Il Trattato di Rapallo in discussione alla Camera

Il Trattato di Rapallo in discussione alla Camera Il Trattato di Rapallo in discussione alla Camera L'onorevole Giolitti smentisce la voce di scioglimento del Consiglio Comunale di Bologna, annuncia una legge pel rapido disarmo dei violenti di ogni partito e invoca la pacificali animi: "la guerra civile non deve essere e non sarà „. zione Roma, 24, notte. fttseiissiirme. dei Trattato di Rapallo ha richiamalo molto pubblico nello.' tribune e numerosi deputati nell'aula. ALl'inizio della seduto, che si apre allo 15,5, presiede l'on. De Nicola. Si svolgono le interrogazioni, fra cui una di Velia sui conflitti di Pola fra socialisti e fascisti ed altre di Marescalchi sulla tassa del vino e di Fontana sugli episodi di Uno sciopero agrario. Sono le 16,211 ed il Presidente apre la discussione sul Trottalo di Rapallo. L'aula si affolla maggiormente. Sono presenti oltre 300 deputati. Al banco dei ministri siedono gli on Giolitti, Peano, Facta, Sforza, Fera, Alessio e Sechi, lì' presente nell'aula l'on. Nitti, il quale occupa ni terzo banco di sinistra il posto solitamente occupato dall'on. Giolitti guando non è ni Governo. L'on. Colajanni Primo oratore l'on. GOLA-IANNI. Credo che hel paese e nella Camera e nella stampa vi sia il più largo consenso a favore del Trattato di Rapallo, che soddisfa con perfetta giustizia le aspirazioni del popolo italiano dopo la guerra. Comprende il sentimento di dulore degli Italiani della Dalmazia, al quale tutti dobbiamo inchinarci. Ma da ciò non si può concludere che il Trattato" debba respingersi. Circa i coiUini, rileva come non si possa In alcun modo dubitare della sicurezza della frontiera terrestre raggiunta con questo Trattato. Circa la situazione nell'Adriatico, la nostra inferiorità non risulta ila latto volontario ma dalla naturale configurazione di quel mare. Guanto a Sebenico, escludo il concetto della" necessità di un possesso strategico di 'quel porto, poiché l'oratore non ammetto la possibilità di servirsene por una guerra offensiva. Non cosi di Fiume, che contala possa essero presto, all'infumi di ogni ragione strategica, annessa all'Italia, la quale deve serbare la più viva gratitudine a Gabriele D'Annunzio che ali" Italia stessa ha saputo conservare quella nobilissima ritta. Nota che non potevamo affacciare troppo pretose di fronte ad una Nazione che ora stata nostra alleata e con la quale non si poteva hou porsi sul terreno de'.ta mutue concess:oni. So si dovessero seguire, i concotti militaristici è imperialistici, ti naturale confine di uno Stato non si raggiungerebbe mai. porcile sempre si aiTacctercbbero m'etesti. Se la rivendicazione della Dalmazia dovesse essere basata sulla storca, sullo vestigia della civiltà ivi 'diffusa da «orna primieramente e poi da Venezia, et dovrebbero por lo stesso titolo rivendicavo tutti i paesi mediterranei. 11 tratt»to di Un palio avrà por primo effetto di diminuire di un miliardo all'anno lo spese militari, eliminerà, almeno por una lunr;a sei io eli. anni. Ta possibilità di una guerra con gii jugoslavi, pennellerà all'Italia attraverso '.'li Iugoslavi, una pacifica penetrazione nella Dal canta, come previde il genio di Giuseppe Mazzini' e l'oratore dichiara di. aver fede in una prossima cordiale intesa italiano-jugoslava, Ciò nonostante, l'Italia non devo dimenticare il grido di' doloro do.'fla Dalmazia, che se i diritti sacrosanti delle popolazioni italiano di quella