Il Re ha firmato la legge pel Trattato di Rapallo

Il Re ha firmato la legge pel Trattato di Rapallo Il Re ha firmato la legge pel Trattato di Rapallo Rappresaglie dannunziane: cattura di carabinieri, appropriazione di 11 mila mutande e di 13,000 coperte (Dal nostro inviato speciale) Rema, 20, mattino, feri mattina, domenica, l'on. Giolitti ha .sottoposto alla firma reale la iwc votata dal Senato venerdì per l'approvazione del Trattato di Rapallo e per l'annessione del territori attribuiti all'Italia- La legge sarà pubblicata in uno dei prossimi giorni nella. Gazzetta 'Ufficiale ed andrà in vigore, come è noto, col ,15.o giorno da quello della pubblicazione. Ieri .stesso il Re, come ha fatto in occasione della 'Jegge per l'annessione della Venezia Tridentina, ha inviato al Commissario di Trieste un telegramma, porgendo il suo commosso saluto 'alle terre ricongiunte alla Patria, e rievocando le virtù delle popolazioni e gli eroismi dell'esercito liberatore.. Un Consiglio di guerra •a Fiume Abbazia, 19, ore 20. Gon il consueto modo, tra lirico e burlesco, la.Reggenza del Cantaro Informa che, in seguito alla deliberazione del Consiglio dei Rettori di resistere ad oltranza contro qualsiasi tentativo ili applicazione del Trattato di Rapallo, si è riunito il' Consiglio di guerra che, ha concorc'ato le azioni da svolgersi, e, per •intanto, ha ordinato alcune manifestazioni e rappresaglie. Hanno fornito materia per la discussione e. per la deliberazione dei Rettori la sanzione data dal Senato al Trattato ed una spiritosa invenzione su pretesi accordi finanziari fatti dal' Governo a mezzo di Volpi e Zanella a Belgrado ed a Zagabria. -1 soldati italiani sca.-a coperte Quanto al Consiglio di guerra, non sappiamo ancora le azioni che abbia' escogitato. Di una dèlie rappresaglie ordinate, già si ha notizia; sono spariti undicimila paia di mutande ; due posti ai carabinieri sono siali presi d'assalto da un gruppo di arditi. Del preteso accordo finanziario, che D'\nhunzio o la « Vedetta » volutamente e torbidamente definiscono « tradimento, baratto, mercato », ecc., limitandosi a" parlarne vagamente, per la impossibilità di formulare un'accusa concreta, mi riservo di parlarne. Dirò, anzi tutto, delle rappresaglie che, in fondo, seno atti di pirateria bamnonesca. Ad appropriarsi idi tredicimila coperte, i legionari non faticarono molto. Inviate qui, a mezzo ferrovia, trovarono modo di combiure il cartellino di destinazione -del vagone che le conteneva. Il vagone doveva fermarsi a Maltuglie,- o venne, invece, inviato a Fiume. Scoperto il trucco, formulata una protesta, il poeta faceva rispdn•■ d'ere che era. disposto a restituirne tremila. Gli si rilasciarono anche quelle. Non si mancò, però, di osservare che con questo suo arto veniva temporaneamente a privare degli indumenti necessari- i soldati clic per il loro compito devono vivere all'aperto, per darlo a ehi tiómodamente alloggia in città e può fare a . meno di indumenti inventali. Ed altro ancora si aggiunse," per mettere sempre più in rilievo carne sia comoda e facile la vita del legionario in confronto a quella del regolare; fatto questo, purtroppo, che anche il paese dimostra di ignorare, perché non sa quali sommi sacrifici compiono questi nostri soldati che sono schierati sulla linea di confine e che il poeta vitupera perchè si mostrano disciplinati e ligi al loro dovere. Assalto ai posti risi carabinieri L'assalto ai posti dèi carabinieri di Osteria, tìi Orecovizza e Cracovo avvenne la notte sul 18, poco dopo le due. Un centinaio di ardui si presentavano improvvisamente dinanzi ai carabinieri di sentinella ad Osteria, e li co• stringevano alla resa. Penetrati poi nella ct'.sa t?i ricovero, si impadronirono di altri quattro carabinieri di servizio e li obbligavano a seguirli. I disgraziati erano a l'etto, e furono costretti a moversi in mutando. Per somma cortesia si lasciò loro prender le uniformi per vestirsi. Ridotti all'impotenza i carabinieri, gli arditi rovistavano tutta la casa, presente ì proprietari terrorizzati e si impartì-.