La seduta

La seduta oma,19, notte. ì La seduta si annunzia fiacca. I deputati, so-'110 infatti assai poco numerosi allorché alle I15,5 il presidente, De Nicola, apre la seduta. ncò anzi di interessare dellaquestione i Le tribune invece sono affollate. Al banco del Governo siedono i sottosegretari. Appena letto il verbale della seduta, di ieri, .chiede la parola il deputato dei partito popolare BOCCIERI, il quale fa una sfuriata contro l'Ufficio di revisione dei resoconti della Camera, perchè nel resoconto ufficiale di ieri si dice che una sua dichiarazione fu ululata dalla Camera. L'oratore dice che non è vero- La Camera ride, e fon. Doccieri, irritandosi, dice che i deputati, invece d'i ridere, avrebbero fatto meglio a non squagliarsi ieri, allorché dovevano votare l'appello nominale sulla questione del voto alle donne (Ilarità .e Àwìori). « Si, eravate nella sala dei Passi perduti a ch'iacchierare, invece di votare » [Suora ilarità). IV presidente taglia corto e passa a'do irtuerrogazioni. I ciazi doganali sulle automobili Si svolga dapprima l'interrogazione del socialista Cosattiui iriù tett'i di ima detenuta uccisa a Venezia da una sentinella del carcero-, il sottosegretario agli Interni, on. COitiìAUlXi. da spiegazioni, ma. l'interrogante non si dichiara soddisfatto. K' quindi* la volte dell'interrogazione Salvemini, cosi eoncc,,.u. • ii 60Uo«cmio chiede- di" interrogare il ministro delle Finanze e gli altri ministri competenti per conoscere il tuie propostosi dai Governo rimaneggiando la tariffa generalo dei dazi doganali sulle automobili ». Si alza a rispondere 'il sottosegreiario alle Finanze, on. BERTONE, il quale dice: Durame la guerra alcuni Stati, verso i quali si dirigeva, principalmente la nostra esportazione d'i vetture e di eaiTi automobili, hanno impo.it'.i diritti assai elevati alte nnportazfo ni. L'Inghilterra tassa infatti lo automobili con un. dazio dol 33 1/3 V. ad valorem; gli Stati lUniti ed il Canada con un dazio del io per cento; la Francia con mi dazio del 70 per conto, ridotto in seguito al 45 per cento. Sin dai primi mesi dell'anno scorso furono presentati al Governo, da parte degli indù striali interessati, voti tendenti a prendere provvediménti in difesa della nostra, industria automobilistica, a cui l'elevatezza ' dei dazi doganali esteri impediva o danneggiava fortemente lo esportazioni.. Mentre il Governo esaminava l'opportunità di esaudire tei voti, i fabbricanti italiani.di automobili svolgevano pratiche con fabbricanti e coi Governi •isteri all'intento di raggiungere un'atfenua zione dei dazi stessi. Infatti, noi Congresso delle Camere sindacali dell'industria, autoniobilistlica elei paesi alleati, tenuto noi 1-019; fu presa ìa deliberazione di raccomandare al Governi francese, inglese, belga ed italiano una tariffa doganale reciproca non superiore al la % ad valorem. Gli Stati Untiti non ritennero di dover aderirò alla proposta. In relazione a tate deliberazione furono intavolate ti aitativi' tra i rappresentanti dell'indùstria italiana, belga, francese e inglese coi spettivi Governi. Il nostro Governo non manrio etri delegati per la pace a PàrigU onde ad divenire ad un accordo. -La posiziono dell'Italia era particolarmente debole, conservati do tvisa sola dazi doganali molto bassi in confronto det paesi