Finanza nella realtà

Finanza nella realtà Finanza nella realtà Per la prima volta dalla fine della guerra la politica italiana tende, con tenacia di sforzi e con chiarezza di indirizzo, a risollevare il credito nazionale all'interno ed all'estero. Politica non più di paroie, ma di fatti, politica realizzatrice di pace intemazionale e di assestamento finanziario e di ricostruzione sociale in Paese, onde un senso nuovo di fiducia si diffonde tra gli Italiani e va oltre confine. Le difficoltà della situazione permangono enormi, non «'è da nasconderselo, e per superarle tutte occorrerà perdurare a lungo nello sforzo operoso e noi sacrificio, rinsaldando sopratutto moralmente e materialmente la compagine nazionale ; ma il sensibile miglioramento dr questi giorni nel corso dei cambi e del con- ,., , solldato non e senza sanificato, come sin tomo di buon avviamento. Miglioramento tutt'altro che risolutivo della, crisi, ancor lontano da quella stabilità ed ampiezza che Sj richiedono per risentire un vantaggi fazioni seguenti: Londra 101 taggio sicuro, ma pur sempre miglioramento. Una quindicina di giorni fa eravamo alle quo- Svizzera 453 Svizzera 401 Parigi 173 — New York. 30. Oggi siamo a queste : Londra 00 — Parigi 100 — New York 25. E il Consolidato 5 0/0, che il 10 corr. era quotato nello Borse italiane a G" lire, ora è risalito a 74.95. Si dirà che questo primo sensibile miglioramento dei cambi e della rendita è {'effetto immediato dell'accordo di Rapallo, donde all'Italia è venuta pace definitiva e completo.. E' vero. Ma l'accordo di Rapallo non 6 cosa che stia a sè, isolabile dal complesso della politica generale del j Governo italiano. Esso costituisce indub- piamente un grande fatto di portata in ternazionale, ed ò il sogno più alto e lu- situazione nuova: ma allo stesso modo che l'atto diplomatico di Villa Spinola acquista valore dalla disciplina con cui il Paese lo ha accolto, così la rinfrancata fiducia, nazionale, quella disciplina stessa, sono il risultato della multiforme attività governativa nei varii campi della vita statale, ma specialmente in quelli della pacificazione sociale e del risanamento finanzia»,rio. Quando, tra giorni, il Parlamento^' 1 vrà approvati i nuovi provvedimenti tri! tari connessi all'aumento del prezzo nane e intesi a ridurre in grandissima pa\ te il deficit derivante ancora dal prezzo pi litico del pane, il cambio della lira nèlll Borse estere potrà avvantaggiarsene anchi più decisamente, e sarà così a tutti manifei sto come politica estera e politica interna, accordo adriatico e provvisioni finanziarie, Rapallo e pane, paco entro ed oltre i confini, concorrano insieme, elementi varii di una stessa organica attività di Governo, a determinare il corso del credito nazionale. * * Eppure, mentre la politica del Governo opera non senza successo per il meglio del Paese nei modi e eoi mezzi che la dura realtà oggi consentono, c'è ancora in Italia chi !FÌ compiace di rappresentare ia parte più 'delicata e ardua della politica governativa — ; ja finanziaria — come la cosa più disastro- I a « «resi a casaccio», «imposte dettate dal- l'invidia, dall'ignoranza, dall'odio», e chi i più ne ha più ne metta... Una vera ira o dj LJio! Glie se il prof. Eintìudi avesse por a d'sgrazia raSkwe> 0 1 finanzieri e gli uo-ì mi'1' d'affari della City e di Wall Street veà dessero la finanza italiana come lui ita- sa del mondo, come una pazzia progressiva, ii Pasticcio senza nome » — continua a scrivere il prof. Luigi Einaudi, che vorrebbe il pane a 3 lire — « pazzia demagogica », » banditismo tributario», <t politica delie sciabolate tributarie», «caccia grossa», nassalti al pubblico tesoro», denari - à liano la vede, una sterlina non dovrebbe valere oggi 00 lire, invece di 25, ma almeno 300. e il dollaro noi dovremmo pagarlo non 25, ma 100 lire. t. Senonchè l'Einaudi, per fortuna, non ha ragione. In questa sua vimlenta campagna contro la politica finanziaria del e Governo egli muove da presupposti scolastiu1 e . e ci e persegue teorie che attestano sì la ferma dottrina dell'uomo, di studio e la metodologia del professore coscienzioso, ma che non hanno affatto riscontro nella realtà attuale, non sono, no, praticabili da alcun Governo che debba provvedere sul serio ai, - , . i .bisogni urgenti, alle necessita inderogabili - della finanza statale. L'Einaudi continua - ; imperterrito a far lezione di scienza della - j finanze dal giornale politico per il gran pubblico dei contribuenti, come la fa dalla cattedra per gli studenti universitari; ma s'egli [ostie ministro delle Finanze o del Tesoro, si renderebbe finalmente conto che in tempi come «'testi, nella situazione oi dierna del bilancio italiano, quando trat- , a . e a -., - ta&1 dl salvare il Paese dal fallimento, , | molta anche buona dottrina deve per forza o | lasciare il posto ad un po' d'empirismo; si e accorgerebbe che ogni problema finanziae, ri è un ljroblema poUtico 6pperò o , 1 ' „' ' a l non risolvibile con la scienza pura. E dopo i! tutto, non avendo egli certo meno ingegno -1 e rettitudine dell'attuale ministro del Te- n a n e . . a a i i ? , i soro, rispannierebbe a se stesso il rimpro-, vero che a questi muove col dirgli che manca al suo dovere. Ma che cosa chiede, che vuole nelle sua osnre critiche Quotidiane il prof. Einaudi?, Dacché egli fece l'elogio di quella riforma Meda, die, bene intesa sopratutto a perfezionane- il metodo di accertamento, badava ad assicurare al bilancio buoni; frutti tra almeno un decennio, lo scrittora' in oucstione non ha lasciato passare vmf solo provvedimento finanziario, imposto \ dille necessità impellenti dello Stato, senza ripetere il medesimo ragionamento: àoihversi fare, cioè, ima finanza non di tappa» buchi, per via di inasprimenti fiscali e.di ritocchi parziali, ma di organico rinno-va-= mento per il (otale fabbisogno del bilar*-. " ciò. Riforma finanziaria complessiva, ^ somma, creando tutto un sistema trino.1

Persone citate: Einaudi, Luigi Einaudi, Spinola