L'Esposizione degli "Amici dell'Arte,, che si inaugura oggi al Valentino

L'Esposizione degli "Amici dell'Arte,, che si inaugura oggi al Valentino L'Esposizione degli "Amici dell'Arte,, che si inaugura oggi al Valentino Esistono, nella nostra lingua, due parole che sembrano essere siate create apposta per andarsene insieme per il mondo, strette strette a braccetto, in un bel sogno di bellezza e di poesia. E le due parole sono: «fratellanza ar Ustica ». Chi mi sa dire die. ne fu dal giorno in cui, smarritesi'tra la toschia dell'ambizione, della maldicenza, dell'Interesse individuale, esse si perdettero di vU*a, nò sorse voce cosi stentorea da poterle richiama re l'una all'altra accanto ? 1 tempi — si dice — sono cat- » tivi per l'arte. E non è vero. Sono cattivi perchè gli artisti li fanno tali. Ogni tentativo di conciliazione tra essi presto diventa dolorosa illusione ; chiese e chiesuole scampanano a stormo dai loro campanili per infastidire le orecchie con dentgrazioni e brutture di parole, che soltanto la violenza — non è più dell'arte — hanno in pregio ; g'\ « arrivati » si tengono sdegnosamente in disparte, tra gruppi di proseliti prosternati in interessata adorazione ; gli ■ arrivisi.! » cercano vittime da calpestare per sembrare più alti ; ogni concetto di nobiltà' di linguaggio s'offusca ; e il pubblico perplesso, disorientato, deluso si domanda: « e codesta l'arte che ingentilisce, ed affratella le gen;:i ? ». Ed anche -le esposizioni — quelle esposizioni, che non dovrebbero essere altro se non un campo aperto ad ogni elevata manifestazione dt bellezza — ne soffrono. 11 puntiglio dilaga ; l'ambizione divide ; non elibero i compagni di Ulisse le orecchie così ottirate dailla cera quanto i nostri art.isoi agli appelli alla concordia. Di questi appelli volle lanciarne ancora uno la nuova «irezione di «gli amici dell'arte». E trovò intorno l'indiffereneza, la malvnlenza, la maldicenza. «Ebbene, sia I » — essa dirà oggi a sè stessei — « Se l'esposizione da me promossa è quello che è, e può segnare qualche nuova via per domani, devo essere paga ugualmente ». I centosessanta, e più, artisti adunati nelle sale del palazzo della Società promotrice di belle arti al Valentino bastano infarti a tonnare un gruppo capace di ardimenti e di battaglie. Il pubblico, alla sua volta, sarà buon giudice. Credo anzi fermamente Che esso si compiacerà di più del potere penetrare nell'intimo dell'anima dell'artista grazio ad una serie, inconsueta per numero, di piccoli lavori — accessibili anche a borse modeste — che non del fastoso « bric-à-brac » di altre mostre. Artistf, di cui il nome compare raramente nelle nostre esposizioni, qui si rivelano setto aspetti impensati. Altri possiamo studiare con elementi nuovi di giudizio. La parie puramente decorativa ha anch'essa il suo lato interessante. E se 11 concorso sul tema «la celebrazione del lavoro »• avesse pure dato un'opera sola veramente significativa, di chi la colpa ? Mi pare di quanti, potendo emergere, si astennero dal concorrere. *** Ma è ora di dare un'occhiata alle opere di qualche artista in particolare. Ed ecco il Pizio. Ha una numerosa raccolta di studi e di impressioni, in parte di "paesi d'Oriente. Questo artista non è tra i più assidui alle nostre esposizioni. Quanto espone rivela una tempra delicata di pittore." 11 suo orientalismo è — nel paesaggio — « en sourdine » ; più ricco di accenti di colore — non sempre sufHcientemeaite nutriti — in qualche stuello di figura. Certe finezze di grigi in alcune impressioni dinotano studio acuto e sincero del vero. Nell'insieme un artista simpatico. Altro orientalista, nòto oramai al più, è Alberto Rossi. Egli è più vario, più movimentalo del l'iziu Forse il suo Oriente è qua e là più di maniera-; ma l'Impressione destata in noi è sempre vivace ; gualche volta anche profonda. Ricordo, aa esemplo, una teoria di camme'.ll rimontanti le dune sabbiose. Opera di semplicità e di vastità, che non è sola nella interessante raccolta di studi qui esposia. A Venanzio Zolla vorrei dedicare più di un cenno. Tanto più che egli si rivela anche paesista delicato in alcuni studi tenuti in quella intonazione bassa, cosi cara a lui, mentre in altri, ove canta il sole attraverso ricerche tecniche, che acquistano un certo sapore di originalità, egli ci dà una nota impensata e vibrante di colore. Artista