goverot? | ugie e, urlarmi due incarichi, l'uno ■reale, l'altro politico: — e l'accertamento della ! Il tu di don rimorchiatori d ii Mio riavAiòinatneuto al dal quale era sialo nel 1914 di accettare il primo i il, secondo, per la necessità Ridare il icrren/j presso -'a:u•e Sir Reniteli Róod. inflitti, dopo ne parlai a cosmi, ed egli mi rispose elio era già informate che il !."iì\.;- voleva dar una prova di amicizia all'high ìuvra o che- sa la sua proposta era neria. uon avrebbe avuta difficolta di sbttómet'.'•>.. .:' Governo inglese. Allora, giusta quanto si riieva né] taccuino Cavallini, i'8 iuglm an basciatore ingU qi'.-ilctii- giorno dai a Luceroa per in prima volta, vidi il Ke•i'vi- e gli parlai. Egli ini confermò le sue buone intenzioni o mi pregò di interessarmi ii quanto v i slava a cuore. Fui persuaso della suo. sincerità per tutto un insieme di ragion' che là stessa semenza di rinvio non; ha potino non t.ricre pi-esenti quando ha detto '•he il Kedivè in quel momento «forse» era s'ncero. Il 15 dello stesso luglio dopo avere parlato con l'ambasciatore a Poma, mi recai uuovamenie a Lucerna ove furono fissato le corul.izit :m liei seguenti termini: l.o Partenza immediata del KedlVù per Londra; 2.o aito di sottomissione «1 nuovo Kedivè; 3.0 svincolo del patrimonio privato dell'ex-Kedive; 4.o chiusurn di suo tiglio in un collegio nazionale inglese. Tornalo immotlialamento a Poma rilerti a Rennel Rood quesiò condizioni; egli mi l'assiemò di tra smetterle a Londra, l-'u perno e per comunicare il primo successo da me ottenuto che telegrafai in data 1S a Cavai ni per tlss-aro un appi! rita montò por il HI a To. lino. Giusta Pappini amento, trovai Cavallini ella Stazione di Torino; .';li comunicai che le :iv>;c:-!e erano partite per Londra, e ch<; l'amivi, datore consigliava che il Kedivè tenesse fruttali lo un conti . i riservato in Isvizzera el si mostrasse sincèr'é ariiico dèlVInghlJtcrr». Ai onesto punto i i : e r'cnrdàre che fin daliaprima visita a1. Kedivè Cavallini e Vaghen. che erano presenti e che soltanto all'ira eonobl'ii. mi raccomandarono di usare nella oorrisoi■■luìei'iza iì nome di Rodolfo per Reimcl Roòd c Mario pc Kedivè. S£ quii.di si volessero attribuirò o ma documenti epistolari in itili oltre ai due indicati si adoperassero altri numi convenzionali, io jiego assolutamente! he .-.---i ini cmaneii::He.. In anida.vo a Parigi per • ! .; affari, e avendomi Cavallini detto che •indie egli era C'ij diretto mi riservai ni dar.ii ic:i.-i"ii eliiafimenti lungo il viaggio. Ne : parlerò piti tardi. Ito c jitetniJticlie a to< dra c a StentaUitanto il Kedivè l'.iecv t premura per a Vere una risposta e desiderava ohe io pérs'òR8 [.mente gli contermàSBi la notizia di avo■. ii.!;.-' Rood trasniessó le sue proposte a Londra. Fu per occoritentarlo che foci li mìo I tua vini iMo a l-uceriin. ili ''aia ti agosto; noi tic risòlte JjI itilo imsfitporio; donde, uppei .i ;:•;■■ io e jiiulai" col KeilivS, ripartii (rn.ni ■'■ no ?np6. in te:, occasiono il mio coltdriiììc t'i j.-'ti lune--' il---rii altri ed fissò è ijnoilo di crii si occrrpu fi seiiténàa <ii rinvio. .Sì parìo dell'IngliHl-erra, delia spediaio<>.- t •.(.•-••••.» contro l'Egitto, dello trattative deli'itaiia col Setiusso, e non ili nitro ussoluiarnéute. Tornato a listini, l'ambasciatore ini comunicò la risposto neui:: •.-\<J«1 .Qòveriio Ir-.'-, olle ini affre '< ai a conKinib*re'a Cavalli!:; Il .ii'.c ufi to diwlatifs'nioJse .tanto in.