regione dovessero esser1 concilienti, non mancheranno all'Italia i mozzi di compiere una efficace opera di difesa (approvazioni, commenti). L'on. Salvemini Alle oro 17 si alza a parlare l'on. Salvemini Che legga il suo discorso tra l'attenzione della Camera. L'on. SALVEMINI dice: — I rinunZiatari liberi dt-Ua prima ora, che hanno associato negli armi passati la loro opera a iquelia di Leonida Dissoluti, hanno il dovere di distinguere in questo moménto la loro posizione da quella dei riuunziaiari di quest'ultima ora, che accettano il trattato di Rapallo solo perchè non possono fare una nuova guerra. I calmati e l'Italia Si intende che gli italiani di Dalmazia hanno diritto assoluto alla nostra solidarietà ed al nostro speciale afletto. Quelli tra essi che. intendono rimanere spiritualmente uniti all'Italia devono poter esercitare questo diritto roleSufimdgnppbstrilestDpblidfarelolemrta(mscbpbvlaclmcStppfvSspmstmstihnpuDnt6lvlttiuananni da una politica di illusioni, soffrono og- dgi gli spasimi duila delusione, sono meritevoli Cdi ogni provvidenza governativa clic possa ai ; dtonnare il loro dolore. Ma altro è parlare in ' ;senza impedimenti e senza oppressioni e 0UelH.jli che. illusi e còmprortiéssl in questi ultimi goppressione indecorosa pm giure in questi ultimi boceuoazione. Del re.s o. cche è staio necessario se due anni delta nostra occuoazione. Del resto la prova evidente dello condizioni disperate pj.i cui 1 Italia si troverebbe .se dovesse animi- wlustrare una regione come questa, la gr maggiora ri za della cui popolazione ci è osti li ,e- « '1 ^nm *, À',; ?, V fiUJ ?T1,"" ?el a Da!nmzm da fn\ÌZ m'J smernatorato ha dovuto scio- Uglieie lo amministrazioni di 30 di ossi, mot- pffndOVUd amministrarli dei commissari Ita- Uani. C.o.si si spiegano 1 telegrammi chiedenti zrllcsfaltlrl'annessione all'Italia che partono da questi cosidetti sindaci ciie non sono sindaci eletti dalla popolazione. Sono manifestazioni ufficiali per l'annessione che avvengono per ordine superiore. Ecco, per esempio, mio di questi ordini: « Comando della fitta divisione di fanteria. Stato Maggiore, N. 40 riservato personale urgentissimo, 23 giugno 1019 Ai C>> mandi di iBènccvac. •Obrovazzè, Novogrado, Borvenik, Kistaniye, Scài'doiia," Zara Vecchia, Nona, Vorcbé, San Cacciano Carili, ai Comandi carabinièri reali divisioni, Occorre d'urgenza e riservatamente provocare invio telegrammi Presidènte Consiglio Nitti e Ministro .zde/ii Esteri i ittoni da parto municipi, soda- lui ecc. di cotesto presidio esprimenti vivo, cdesiderio popolazione per annessione Italia, cCopie tali telegrammi dovranno esserci tras- ! Tmesse. Maggior generalo Squillace. Maggiore eIcMoiTèse F. sin qui meno male. Il male maggiore si ebbe quando lo nostre- Autorità sono state costrette ad opero giornaliere di violenza e di iniquità per tenore a freno le popolazioni irrequieto. Nella Dalmazia da noi occupata è stato noi essai io proibire la circolazione di ogni stampato proveniente dalle altre terre slave, proibire tutti i giornali slavi in un primo momento, p^i lasciati uscire con enonni spazi imbiancati dalla Censura poi soppressi da Capo nel giugno scorso. Sciolte noi giugno scorso tulle le Associazioni slave, proibita le stesso cerimonie religiose quando la lingua dei cantici ecclesiastici sia slava, relegato nell'Isola Lesina il vicario capitolare della Cuna di .Sebenico nell'aprile del 1919 porcile rifiutava di dimettersi dall'ufficio, dopo avere rifiutato