tutta intimità e raccoglimento, io Zolla riuscì in breve ad imporsi. Ed oggi anche a Venezia egli tiene uno dei primi posti nel gruppo piemontese. Certi studietti, iarghl un, palmo, ma di una penetrazione e di un sentimento grandi, bastano a spiegare quel non so che di suggestivo, che emana poi dalle tele maggiori dell'artista. In una gamma di colori, che sembra ridotta alla semplicità più grande, lo Zola trova accordi vibranti, gradazioni di toni di una signorilità squisita. Egli senfe l'anima delle cose. Uno studletto, ove un «pliant» stende le sue braccia nell'ombra ad una tavola apparecchiata, è sotto questo aspetto un saggio notevole. Decorativo invece Carlo Morgari. Ove finisce il vero ne' suoi studi ? Ove comincia il fantastico ? Egli evidentemente cerca una nota nuova, che, per' ora, travede, ma non affer rò ancora. E' mollo, è disuguale in alcune parti. Vivace e solido in altra. C'è dell ingegno in questi saggi. Prendiamone nota. L'Ubertalli e oramai fra i pittori più graditi al gran pùbblico. Disegnatore accurato e sicuro, piacevole sempre nella scelta dei motivi, egli si riafferma,' nei molti studi qui esposti, un maestro del pastello. E mi piace rivedere finalmente Arturo Stagliano rappresentato degnamente Questo allievo di Domenico Morelli, dapprima, poi del Bistolfl; questo scultore, che dell'arte del bianco, e nero sa gustare le profonde soddisfazioni, ed è altresì pittore delicato, s'era andato alquanto perdendo. Ora rieccolo a noi, disegnatore movimentato, fantasioso, anelante ad infondere un senso di vita nelle sue figure, grazie, ad un continuo rincorrersi di curve, che talore riesce persino eccessivo, ma certo, attraverso il segno agile e sicuro, rivela un temperamento ai vero artista E a lui ritornerò vof.ontieri, come ad uno dei concorrenti per « la celebrazione del lavoro ». Quale altra tempra quella del Buratti ! Ànch'egli s'era andato perdendo. Ritorna qui con alcuni lavori, fra cui uno studio di testa d'una tale fermezza di disegno, di una penetrazione psichica così profonda, di una semplicità così incisiva da farci ripensare — e non e poco — a cerni vecchi maestri d'Alemagna, od a qualche nostro del Quattrocento. Altro- che cubismo, e postimpressionismo e altre simili diavolerie! Di un'esecuzione larga e sentila e di .un bell'effetto le marine del Kcssotti. Egli, negi i intendimenti, rievoca l'arte dei Maris e del Mesdag. E, se non erro, fece appunto in Olanda, o nel Belgio, la sua educazione artistica. 1 suoi lavori si vedono sempre assai volentieri. Fra diserai accurati del Bonilanti, del Boas so. del Pacchioni, del Dogléani, del Parvopassu. del Gluslana ecco una nota lunare del Cane, sciuisita per sentimento poetico- E col Morelli, che presenta una serie di disegni di ficrure donnesche di una gustosità e di una aristocrazia di esecuzione veramente lodevoli, ecco il Ceragioii. che opportunamente ci compare innanzi quale disegnatore è quale scultore. La eiazia, alimentata da un senso innato del gusto decorativo; la delicata ricerca della linea, l'eleganza dell'esecuzione ricompaiono nei pochi saggi presentati qui dall'artista: Docili, ma bastcvoli a farcelo ricordare nelle »ue qualità migliori. Del Vetlan conoscevo buoni disegni in penna ed anche qualche caricii„ura. Al Valentino egli esnone oggi una copiosa raccolta di plccoie onere ad olio. E. nel loro complesso, esse bastano a farci giudicar* favorevolmente l'artisia. La sua linea di condotta non è ancora sicura: troppo spesso manca l'unità; l'Insieme — come dicesi in gergo pittorico — « balla »: certi effetti sono supeificialmeiite resi. Ma c'è in questa raccolta una luminosità, una intensità <li vibrazioni di colori, una ricchezza di eleiwntl. alcuni in germe, altri già esplicantisi vivacemente tale da far suerare tone in opere più complete e maggiori- Tempra sensibile di pittore, anch'esso disuguale ma sprigionante lampi di originalità è quella di Eso Peluzzi. Alcuni studi — ad esernDio quello grande di case al sole, e il gruppo di donne sedute — ci bastano. C'è qualcosa di sano, di energico, di spontaneo in questi suoi saggi. E l'imbattersi di quando in ouando con giovani di tal fatta fa ben'e c- conforta. Non si lasci deviare il Peluzzi. l'accia ancora, e sempre, come sente. E farà bene, ì Ouesto dico pure per il suo vicino cii pareie: iì Vagaggini. La sua pfttura è limpida e sonora. Per ora ecco due qualità notevoli. 