- ! - • ■ ' " ■ per vedortn: •/ Parlarmi u volta. órrrendóEi aacl», (ti '. j.'iinui in< U »___::y). LÌXU ÌO Vi __h. .1 di Vita _J. altra«àio } sto, come dal mio passaporto. Egli, convinto da me dell'inutilità di ulteriori passi, mi propose allora che avessi patrocinato la sua causa presso, il Governo italiano, protestando di poter rendere nuovi ed importanti servizi e con la sua influenza sull'elemento arabo e con la consegna di documenti circa lo trattative col Scnusso. Risposi che potevo, per accontentarlo, andare insieme con Cavallini da Borsarelli. Al mio ritorno a. Homa, Borsarelll, informato da me e da Cavallini della fase precedente delle trattative col Governo inglese, ebbe subHo l'impressione che essi» avrebbero rappresentato un ostacolo all'ulteriore intervento del Governo italiano, ma promise, in ugni modo, di riferirne all'oli. Sonnino r farmi tenere una risposta. Esiste infatti un suo telegramma a me diretto a Salsomaggiore, nel settembre 1015. col quale si chiude il periodo della mia attività al riguardo. Se le trattative dopo tale epoca furono continuate, certo non lo furono da me. i; difatti, a seguilo dolile vive insistenze, di Cavallini, ai primi di gennaio 1010 gli telegrafai in modo evasivo. Onesto e. l'unico documento di quel periodo che si trova in atti c che mi rigunrdi. Presidente: — Siedile le trattative finirono nel gennaio 131G? Brimicardi: -- No, erano finite col telegramma Borsarelll del settembre. Aggiungcró e!ie della i osa non volli più occuparmi, nemmeno 'piando Cavallini mi consegnò Ut copia del trattato segreto italovgermaulco, per darmi una prova dell importanza dei servizi che ci poteva rendere il Fedivo, porche ebbi l'impressione che quel documento provava invece l'intimità dei rapporti di costui eoi Governo tedesco. Fu soltanto nell'estate 191(5 che iio risentito parlare di questo affare, perche dall'Ambasciata francese, e preci coniente dal colonnello Francois, mi si chiesero notizie di come si erano svolte le trattative coll'Inghiltetra e se fosse possibile riprenderle, io risposi tutto quello che sapevo, i rireorchioSeri det Kedivé nutn reiaz-iòn » Passo eia — dice Prunicardi -- a parlare dell'affare dei rimorchiatori. L'ex-Kedivè, come ho detto teneva molto al rintraccia mento di due rimorchiatori', che da tempo erano nari iti da Alessandria e non si sapeva piò dove Eossero siali sequestrati dall'Inghilterra e requisii dall'Italia. In uno di essi erano documenti circa i suoi grandi possessi in Egitto e le concessioni In Asia Minore. Io. dopo varie pratiche, riuscii ad accertare che ;i trovavano perfettamente liberi ne! porto rh Podi, del (die feci una mi- .•vertendo Cavallini di tolto ir! invitandolo nd inviare un rappresentante di ' Kedivè per la vendita Costui venne dli'aiti ii Poma: g]j confermai la mia relazione e partii con lui per Genova. 'Ma quivi etili, che nvevn raggiunto In senno, non si fece piò vedere da me IndignalisMmo di questo modo di procedere, prote«tal lelepraficamen'" presso Cnveilm1. e rinnovai tali rimo•"• ime quando; il n agosto pu-i. andai per la terza volta a Micron, Cavallini ini protrò 'li nmi parlarne .a! Kedivè: mi acquietò promet| londomi. con denaro nmnrio. un acconto sul ■ miei diritti, che Per il solo affare del rintraceiamentò noti potevano ammontare a meno idi mila lire. Egli! difntti. dopo pochi giorni or rimise due uh fonasi uno di lire BfiflO e l'altro di Pie .^SAO. eii,-> sono stali ritrovati e. •■•ouo alleciitl nell atti. Non ricordo poi se quesla somma fu completata .fino alle h> mila lire eott altri • pagamenti, come afferma Ca; vallini ». I Un ini eardi è stanco e l'udienza subisce una nuova • sospensione. Huovn vprnionc s».'P convenne di Torino Quando viene ripresa'. Bruniva ni i continua -- lu treno ini incontrai con Cavallini, che doveva recarsi anche ee;'i a Parigi, e mi si aocompognò nel viaggio". Appena, salimmo in treno si riprese il discorso sulle note trattat've l'i dissi ii. sperare nel buon esito, e come cosa assolutamente mia. gli espressi l'idea che ritenevo opportuno che il Kedivé compisse mi , di noii dubbia amicizia verso l'Inghilterra» per esempio un dono alla Croce possa. '"••• •'!