La Camera riafferma la fiducia nel Ministero con 119 voti di maggioranza dopo una rapida dicscussione sulla politica interna

La Camera riafferma la fiducia nel Ministero con 119 voti di maggioranza dopo una rapida dicscussione sulla politica interna La Camera riafferma la fiducia nel Ministero con 119 voti di maggioranza dopo una rapida dicscussione sulla politica interna Le esplicite dichiarazioni dell'on. G-iolitti: costante indirizzo di libertà per tutti nell'ambito della assoluto di favorire l'ascensione del proletariato; repressione delle violenze da qualunque parte vengano; appello alla concordia dei cittadini per guarire il Paese - Il gruppo del " Rinnovamento „ isolato. e; dovere I fattori de! successo Roma, 17, notte La discussione sulla politica interna 6 fiAta alla Camera nella stessa seduta in tasgtcai ò cominciata colla piena vittoria dei: I sl'on. Giolitti. La vittoria fu duplico, cioè vittoria politica e del programma ministeriale, aumentata da un secondo successo personale dell'on. Giolitti che si è riaffermato un caustico abilissimo nell'ambiento parlamentare. La novità della giornata e | ouesla: che la discussione, cominciata come una battaglia apparentemente innocua, impegnata dai soli socialisti, si 6 tramutata, per via, in un audace attacco di fianco tentato dal gruppo di rinnovamento (ex combattenti) il quale sperava di avere alleato, nel suo improvviso assalto al Ministero, il gruppo dei deputati di1.! partito popolare. La manovra è fallita, perchè l'on. Giolitti seppe con fulminea rapidità sventarlo, isolando immediatamente il gruppo detto del rinnovamento. Infatti, tanto i socialisti ciifanto i popolari lasciarono soli i pochi deputati del gruppo combattenti. Per comnrendere ciò che è avvenuto oggi alla Càmera è necessario esaminare separatamente i due 'grandi episodi della giornata. La seduta si può dividere in due parti, cioè : la discussione ed il voto sulla . mozione . socialista e la discussione ed il voto sul successivo ordine del giorno dell'on. Gasparotto. Lo svolgimento della mozione Musatti sino al discorso dell'on. Giolitti nulla presentò di sostanziulmente interessante. I socialisti si erano divisi il lavoro. A Costantino Lazzari,, come ad un anziano-, era stato affidato jl proemio dolla discussione. Successivamente parlarono gli on. Marchioro, Aeoslinoiii e Nicolai tra la grande nervosità dell'assemblea e furono i primi vivaci discorsi della ripresa parlamentare. I rrurrttro discorsi nulla rivelarono di nuovo. Ih conclusione, gii oratori socialisti portarono alla Camera soltanto episodi locati, fatti isolati di poca importanza, ravvivandone la narrazione con un tono acremente polemico, il che irritò la Camera e determinò la. reazione. Il successivo discorso Giolitti innalzò la discussione, la condusse nelle sfere serena dei principi e della loro applicazione. Lo dichiarazioni dell'on. Giolitti furono basate sui seguenti capisaldi : l.o) la politica interna glolittiana fu sempre liberale: essa seguì un logico svolgimento dal giorno in cui Giolitti si oppose allo scioglimento dei fasci siciliani, poi operato da Crispi, dalla proclamazione della libertà di sciopero, a.lla concessione del suffragio universale, fino all'attuale controllo sulle fabbriche. Giolitti fu quindi detto rivoluzionario: assurdo dirlo reazionario. 2.o) i socialisti confutarono la politica giolittiana servendosi di fatterelli e non di argomenti. I principi sui quali è basata la politica interna giolittiana rimangono pertanto inconfutati. 3.o) nessuna politica è possibile, all'infuori di quella seguita da Giolitti, che si riassume nella formula: tutta la libertà nell'ambito della legge. Il paese, dopo la guerra, è ammalato e bisogna guarirlo colla collaborazione di tutte le classi sociali. Il discorso, abilmente polemico, stringente, rischiarato dal noto humour, ottenne incontrastato successo.