Foch e Clemenceau

Foch e Clemenceau Foch e Clemenceau (Servizio anaciate della «Slampa») Parigi, 8, notte. . La celebrazione, quest'anno insolitamente solenne, dell'armistizio ha fornito occasione a numeroso rievocazioni degli eventi connessi a quella memorabile data. Uno dei principali collaboratori del Matvn, recatosi ad Amiens (ove ieri si celebrava un servizio funebre in memoria degli australiani caduti durante la tragica offensiva dui 18 marzo ItllS, quando i tedeschi, sfondate le linee britanniche e giunti quasi dinanzi alla citta, parevano avere spianata un'altra volta la strada su Parigi) ha ivuto dalla bocca stessa del maresciallo Foch la narrazione del come si svolsero le formalità per la conclusione dell'armistizio. Per quanto più particolareggiata e precisa, tale narrazione non apporta gran che di nuovo a quello che già se ne sapeva. Ma la parto inedita e più interessante o quella nella quale, senza d'altronde alcuna acrimonia, il maresciallo Ilaria delle ostilità e mancanza di riguardi che contro di lui Clemenceau aveva a parecchie riprese dimostralo. Già quando, l'in dal settembre 1918, Foch, vedendo che la fine della guerra si approssimava, aveva scritto a Clómenceau pregandolo di inviargli un funzionario del Ministero degli Esteri che lo mettesse al corrente delle condizioni di pace che il Governo preparava affinchè gli eserciti alleati occupassero tutte le regioni elio avrebbero dovuto servire di garanzia alla esecuzione del trattato di pace, la risposta di Clemenceau fu breve: « Questo non vi riguarda ». L'armistizio venne firmato alle 5 del mattino dell'll novembre, ed alle 9 Foch. di ritorno a Parigi, si recava da Clemenceau. Il presidente del Consiglio non era di buon umore, brontolava, e per prima cosa chiese a bruciapelo, al maresciallo, che cosa aveva celduto ai tedeschi. Il maresciallo disse che alle 11 si sarebbero dovute far sparare le salve dell'artiglieria, annunciami la fine delle ostiHit-à. Il momento era atteso con febbrile im pazienza da tutta la popolazione, ma Clémen [coati non voleva. Voleva che le salve fossero tirata alle lfi. al momento in cui egli sarebbe salito alla tribuna della Camera, per nunun ci are la conclusione dell'armistizio. Il mare • scialle gli rispose che alle li l'ultimo colpo !di fucile sarebbe stalo tirato sulla front*, che Io truppe ne erano state prevenute, e che tutti lo avrebbero saputo. Nel frattempo, entrarono noi gabinetto Barinoti, Nail e altri personaggi, lche appoggiarono il maresciallo. Soltanto al flora Clemenceau accondiscese, con quella buo|da grazia che si può facilmente immaginare, ! Por far tirare lo salve alle 11. Foch non può sinceramente diro se Clemenceau lo amasse o no; corto è che glielo dimostrò, ;. Per esempio, durante il Consiglio di guerra I tenutosi a Londra il li marzo 1918; Foch, che : era stato nominato comandante in capo di un esercito di manovra, die non esisteva quasi, (chiese agli inglesi di collaborare con effettivi. patta, creazione di quell'esercito. Il maresciallo -H4Ìg gli dichiarò in nome del Governo bri tannico, roppres-vifato personalmente nella "unione da Lloyd George, che era impossibile, — Foch volle replicare, ma Clemenceau lo intcr- r"PPe bruscamente: à . — facete, sono io die parlo in nome del - ; governo francese. — E dichiarò che accettava la risposta dd maresciallo Haig. . For'1 «*è P?1"0 la rivincita all'indomani, - Quando il Consiglio stava per terminare, egli - la parola, che nessuno quella volta pen- i30-, di togliergli. Dichiaro che un'offensiva torù tutelabile stava preparandosi e aggiunse-: «So f <u;Ho che» sono le battaglie degli eserciti at l>alr M ho partecipato sulla Marna e in Ita- Lm:,r^S qual1 dl?ubOT1° essere J collegamenti, e H"3-'1. P*? cannoni occorre prendere, ecc. Vi ana ll"^°11i?J?nu? che muia c pronto per resi- ^<'ic ali offensiva e che questa può essere un i ', - SUÙ1 interlocutori ne rimasero e 'nati e pochi giorni dopo si ricorda- a !ono ?1.,P«- A Doullens, l'indomani della rot- psiLcovvodpilmcleetetrredtrzslumdtdto16lgpncteslsm3cipcppmPlmslsppstbza tura