Tra le Arti gli Artisti

Tra le Arti gli Artisti Tra le Arti gli Artisti a r r o i n - e e a e r i è r o ¬ Rossini giornalista I biografi non hanno tenuto "conio di una informazione dataci daH'Oetliiiger sul conto del grande compositore: informazione che ha un po' l'aria del pettegolezzo, ma che può anche avere un fondamento di verità non trascurabile. Nel « Rossini defl'Oettinger, qualificato più romanzo che biogdafla. lutto non è finzione: certe minuzie che si potrebbero credere bugie, sono invece verità autentici». Nell'epilogo l'autore ci racconta di essere stato nell'ali lutino del 1845 a Bologna a trovare il Rossini già precocemente Invecchiato e ili avere avuto con lui un colloquio di cui ci riferisce le tmìi.uio. il Rossini mordace e maledico della iradizione salta fuori anche da questo dialogo. Egli, dunque, parlando con l'Oeltinger. lancia qualche freccia tino, contro Meyerbeer, Donizeti:i, Merendante. — Questo « Profeta » di Mcyevbeer. che a quel che si va dicendo, è già terminalo da lire anni e^-lie l'Opera di Parici aspetta ansiosamente, crime il popolo d'Israele a»:--tteva la manna nel deserto, è forse una eh .nera... — Donizetti é un ingegno condotto tuor di siirada dalla fretta con cui lavora... Al S. Carlo l'« Alzi.ra» di Verdi ha fatto fiasco: a Milano, lo si può dire anticipatamente, farà furore. Certo i na poi ulani giudicano meglio dei milanesi... — Mercadante è ima zucca vuolo .;e ha avuta una sola idea buona: «Il giuramento». Il res;o é paglia... — Bellini ha più musica nel suo mignolo che Donizetti e la folla dei suoi seguaci in tutto il corpo. Ma il mondo dimentica il vero genio e rendo omaggio all'audace mediocrità... Premeva di riportare le pai-ole del Rossini perchè, poco prima di lasciare l'OeMinger, gli consigliò di leggere un piccolo giornale settimanale che si pubblicava a Bologna e che qualche volta era assai mordace. «E' il giornale Teatri.. Lettere, ed Arti. redatto con multo spirilo da Gaetano Fiori, Nel numero d'oggi — esco, ogni sabato — ci deve essere, cosi m'im detto or ora un mio amico ai caffé, un articolo assai spiritoso su Meyerbeer e Donizetti. 1,'ho sentilo comunemente lodare... procuri di leggerlo». E l'Oeltinger,va al caffè, si fa dare il giornale settimanali! e legge i! primo articolo; ma caso strano, s'imbatte nelle stésse parole dette poco prima dal Rossini. Poi rOettlneer va all'albergo e da un francese sente dirsi che l'articolo del giornale settimanale 6 probabilmente dello stesso Rosmini, sapendosi da .tulli che il Maestro ■ é uno lei più assidui collaboratori e che ria lui vengono por la massima parte le idee sarcastiche di cui è pieno talvolta quel giornale ». Il compianto Xoscimbeni si deUe la cura di ritrovarlo ed oggi la c Rivista d'Italia » pubblica quell'articolo che presenta una strana son'iglianza on il dialogo sopra riportato. L'articolo è effettivamente mordace e spiritoso, e palesa una conoscenza 'abbastanza profonda del teatro di quel tempo. Per il Nascimbeni la voce pubblica he indicava il Rossini come collaboratore del giornale del Fiori, è di una grande autorità. Sfogliando il giornale, nei numeri usciti durante gli anni in cui il Rossini abitava a Bologna, egli non trovò altri scritti contrasseguati- da pseudonimi sotto cui sia possibile suppone là presenza del Rossini. Riinane il mfs'ero; nia questo, se acuisce la nostra curiosità, non diminuisce la compiacenza che abbiamo provala nell'apprendere l'appetitosa notizia: Rossini autore di articoli satirici e umoristici, Rossini collaboratore, di giornali tec.-.raii... Una cantante in un'ampia ed accurata biografia di Manetta -Ulioni — nata a ùusuhu ,nel lttìl-s, e morta a Ville d'Avray, nel leW4 — Giuseppe C.auda ricorda i trionii tre-pittoi coneguiti dalla celebre artista di canto, in Italia ed all'estero, cantando speeilamento le opere .Cenerentola. Barbiere, La donna del lago, Semiramide, non Paquale, Rlgoletto, Profeta. Trovatore, berlina, scrina per lui dall'Auber, Maininomi/ scurclo, Italiana in Alurri, Linda, Saffo, Tancredi, L'assedio di Corinto, Karma, Favorita, Ebrea, Maria di Rohan. L'n esimio critico francese scrisse: « L'Alboni è un'individualità a parte nel regno degli artisti. Non solo ella ]>ossiede la voce più meravigliosa che umano orecchio possa udire, ma è dotata pur anco del carattere più indipendenie, dello spirito più