-Lo riconobbero nei corridoi anche i socialisti. Tutto pareva a questo punto dovesse finire con un voto contrario alla mozione socialista, quando, improvvisamente, entrò in scena un elemento nuovo: il leader dei combattenti on. Gasparotto presentò all'ultimo momento il seguente ordine del giorno: «La Camera invila il Governo ad una politica che difenda, nell'ambito delle leggi, tutte le libertà e garantisca pienamente lo svolgimento delle attività di tutte le. organizzazioni di lavoratori senza distinzione di bsrGrpvqmcqccltttgcsddBmNlpcvpsLqmsPchvaeclpartiti». Nulla, in apparenza, di insidioso I „ ., ^„„„„„„ ;„ ' ' i „« ' , I per il Governo in queste affermazioni, che il Governo, a rigor di termini, avrebbe pò- tuto benissimo accettare. In realtà si trat- I tava di una insidia politica. Come? Perchè? perchè l'ordine, del giorno reca, nella sua seconda parte, l'amo col quale i combattenti intendevano condurre a loro i popolari, di cui accarezzavano le aspirazioni. Si trattava, nei risultati, di un colpo mancino, vibrato al Ministero e di lina trappola, usiamo la parola ruda ma appropriata, tesa ai popolari. Questi ultimi vi erano Infatti caduti dichiarando, per bocca dell'on. ' Cavazzoni. che aderivano all'ordine del giorno Gasparotto, ma la manovra fu scoperta. Essa apparve evidente allorquando l'on. Valentino Coda, giornalista ed avvocato genovese, debuttando alla Camera, sviluppò con linguaggio di rigida opposizione alla politica giolittiana il punto di Vista del gruppo al quale appartiene insieme all'on. Gasparotto. I combattenti intendevano dunque fare un nucleo di opposizione composto dei cento voti popolari e dei loro voti. L'on. Giolitti il pericolo ed affrontò risolutamente la posizione. Egli chiarificò ;m„,o,i,-„(„, i immeaiaininento la questione compiendo tre mosse abilissime. Colla prima mossa ì -nj.Hnco i i,, t* ... i : ,i- i costrinse I combattenti a dtre.se davano o ! no carattere di sfiducia all'ordine del gior- j no Gasparotto. Avuta risposta affermativa ' eostrinse i popolari a dichiarare sa l'acca! tavano o lo respingevano. I popolari, che avevano prima aderito alla formula Gasparotto, dovettero rinnegarla. La battaglia era vinta per l'on. Giolitti. I combattenti erano isolati. Ma non bastava. Rimaneva la terza mos sa compiuta trasportando il terreno della battagliai Gli avversali speravano che questa avvenisse sull'ordine del giorno Gasparotto, cioè coi popolari alleati. Invece l'on. Giolitti dichiarò che il voto politico sarebbe avvenuto sulla mozione socialista, poiché sul respingimento di essa il Governo poneva la questione di fiducia. Era questo il finale della battaglia. Infatti, la mozione fu clamorosamente respinta, poiché l'approvarono soltanto 83 deputati quasi tutti socialisti e la respinsero 202 fra costituzionali e popolari. La seduta si chiuse con l'isolamento dei combattenti, sul loro ordine del giorno, che fu votato da una ventina di deputati, fra i quali Gasparotto, Janni, Mazzolani, Calò, Coda, Ludovisi. Bevione, Baldassarre, Pirolini, Angioni. Sifola. Dell'Abate. Tutto il resto della Camera, dai socialisti ai popolari, dai costituzionali dolla sinistra ai liberali di destra, votò contro. L'on. Giolitti non poteva dunque vincere più brillantemente e più elegantemente, ottenendo il migliore dei risultati con grande semplicità di mezzi. La giornata si è chiusa con la nomina di un segretario della presidenza della Camera. Il posto, vacante per la morte dell'on. Cameroni, spettava logicamente ad un altro poDOlaro. Candidato era infatti l'on. Martino. E' stato invece, eletto, in seguito a lavorio di corridoio, l'on. Calò del gruppo del rinnovamento. Domani si ritorna alla proporzionale. In fine di settimana, al più tardi martedì prossimo, la discussione sul trattato di Santa Margherita Ligure. S.

Luoghi citati: Roma, Santa Margherita Ligure