Un'iniziativa dell"entourage,, dannunziano per approcci col Governo?

Un'iniziativa dell"entourage,, dannunziano per approcci col Governo? Un'iniziativa dell"entourage,, dannunziano per approcci col Governo? Comizi ed appelli per eccitare la cittadinanza di Fiume alla resistenza ila ili nra Convegno interalleato a Nizza dopo il capo d'anno? Roma, 2-i, notte. Questa sera non vi sono novità sensibili da segnalare nò a Fiume, nè a Zara, irta perdura l'incertezza di una situazione clic forse soltanto in progresso di tempo offrirà una via di uscita. La missione conciliativa attribuita al deputato riformista Attilio Susi ed all'ex-deputato Alceste De Ambris (quest'ultimo ad latere di D'Annunzio) non presenta probabilità di riuscita. Anzitutto ò da notare che il Governo è assolutamente estraneo a questo passo dovuto all'iniziativa di persone di buona volontà, di campo diverso. Ma, proscindendo da questa osservazione incidentale, l'iniziativa di cui si parla non prosenta probabilità di esito favorevole. Per ragioni di carattere intrinseco non esistono affatto fra il punto di vista del Governo e lo schema eli accordo presentato dall'on. Susi e da Alceste De Ambris possibilità di avvicinamento. Inoltre nelle sfere autorizzate si domanda quali garanzie di esecuzione presenterebbe il ventilato accordo trattato all'infuori della persona del comandante di Fiume. Non risulta infatti — supponendo per un istante che le con dizioni pubblicate possano servire di base a qualsiasi trattativa — che D'Annunzio abbia data la propria adesione al piano conciliativo ideato. Inoltre, quale sicurezza avrebbe (sempre in via di ipotesi) il Governo dopo le dolorose esperienze delle disgraziate trattative precedenti contraddetto nel loro corso da atti di aperta ostr,;tà compiuti dal Comando di Fiume? In¬ damsA.. , ianto, in linea di latto 1 on. Susi non e ancora a Roma ed il Governo non ebbe finora rapporti di sorta per le supposte | trattati v Siamo ancora, dunque, in alto mare per quanto riguarda i rapporti e la possibiiirà di rapporti fra il Governo e lo Stato di Fiume. Siamo ancora ugualmente lontani da una soluzione. Per ora non viene conosciuto lo stato d'animo delle popolazioni dell'altra sponda adriatica e dello stesso D'Annunzio. Se — ad esempio — corrispondesse a realtà l'affermazione, lanciata oggi dagli amici dell'ammiraglio Millo (al'Iermazione però smentita da D'Annunzio) che «D'Annunzio chiedeva ai dalmati di essere sciolto dal giuramento ad essi fatto, la soluzione potrebbe apparire più vicina di emanto si creda. La situazione verrà esaminata nel Consiglio dei rrtinisifi di lunedi senza che abbia ragione od occasione di esaminare la proposta da alcuni formulata di investire di una missione conciliativa il Duca d'Aosta oppure il ministro della guerra. Nella riunione di lunedì verrà poi preso in considerazione un argomento che taluni giornali italiani e stranieri affermano sifl trattato e deciso, cioè la probabilità eli un nuovo convegno interalleato nelle prime settimane deF 1921. I giornali parigini credono di poter ritenere probabile la data del 28 dicembre per questo convegno, al quale parteciperebbero Giolitti, Lloyd George e Leygues. Orbene, nelle sfere autorizzate si dichiara che nulla è fissato per quel giorno. Non si esclude invece la possilDilità di un nuovo incontro a breve scadenza fra i rappresentanti dei tre Governi alleati. Le stesse condizioni nelle quali si chiuse il convegno di Londra, lasciando cioè parzialmente insolute gravi questioni di politica inter-nazionale, fanno intendere la necessità di un nuovo incontro. Una questione, la questione greca, è particolarmente inasprita pur senza manifestare gravi segni esteriori di dissensi. Chiaro appare che tra la Francia e l'Inghilterra si accentua un divario tra i rispettivi punti eli