originale, del cuore più generoso che vanti il teatro». Nel 18EV1 la Alboni canto al Cartonano e no La, Cenerentola e nel ììarbiere sbalordi il pubblico. Il Itegli, fra l'altre cose, disse di lei: «E' un continuo e soprano, soprano e contralto: va dalle corde basse alle acute con una facilità una spontaneità ed una precisione che hanno dell'incredibile, de! favoloso. La sua voce è la stessa soavità, anzi un sorriso di cielo-, il suo canto è 11 tipo di venustà, di purezaa. Ella ci rammenta la Catalani, la Monbelli, la Corelli e diremo che ha la gola di Rubinia. La vita di Marietta Alboni fu piena di tali avventure da far onore al suo ingegno ed al suo cuore. Il Cauda ne racconta alcune grazioso, od interessanti. Eccone una: Quando riposa, la famosa cantante si rifugiava in qualche casa dì campagna e conduceva una vita semplicissima, come le contadine. Una volta il direttore di un grande teatro, creden dola a Berlino, decise di recarsi colà per scritturarla. Neil'attraversare il Tirolo. l'impièsarto si fermò a. Bolzano. Alla sera, pas sando dinanzi ad una casa di campagna, udì improvvisamente .li 1 mezzo al silenzio, una voce che pareva scendesse dal cielo. Altamente sorpreso, entrò nella casa, con un pretesto, e In una stanza vide quattro donne vestite da contadine. Egli domandò di cono score colei che possedeva una voce sì deliziosa. L'Alboni. giacché era lei rhe aveva cantato si fere avanti. L'impresario la complimentò In pregò di cantaro qualche altra cosa 0 infine le propose una scrittura, accordandole venti mila lire per 50 rappresentazioni LAlboni gliene chioso quaranta mila riierr.do: Io sono il sostegno di mia madio e dolio ragazzo elio rpii vedete. Non voglio quindi abbandonarlo senza assicurare la loro esistenza. L'impresario nicchiò un poco, quin di fini coH'accéttare. Fu soltanto dopo aver firmato In scrittura che l'Alboni si fece conoscere. Cos'i essa costituì ifi doto alle ti e contadinelle. — L'Alboni, che aveva sposati il marchese Popoli, lasciò il teatro quando suo marito morì. Qualche anno dopo pa^sò a seconde nozze, col capitano Carlo Zieger. l.a grand--- artista lasciò tutto le sue sostanze, essa aveva una cinquantina di migliaia di lire di rondila, alla città di Parigi, per bene flconza. Una via di Parigi è dedicata al suo nome e all'Opera si ammira un suo benissimo busto. bsang3sstlsLpsrcBfnirksWVfig o a l o n a a r , , n e a a o o o r e o a a , i o o Lz stagione sinfonica all' Augusteo Li. Regia Accademia di Santa Cecilia pubblica oggi il programma generalo della prossima stagione sinfonica all'Augustco, che si aprirà con due concerti della torunée Toscanini il 27 e. 28 novembre, e si svolgerà fino al giugno 1921 in una serie ininterrotta di oltre 35 concerti fra orchestrali e corali neH'Augusteo o siuiultaneamenle di 12 concerti di musica ria •amerà nel salone accademico di Santa Cecilia. Il programma della stagione prende speciale rilievo dal largo e organico sviluppo che sarà dato alle interpretazioni beetlioveniane. Le nove sinfonie saranno mite eseguite e cosi pure i quat'.TO conceni pcr-piaiiofone e orche strii, mentre nel salone «accademico si svolgerà il ciclo completo dei sedici quartetti (per cui è stato scritturato il quartetto Zlmmer di Bruxelles) 0 delle suonate per violino e pianoforte, interpretate da Arrigo Serale 0 da Ernesto Consolo. Fra, i nomi dei direttori di orchestra, oltre il direttore stabile Bernardino Molinaxi, flgu rano quelli di Arturo Toscanini, Arturo Nikisc.h, Villec, Mengelberg che dirigerà la nona sinfonia di Beethoven, Ernesto Wendel, Bruno Walter, Sergio Koussevitski. Ferruccio Busoni, Vittorio Gin, Victor De Sabato, Fra i solisti figurano gli organisti Bomet e .Nadia Boulanger, i pianisti Busoni, Consolo, Celli. Raoul La Porrà, autore dell'» Habanera », e Lavinia Smhulteis, i violinisti Serate e Principe, il violoncellista Livi° Boni, il contrabassista Koussevjteki, la cantante Olga Matteini, Nel suo primo concerto il Molina ri riporterà in luce, il «fìiona», l'oratorio del Carissimi1, lì fra le novità sinfoniche durante ia stagione, egli dirigerà la. « Sinfonia dello Alpi» di Riccardo Strauss, nuova per l'Italia, e il concerto romantico per violino e orchestra che Riccardo Zandonai ha espressamente composto per l'Augusteo e di cui cui sarà interprete il violinista Remy Principe. Per il periodo pasquale