• 0 ia creazione di un grande giornale anglofilo, l'i; m questa occasione che Cavallini ini dfsso che aveva avuta la stessa idea del giornale, ed accennò alla riunione di Tornei, il primo e maggiore dissenso tra me fi Cavalli-m è a proposito del convegno di Torino del quale io affermo ancora una volta eie- egli mi parlò vagamente prima, .e pili esplicita mente poi. nei termini che lo ho ritento nelle mie dichiarazioni. Egli mi disse che a Torini, si erano incontrati ad un convegno prestabilito, lui, il sen. Annaratone, ae. compagnàto dalla moglie, il giornaista Naldi e rorse lagheri pascià; che si discusse della fondazione ili un giornale c che non .si poi;, venire ad una conclusione perchè, mentre Ja'ghen offriva la somma di 3 milioni da pagarsi a rate, Naldi voleva che i tre milioni gii fossero versati in una soia volta. Cavallini mi disse che il giornale doveva avere carattere angle dio c non mi dimandò alcuna' riserva per la notizia che mi dava. Egli poi nei primi confronti che ebbe con me a tale riguardo, nego ogni e qualsiasi convegno, ammettendo soltanto un incontro casuale col sen. Anneratone, i ni aveva presentato il Naldi; nel secondo confronto egii però tornò dapprima a parlare di un incoutio fortuito, ma quando gli ricordai che egli aveva avuta la imprudenza, ignorando che io non ero più in rapporti coll'Anhafatoné di telegrafarmi: ■ Avverti Angelo di uon mancare all'appuntamento, eco ii, allora Cavallini ammise il convégno e rispose: «Può darsi che vi sia stato un convegno fissato per sistemare degli interessi. Fui lo pure sorpreso quando vidi che l'in Amiaratoine ura venuto anihe Naldi». Ora per quale ragione Naldi doveva iuida.ro con Anriaratone se. questo solo era stato invìi to? ni quale interesse, so non di giornali miic si doveva trattare se Annaratoae si ice accompagnare da un giornalista? !.'. se si fosse trattato ni un puro incontro casuale, come e perchè Cavallini avrebbe precisato l'albergo in cu: era alloggiato? Ma non sono io il ilo che ne! processo ha parlato del eonv- '■'«. Cuti quale coraggio Naldi ora mi instilttt? Ecco dio cosa rispose Re-Riccardi all'ufiiciale Istruttore: «AI convegno non ho preso l'arie certo. Bicordo nero vagamento di a vero sentito parlare di tale convegno e che fui sorpreso nel sentire che Anneratone, SO' ito ad andare all'» Hotel Boulogne », fosse alloggiato all'» Hotel Turili». Da Axniaralonc non ho mai avuto confidenze circa quello chi si disse, ni quel convegno». Dunque quel convt gno non <: stato inventato da me. Ma. a to.. gliero ogni ultimo .dubbio basti ricordare ciie j prima del nostro arresto, e. presente Cavallini,! 10 narrai quanto Cavallini mi aveva detto, ri cioè che al convegno di Torino nulla si trai conchum per avere proposto Daglieli pascià 11 .elsamonto rateale ed avere preteso il N'alai il versamento dei tre milioni in una sola volta; die la signora Anneratone aveva distolto il marito daU'aceeltare. dichiarando die lo si voleva comprométtere. Cavallini noti solo non smeliti, come dopo fece dinanzi ull'autowiu iti pubblica sicurezza ed all'inficiale Istmi, ime., ma ammise ludo, 0 tutto questo Luigi Lodi, come ho rilevato dal processo, ha deposi ■ con teriuini espliciti dinanzi all'ulificiaje Istruttore, >.