di nominare parroco di Kisevo e catechista nella scuola tecnica 'di Sebenico due cappellani militari, confinato a Visovac il segretario della stossa Curia di Sebenico. Il magistrato Alessandro Miovic, arrostato il 19 gennaio toso e condannato all'ergastolo l'S maggio 1919 dal Tribunale di guerra di Zara per reato di spionaggio a favore del Governo di Spalato, vale a dire di una frazione dell'Impero austro-ungarico, è morto nelle carceri di Ancona il 20 settembre 1919. Ma il 12 ottobre 1919, essendo stata richiesta dai suoi amici conia autentica dulìa condanna, il governatore militare di Zara rifiutava di rilasciarla non essendo ancora la sentenza passata In triudieato. Le espulsioni e le deportaziont d'insegnanti, preti, avvocali e ntegistrati non si contano. ddnrvclo Nella sola notte dal 15 al 1G marzo 1019 furono contemporaneamente arrestati nei loro letti- a Zara, Obrovac, Bencovac, Nin. Dermis, Scantona, Sebenico quaranta persone tra cui una signora., che dovette lasciare soli quattro figliuoletti a casa, un vecchio settantenne, un modico, un avvocato, un abate mitralo ex-sindaco di Sebenico. Furono internati in Sardegna. Per intercessione dell'ori. Bit-isolati furono poi trasforiti nell'Umbria e rimasero esuli per otto mesi. Questi fatti e molti altri, clic potrei enumerare, non si devono certo atcribuire nò a malvagità nò a follia. Essi sono stati imposti evidentemente alle nostre, autorità dalla necessità di mantenere rolla violenza l'ordine in un paese ostile. Essi dimostrano che l'Italia non potrebbe governare la Dalmazia che con un continuo regime di oppressione. Il pnlo che. impiccò'Batìisti dovrebbe da giallo-nero dipingersi col tricolore italiano. Crederebbero cesi i signori nazionalisti di rendere più grande e più rispettata l'Italia? Un incidente coi nazionalisti A questo punto i pochi nazionalisti ed exfascisti, che sinora si erano limitati a rumoreggiare l'oratore, cominciano ad Interromperlo violentemente. Tofani, d'Avida, Riccio, d'Alessio protestano contro il discorso di Salvomini, mentre l'on. GASPARCJTTO grida all'oratore: Quanto lei dice non c'entra col Trattato di Rapallo I •SALVEMINI: — Se.lei capisce, c'entra! (Ilarità). TOFANI, rivolto a Salvemini: — Il Parlamento italiano non può staro a sentire queste cose ! SALVEMINI: — E perchè? TOFANI: — Perché sono un'infamia I SALVEMINI: — Si capisco I'Parla cosi lei che è un pescecane ! Ed io sono una cosa ben diversa 1 TOFANI : — Lei è un uomo mancante di patriottismo I SALVEMINI riprendo il suo discorso, ma subito ricominciano lo interruzioni. D'AYALA, nazionalista, esclama: — E' una vergogna che si dicano questo cose in Parlamento I Trozzi ed Umberto Bianchi, cioè i soU socialisti elio si trovano presenti, applaudono l'on. Salvemini. I fascisti gridano a Salvemini: Vedete da chi vi si applaude I L'on. Siciliani si alza eccitatissimo "ed apostrofa l'on. Salvemini. .SALVEMINI: — Che cosa vuole lei? SICILIANI: — La Dalmazia ò .terra di sentimenti italiani e vuol fare un tutto con la penisola. (Applausi a destra).. Da altre parti si grida a Siciliani: Lasci parlare I II chiasso è grandissimo, perchè i fascisti continumio a .tumultuare contro Salvemini. Il Presidente riconduce ta calma e Salvemini riprende il suo discorso. L'oratore, polemizzando coi nazionalisti, sostiene che questi hanno mutato abilmente il pensiero di Tommaseo e falsificato pensatamente il pensiero di Mazzini. Tanto Tommaseo come Mazzini considerarono la Itahnazla