Non intervento

Non intervento Non intervento Ogni momento della storaaesite necessità, e perciò i suoi metodi di vita. Metodi di guerra, metodi di pace. Così nella politica delle dazioni. La guerra ebbe le sue ferree necessità, ed impose a chi la faceva espedienti 9 sistemi che nessuno vorrebbe óra, in pace, ripetere. Bisognava non solo accaparrarsi le simpatie dei popoli, ma costringerli ad essere con noi o per noi. Di qui le imposizioni, gli interventi nella politica degli Stati minori, riluttanti o contrari, per deciderli. E là coazione spesso ebbe efficacia. Ma ora che la guerra è già da due anni finita, e ferve nel mondo un senso di autonomia prima ignoto, bisogna avere la sapienza e la forza di farla finita cm» gli espedienti e con i metodi del passsvto. Quello che potè andare può ora non andare più: ciò che qualche volta potè essere utile può ora tornare dannoso. Così, crediamo, avverrebbe in Grecia se si volesse ripetere ciò che altra" volta fu con successo tentato. L'esponente di quel successo fu Venizelos. Egli ora è caduto. Ma la sua caduta fu, determinata da fatti di politica interna. E lo riconobbe chiaramente il ministro di Grecia a. Parigi, Ilpmanos. Xessuno in Grecia disconosce il lustro, la grandezza date dallo statista candiotlo al proprio paese. Ma quella grandezza è stata raggiunta apprezzo di sacrifizi troppo gravi. Nella Tracia ed in Asia Minore si combatte ancora; il disagio pesa su tutte le classi. Di qui il malcontento, invano represso con lo stato di 'assedio. Esso si è lo stesso, alla prima occasione, clamorosamente manifestato. Chi intervenisse dunque oggi nella politica greca avrebbe per una parte la poco lieta soddisfazione di dover riconoscere -come propria la sconfitta del vinto, die, finora è tutta cosa personale di lui, e per l'altra correrebbe il rischio di mettersi contro tutti coloro che, o per una ragione o per l'altra, hanno combattuto quell'uomo. In ogni caso, dunque, l'intervento, anche riesca ad avere qualche efficacia, finisce con essere dannoso a chi lo pratica. Dannoso perchè eccita diffidenze, provoca antipatie, suscita nemici, e cioè, infine, diventa fonte di debolezza e di guai. ■> Che cosa ha guadagnato l'Europa d'air ]'intervenire negli affari della Russia bolscevica in Crimea:"1 (Mie errore ai calcolo non fu inai illùdersi da Sebastopoli si potesse abbattere il Governo di Mosca, e in talerillusione riconoscere quello di Wrangel ! Oggi Wrangel è caduto, e caduto, in gran partp, per gli errori delta propria politica interna, li barone baltico reazionario non poteva acquistare la confidenza ■ dei contadini del Mezzogiorno; la sua stessa origine gli impediva di riconoscere le nuove formazioni storiche, e perciò le forze nuove della .Russia meridionale. Così le ebbe tutte contrarie, mentre gli aiuti stranieri gli alienavano le simpatie di molti patriotti russi, ed egli parve ad essi il rappresentante di un pensiero e di un interesse straniero. Ora che egli è battuto.è logico che nel pensiero di chi lo ha sconfitto cotesti interessi si trovino coinvolti con la persona di lui, e il vincitore reputi non di aver vinto lui soltanto ma coloro anche che lo hanno aiutato. Xessun guadagno' dunque, anzi danno ceito per gli aiutatovi, e — quello che più monta — nuove diffidènze fra i popoli, più acute cause di repulsioni. Proprio lo stesso di ciò 'che sta avvenendo in Turchia; Intervenendo in Turchia si scordò che dietro a questa stava tutto il mondo maomettano. Quel mondo clic durante la" guerra eia rimasto o ac quiescente o aveva combattuto in favor dell'Intesa. Uro, con l'intervento negli affai i della Turchia, lo si è alienato o eccitato tutto. L'Euiopa aveva bisogno di pace e ha gettato in una società ardente di fanatismi una favilla che potrebbe propagar il più terribile incendio. Due grandi pericoli minacciano la civiltà e la vita europea : il pericolo bolscevico e il pericolo asiatico. Bisognava,- nell'interesse' eviden te dell'Europa, scompagnare le due forze. Con l'intervento nella Turchia si è in vece dato ai Bolscevichi il modo di riunirlo e dirigerle veiso lo stesso avversario; si è messo in mano loro la miccia per far saltare la polveriera. Questi sono i risultati della politica del l'intervento. La più grande minaccia per la ricostruzione e per la pace europea sa ìcbbe che l'Europa si avesse a ridividere in due gruppi come fu durante la guerra. Ora una politica d'inteivento trascina ap punto verso questo pericolo, rissa infatti spinge le forze a polarizzarsi. Avremo le vecchie uilità, ma avremo nel tempo stesso le nuove strette e solidificate in uh punto avverso. Tutto ciò'insomma cne se non ancora guerra, è però avviamento e parazione di essa. Non per nulla la dottrina liberale elata sempre avversa ad ogni pratica di intervento nella vita dei popoli. Le pio prie differenze — se ne ha — ed i suoi interessi ogni popolo se li deve aggiu stare da sè. Liberamente esso deve poter dafe alla propria politica, interna ed e sfera, gli atteggiamenti che giudichi a se più convenienti. E nel rispetto scambio voli.- degli uni coi» gli altri è la pace della 'convivenza umana. 1 popoli europei hanno flutti bisogno urgente di ricostruire la propina vita. Ma la ricostruzione europea non avverrà che con tale dottrina e per tal via. La dottrina liberale .soltanto, rispettando tutte le l'or me, e tentando di conciliare lutti gli interessi in un'idea ed in un interesse supe fiorei potrà dar pace e unità all'Europa. Spre- vddztidcgrBtrtsmncs

Persone citate: Wrangel