La Dalmazia e l'Adiatico nella discussione in Senato

La Dalmazia e l'Adiatico nella discussione in Senato La Dalmazia e l'Adiatico nella discussione in Senato Roma, 16, notte. L'aula è affollatissima di oltre 200 senatori. Lo. tribune sono rigurgitanti malgrado fi tempo pessimo. Al banco del governo si trovano gli on. Sforza, SecM e Eonomi. Sotto la presidenza dei presidente Tittoni, la seduta, è aperta alle ore 15. 1 TAMAS&IA : Ieri è stata rivolta al uno indirizzo una espressione . ingiuriosa Non crede degno del decoro eoi Senato abbandonare-la serenità e l'elevatezza della discussione per scendere a raccogliere una contumelia che non ha abitudine di tollerare. Prega il presidente di voler ordinare che quella espressione sia cancellato, dagli atti dol Sonato. PRESIDENTE: Le doglianze, del sonatore Tarnossia sono giustificate. Il Senato deve essere una libera palestra aperta a. tutte le. opinioni e a nessun senatore può essere conseni'ito di rivolger* a un collega paiole mono che deferenti. L'espressione, di cui si duole il senatore Tamassia, sarà cancellata dal verbale. Crede di avere in ciò consenziente anche il. senatore Cefaly. che lilla pronunciata, perchè l'iticne che un galantuomo si onori quando, avendo pronunciata una parola incauta. 'lealmente ed onestamente lo- riconosce. (Vivissime approvazioni). TAMASSIA ringrazia vivamente il presidente. CEFALY : Se il senatore Tamassia, gli avesse privatamente domandato la concessione di cancellare- la sua espressione non avrebbe avute alcuna difficoltà, jna poiché la cancellazione è domandata senza il suo consenso, ha il diritto di dire che la sua cspressione non riguarda la persona del senatore Tamassia ma obbiettivamente la questione e conferma quello che disse, nerchè certo manifestazioni nel Senato gli sembrano indegne. : Vivissil/ni,, prolungali commenti). Mantengo la mia affermazione (nuovi commenti vivissimi) e desidero che rimanga nel verbale. (Altri commenti, vivissimi). PRESIDENTE ieri biasimò l'espressione del senatore Cefalv. 0?gi, riconoscendo fondata la domanda dol senatore Tamassia. ordina che sia cancellata dal verbale la frase del sonatore Cefaly. (.ipptaiist vivissimi): Il processo verbale è approvato. .. Si riprende la discussione sul disegno di legge: Approvazione dei Trattato di Rapallo Un senatore dalmata ZILIOTTO, senatore di Zara, è assai dolente di dover prendere per la prima volta la parola come senatore per combattere con tutte le sue forze il trattato che fa realtà il sogno più bello della sua vita: l'unione della sua città natale alla madre patria. L'oratore, dopo avere trattato il problema dalmatico, soprgiunge: « Era ben possibile che la bandiera d'Italia non arrivasse mai sull'opposta riva dell'Adriatico, ma Oggi nessun italiano ohe ha vista quella bandiera innalzarsi sulle coste dalmate può tollerare che essa sia abbassata. (Approvazioni). L'oratore non sa che cosa potrà nascere in Dalmazia. Quel popolo vuole solo una cosa: che l'Italia non sia travolta nella sua tragedia. Che cosa accadrà se l'Italia non saprà trovare la forza di rimanere impassibile dinanzi) al suo tentativo disperato? Che pace avremo no? se. per la Dalmazia, vorrà morire. Gabriele D'Annunzio? L'oratore ha pregato D'Annunzio che provveda a che sia quanto men possibile scossa la disciplina, sia pure quella formale (commenti) del nostro esercito e della nostra marina. Il fenomeno di un vate cosi ricco delle virtù del soldato, e dell'uomo di Stato è unico nella storia dol mondo. Egli vede tanto addentro nell'anima nazionale, che la sua opinione ha da sè più peso di quella di quaranta milioni d'italiani (vivi commenti, interruzioni). SFORZA, ministro degli affari esteri: — Questo è il modo di mandare altri cacciatorpediniere a Fiume. ZILIOTTO seguita nelle lodi di D'Annunzio fra vive interruzioni e rumori. PRESIDENTE ammonisce l'oratore a.tener presente che il premio dato ai soldati e marinai, che haii mancato al loro giuramento, ha offeso il Senato e il sentimento del paese (appiattii rivi e prolungati.