terra bensì mista ma abitata in grandissima maggioranza da slavi e destinata ad associarsi in ini unico Slato nazionale con tutte le torre slave meridionali. E' vero però che gli italiani della Dalmazia nella Sotta cogli slavi hanno dal ISfiO in poi perduto, sempre terreno, ma non si devo confondere la perdila del predominio politico, che è un fatto reale, con una diminuzione del numero dogli italiani in Dalmazia, che non si è mai avuta. G.'i italiani, secondo ;1 Tommaseo/erano nel KS01 ventimila su 4£0 mila. Essi sono oggi 40' ni ila. su 630 mila. Dunque non sono diminuiti. Vero trattato tii pace Questa è la verità completa che troppo a lungo è stata nascosta o attenuata con mezze verità o addirittura con bo.-ie al popolo ilaliuno. Accolliamo con coscienza sicura questo trattato, elio realizza quel.b che è sempre stato il programma autentico dell'irredentismo italiano sino al settembr usino dàlmata è un al trattato di Londra. Sep na volta e diamo Ja conto : dm^ allàguerro^monalali Cjija j diritti naz'onali ; d u j M ^ , u ^ dj"^e ' ;1 risu.tato di liberi accordi r di non esteti H.j)en0 iindersono g là prima e vei pacificatrice tra tutti gli Stati danubiani balcanici, se la cultura infantile delta nos »i . classi dirigenti e l'azione perversa della stani- paTidenirsica non^safcitél-à io Tvih\ppo°uUc- wnro rinite rwiiUnn incinta n..u„n„ii,, r^,„ 0 nostre *» dl Fi,,ine "°n SÌ ^ Chiaro COme potrà funzionare. Le garanzie delle minoranze ita- UanB in Dalmazia non sono sufficientemente precisolo e non vi sono "iiran/ie nor tr«i slavi ^rt^ToM lTS^JwW zazinne dell'Adriatico riore della pol.-tira iniziata altapaMo. Certo lì trattato di Rapallo non rappresenta la co- lonna d'Ercole dwlla perfeziono. L'indlponden- è una deplorevole- lacuna. Finalmente l'oratore teme che troupi slavi siano stati inclusi nella Venezia Ghriia. Inoltro, l'esecuzione del trattato incontrerà difficoltà gravi non solo liiunediafamontp, ma anche in avvenire, perché i nazionalisti italiani e slavi continueranno ad aizzare gli ndii tra lo due razzo conviventi al dì qua e a'.1 di là dei confini por provocare incidenti e tenore desta l'inquietudine. .zia Giulia questo'di'spot siyo degli slavi che , cinto nell'opinione internazionale e che -e continuasse, farebbe -naufragare l'opera del ! Trattato di Rapallo. Ma trattati perfetti non esistono. La paco definitiva non esiste. QuelloIche Iniporta e che vi sia un'atmosfera di buo I due Governi dovranno dare prova di gran-de energia nel tenere p degli elementi locali n' I dobbiamo esigere -ìotismo militare or ..VV-'s.—— -■ »-- —" - ria volontà reciproca in cui i due Governi la-vorino d'accordo por superare via via le dirti-collii ed isolare i tentativi del male intenzio¬nati. I deputati se-cialisti dovrebbero contri buire a questa opera di pacificazione, volando il trattato. Un loro voto cintrario od anche la semplice astensione svalr crebbero nella coscienza del proletariato il n (ovo assetto adriatico e farebbero il giuoco dei gruppi nazionalisti che combattono il saltato per ragioni e con intenzioni opposte. So ai voti contrari od all'astensione dei socialisti si associassoro i voti dei nazionalisti dichiarati e dei nazionalisti mascherati, che subiscono il trai Info perchè non hanno il coraggio di votare controsi avrebbe il paradosso di un partito socialista che, per mezzo dei suoi deputati, spingerebbe il Governo ad una guerra che il Governo ìioii vuole e contro cui i socialisti srivolterebbero. I