vista intimo al problema greco. Ciò pone tra l'altro in una situazione imbarazzante i rappresentanti diplomatici delle due nazioni ad Atene. Questa della situazione in Grecia sarebbe del resto soltanto uno dei temi di un prossimo incontro internHeato, incontro che non avrebbo alcun carattere preoccupante nè anormale. Anzi, è perfettamente normale che gli incontri di tal genere siano periodici e frequenti. Comunque, nessuna decisione definitiva è avvenuta. Non devo escludersi che il convegno si svolga a Nizza dopo Capodanno. Ugualmente non si può dire, prima che l'incontro sia stabilito in modo formale, se l'Italia vi sarà rappresentata dall'on. Giolitti oppure, come a Londra, dal conte Sforza. Nulla di assoluto si può oggi affermare intorno a tutto ciò che riguarda il supposto convegno. Colloqui di Giolitti con Sforza e Bonomi Roma, 24, notte. Stamane l'on. Giolitti ha avuto un lungo colloquio con l'on. Bonomi sulla questione fiumana. Sullo stesso argomento il Presidente ha avuto un altro colloquio col ministro Sforza. Nella mattinata ha anche visto il minirtio delle lòlonie. Rossi. Il «Bollettino Militare» contiene la seguente disposizione: «Taranto, maggior generale nominato comandante delle, forze di terra e di mare stanziate nel lerritorio e nelle acque ctolmate occupate. Egli avrà, nei riguardi delle dipendenti forze del regio esercito, le facoltà rispettivamente conferite dal regolamento sul , servizio in guerra, parte 1.a, e dal Codice pei naie per l'esercito al comandante di grosse j unità eli guerra isolate e dal Codice penale militare marittimo al comandante in capo dellO; forze navali autonome». Due messi dannunziani a Roma? Il Afessaggaro dice che sono partiti da Fiume alla volta di Roma il Susi e il De Ambris per presentare al C erno un piogetto concepito approssimativamente sui seguenti punti: Lo II Governo italiano riconosco la Reggenza del Carnaro col porto Baros e le isole di Arbe e di Veglia. 2.Ó La Reggenza del Carnaro rinuncia alla immediata annessione rimettendo questa a trattative successive fra la Reggenza stessa ed il Governo italiano. 3.o La Reggenza del Carnaro rinuncia ad ogni azione nelle altre terre adriatiche, il che implicherebbe il disinteressarsi della, questio■ ne dalmata. , Peraltro, secondo notizie dello stesso Messaggero, al palazzo delte Reggenza i colloqui fra D'Annunzio e i rettori srnio continui. :1 rettori avevano proprfeto una soluzione py. i ci'.lca collo sgombero c'i Arbe e Véglia, ina il 1 Comandante non ha -voluto saperne. L'Ufficio di rappresentanza della Reggenza del Cantaro a Trieste è stato sciolto per ordine del Commissario generalo e civile. Un funzionario di P. S. vi ha eseguito iuia,perquislzioue sequestrandovi molti documenti. A sua volta, sull'assèrita missione conciliativa dei signori Susi e De Ambris 'capo gabinetto del Comandante di Fiume) il Giornale d'Italia, pubblica le seguenti informazioni: » Si sono recati a Piume, d'iniziativa loro, è senza alcuna missione, l'on. Susi e Costanzo Premuti, i quali hanno veduto il Comandante D'Annunzio e l'ex deputato Alceste De Ambris. A .questo si riduce nella sua semplicità l'atto volontario di due Intermediarli che tentano studiare una via di uscita. L'on. Susi e Costanzo Premuti si sotro incontrati a Trieste col De Ambris ed insieme sono stati a Fiume ove hanno avuto una serie di colloqui cordiali, sinceri ed aperti, e;he possono assai contribuire ad una soluzione pacifica. Essi hanno conferito col D'Annunzio che, in questi ultimi tempi ha mostrato come egli non si os'.ini in una negazione assoluta, in una intransigenza, fatale, ma tenti e sia ancora desideroso di trovare una soluzione che evili spargimento di sangue fraterno, soluzione .olio sia compatibile cogli interessi supremi di Fiume, sia commerciali e;he morali. Spogliata