• io ho < li ritto, a mio modo di vedere. che si riconosca che nessun dubbio è pus-n chea la verità delle mie affermazioni. K giacchè ini fatto il nomo di Naldi, sempre per '!;'.u'e ii-te la mia obiettività, è opportuno che lo ricordi come in questi stessi giorni, qual- he giorno jiiiina o qualche giorno dopo, fu fatto il nome stesso del Naldi indicandolo l'eie tini-miai . ,u ,iif,ni di giornali, sebbene non M trattasse di Jàghoh come fornitore di npeglanpcgcameGcmzdSdpgmfpzfrnasigdvsatcgqeddci ii .i avverti >1 i mitiatb) I tor 4'iorno ni cui in: trecento mila buoi.•i linaio da A'.uiani-iriferì ilio Bolo era lei «pmio unnni •-: c lo Ini combinato questo «fiere straordinario di Imo] col Governo, 80110 molto contento perche cosi potrò metterti a pesto il giornale di Naldi ». Attendò • li ■ l.".1..'. Lu Savio venga all'udienza e Folto il viticulu di 1 giuramento coment.; o uefiiii quanto Irò aflcrmato. Altro deniento deflcitivo, e cim diniosua la verità delia min!nei liiiiato con Udo e pali •. I.'uvv. l.o Saviii luì sstiiin del coiitn;;ii), 1 leva sicuro, <• che gli dUse (|ilcstó «fiere straordinàri n. incarichi di jiiglicn di 1 ni si tratto lui t'oih 'esumo ila uno degli iiii-Poz/.Oli. Onesta tii.-sc: iva rivo ili acquistare del :he preciso con itaglieli iclic laghen si trasferì in lfrnttassa di ticqiil.sio ili la/.iOllè . ne:; , pascià per il ni...na. vi ^'iiu ili Torino, .si 1;•! i OgiltOl'i lìi'i'lf Hit » vagamente ile':!' (/iornaif; drlie piat «-ilit.il ii;iroi.-.i ilopt Svizzera. Crei' • Ixjiienaii o iu;ju_s;one ili iin-u-.x nuovi u '>t-i tre continua: « il posto di Hrefiiàcm* «ti! Con. J} ui A_i(i^M_J_^tS iu «_t_» Si sen. Annasatone... Ora poidiè di tentativi dt fondazione di giornali nuovi non vi fu che quello di Torino, io credo dimostrato clic il Cavallini mi parlò proprio di un giornale sussidiato da Jaghcn o di cui si sarebbe trattato a Torino. La perquisizione a Cavallini in treno Arrivato alla stazione di Cbiomontc, fu fatta al Cavallini una perquisizione, sull'esito e. sul modo della qualo alcuni tosti hanno malignato, mentre è minutamente e fedelmente descritta nel verbale dei carabinieri. Pinita la perquisizione, Cavallini, irritaUssimo, a me, che gitene domandavo, naturalmente, spiegazione, rispose che egli sospettava dovere questo a Bolo o ad Annaralone, i quali credevano che egli fosse apportatore di somme in Francia. Allora o gli chiesi: « Ne hai portate altre volto? f. « Ti giuro di no: figurati che non sono ancora riuscito a liquidare le mie competenze con il Kedivè ». Egli era furioso; non volle più tornare in Italia. Poi, dietro mio consiglio, pensò di rivolgere le sue protesiti per quanto aveva subito alle Autorità di Roma e specialmente al dottor Vigliani. Di ritorno da Parigi, lo accompagnai lo stesso dal dottor Vigliani, .il tinaie si meravigliò dell'accaduto, spiegandolo solo con le disposizioni di ordine generale, ed assicurandolo che avrebbe, provvedrò. Bagli atti risulta che al Cavallini fu data la dovuta soddisfazione. Da quel giorno egli diventò assiduo frequentatore del Vigliani e no godei te la fiducia p'fi completa, tino al punto di avere, un passaporto permanente per la Svizzera. Mi si permetta un'osservazione: fu per questa constatazione di fiducia delle Autori!;'! nel Cavallini che lo, quando ebbi visione, del noto trattato segreto italo-tedesco sospettai del Kedivè, che ritenni un agente tedesco, e non sospettai invece del Cavallini. Come, del resto, potevo dubitare di lui, quando egli con me teneva sempre un contegno ed un linguaggio patriottico, suo figlio era addetto alla Censura militare e Palamenghi Crispi, genero della Ricci era in missione speciale in Spugna.? Anzi, io confesso che ad un certo mo mento lo ritenni come un informatore del Co mando Supremo : mi pare di non essermi in gennaio. « Tra l'altro, egli nell'estate del 1916. fu in rapporti palesi con l'Ambasciata di Franda: nel