-nivano di oggetti di qualche valore. Le medesime gesta ripetevano, poco dopo, al posto di vigilanza di Cracovo. Tutti i carabinieri sequestrati venne-, io condotti a Fiume-e non furono rilasciati che/ ' in seguito alla protesta -c'el Comando di AbbaÈia. Secondo la giustificazione inviata dai carabinieri di Fiume, il gruppo degli ardii nvrebbe, è facile immaginarlo, agito di propria Iniziativa. Il Coniando della Reggenza, impressionato che ogni notte scompaiono dei legionari, avrebbe ordinato delle ron,do ai confini. Gli arditi, che assalirono il posto di vigilanza, avrebbero fatto parte c'i una di queste pattu- ■ glie, slaccatosi dai loro ufiìciali ed avrebbero .Tatto la incursione, giustificandosi col diro che erano gli stessi carabinieri che li avevano pregati, a motivo che intendevano passare a ; Fiume. Ma a questa versione il Comando di 'Fiume mostra di non credere ed informa che ' provvedere a punire i. responsabili, ma intanto ; insinua una versione, per dire che non ha nei ■ fatti alcuna responsabilità. ■ E' un vecchio giuoco che riprende e che sinora è stata possibile per la. ripugnanza, del nostro Comando e delle nostre truppe a compiere atti di violenza, ma che non può I più essere tollerato oggi che il Governo deve provvedere all'applicazione del trattato di Ra! palio e che il Comando di Fiume, mentre j protesta che l'ammiraglio Simonetti Ita di.ramato l'ordine di movimento alle sue navi, lancia degli ultlmalurns, convoca Consigli di guerra, annunzia la resistenza ad oltranza, con proclami su proclami per annunziare le ribellioni. " 11 segno del mercato „ ; La questione del Porto Baros, che per al: cuni giorni parve formare 11 motivo concreto ; dell'opposizione della Reggenza del Carnai* . all'applicazione del trattalo di Rapallo, è messa in questi giorni a tacere. D'Annunzio ■ deve aver .capito die le sue proteste in proposito son orina vanti protesta retorica od ha ■ I acceso nuove fiaccole per alimentare l'azione fiumana che minacciava di assopirsi, per ravvivare le anime clip tendevano ad acqui ei tarsi dell'atto compiuto. 11 primo spunto glie ' lo offerse il generale Caviglia, con 11 suo di'■■ scorso agli ufficiali. Il generale Caviglia si j limitò a ricordare ohe la manifestazione della volontà di annessione non ha origine lontana. ! 11 poeta finse di non capire. Un secondo spunjto l'ha trovato in questa notizia — quale deinlone glie l'ha comunicata? Ha saputo che ! due banche italiane, sia vero poco importa, ! stanno per fare un prestito di un miliardo e i mezzo alla Jugoslavia, ed ha argomentato: j «Ecco il segno del mercato». 11 Governo ita; Viano dà alla Jugoslavia i mezzi perchè possa : impadronirsi dfl commercio adriatico, mo' nopolizzare le industrie. Giolitti vale Zanella; • 5,4nrìP vendendo Fiume. Cosi la sua ragione Ira prè? ol'abttudine di ragionare. Se è vera, la notizia- df'1 Prestito, a -tutto si può pensare, «lj'infuori di quanto mostra di credere il poeta. Si Potrebbe supporre che, in cambio di un prestito, l'Italia avesse concesso la prerogativa 11116 Iugoslavia sul porto — ciò che non è-^-- ma pensare ohe abbia ad essa concesso un" prestito perchè serva per monopoV77.a're Fiume e .l'Adriatico è tale enormità rhe. farebbe ridere se non suscitasse lo sdegno. Ciò serve solo a confermare quanto da giorni vado ripetendo, che l'opposizione riferentesi al Porto Baros, Arbe, Veglia, Terznttò; Castità, non sono che pretesti di D\\nii inizio per impedire che la questione fiumana yenga risolta. a o o a r i a -, e/ . , - o o o a i e o i e a, a ò e e , i a, e o * è o a e e i a . e , e : a ; e a, , l o e à ea ra Anche la questione dalmata che oggi dà bagliori rossigni sull'Adriatico, è collogata alla questione