da tutte le esagerazioni e dalle fantasticherie di questi giorni, la situazione si ridurrebbe a questo: a) .D'Annunzio non pensa per ora all'annessione: b'i egli chiede il riconosnimeTito della Reggenza; c) non pensa all'annessione di Arhe e Veglia: d) non pensa ad occupazioni dalmatiche: e) vuole soltanto che sia garantita la inscindibilità di porto Raros (o porto Nàzarlo Sauro) con Fiume. D'Annunzio chiese ai dalmati di essere^ sciolto dal giuramento? sere sciolto dal giuramento ad essi prestato. Nella lettera, die contiene interessanti spie, frazioni sulla condotta e sull'operato dell'am miraglio Millo, è detto: «L'opinione genera ie è che senza la resistenza di D'Annunzio la situazione in Dalmazia potrebbe abbastanza Il Giornale d'Italia pubblica una lettera da Zara nella quale vi è la notevole àffermazip- ne che D'Annunzio chiedeva ai dalmati di es- rapidamente assestarsi.. I cittadini di Zara, caduta la possibilità di un intervento dannunziano, si rassegnerebbero, esigendo dalla madre patria quanto è necessario per faro della città un vero centro economico, culturale e politico di italianità. Le accuse di D'Annun- zio a Millo sono ingiustificate. L'ammiraglio ! damato nè ài"suoi"dovéri di soldato del'Re .' . . , 0 . „ ■ - • « j.t-i:,.. disse chiaramente al comandante, nell'incontro allo scoglio DollLn, le ragioni per le truali una Impresa daLmata era assolutamente da sconsigliarsi dato elio 11 paese non l'avrebbe sostenuta. Erano ragioni positive fondate su dati incontrovertibili che D'Annunzio stesso ha apprezzato, tanto è vero che non andò più a Sebenico e tornò a Fiume e prima di abbandonare Millo invitò l'equipaggio del Nullo ad alzare un alala all'ammiraglio; tanto è vero che egli era disposto a rinunciare ad ógni avventura se i dalmati! lo liberavano dall'impegno assunto. Disgraziatamente D'Annunzio fu male informato sulle faccende di Zara. Si raccontò che soldati avevano maltrattato la popolazione e non è vero, poiché gM. incidonri, smisuratamente gon;flati, si ridussero ad un contrasto tra soldati anziani del '99 ciré tornavano a casa, e la popolazione che li voleva trattenere, contrasti che non potevano ferire le relazioni di affetto tra i fanti della Brigata Savona ed i zaratiai. Fu narrato a D'Annunzio che sulla nave Paglia a Spalate si ora banchettato con Trumbic ed era falso. Non vi fù che lo sparo delle consuete salve fatto dalle navi americane o dalla Puglia secondo le norme di diritto internazionale per rispondere alle salve dei serbi per la loro festa nazionale. Tutto ciò fu travisato nel senso che 1 bravi ufficiali della Puglia avessero dimenticato 1 loro martiri Culli c Rossi tripudiando cogli slavi e D'Annunzio si disperò senza averne ragione. Quanto allo misure prc.-e dall'ammiraglio Milito per mantenere l'ordine, esso furono dolorosamente necessarie non potendo egli consentire che la Dalmazia a luì affidata fosse travolta nel caos. Quando invece il trattato di -Rapallo fu perfetto colla sanzione sovrana, l'ammiraglio Millo considerò esaurita la sua missione non potendo egli consegnare la Dalmazia ad jugoslavi dati i suoi precedenti e le sue convinzioni. 1,'am.rniraglio segui adunque una linea nrretta non venendo meno nè alla sua fede Il ministro Sechi ai marinai in Adriatico Il Ministro della Marina, in occasione del Natale, ha diretto il seguente telegramma all'ammiraglio comandante ili capo delle forze navali dell'Alto Adriatico: «Alle, navi d'Italia, che nei giorni sacri alla famigliare letizia compiono sereni e coscienti il più penerso dei doveri, giunga il pensiero riconoscente della marina tutta. Ad ossa è affidato conservare alla patria il più prezioso dei suoi beni, la disciplina nazionale, ed impedire che i frutti e'ella vittoria variano travolti. Da Roma nel Natale del 1920. Firmato: Sechi.