Woodrow Wilson in Italia

Woodrow Wilson in ItaliaWoodrow Wilson in Italia lenvenuto, Presidente! l All'ospite grande che tocca oggi il suoli' lo sacro di Ho ma, il saluto d'Italia. Viene fida eli Lì. del mare, paria un linguaggio cscrm\ diverso dal uostro, oppure noi lo abbiamo i ) f eiibi(o riconosciuto, subito abbiamo inteso il suo discorso. Sui vertici-supremi dello I spirito Shakespeare e Dante, incontrandosi hanno proferito la stessa parola. La \ pietà profonda del poeta inglese verso I tutti gli esseri umani vittime tutti di un tragico iato, l'anelito ardente del vate italiano ansioso di' mettere riparo alla sventura universa con un reggimento vera: mente umano, e per ciò universale, hanno .'afri atei Iato il genio in uno stesso sospiro. Woodrow Wilson che lo ha dopo tanti I (tìtoli raccolto e ripetuto agli uomini sposI itati dalla atroce fatica di versar sangue, i Woodrow Wilson ò più che uu concittadino, è un fratello nostro. L'orrore che c ielle sue pupille per tanta tetra arrossala ò anche nello nostre pupille; l'anelito jho solleva il suo petto verso cicli più puri è anche l'anelito che commove 1 nostri animi. '• Uscire dalla feroce tragedia nella Sofietà fraterna dei popoli uon è per gli Italiani soltanto un bisogno egoistico di \W.ampo per il presenti- e di salverà per i] futuro. Se non lo suggerisco In vinone della tempesta che si addensa con■to di essi intorno ai loro contini, baite; ebbero a sollevarli verso cosi alto ideale tutte le tradizioni più pure della li.ro storia più gloriosa. Il Risorgimento l.jjfalia segna la pagina più alta della hj0jja moderna europea non solo per gli doj.m-.i che ha compiuto, ma per l'uni'vrrsV.Iità dei lini ohe- i suoi attori gli b.ini10 proposto. Alessandro Manzoni dc\ii(.a( il suo canto celebrante U riscatto jTIlldia <>1 poeta tedesco cho sui campi li afferma, con il. proprio olocau- ìj fdiritfo alla libertà della GerrnaCfiaseppo Mazzini, mentre, stringe Dia. ihtoriuf A se la gioventù d'Italia, pensa ella uralica, l'amico di i'avour, Federico Ljopfs, iu mezzo alle contese nazionali ili fiere, si alza, alla i-ontomyilazione deli Sfati Uniti d'Europa.$La spada dei imbattenti balena alla luce dei poeti, lerch'i tutti vogliono l'Italia assisa sol {mio comi* sorella nel concetto dello naoni.- Kìrk*sin l'Mpi c tome-rem (rateili. Per tutta Europa serpeggiano appetiti mperialfetici di vincitori, c per eouseoienza infieriscono gli odi dei vinti- I incitori iion vedono più limiti alla ini- Ìsizione della propria forza, e nella initeuza di raggiungere la vera, nuova lana grandezza, folleggiano con carda eVÌetfc di una giustizia divina, neizione di,ogni giustizia, che essi devoi compiere sui vinti. T vinti, uell'abieinié d<'!(la sconfìtta, della fame e delV'gogl'tl. deluso, inacerbiscono i propri uli sino all'estremo con le rappresaglie dente contro le classi che li hanno tranati al precipizio. Gli Italiani da tutto 'ritmo della loro storia, da tutto lo cuor o del loro (Spiri*0' poetico e profetico, ccòlgdho la persuasione indomabile che diritto d'ogni popolo finisci! dov« iiicia iJ difilli» degli ajtri. e cho il diritto italia s'attui* nella, celebravamo coucor dei diritti di *u^t.J 1 popoli. E come 'iicenzo Gioirti e Giuseppe Mazzini inno racooltip la Parola di Kant~- C09Ì •.borito*- Wilson allargando il proprio 'rito sul peijpi"r0 c'el filosofo tedesco, ili assoitoii (della nostra libertà corroraadoeii JeglA insegname-nti dei propri itati,' si soiio nutriti della stessa unirla soslaazaAspirit-uaie- Se tutti in Ita' souo wilso'niani. Wilson, celebrando la Società ijolle Nazioni la pace uni" '• 4 prilla di tutto e sopra tutto sale, liano. 'utti in Italia vogliono che il Consso della. lite uon segni un» fuggevole pia. tra u| Inferno ed un altro; lutti lioao eheljjJ Congresso della pace astri all'umlnità un avveniru» por il quaialga la pbna di vivere, e non la spininiai più Vuella tragica, prova dalla jlo è liscia disfatta, 'le vecchie egoistiche forme statali con Vara agli/ armamenti, con l'esaurimento Vi ricchezza, della proprietà e deJPinu-jn _j ridotta 'ftd un semplice resi|UVi()v,f»udo essa prima di tutto soddi ■'^"tfgli inesauribili bisogni militari de- lilMali poteste vecchie forme, poi' » fon rispondono più olla nuova vi i'devijno sparire. Se esse sono causa di [irte p.- : la vex^uia società, fondata sul'/) libera iudustiia, sono parimente causa di marte per la nuova, che vuol ser: Tirsi delh jtechézza per tutti i suoi oom| ponitiii. t'.orgheri e proletari possono - contendere por i particolari loro interes- si ; ma nel danno che- ricevono dai vec- chi ordini e nella necessità di instau- rame uno nuovo, devono essere intera- mente d'accordo. Non dall'interesse dei'popoli, oggi la pace c insidiata, ma dai] pregiudizi, dalle mezzo viste, dagli e-j gnisrni dei. Governi, disposti più ad obbedire allo consorterie cho si agitano intorno ad essi e ad ascoltare il grido di pochi -scousigliati fanatici, di quello che Uon siano capaci di sollevarsi alle nuove altezze e ad intendere gli universali bisogni. I Governi usciti dalla guerra sono Governi vecchi, e perciò sordi alle voci dei popoli che li pregano di nuovi assetti, ciechi alla visione delle imminenti possibilità. Sia ai popoli dunque di vigilare e di. premi eie in. mano con mezzi legali la direzione dei propri destini. Le migliaia di uomini che si sono assiepati sullo banchine di Brest e per le vie di Parigi o di Londra, plaudendo al grande venuto, lo migliaia e migliaia di persone che gli faranno corona per le strado d'Italia, i. milioni di assenti che sollevano gli occhi fiduciosi al senno di lui, danno a Woodrow Wilson ima forza quale nessun uomo ha stretta mai tra lo suo mani. Alai popoli anche devono faro arma e scudo, pèrdilo l'opera di lui non possa essere frustrata. Passa un'ora decisiva pei :i storia del mondo. Ma noi conforta il pensiei'o che Woodrow Wilson ne possa, sentire lo scocco dall'alto del Campidoglio, in Noni a eterna, che tanta storia ha creato, tanta no ha vista passare sotto le proprio mura. Nella Roma cho pacò il mondo con il diritto e con la religione, Woodrow Wilson,, maestro di leggi e cristiano, deve affermare, con voce più possente che non abbia mai fatto, la. lisoluta sua volontà che il mondo si rinnovi in un diritto veramente umano e divino: ilj diritto dei popoli affratellati nella Società delle. Nazioni. E al comando che verrà da Roma ogni Italiano risponderà con la parola del più puro fra gli Eroi: obbedisco !