- grida : « Viva il presid-cntc. ! ■>). ZILIOTTO: — L'Italia non può fare la pace contro e senza Gabriele D'Annunzio (violenti rumori e interruzioni). ZILIOTTO :. — D'Annunzio sa di non poter faro miracoli, sa valutare i fatti umani, sa scendere alla discussione. Non si può prescindere da lui (rumori: Voce: dove Ubbidirei). ZILIOTTO: — D'Annunzio non accetta il trattato dì .Rapallo (vivi nimorl, grida--. Basta! Rastal). ZILIOTTO. il trattato non è ancora sanzionato, non è logge dello Stato: perciò noi possiamo discutere 'rumori. Voci: Chiusura). Una pace contro D'Annunzio non è possibile (violente interruzioni: Basta! Basta!). Oggi soltanto il Sonato può fare che ciò non avvenga negando la ratifica del trattato. Altri oratori Segue il senatore PULLE'. il quale dice: Ciò che è noto delle difficoltà che ha dovuto superare il Governo, sia nella politica interna sia nella' politica estera, basta per valutare l'opera benefica da esso compiuta. L'on. Giolitti, elio in condizioni cosi difficili, dimenticando lo ingiusto offeso 0 la gravo età, assunse la direzione dalla cosa pubblica, ha bene meritato della patria. Dichiara perù che nel voto si assoderà ai senatori dàlmati contrari al Trattato ed il suo voto non significa disconoscimento di quanto c'^ di buono nel Trattato ma vuole significare che l'animi della nazione non abbandona i fratelli-dell'altra sponda. SANTUCCI afferma che il Trattato deve essero accettato con la lealtà con cui un galantuomo firma un contratto avendo il fermo proposito di osservarlo e farlo osservare. L'oratore credo che gli uomini che 10 negoziarono meritino tutta la nostra riconoscenza. Anche ad essi avrà sanguinato il cuore per le doloroso liliunoie, ma poiché stabilirono di doverlo accettare, a noi non resta, che approvare l'opera loro senza infingimenti e senza mezze, volontà. Noi dobbiamo far sapore a tutto il mondo civile, ma specialmente all'altra parte con traente, che questa è la nostra precisa determinazione e che nessun secondo fine noi nascondiamo nel cuore. Quando il Trattato sarà in esecuzione, è possibile che per esso noi riusciamo a dare al popolo la sicurezza che questa non ò una tregua di Dio ma una pace duratura. (Approvazioni^. RL'iFFINI fa notare che parla pur essendo membro della Commissione per la politica estera per esprimere i suoi personali convincimenti e anch'egli conviene con la maggioranza della Commissione che l'opera del Go- verno devo ossero approvala 0 ratificata: sebbene non consenta in tutte te cdiisideraztòni e gli apprezzamenti con i quali la maggio-, ronza accompagna la proposta . di approva» ziono. il Trattato dt Rapallo pel fatto' che è stato firmato in una città italiana, che è stato compilato nella nostra lingua, che è stato inspirato a sensi di moderazione, di giustizia e di umanità ha un carattere .nobilmente 0 incMebil-meiitè italiano. i',Ap,pro\ì\azic/ni\: -£,s«o corona degnamente gli splendidi fastigi di ita edifìcio costrutto con la forza della libertà, della giustizia 0 dolla umanità: l'edificio del nostro risorgirrtputo. 11 Trattato non solo risponde allo spiAto dol nostro risorgimento ma anche agli insegnamenti dei nostri maggiori uo-jrtfni quali Mazzini. Cavour, Costantino Nigra o tanti altri. Ricorda che il conte di Cavour studiò il problema deila Dalmazia e venne a conciùsionj di moderazione suggerite dà. 1111 giusto calcolo politico. Termina.evocando la visiono di un mondo migliore in cui n-m si abbiano più a ripeterò eli orróri della guerra. (Vivissime approvazioni).' ZI/PELLI dice che sono illusorie le guarantlgie vaniate per gli italiani dolio Delmazia e concludo che per ragioni tecniche milir tari e per sentimento nazionale voterà contro» l'approvazione dol Trattato, aiiche perche un voto unanime dol Senato sigiii'fleh'erobbe condanna doi nastri fratelli1, dalmati. Manda ua evviva alla Dalmazia. (Vivissimi applausi). Il ministro della Marina SECHI, ministro della Marina, si propone di dare qualche chiarimento sulla