11 Boetto si rivelò paesista nella scorsa esposizione. E qui la raccolta-di studi, che-egli estxme. è tutta un'amorosa visione delle bellezze del paesaggio di montacna. Alquanto fredda» © ce» e-Ai monotono, ma gustoso nella scelta e nel taglio del motivo, accurato nel disagilo, talora fine in certe armonie tonali il Boetto non dimentica d'essere altresì uno spiritoso osservatore. Ed alcune impressioni di figura sono vivaci e caratteristiche. ' Nuovo alle esposizioni mi sembra il Deabate. Ebbene, ricordiamoci di lui per l'avvenire. Gii studi nenetrati di luce, da lui esposti, sono una solida chiave di volta dell'edificio, ch« egli sta costruendosi. C'è qualchecosa iin essi di audace e di semplice, che attrae. Il Deabate va diritto per la,sua via. Sembra non guardarsi intorno. Ha una mèta sua, e la sincerità, spìnge sino al disdegno di quanto si fa da alni e potrebbe giovargli. Se raggiungerà codesta mèta avremo un vero artista di più. Due dininti d'una violenza, che farà torcere lo sguardo al più, espone il Bertinnria. Poco trovo nell'uno; ma corto emana dall'altro ouel senso di solitudine melanconica e solenne, che l'artista dovette provare di fronte al vero. Una testina toccata delicatamente con piena coscienza del chiaroscuro ed uno scorcio ardito, ma vigorosamente reso, mi fanne ricordare due allievi della eccellente scuola di scultura della nostra Accademia Albertina: il Ravera e il Terracini. E mi piace vedere ritornare in- lizza l'Aimone, con alcuni studi, ove una certa violenza di linguaugio è temoerata dall'effetto poetico raggiuntoIla un senso delicato dei colore il Del Chiappa, ed è studiato e vigoroso il Parachini. seb bene alquanto Ioitco. Lotta volontieri'con le diifiiioluì di terreni accidentati il Sobrila. e lolta anche talvolta con fortuna e con grande onestà di intendimenti. Ricordare poi il Menzio e il Botto è pura giustizia. ft *■*# Il numero degli espositori supera i centocinauanta con circa 800 opere. E per quanto oggi mi sia giocoforza parlare soltanto di pittori e di disegnatori, conviene pure allungare il passo. Il fare brillante del Cortazzi in alcun; studi di fiori contrasta con auello tenuto dal Cane nel dipingere i suoi. Qui sembrano ritornare alla mente gli olandesi antichi, attraverso una colorazione calda, infensa ed armonica, che dà vita alla voluta secchezza del diseano. Più innanzi osservo alcune tenui armonie di grigi rosati del Malvano. In confronta con esse diventa un no' nero e pesante l'Emmanuel, malgrado l'in'dTscutiblle gusto rivelantesl in alcuni eleménti : per esempio nella scelta"e nell'inquadratura del motivo. Ha alcune vinorose note di sole rivierasco il Mennvev e luminoso e vario e talora di una struttura salda' nella semplicità mi appare il Bertola. Ma ecco, a mostrare che valga l'umile e fervido amore della verità, ecco l'Oncttt. Lo so. Ouesto studio amoroso e intenso della forma 10 fa. sembrare a molti non privo di durezza e di stento. Ma dall'ostinata ricerca nascono la sobrietà, la castigatezza, la passione contenuta, che caratterizzano anche qui alcune oDere. dell'artista. D'altra parte non rivela certamente alcuno stento il ritratto di pittore Intento a dipingere. E nel bozzetto per « la bufera » l'Onetti non ci appare insolitamente concitato e fantasioso, per quanto lontano dalla realtà7 Accanto all'Onetti trovo l'Arduino: anch'egli fra gli studiosi, i quali vogliono che il vero sia vero, e non grottesca simulazione di verità, onde le loro opero ci anoaiono tutte nutrite di sincerità. Delle opere er.noste ani dal giovine artista preferisco due studi di montagna, appunto perchè tendono ad allontanarsi da vie più battute, e mostrano l'occhio non refrattario a certe finezze. Il Denetris. tra i toni accesi e la luce esaltatrice di « chiese e piazze piemontesi » — giusta esaltazione — trova tenerezze di grigi in due tele niù amniè. Peccato che la parto in primo Diano di « il Sangone » non lasci gustare pienamente la carte superiore, cosi abilmente studiata e resa! Ora ecco l'anoteosà del pollaio. .Ce la dà il Guarlotti. Quanto spirito di osservazione, crnanta vita, quanto umorismo in questi ventisei studi, ove polli e galli e galline vivono veramente innanzi a noi in una fanfara di tonalità brune, gialle, rossiccie! L'impressione fycace è ciui sostenuta e ravvivata da uno> studio saaace