suddetti. Lo nostre la riffe andavano por ogni automobile da a 3<X) lire ciascuna, die. per il prezzo corrente, non rappresentavano neppure lontanamente una difesa doganale. Inoltre, sono stati rilevati aicuni Inconvenienti nell'Introduziono dolio nostro vetture in Francia. Le Autorità doganali francesi non si ^contentarono più di applicare il dazio ad ualorem sulle fatture italiane, ma ne calcolarono il valore, mediante un proprio perito, spesso in ima cifra superiore a [niella definitiva eli vendita.. Così il dazio del 43. per cento venni: di fatto accresciuto in danno delle, nostre e spnrtazioni. U provvedimento dell'elevamento del dazio sullo automobili ha perete carattere di difesa della nostrr produzione, in quanto noti si può consentire che ìe automa lidi estero entrino liberamente iu Italia, ffien tre ai nostri prodotti si tenta di impedire resportazione. Ad ogni modo, i da^i imposti con decreto-legge del l.o settembre 1920, numero 1232, sono ancora lontani dal toccare i limiti della difesa di altri paesi contro la nostra produzione. Ciò nonostante il Governo sarà ben lieto di poter condurre a buon fine le trattative coi Governi alleati, perchè vogliano aderire 'alle richieste degli ^.industriali per l'adozione di un dazio più attenuato sulla ba se della reciprocità [Approvazioni). SALVEMINI, replicando, dice: «Oggi si fa della propaganda agraria por la diffusione dolte macchino agricole come avemmo iijimpo di verliere iorisera nella pellicola proiettata alla Camera sul pane nostrum quotidiannni. Non bisognerebbe fare dol protezionismo doganale a benefizio esclusivo dc-.i signori della Fiat, che così si sono rifatti degli aumenti! di salari 1 ; concessi di recente agli onorai. Il protezioni ; smc, 0 dannoso all'amvvStura e a quet'ile regio | ni d'Italia che vivono esclusivamente della produzione (tei suolo (approvazioni). L'onorévole Salvemini si diffondo a. parlare dol decreto l-i settembre 1920 emesso dai Governo e (Vice che onesto decreto è- favorevole alle fabbriche di automobitf. Rileva che questo di croto è venuto alla luce dopo i colloqui avvenuti a Rardonoctfhia e a Torino fra l'ori. Giolitti n il romm. Agnelli per la vertenza dei metallurgici e vorrebbe lasciar comprendere come tate decreto sia un vanteggio accordato al fabbilcanii di automobili. Invita infine il ministro dell'Industria on. Alesato a indagare in torno al fatto elio un impiegato del 'Ministero dell'Industria e del Commercio sarebbe arche direttore di una rivista finanziaria che ti pagare a caro prezzo agli .industrali te pubbli cita della sua rivista {commenti). La proporzionale Dopo alcuno altre interrogazioni di minor interesse si riprende la discussione ' sul di segno di legge: Modificazioni delle norm concernenti le elezioni amministrative SAI VF.M1NI, poiché la votazione di ieri, miantei gue nulla per mancanza di numero legali ha dimostrato che la proposta sull'emenrt* mento Sanrhinii .