dal fronte britannico, davanti afi Amiens a ^ni??"" &.v.mare^iaU.0 i ^n^^m^t"0'11"' ,U)/Uc<hcur'.peta'"- FoSn - ^JTVS^i* > rag,one' !socond<> •,10M/Jft Mcovuio da Petain ci si preparava per l-itìTt.T.ll SU l'unii nri 11 ninmciulli, I.Ioir. i : - Itó^^S^'^ffiS5^ i;rÌ^*I?L^ od 11 maresciallo Haig ver. a -1 HJS'ymÌS»nsnWiJ^J&LSH "STO? un n ^dJ^SSSSfnJ? P T ™ 1 "nlt:L„ c,t>1 co' e'd™tf ^^À^^nH^SÌ^f1^ ~ -1 ^ u psnplale Foch n comando degli e.ser i^.jy cne operano ritorno ad -Milione» 11 maa iaic vi or> " 1 ;]m,in^nH.V SS. bamcsqnaccltmptclrdc1rpplScrosolano Haig vi si oppose dichiarando non esservi che una sola soluzione sensata, quella Cioè di dare a Fodi il comando degli eserciti alleati sul fronte occidentale. Clemenceau si inchinò e cosi venne deciso. Ma, durante la colazione che segui, Clemenceau disse al nóo generalissimo interalleato: «Finalmente avete la situazione che volevate ». Quella volta il futuro maresciallo perdette la pazienza: «Come, signor presidente — replico — mi date una battaglia pèrduta, mi chiedete 'di risiale! irla: accetto, e trovate ancora che mi f.ne un rogalo. Occorre tulio 11 mio candore per accettare in tali condizioni ». Gli attriti si manifestarono anche più vivi durame la Conferenza riolla pace. Foch ora partigiano dell'occupazione della riva sinistra del Reno, sino all'esecuzione integrale delle condizioni del Trattato di pace. 11 7 aprile 1918 Foch ottenne di essere udito nel consiglio dei Ministri, ove si reco, accompagnato da Tardieu e da Giulio Camion. Egli consegna a'd ognuno dei Ministri una copia dello suo osservazioni, e svolse il seguente, tema: Senza garanzie non è possibile assicurare la vittoria . .soltanto Poincaré lo appoggiò. Indi vennero >.rosati di ritirarsi. Uscendo-, Foch disse a Tardiéu, in presenza di Cambon: « Vi sarà, un giorno, una Corto di giustizia por à la Francia non capirà niai ria si sia fatto uscire un falligiorno, voglio presentarmi celila coscienza tranquilla ocon le mie carte in ordino ». Il maresciallo fece ancora un ultimo tentativo nella seduta plenaria del fi maggio giorno della consegna aUfe Potenze alleine del Trattato terminato nella notte. I portoghesi ed altri ancora si alzarono per protestare. Indi venne la volta di Foch, che svl Iluppó ancora una volta la sua tesi. Venne - ascoltato. Nessuno disse verbo, e la seduta r ,.,,,,„, r,)ta. Mentre i delegati prendevano |i |th(, npUa sala nI,jpur, Foon si roco da clf j ,„,.niV.au y| _ Ho avuto l'onore di rivolgervi una doo m3rKln G vf,rrri !n risposta e; T.iemeiireau si recò ria Wilson e da l.lovri ' George, coi quali parlò alcuni istanti anima- tem(?Knle. p0itornò e gli dichiarò: i) ... , a nostra risposta è che non vi è risposto - Ffrf>h r(M>ri<vS: «signor Presidente, ini a\aììe6o se ,|„htiri domani accompagnarvi a VerJ" sailles. Mi trovo nel caso di coscienza più o i rr.lv,, cho nii sia lnaj presentatò nella mia i i l e e i l o i e e i a ; - pgiugicaTCi, percln - èoifie dàlia vittór - rnslito. In quel i1 a a - mlncdarl . e o i e a , re a l o a a esistenza. Onesto trattato lo ripudio, e non voglio, sedendomi aqpanto a voi. condividerne lo responsabifclà ». Clemenceau rimase malcontento. Nella sciata mandò da lui il senatore Giovanni Dupuy, che con reale emozione gli parlò a l'ungo. Foch ponsò allora cho i Governi aìSeati si sarebbero presentati all'indomani, innanzi ai lo(deschi, por imporre loro un trattato, e clic non era possibile che si presentassero senza che tutti gli eserciti fossero rappresentali dal Imo oapo. «Non ne ho il diritto. Sarebbe indebolirli innanzi al nemico ». 11 maresciallo si recò, dunque, a Versailles, ove il suo posto ora accanto al ministro Klotz. (.mando la cerimonia della consegna fu terminata. Foch gii disse: « Signor ministro delle Finanze della Repubblica francese, con simile trattato potrete sempre presentarvi agli sportelli dell'Impero lodesco. -Sarete pagato con chiacchiere! Klotz gli rispose in tono acro: «Non e quesji Ih mia abitudine!». — Kbbene, vi ci abituerete — ribatte Foch.

Luoghi citati: Amiens, Doullens, Francia, Londra, Parigi