deputati socialisti hanno già votato allre leggi. Una pregiudiziale assolutadunque, non può esserci contro la legge ohe approva un trattato di pace come questoAscoltale la voce del buon senso! I voti che vi preparate a darò favorevoli a sonitinio segreto dateli favorevoli francamente nella votazione pubblica. Assumetevi anche positivamente la vostra parte di responsabilità e dinerito nell'opera faticosa della pace. Il discors.' dell'oli. Salvemini non è accollo alla chiusa né da approvazioni nè da disapprovazioni. I duo deputati socialisti Umberto lìianchi e Trozzi vanno a stringere la mano all'oratore. L'on. Vassallo VASSALLO segnala ta particolare gravità e delicatezza di questa discussione. Approvare il Trattato di Rapallo significa riconoscere uno stato di necessità politica e sopratutto uno spirito nuovo che danno maggior luce a questo atto. Per l'Italia, uscita angosciala dalla Conferenza di Parigi, il Trattato di Rapallo non rappresenta la realizzazione del diritto di guena o di conquista ma attesta solennemente la virtù del popolo d'Italia, che ha saputo, senza l'aiuto alimi, risolvere questo problema che angosciava l'anima nazionale II valore polittico del Trattato di Rapallo consiste nel momento e nei termini in cui è stato stipulato e che giungono provvidenziali, mentre vi era in Italia come in Jugoslavia un malessere morale e materiale che minacciava complicazioni gravissime. Il suo valore morale consiste poi neil'avere sostituito al diritto di guerra e di conquista i diritti della civiltà. Ricorda la campagna .di svalutazione dei diritti Italiani suscitata e fomentata anche da scrittori italiani e che trovò eco nei giornali di Belgrado e si compiace che il Governo abbia sventate e superate lo predisposte insidie. Occorre però svolgere ora opera feconda di conciliazione e por termine a quel dilagale di accuse, di minaccio e di insidie reciproche che finora hanno tenuto agitate lo popolazioni dell'altra sponda. Crede i patii fondamentali del trattato raggiungano quel limite medio di sacrifizi e di concessioni reciproche che possono dare affidamento di un avvenire, benefico per le due parti. Così nella Venezia Giulia il trattato ci assicura una frontiera che, senza presentare nessun carattere minaccioso per la Jugoslavia, assicura la difesa del nostro paese. E gli sloveni, che il trattato include nel nostro territorio, sono più disposti ad accettare la sovranità italiana che quella di altri Stati. Di Fiume il trattato riconosce l'indipendenza in una forma indeterminata ma rispondente al sentimento degli abitanti delta città e del » corpus separatimi ». Non sa se rispondano a verità le voci elio corono circa una convenziono segreta. Vorrebbe però che anche per trattative dirette tra il Consiglio nazionale di Fiume e lo Stato jugoslavo, si risolvesse secondo i voti di quella popolazione la pertinenza del porto, che è di particolare importanza per Fiume. La città di Fiume, che tanto ha sofferto in questi anni per la sua volontà di unirsi all'Italia, dovrà avere quello sviluppo economico a cui ha diritto ; la sua posizione e per il carattere industrioso dei suoi abitanti. Deplora che quando a Fiume quella seziono del Partito popolare ha voluto manifestare la sua adesione al Trattalo ili lìnpallo è stata fatta segno ad insulti e minacce. Confida che gli accordi presi a Rapallo non pregiudichino in alcun modo l'indipendenza dell'Albania e del Montenegro, che si augura di veder riconosciuta e