e sicuro della forma: nulla dell'/» staritctTìcn, ma un lavoro di sintesi, che soltanto un paziente osservatore può darci. lUn brio indiavolato domina in apparenza ovunoue: è il brio di chi oramai è fatto sicuro di sè dall'amoroso studio e paziente. E ii Guarlotti dimostra una volta di più che si può essere psicologi anche studiando l'anima dei noMi. Ricordate il « pulcino morto » di Luigi Bono? Il Serralunga è Invece, e sempre, il gran signore nel regno dei fiori. Per essi la sua tavolozza si fa vellutata, brillante, ricca delle armonie di toni più succose e più affascinanti. Ed è pure interessante uno studio di, nudo, iUurninato da luce artàflciiale. Noto, di passata, alcuni sludi del Giandrone, della Meucci, di Rosy Sacerdote e sovratut.to due delicate impressioni del Martinengo; ricordo volontieri il Salassa, sempre fedele aìla sua tecnica,'come è fedele al passato il Bosso, e mi indugio innanzi ai molti studi del Pollonera, perchè mi sembra che alcuni di essi, per freschezza e veiiià, contino fra le pagine migliori del maesiio. Saluto il Follini, simpatico sempre, e mi trovo innanzi Alberto Falchetti. Il « ritorno dal lavoro» è dall'autore chiamato un «bozzettcne». Ma è pieno di vita, e questa vita risente davvero della sana letizia del lavoro compiuto. Quii/di può valere un quadro più studiato e più finito. Il colonista audace e luminoso d'altri studi, che sono qui, attenua il suo naturale vigore: e per l'indeterminatezza deii contorni delle figure la scena assume quasi la parvenza di una visione. Il realismo si trasforma quasi in allegoria; si spoglia dello sue qualità più direttamente sensorie. E non è questo l'ultimo pregio del vivace pastello. Trovo nella stessa sala due grandi studi di flgwu della Alciati e dodici studi di paese e fiori della Ferrettini-Rossottl. Nulla posso dire di questi per una buona ragione, che il lettore deriverà dalla firma di questo articolo. Doll'Alciati trovo succosa e trattata con brio e con vigore la figura d,i ragazzo : meno mi convince, anche per il disegno, quella di donna. Nella sala attigua la Frassati-Ametis canta una lieta canzone floreale in una vasi»» tela, da cui sembra erompere tutta la gioia, che quest'artista deve provare nel dipingere. Questa gioia le consente, ogni ardimento :• prorompe in note vivaci, che ne richiamano altre, anche quando l'equilibrio dell'insieme est gerebbe una più grande contenutezza; la pittura diventa festosa e fastosa, e se talora perde in profondità, acquista in valore decorativo: la Frassati ci appare veramente come un'artista ricca di qualità impulsive, che fanno vibrare ta sua tavolozza, anche se il ragionamento vorrebbe ribellarsi a certe audacie. Quando invece si raccoglie, come in « inverno ad Oropa » il raccoglimento non è certo in suo danno. Ora anche il disegno si fa più sicuro, più senato. La parete dedicata agli studi di quest'artista sarà tra le più osservate. Il Petrelto ha anch'esso bellissime qualità di decoratore, nel senso più nobile della parola. La stilizzazione de' suoi fiori può sembrare talora eccessiva, e tale da ingenerare durezza e ingenuità. Ma- poelri sanno, come egli dimostra di saper fare, pochi sanno dosare •con gusto e con perizia raffinata il valore di certe tonalità, cosi da comporta in un insieme armonico d'una signorile ricchezza. Basti a provarlo la tempera col numero di catalogo 471. Il Pelrella espone pure alcuni piccoli paesaggi d'una colorazione intensa, e caratteristica. Fra i giovani, o già di là, ricordo ancora 11 Boccalatto. La poesia suggestiva di alcuni suoi brevi studi rivela uno squisito temperamento di artista. Ed in Anselmo Sacerdote vedo uno studioso del vero, sinceramente ed umilmente interpretato. «, Alla illustrazione della fiaba dedica" alcuni quadretti il 'Barbero, con felui espressioni di umorismo. Cosi egli accontenti grantit e piccini. 11 Cerrina, con alcuni studietti d'una ingenuità, che è peraltro sentimento: il Crida con alcuni) accurati studi dal vero, la Pugliese, con alcuni momenti deificati, la Rlgoletti il Nicolello. il Calcante ed altri bussano ancora alle porte. Ma oramai il lettore ha diritto ad essere stanco. Ad una prossima rassegna, dunque le opere di sculture, gli acquarelli, l'arte decorativa e il concorso dal tema « la celebrazione del lavoro ». E. FERKETTINI.

Luoghi citati: Belgio, Olanda, Serralunga, Ustica, Venezia