«irebbe respinta a grand maggioranza, ritira la proposta sospensiva. PRESIDENTE, annunzia che sull'emendamento aggiuntivo dell'on. San eterni è stata ì dall'on. Sandrini e da altri deputati presemi 'tata domanda di votazione nomina'fe. SALVE I" i u l o e a n o e m l o i n i i o e o r a e o a n e , i 1 MINI dichiara che darà voto favorevole alla largizione del diritto elettorale alle donne nella tuitinia ohe queste te ufólizzeranhó per imporri.' ai pubblici poteri una più viva preoccupatone di quei prolflemi morali e sociali che . donna* sento più dell'uomo e perché confila nel loro deriso politico e ch'ile. Vorrebbe ero che si stabilisse a 23 anni l'età elottorae per le donne. a L'appellò nominale sul voto alle elonne Dopo breve discussione sul metodo di votazione il Presidente indice i'appeUb nominale sulla prima parto dell'emendamento dell'onoevole .Sandrini : E' riconosciuto il diritto .elettorale alle donne L'esito della .votazione è il, seguente: Presenti 350 Volanti 230 • Maaaioranza i2fi HHnuo risnosto SI' 2H0 Manno risposto NO 10 La Camera approva, vivi applausi. Risposero SI idi 011. -A.biio, Al)L*io, Agnelli, Agniil, Angtonl, Ai'iile, .Yn'igoiii, liacigaiiipl, HaUiaaaarre, baracco. Bonaria, Basilo, Busso, Boxali; ueilol11 Arturo, Beirraml, Benedetti, ueneiiuco AlborBoneiiuce Giuseppe, tleiimletfu. Borimi Giovanni, Bertone, Basano, Bovkme, Bianchi Vincenzo, tatuami, Blncttl, Bisogni jjocciort, -nogrgiano-l'tco, .•if.iiiwri, BoiiiciHii|-i;i.ir,ii.l/i-ti;visi, lionoim Ivanoo, Bòuoini Boote, B.ii'i'uin. liofco-Lucarelli, Boni. Brancoli. Brun'illl, Bro..-;u.-ca. Bubnlo, Burroni, Bno* nocoi», Camera Giovanni. Campi, Ca-iniilllert, Capila, Cappelleri, Caratano. Carusi, Ca.'.iitlni, Casotto. Casertano, Casoll', Cavaillora, Cavalli; Oovazzi.ni, l'olii, cenUx>aa, Cermohatt, oiiiniientt, ChlosCi(.rolu]i2.), Clinorettl. Cingolate, Ciocchi, Gerla111. (/■■■la. cotenna (li. Gawi. Colili, Coramnv Corrai!!.-.:, uoisi, C-.-..vini, Costa, Ci'lf|i:0ti, Curii, C11frutellt, D'Aj-.-ila, Do Aiiiimels, 1>- neiieilicim, De Capitoni, Dcgfii, Della Seta, noi!» sbarba, Do' MIliele Giuseppe, Do Mi'chelis Paolo, Do Vito Itene* to, Dt Fauiiio, Doro, Drago. Faciia, Ii'attìo, Falcioni, > Fan toni. Farina Mania. Fa ri ni. Pifelro, Fera» Ferrari Enrico, Ferraris Fi. .ibio. Fino. FliKX'r.hiaroiVprtle Aruiwa, Finorei>iai-o-A|iri!o Emanuele, Frtìn« , la, Frova. Ottavi». Uaruioidi, Gairost, Ga-sr.aroi.to, 3ay, Ghezzt, Glavazzi, Gioitili, (Urarili, Giulietta. • :;v.i.nJi Achilie, GrazloiJci, Gronchi, Grossi l£0noUo, G1u1.ric.11U. Guarino, .Tacili!, .Tonnetti, Janni, La Lofr/ria, LiiaizafTì, Lembo, Inolimi, Lombardo, Paolo, Long!notti, Lo Piamo, Lo 'Presti, Luzzattt Luigi, Massaggi, Maestri. Malli. .Miutilatiso.^Mninh >inl, Marangoni, Jtervhioro. Mnivomlnl, Marino, Martini, Martire, Mnsciantonlo, llati'i-l.ieuttlt, Matteotti. Maury. Metta, MenUaya, Merlin, Merloni, Mcscbi'ari, Miceli-PiccariU. • ■ .v'a. MikIIoII, Milani I'., Mofligìiami, Morto ri. Murari, Mnrgia. MurialtH. •Java. Negrotti, Paduill, Pagella, Paliastrtìtl, rancano. Par.aro. Pasqualino Vasairo, Peano, Por-oraro, •ertone, Postalozza. Piccoli, Filati, l'iroiuu. Pi-. ■r->ja, t'iva. Poggi, Porzio. Preda, «altari, Rameln la.*Reote, Recahcatl, Kopoast, Kolwi'io, Bocco. isolino, Rosati Mariano. Rossi Cesare, Rosai Fran■o.