rispettata. Per la Dalmazia riconosce che gli italiani vi sono in minoranza ma rappresentano un valore intellettuale e morale superiore a quello di tutte le altre varietà etniche che compongono quella popolazione, e si augura che lo garanzie che per ossi il trattalo stipula, si dimostrino sufficienti. Si ausnra che. coloro che saranno incaricati dai due Governi di dare esecuzione ni trattato abbiano piena coscienza della tlolioater'.zn della loro missione Calorosissimi applausi partono specialmente dal banco dei popolari. Tutti i deputati del Partito popolare si recano a stringere la maVassallo. Mentre i deputati si affo! sioul da pano di un accordo no all'oli bino at.t' da, indie. portano all'estero i quattrini delle fabbri eh H'rla dei popolari). L'on. Barbons. alludendo alla manifestazione dei popolari verso il lor> collega, esclama: E' una commedia: (Rumori e protèste). L'on. Riccio RICCIO dichiara che il maggior valore del trattato di Rapallo consiste nell'aver posto fine al periodo angoscioso che l'Italia ha attraver rno all'oratore l'on ift'nrosBIS :V I,0"0\i!.i:ì,:„?|:C?(.,1. PV^^. vesse potuto garantirne la vita e lo sviluppo economico : infine si desiderato pero che a Fiume si fosse potuto assicurare anche un territorio che meglio a questo trattato ,1'ltalta provveda alla sistema zione definitiva della Venezia Tridentina o Infine si augura che, dopo 1 approvazione didelia Venezia Giulia per la quale l'opera del l'orla nento sarà sempre solidale con quella del Governo. {Applausi, approvazioni, congratulai ioni). A proposito di un detenuto Che fa'lo "sciopero della fame,, Vllo to^ it seoTiito delta discussione sul trat- tVio di l'ai -,ì o vie," settori ^itìì^^%^^iAum^vm^ deridosi uno strascico dei ffill opò la fòttura^ ci eli e intoVrÓgezioni » dopi x- alo socialista on. Mniiilasso chiede al Go- verno di risponderò all'interrogazione ora prò- scalata «sullo sciopero della lame a cui si è 1 indotto il detenuto'politico Nicola Flore nelle ''tornente dicendo: Non- posso faro alo [.re/.zamonto sulla condotta dell'autori.,, diziaria di Napoli noi procedimento contro Nicola Fiore. Posso dire soltanto che il prò- cesso è stato affrettato od avverrà assai pros- simuinenle. L'on. Maitilasso prende atto delle Ichiarazloni ma dubita che la magistratura possa rendere giustizia al detenuto Nicola i* ' r',nrp- A m'este naro1p 1 deputati Mar' Gattini, che appartengono alla magistratura, insorgono violentemente contro l'on. Maitilasso gridando: Questo è un insulto alla magistratura che deve essere rispettata. La magistratura fa il suo dovere. -Applausi dai settori dèi centro e di sinistra. 11 presidente tronca l'incidente. Dichiarazioni di Giolitti SI viene alle interrogazioni finali sui fatti di Bologna. Hanno presentato delle .interrogazioni tanto l'on. Turati quanto il deputato liberale di destra on. Sandrini. Entrambe le interrogazioni sono cosi concepite : a Al Gove.no, sulle voci di scioglimento del Consiglio comunale di Bologna». Si alza a parlareW'on. GIOLITTI. lAttcnziove vivissima). La Camera è affollatissima. In mozzo ad ui>- silenzio generale il presidente del Consiglio dice: Gli on'. Turati e Sandrini mi chiedono che. cosa vi sia di vero nelle voci di scioglimento del Consiglio comunale di Bologna. Dichiaro immediatamente che quelle voci non hanno alcun fondamento. I fatti avvenuti a Bologna, e che tutta l'Italia ha de ploralo, sono oggi oggetto di esame da partedell'autorità giudiziaria. Nell'operato