di Fiume. I propositi di resistenza zara tini hanno radice in Fiume ed è alle radici che si deve guardare. . Alle note di protesta già segnalate contivi il regime dannunziano devesi oggi aggiungere il memoriale che la Direzione del Partilo Autonomo aveva 'compilalo per presentarlo alla Commissione parlamentare. Non si dicono cose nuove, ma merita ugualmente di essere conosciuto e ciò anche pel fatto che i compilatori dichiarano di parlare a nome anche di altri I partiti e corporazioni e fanno presente che essi avevano in animo di illustrarlo più ampiamente ai venti deputati convenuti a Fiume, ma mancò loro questa iwssihilità perchè la Cohimisoione si scordò di interrogare i cittadini fiumani e se no andò senza ricevere 11 memoriale. "Ora basta!,, Detto memoriale era cosi concepito: « Il Partilo Autonomo Democratico di Fiume coglie volentieri l'occasiono di espyrre lo proprie vedute intorno al trattato di Rapallo. Gli aderenti di questo partito si associano agli altri partiti nella gioia per la conclusione del trattato, il quale fa divenire realtà il primo punto del programma del P. A. D., creando Fiumi' Stato indiix'ndenle. Il P. A. D. ravvisa nello Stato libero di Fiume, se rispettato conio tale non soltanto dall'Italia, ma dal regno S. H. S-, da tutti gli Stati e da tutte le fazioni, l'unica possibilità di far rivivere Fiume operosa e dignitosa per poter rimarginare lo'gravi ferite inferte- a questa disgraziata città, dalla crudele, guerra e dalla ancor più infausta epora post-bellica. Essendo questo il punto di vista del P. A. D., che viene ormai condiviso dalla quasi rotar lità della popolazione fiumana, senza distinzione di partito, ne segue logicamente che il partito desideri vivamente l'allontanamento di Gabriel" D'Annunzio, perchè il popolo possa, libero da ogni coercizione morale e fisica, esplicare, d'urgenza l'opera sua nell'assestamento del nuovo Stato, e tutto questo per dar prontamente inizio al lavoro -produttivo ed all'epurazione morale dell'ambiente cittadino. Il P. A. D. fi la maggioranza del popolo fiumano subivano e subiscono la presenza di Gabriele D'Annunzio a Fiume, memori purtroppo della norma: « Vae vietisi» interpretando il gesto, di Ronchi, o in modo che la sua venuta era da attribuirsi'alla credenza trattarsi d'una città italiana anelante di venir congiunta all'Italia, oppure ravvisando in lui l'artefice di opportunità statali. Nel primo caso la sua missione dovrebbe essere riconosciuta da lui stesso siccome esaurita, perchè ben presto doveva persuadetesi di essere rimasto vittima di una crudele mistificazione di singoli esaltati e di un manipolo di patriottardi che seppero trarre dal loro inganno benefici e nonni nel modo più scandaloso. Nel secondo cpso Gabriele D'Annunzio, resosi benemerito verso le aspirazioni italiane, ha raggiunto lo scopo prefissosi, ed anche ih' questo caso la sua permanenza in città non è più compatibile nè con gli Interessi della popoj.az.ione ne con la dignità d'una figura storica italiana: In ogni modo riteniamo di non essere tròppo audaci 'affermando e reclamando, amile per i vinti quali siamo, e lo. siamo doppiamente, ■ il diritto alla vita ed al lavoro. I.r suolo carsico di Fiume non produce nutrimento nemmeno per una settimana. Per poter vivere occorre che il popolo lavori, e possiamo affermare che ad altro non anela fuorché di poter Involare. Il porto di Fiume fu la nostra fonte di guadagno e riteniamo che tale debba rimanere anche per l'avvenire. Fiume servi per un vastissimo e ricchissimo retroterra come punto d'incanalamento dei commerci ed era prospera e felice. Tale vuol ritornare ad essere, senza curarsi dell'ordinamento statale che si sono dati i popoli del retroterra. Il martirio della forzata inoperosità di due anni post-bellici ha trovato larghissima ricompensa con In creazione dello Stato indipendente, ma ora basta del martirio; vogliamo