situazione militare marittima che si costituirà in Adria, tico per effetto del Trattato di Rapallo. Fa rotare che prima della conclusione del Trattate*, i principali organi della Marina militare fu-j rono autorizzati a dare suggerimenti- al Governo per le questioni da dibattersi e che essi largamente usarono di questa autorizzazione; Dà assicurazione che il Governo procurerà di provvedere a tutte le necessità di ordine miniare marittime derivanti dalla applicazione dei Trattato per quanto la nostra situazione mian4 ziari'a ce lo consentirà. Si terrà altresì conici delle possibili situazioni politiche future per quanro esse sono oggi prevedibili. Siri ' tltt, quando è statò concluso' l'armistizio, d'accordo con i compolenti' organi tecnici dolio .Marina, si vanno compiendo varie, opere^portuat rie nell'Adriatico, dalle quali deriveranno ru> tevoli vantaggi sia c.-minoi-ciali che muntavi. Riconosce che il Trattato non ha completa- ■ mente risolta ia questione militare e marittima dell'Adriatico, ma non crede ohe alcuni pegno terrestre avrebbe potuto darci piena, assicurazione perchè i possessi costieri der vono essere ben sicuri anche'dalla parte di terra per non diventare essi stessi causa dì debolezza. A questo .proposito ricorda le gravi preoccupazioni e i numerosi impegni marit» timi che ci furono procurati dalla base, di Valona per provvedere alla sua sicurezza dalia parto di terra; crede di poter affermare che ogni miglioramento ottenuto col possesso df zone sulla sponda orientale avrebbe cagionato' un rilevante impegno di forzo terrestri che graverebbero permanentemente su di noi Buche in tempo di pace. Durante la guerra gli austriaci non hanno mai • attaccato il nostro esercito dnila parto del maro perchè la nòstra flotta, nonostante la sua difficile situazione stratoRica, è riuscita ad impedirlo. Oggi noi potremmo attuare tale difesa con maggior f.i» c11ità e minori impegni di mezzi. Si" è detto dio la padronanza dell'Adriatico spetta a chi possiede la sponda orientale. Se si considera il traffico continuo ed intenso che abbiamo ienuto con Valona. il grande movimento di navi die cagionò ii salvataggio dell'esercita serbo, tv ad: Abbiamo fatto mal»\) il movimento di tanto, navi lungo la costa Italiana; non si può affermare che ci sia. veramente mancata la padronanza del mare. Noi non abbiamo avuto il dominio assoluto dell'Adriatico ma nemmeno, gli inglesi nei Mar del Nord l'hanno avuto. CI si notrebbe chiederà perchè noi non abbiamo fatto nessuna operazione offensiva sull'altra sponda. La risposta è facile : perchè una tale azione non avrebbe in- alcun modo facilitato la risoluzione del conflitto. So nella grande interra noi abbiamo vinto quando c'era in Adriatico una potenti navale di noeo inferiore alla nostra 0. che disponeva di tutta l'Istria, del Ouarnnro e di Pola. perchè non dovremmo vincere ugualmente fu un caso simile ora che abbiamo tanti elomenti di superiorità? Lo sviluppo dello forze navali italiane noi è affatto necessario in Adriatico, dove il nemico non esiste più. (Voci: Ne vorranno dogli altri!). Se altri nemici venissero, non incute» rebbero nessun timore in quella zona.., Dove) 1 la nostra flotta è assolutamente necessaria che sia numerosa e valida è invece nel Tirreno. PRESIDENTE: — 11 seguito dolla discus. sione è rinviato a domani. La seduta è tolta alle oro 19. Il Consiglio dei Ministri Roma, io, sera. . Si è riunito stamane a Palazzo Viminale il Consiglio dei ministri. Mancavano i due ministri popolari Micheli e Meda. Il Consiglia non è stato convocato improvvisamente, come è stato pubblicato da qualche giornale,; poiché la convocazione fu fatta fino da muz-j tedi scorso. Il Consiglio dei ministri, dopo aver trattato di affari di ordinaria amministrazione," ha esaminato la questione di Fiume sotto alcuni aspetti che in questi ultimi giorni hanno più specialmente richiamato l'attenzione del Governo. Il conta Sforza ha poi letto le dichiarazioni che farà» oggi al Senato sul trattato di Rapallo.