doll'an-torità giudiziària il Governo non può naturai-menta intervenire in alcun modo. Quanto allovoci di scioglimento, non soltanto ripeto chenon hanno fondamento ma dichiarò ancheche non vi è alcuna proposta nè alcuna richiesta al Governo di un atto simile. Ho visto uomini politici di Bologna dei vari partiti. à a e e e o à a i e o . n a a i n e i o e l Nessuno di essi mi ha chiesto lo scioglimento del Consiglio Comunale di Bologna. IDclto questo, aggiumro che è assolutamente necessario procedere colla più grande rapidità al disanno dei violenti in qualunque partito politico essi militino. E' assolutamente inammissibile che armi di guerra, sottratte ai magazzini militari, siano, in possesso di privati cittadini Il Governo intende presentare un progetto di lecge che dovrà essero Imrnediataìnento discusso perchè le autorità abbiano i mezzi per procedere al disanno di cui ho parlato: tApplausi di tutta La Camera salvo ì socialisti). L'on. Turati TURATI, primo degli interroganti, ringrazio il Presidente del Consiglio delle sue spiegazioni Quindi dico che i fatti di Bologna, eh - tutti hanno rattristato, sono un sintomo grave. Da ogni parte si assicura elio colà la otlcgssituazione va diventando infernale; di là quo"!lsto spirito di violenza potrebbe dilagare nel I paese. Io non sono qui por scusare ò accusa-j rè. per ricercare i responsabili, per fare del pettegolezzo parlamentare o di partito: io credo che m Italia non è necessario recrimi-I naie {approvazioni) Dobbiamo riportare Vur-imonla e la tranquillità. Pensate che ciò che Cè accaduto era preparato da lungo tempo. Al-J™cunr nostri consiglieri erano seguiti, pedinati {rumori della Camera, proteste iù'i. socialisti), Si domanda se è vero che i fascisti facciano ni j un sotterraneo tutte le notti scuola di lancio:di™?!nhe a J1™110: im 2£wì.r ?om<? ftlnn? '■ f°cìa}Mk con Ie l0" »0„€!l?ri'e rosso (urta del sociaUsti). . |TURATI: — Tutto è successo per la questione della bandiera rossa. Per carità non facciamo queste miseràbili questioni di bandiere rosso o bianche {proteste delia Cernerà). CODA: — Sono i socialisti che lanciano lo bombe (rumori, proteste aUltsstme: i. socialisti andarlo al deputato di. Genova: non è .vero, impostore, mentitore, buffone e altre ingiù rie). BOMBAGGI, eccitatissimo, stando in piedi con tono alto grida contro l'on. Coda parole che si pe.rdonn nel tumulto. TURATI, riprende le sue difilla razioni domandando se sinno vere le notizie di assalti compiuti dai foscist'. contro j socialisti e che o > i l e questo fermento di violenza, ma è ora elio hit- ti comincino, a disarmare, a deporre le armi .a pacificare gli nnlmi '«pvrovaztonì). Da par- : ie del Governo come di tutti occorre però una ; Perfetta lealtà. Lamenta che l'autorità di Bo- ! stono stati pubblicati dei veri e propri bolle! tmi di guerra. TOFANI: — Come a Torino! TURATI: — Ma chi li difende, chi li difendo? Afferma di ossero nemico della violenza sno- . radica, delta piccola guerra civile quotidiana | che ritiene disastrosa por il suo partito e ver le classi lavoratrici. La guerra ha seminato | questo fermento di violenza, ma è ora che tut-1 logna non abbia assolto come doveva il1 suo I compito e abbia lasciato compiere ai fascisti ìprima e dopo i luttuosi awenSmenti una se- ! rie di atti provocatori che dimostrano la sua deplorevole parzialità ,1^1ne domanda fra..l.oRro se sia_ vero che il a Rosta del Carlino », giornale eclettico jche pubblica articoli di uomini politici d'ogni !partv, sia guardato a vista, sicché il direttore Mario Mi6siroli ha dichiarato alla Questura!ene se vuole mantenere tale servizio di vigi-lànza lo faccia con i carabinièri e non con le jguardie regio che sono al •servizio .del fasci- n^tt^S'VanW-elalI^ non'^'&ÙK? ^ bm-bl&fnVausi s'rlSt"di;|ti/-,i i socialisti'. L'on. Doghi bacia Foratóre*!