-i.'o. itaA'.r Luigi, Rossini, Rutilili. Ruini. Russo, Salvatori Untilo, Salvatori Luigi, Salvemini, Satin li'lui, -San.troni, Sauna. Santin Giiis-to, Scevo]aj . Schlavon, Scotti, Serrati, Siciliani, SiarhterU Slgnoi-inl, Sffia, Soleri. S:>,nla. Spagiioll, Stetand, StucchiPrlnetti, Tangcrra, Tnsslnarl, Tedesco Ettore, Test Ione, Teso, Tonetto, Tontoricl, Tosti, Trevisani, 'frazzi, Tapini. Turano, Turati, Vacca. Vaelrcai, Vassallo 1 Eniealo, Velia, YeiUavoll, Vigna, Volpi,. ZeroSglio, Zito, zucchtai. Hanno rist^sto NO gli on. Armoni, Camerini, Dt ioegio, (Uoia, Dtiprota, Mezzanotte, Monsoni, Rosaiii liioyanni, Sarrocchi, Satta-nra.nea. PRESIDENTE, mette a partito la secondaparte del primo comma dell'emendamentot Sandrini: nelle stesse^condizioni stabilite pet iti- uomini fé approvato). L'annunzio ohe la Camera ha approvateli con iìti voti contro te il voto allo donne viene accolto dall'Asemblea con applausi. Il PRESIDENTE metto a partito il comma dleUVntientlnmento Mandrini: «Tutte le di' * posizioni della presente legge e le rimanenti della legge comunale e provinciale sono ad osse applicabili. « E' approvato). Mette a partito la seconda parte dell'art., l.o: « Gli eleU tòri di un Comune concorrono tutti egualmente alia elezione di. ogni consigliere; ogni ripartizione per frazione è abolita •• (E' ar> provata). Sul voto obbligatorio Il presidente DE 'NICOLA avverte che vi sono diversi emendamenti ■riguardanti l'ol> bligàtor'ietù di voto,, presentati da Sandrini, Sari-occhi, De Capitani, ed altri, ed annunzia che è staio chiesto l'appello nominale. iL'cn. GIOLITTI dichiara che si astiene, rimettendosi alla Camera. : iìEL'l ItAMl: Non si possono obbligare gli anarchici ed i mazziniani a votare (Urla). CAPPA, per i popolari, dichiara che essi' sarebbero siati favorevoli! all'obbligatorietà si'proprio ora ia Camera non avesse deciso di dare ii voto a li milioni di donne, che non si possono senz'altro costringere a votare se non si dà loro il tempo di allenarci alle lotte e» letterali. D'AYALA dice che Vobbligatorietù, oltre ad essere una forma sostanzialmente democratica (rumori dei. socialisti), integra la proporzionate il socialisti strepitano, mprendo la voce dell'oratore). E' naturale che i socialisti strepitino, perchè tutti sanno che le loro vittorie sono appunto dovute al fatto che, non essendovi ancora . l'obbligo di partecipare al voto, gli elettori borghesi, per pigrizia 0 per viltà, si astengono. 'BOCCIERI, popolare, vivacemente, attacca lai obbligatorietà, qualiitcandola una. coercizione alla libertà, e protesta contro- coloro che hanno espresso propositi di minaccia verso ohi avesse votato contro. SARROCCHI: Nessuno minaccia. , TURATI, a nomo dei socialisti, dice che essi sono irriducibilmente contro l'obbligatorie-; te. Altra volta tale proposta era stata avanzata da-dl elementi moderati della Camera. Bastò che l'on. Giolitti si dichiarasse favo, revole al suffragio universale, perchè il 'castello dell'obbligatorietà cadesse. Lamenta che il Governo si astenga. Non approva questo agnosticismo di cui va dando esempio il Ministero in (l'iestioni importanti, che. comunque, non ne comprometterebbero l'esistenza anche so prendesse posizione. GIOLITTI: Ho votato a favore del voto alle donne.. TURATI: — E lo donne gliene saranno grate [nitrita). Continua dicendo che il voto obbligatorio è quanto dì teù illiberale si possa pensare: è una coercizione die Ile coscienze. V)Ut voce <Ui destra-. — Per chi non vuol votare c'è sempre la scheda biascia. TURATI: — Col voto obKÈgatorio voi toglie* o e e o e r i a , a I te alla scheda bianca emalunque importanza. La seduta

Luoghi citati: Canada, Francia, Inghilterra, Italia, Torino, Venezia