si avranno poi due esecuzioni della « Passione seconda di San Matteo», di Sebastiano Bach, per cui è stata invitata l(a Società.corale di Basilea. // bilancio dell'Opera a Parigi Da 3 a 9 milioni di franchi Lo sciopero del personale dell'Opera continua, ma, oltre ai problemi che esso crea, ve ne è un altro, più importante ancora: il bilancio del massimo teatro francese. Esso dopo la guerra è triplicato: da tre milioni è salito a nove milioni di franchi, dei quali otto sono assorbiti clailc paghe. E il personale non ò oggi più numeroso di quando 1470 persone si presentavano alla cassa per prendervi i loro stipendi, quali cooperatori teatrali. 11 canto costa 1.400.000 fr. l'anno.! Un artista en vedette incassa da 2000 a 30(1» franchi la sera. Il ballo costa 1.500.000 franchi l'anno: l'orchestra un importo eguale: il coro 1.200.000 franchi. Il personale per il vestiario f/00.000 franchi: i macchinisti il doppio: la conservazione dei costumi 300 mila franchi: i pompieri e. la polizia lfjO.OTXi franchi; la calefazione 250 mila; l'illuminazione 230 mila. Ogni rappresentazione costa compi essj va mente .34 mila franchi, tledotta la sovvenzione. Ma a questi 34 mila franchi bisogna aggiungerò il 25 per cento di imposto o tasse, ciò che dà 41 mila franchi. Per pareggiare lo spese, il teatro dovrebbe essere, tutto venduto per duccentosessanta. rappresentazioni. Ma poiché così non è, é logico che lo .Stato dovrà aumentare la sovvenzione. Il Teatro Sociale di Mantova Dopo circa sette anni di chiusura, prossimamente verrà riaperto il Teatro Sociale di Mantova. Le opere che verranno dato sono le seguenti : « Francesca da Rimini » del maestro Zandonai; » Lodoletta » di Mascagni: » Aida » di Verdi e « Mefistofcle • di Boito. Parodie francesi Nei teatri parigini si nota la tendenza ai risorgere della parodia, elle da anni era scomparsa dalle scene. Al teatro Mariunu se ne annunzia una nuova, mentre Le lìaX Mazvtie, parodia del Man Hmntnie, passa da la lienals san-ce ai Camips-ELysées. Della parodia sono autori Paolo Loinbard c Marcello Achard due scrittoli coiti e spiritósi. Questo ritorno della parodia suggerisce ai critici parigini varie considerazioni. E sopratutto la corisiataz'onc che la comparsa della parodia lostimonia la esistenza di lavori fortunati. Poiché solo lo produzioni che abbiano avuto un vivo e schieu io successo poasono provocare i tentativi parodistici. Ma, di fronte a questa osservazione, vien fatto iti chiedere so la lunga scomparsa della parodia non ha sognato un altrettanto lungo periodo di mancali successi teatrali. Ciò che par difhriJe poter dir? del teatro parigino dove anche, i lavori mediocri ottengono Un -ISO repliche. Eppure non si facevano più parodie. Forse perché — osservano malignamente i critici — 1* opero rappresentate, volontariamente o no, raggiungono da se il massimo del burlesco. 12 la stampa augura che la parodila riflorilsoa. Poiché la Folte Omerelle è stata fatta da Suhligny solo perchè Racino aveva scritto l'Andromaca e senza ì'Krnani n^n sarebbe venuto l'Anni li, come non avremmo avuto il Petit Faust senza il capolavoro di Gounod 0. possiamo aggiungere noi italiani, il Fiali" di Jorio non sarebbe comparso senza la Figlia ili John. Bisogna dunque augurare che i.'l Petit Faust, la Folle Omerelle. l'Amali e il Figlio di Jorio non chiudano la serie del genere. lmbccsdn.tstcdsrL'Esposizione di Venezia La XII Imposizione Internazionale d'Atte del la città di Venezia si è chiusa ufficialmente n 7 coir, con un esilo magnifico. La somma del le vendite asceso alla cifra cospicua — e non mai. fino ad ora, in alcuna esposizione arti sticn raggiunta — di 2."j3fl.l2li, somma che pò irà essere anche notevolmente accresciuta se lo trattative, tuttora in corso, approderanno a buon fino. Tra le opere di maggior importali za acquistate, (• bone accennare a quelle di Antonio Mancini, la cui intera mostra personale venne venduta quasi in un colpo solo per la somma di 1.110.000 lire. Inoltro _ uu spi'-e la Presidenza dell'Esposizione -- ire pio pevoii autoritratti, e precisamente (incili di Ambrogio Alitati, di Federico Bel tran Masses e di Antonio Mancini, vennero richiesti 0 otte inni in dono dalla insigne Galleria de#ii Uffizi di Firenze. Nei riguardi degli ingressi i risultati furono egualmente notevoli poichéMwssgistrarono bea £10.510 visitatori.