\ i aee scambio di invettive fra là destra e 'l'etirema sinistra I questori salgono la sca-lletta di sinistra per impedire che' i più scalmanati scendano dai loro banchi. Il Presidente scampanella ripetutamente. L'on. Sandrini SAND.BINI, altro interrogante, prendo atto .Ideilo dichiarazii Giolitti o o on. De Nicola invita l'oratóre ad attendere che a , postrema si calmi per continuare a parlare, a o voci dei socialisti:'— Risponda, risp'onda! SANDRINI: — Ma se non mi lasciate direi-i; Qui si assicura che la forza pubblica era sulla ronfèntr-iWi "'^ ChU ' 9t' "0n 1JOle'Bòmbacci, treves ed altri gridano: - Lei difende il questore! Difensore del questore! Vóci da destra: Quando può riprendere, SANDRLM afferma ch-e nel furore della lotta i socialisti, crederi- el a a, i do d'i ferire i fascisti, si spararono, si ferit- rono- si uccisero fra di loro. I socialisti ùrla n0 indemoniati. L'on. De Nicola scampanella, ^ Pci- rivolto all'estrema, grida: Vogliono che si rispetti la libertà di parola quando parlano x- '<>ro: ma n-,i Consentono_ agli altri eguale-Ito- berta! 1 deputali applaudono al Presidente, ò- M» a.questo punto l on. Tofani lancia alcune è invettive contro 1 estrema Il questore di Bologna rivc-lò chi fosse realmente il vostro Buccol clie di nuovo in e sol%re con grandissima violenza. 11 Presidente, o si scaglia contro con le solite insolenze. Lou, ò- De Nicola urla: Io ini appello alla dignità s- della Camera perchè sia rispettata la liberta e di parola. a a a, iaitni di ainoie n te ni ci ole ve Tutti i deputati applaudono. I socialisti, su consiglio dell'on. Della Seta, attaccano il canto di ti bandiera rossa ». De Nicola balza in piedi protestando energicamente avvenendo che non tollererà simili manifestazioni, mentre tutti i deputati in piedi battano le mani coprendo il canto socialista. SANDRINI, può finalmente riprendere ma riesce appena a dire che s.i sparava anche rolla camera ardente dove suKto dopo l'eccidio ora stato portate il povero Giordani. Scoppia di nuovo nell'aula il tumulto da parto dei socialisti? Finalmente può concludere invitando il Governo ad un'ozJane più energica. GTi animi si calmano por un momento, nuan. do si alza a parlare GIOLITTI. il quale"dice die il Governo sente il dovere di reprimere lo violenze, da qualunque parte vengano, dai fascist'. o da altri partiti. ROMITA: — Duo posi e due misure {proteste dèlia destra e del centro''. GIOLITTI : — Il disegno di legge che presenterò alta Camera sarà destinato ad impedire ogni violenza. E' stato fatto appello alla concordia dogli animi, e non è così che la concordia si può raggiungere: è necessario non solo il disarmo delle armi ma .anche quello degli animi. Nel progotto di legge, che e presenterò e che mi auguro venga approvato n- da tutti, sarà provveduto a togliere lo armi i- : che da una parte e dall'altra sono sta'e soto tratte ai magazzini militari por preparare la e guerra civile. Questa non deve essere e non he sarà, io i. La Camera si leva in piedi e applaudo al Presidente del Consiglio. La seduta è tolta alta ore venti. L'aula si svuota fra vivi commenti,