successivo autunno ini fece intendere che aveva modo di entrare iti rapporti col presi dente Priand, di cui diceva un mondo di bene, e di cui Intendeva giovarsi per tentare di fare un giornale ed un Istituto bancario francoitaliano per l'incremento delle buone relazioni tra gli alleati. Con la più grande buona redo e con entusiasmo entrai nel suo ordine di idee, promettendo il concorso rii miei amici Industriali liguri-piemontesi. Poiché un discorso tira l'altro, tra noi due si meditò il viaggio a Parigi di qualche nostro eminente parlamentare, per esempio l'on. Martini, quello che avevo Occasione più frequente di avvicinare. L'on Martmi. a cui io ne ho parlato, dopo molte tergiversazioni, finì per rifiutare. Ma tiittu tpiesto non furono ciie discorsi tra me e Cavallini tenuti una o più volle c che non ebbero alcun seguito. Le proisstc di Sranioardi lt Le proisstc di Sranioardi » Se dunque i rapporti con Bolo furono quelli da me denunciali, se la mia attività presso il Kedivé limitata al trimestre luglioàgosto-settombre, fu lincila da me lumeggiata, se cosi evidenti erano le rag ohi per cui non sospettai e non potevo sospettare in quel tempo ilei Cavallini perchè dunque non è stata riconosciuta un dal periodo istruttorio la mia buona fede e la mia innocenza? « Il giudice istruttore mi contestò la dichiarazione di un certo Gudy. turco ora rifugiato in Asia, il oliale affermava di avermi visto al Palace Hotel di Poma nel maggio 1015 insieme a Jaghen pascià, alla Picei ed al Cavallini: di avermi riveduto a Losanna con gli slessi nell'autunno successivo. Io protesto vivamente: pregai il g'udice di farmi avere un confronto; egli mi disse essere impossibile. Allora Io pregai di fare un'inchiesta minuziosa al riguardo, la quale avrebbe accertato che io mai ero stato al Paiace llùtel a Poma, essendo in quei giorni a Londra, uiusla quanto risulta dal mio passaporto, e che mai in vita mia mi ero recato a Losanna. Un'altra contestazione più grave il giudice mi fece: Mi fu letta una precisa deposizione aocusatriee di certo Guina-ld. avvocato svizzero a Ne.uclniel. che io non ho mai visto, ne conosciuto. Ne rimasi stupefattoe dissi al giudice istruttore che con questo Guinald, a me sconosciuto, mi mettesse a confronto; ciò che non potei ottenere. <•. Allora ho Insistito che fossero sentili a mia discolpa testimoni autorevoli, in condizioni di conoscere la mia condona avanti e dopo la guerra; furono difatti sentiti Antonio Salandra. clic, tra l'altro, depose che, per dilanio gii constava, l'on. Prunicardi, sia noi periodo anteriore alla dichiarazione della guerra, sia dopo, manifestò sempre senti menti patriottici ed a questi sentimenti conformò ila sua condotta «. Brimicardi cita anche a suo favore la deposizione del pubblicista Francesco Guerrazzo, del capitano Vollemair. dctllllAmbasciata francese, e dice: « Ma, signor Presidente, nulla giovò tutto questo, e sii prestò più fede ad un turco e ad uno svizzero, sospettati di spionaggio, che non ad un uomo conio Aniimio Salandra. Perchè sono stato rinviato a giudizio? Ho cercato la risposta a questa mia domanda negli atti processuali c nuHla ho trovato Ho trovato, invéce, un numero grandissimo di deposizioni a me favorevoli, tra ie altro quella dei carabinieri di' Roma, sopratulio quella del Console d'Italia a Ginevra, cav. Chiovenda, in data 22 aprile 191S, pochi giorni prima del mio rinvio a giudizio, nella quale tutte le sue indacini a mio riguardo erano cosi riassunte: <= Nulla risulta a carico di Brimicardi ». A questo punto Prunicardi dovrebbe parlaro dell'affare Cai.Uaux. ina ii! Presidente. poiché l'imputato è stanco, rinvia il seguito dèll!ihterrogatorio a domani Schio Io 14