iniziate la nuova esistenza feconda di lavoro, di benessere e di prosperità per tutta la progenie della stirpe fiumana. Spetta all'Italia ili erigere un imperituro monumento di gratitudine nei cuori di tutte le futuro generazioni fiumane, dandoci effettivamente quella libertà che sì generosamente seppe creare in teoria ». Fiume sta pel Trattato Come ho notato, il Partito autonomo (partito capitanalo dallo Zanella, ma in parte oggi diviso da lui per i suoi atteggiamenti contro D'Annunzio) dichiara di parlare anche u nome 11 altri Partiti e di altre corporazioni ; quali ? Che il Partilo autonomo si dichiari lieto della soluzione precisata a Rapallo è logico perchè rappresenta la realizzazione di quella che sempre fu la sua aspirazione, ma sarebbe interessante conoscere quali sono gli altri partili che a questa soluzione aderiscono incondizionatamente e non semplicemente dichiarano di sottomettersi per troncare'l'attutile situazione. La risposta a questa domanda non verrà finché dura l'attuale regime di occupazione; tutti i parliti hanno paura di 'esporsi. Si può però trovarla anche se manca la possibilità di approfondire un'inchiesta. Tutti a Fiume, ad esclusione dei fascisti, sono per l'autonomia della città. Vi è differenza nel regime da adottarsi da questo e quel partito, e vi sono preord>pazioni per il domani, porcile l'invadenza e la prepotenza croate spaventano un po' tutti, ma la grande maggioranza conviene che solo da un regime di completa indipendenza Fiume può trovate il.modo di sanare ai mali del passato e risorgere -economicamente. Il grido «annessione! annessione! » che in questi giorni si è dato a riprendere con particolare calore non rappresenta che la manifestazione della paura di un -.ritorno croato e di vedere prolungata, all'infinito l'attuale situazione. Non molti sono lineili che nel grido richiamano il giuramento fatto nelle ore di passione e di esaltazione: « Italia o morte! ». Socialisti, comunisti e riformisti, leghisti, popolari, repubblicani (li avevo dimenticati guest-'' lutti sono per l'autonomia, per quanto non lo dichiarino pubblicamente e forsanco se interrogati oggi, lo smentiscano. Per Pan passione, senza preoccupazione i/senza sottintesi, non ci sono che i fascisti ed i legionari, cittadini di Fiume anche questi, ma la di cui opinione non può avere che un valore relativo. Per l'autonomia infine — e lo 6i capisce — sono tifiti i croati ed i croatoflli. E non sono pochi. E si avrà modo di constatarlo quando-si sia usciti dall'attuale periodo ii incertezza ed i fiumani abbiano la certezza che il Governo, esaurito il compito di persuasione, passa all'applicazione del Trattato. I partiti fiumani di avvenire sono indubbiamente- l'autonomo (con o senza Zanella) ed il popolare- L'atteggiamento deciso di mons. Costantini e le affermazioni fatte nei Consigli dai rappresentami dei popolari hanno portato ai clericali molte simpatie- Al partito autonomo ha nociuto invece quanto fece lo Zanella dopo le gesta di Ronchi in accordo con Fon. iXitti. L'ex-Presidente del Consiglio è odiato dai fiumani. In quest'odio si accomunano l fiumani di tutti i partiti. Per tutti i fiumani Nitti rappresenta l'uomo della mala fede, dei compromessi, degli IngannL lo sta Usta che è stato ih procinto di uccidere la libertà fiumana, riducendola in schiavitù per propiziarsi inglesi e americani ». Chiunque, in modo troppo palese, come lo Zanella, ha avuio dei contatti con lui è guardato con diffidenza, so non con ostilità. Pei suoi rapporti con Nitti lo Zanella ha perduto tutta là sua popolarità. Anche molti del suoi seguaci lo guardano con sospetto. In ogni suo atto fintano un inganno. Noto questo non a caso. Corre voce che il Governo pensi allo Zanella per un'opera di persuasione sui fiumani. Sarebbe uu grave errore. Non arriverebbe che a riaccendere le ire ed a turbare gli animi. GIGI M IO HE LOTTI.