Il comunismo in quarantena

Il comunismo in quarantena l<a Germania d'oggi Il comunismo in quarantena (Nostra corrispondenza particolare) BERLINO, settembre un battaglione, spesso solo Sono in vista per le prossime settimane congressi dolio varie frazioni dei partiti di sinistra tedeschi. Maggioritari, indipendeniti e comunisti sentono già il bisogno di tor- i f nare a interrogarsi, a soli tre o quattro me-1 rjsj e|.?zi0ni, di incontrarsi, di'farsi un s PO.' * '-e intorno, di ristabilire il proprio —l! orientamento dottrinale e tattico, falsato an- I cora una volta dall'amlnguità e dall'insin 1 Cerìtà signoreggianti la politica tedesca do | P° il 6 giugno. Pei maggioritari si tratta di riione del programma di indipendenti di risolvere le divergenze sorte in seno indomani del Congresso di i Mosca.' Pei comunisti, finalmente, di proce- jdere a un serio esame di coscienza, di scegliere una volta per sempre tra la parte j e i a o - degli agitatori platonici e quella dei realizzatori insofferenti d'indugio. Momento decisivo, si dice. Non è infatti possibile che uua massa, per quanto divisa, di una dozzina di milioni di elettori — la metà, per lo meno, degli eiettori tedeschi — continui indefinitamente a lasciarsi tenere in iscaceo dall'altra metà, la quale, a conti fatti, non il meno divisa della prima. Certo, la specie di equilibrio che tra i due campi .vvorsari è venuto stabilendosi dopo le elezioni è anch'esso, per le sinistre, un modo di far sentire la propria forza. Ma è un modo negativo, tattica grigia che abbassa il socialismo al 1' elio di una minoranza, senza per questo attenuare nel' suo grembo, come si operato, le scissioni che portarono alle delusioni de! 6 giugno. Quanto agli interessi del paese, qu ;sio equilibrio è disastroso. Non fa un passo avanti la rivoluzione, non fa un passo ava-iti la reazione; Ebert è sempre al suo posto, ma anche Stinnes non ha cessato di esistere ; Severing spinge la Prussia verso il s-cialismo, ma Koch e Gessler abbandonano il Governo foderalo alle suggestioni del Deutsche Vnljl&partei. Quelio che fa l'uno è disfatto dall'altro. Qui si ordina il disarmo, là si provvede ai mezzi per eluderlo ; qui si stabiliscono delle nuo\e imposte, là c: organizza la lotta per non pagarle. J! risultato di tutto questo è l'inerzia, i! ristagno .'della/,, vita pubblica, il rinvio delle soluzioni anòhe più urgenti, il marasma morale... In cerca di una via d'uscita e i a o o i i e a r o n a a ale n rn pi n a se e i o a a a l i a o a e i a i i, e, » o el s. a na i e n o a». Nelle tasi di indecisione, nei periodi, così t'reepienti sul tracciato della storia dei popolo tedesco, di «tasi dovuta a opposizione di contrari, l'istinto nazionale ha sempre cercato e i rompere spingendosi verso un estrèmo il circolo wzioso che minacciava di rinchiuderlo. Senonchù !e vicende della politica nontemporanea hanno frustrato sin l'efficacia di questo salvataggio istintivo, a I La socialdemocrazia, incapace di cavar fuori eia sola il paese ,!al punto morto 1:1 cui è rovinato, ha sciamato verso il socialismo indipendente ; il socialismo indipendente ha sciamato, [.er l'id mtica ragione, verso il comunismo. Ma .. uest'esodo dalla sinistra a uua più-sinistra, da una minoranza a una più-minoranza tocca oggi anch'esso a un punto morto: l'indecisione, i insufficienza, l'incapacità dei comunisti. Che cosa offre i! partito di Clara Zetkin, di Heckert, di Eisenberger alla massa dei n migranti » po'itici, a questi milioni di mobilitati permanenti in cerca di uua via d'uscita dal provvisorio e dall'antitetico verso un modo di armonia definitivo? Non esagereremo clicendj che non offre nulla. Da duo anni il comunismo tedesco si esaurisce ih conati sterili, in sussulti d'impotenza. Ad onta dcll'inuegab'le incremento numerico degli adepti, è questo fra i tre rami del grande fiume socialista quello la cui crisi si tradisce oggi più profonda. Rianimato un istante dalle vittorie della Russia di Lenin e dagli echi elei lOiigresso di Mosca, esso su bisce in questo momento il danno — non so se irrimediabile, ma certamente assai grave — del discredito gettato sulla sua vitalità come elemento di lotta, sulla sua efficacia quale partito di azione dai molteplici insuccessi i^orsi a nirtire dal 1918. Rumorosi e notevoli dapprincipio, tali insuccessi sono venuti facendosi, per giunta, di portata sempre più angusta, di metro sempre più dimesse. Ai tempi di Levine, eli Kurt Eisnor, di f^eyer, dilla Luxemburg tutta Europa so ne occupava : oggi è molto se i particolari .'Ito li cou"crnono fanno i! g;ro dei giornali tedeschi. Sarebbero forse questi, più che !e faville attizzatrici di un grande incendio, gli ultimi guizzi di una fiammata senza domani ì A giudicare dalie apparenze, si sarebbe tentati di crederlo. I moti di Zit-tau, ue'.fa prima :ettimana di agosto, finirono quasi avanti d'esser co linciati. I comunisti inaugurarono ; eserciste del potere con l'enunciazione d'una serie ó\desiderata anziché conia imposizione di ordini. Cinque o seimila dimostranti si rajcolsaro in piazza 0 votarono un ordino del giorno reclamante il disarmo della Sieherlieìts polizei e le dimissioni elei Governo sassone. Ecco un primo errore. Questo si fa nei comizi, non nelle rivoluzioni. Chi reclama riconosce una autorità, non la nega: dittatura significa comando 0 non petizione. Era un errore di principio e eli tattica: ma era, più ancora, una confessione di debolezza. Ventie)uattr'ore dopo, la città ricadeva in potere delle forze governative e i desiderata dei rivoluzionari venivano ridotti alla sospensione elello stato d'assedio instauratovi. Quattro fucilate 0 due giorni di sciopero generale: la rivoluzione non aveva saputo fare di pai. A Còthen, a Velbert. a Eiberfeld, di lì a qualche settimana, vedre ino lo cose procedere non molto diversameai te. A Velbert poche centinaia di spartachisti occuperanno il Municipio e porranno la mano sul milione di marchi giacenti nella cassa della Banca Nazionale. A Dusseldorf idem. A Còthen, nell'Anhalt poiché si tratta di una cittadina di ventimila anime, la Ite-pubblici elei sovieti riuscirà a mantenersi durante un paio di giorni, approfittando della rottura clo'le comunicazioni. Ma là. come qui,*a destra come a sinistra, il' risultato sempre quello: l'arrivo dei soldati — v fame. E tutto come prima, salvo un po' più, rli ingiurie sui giornali, un po' più di chias so nei comizi, un po' più di rancore negli animi. un battaglione, spesso solo una compagnia — la proclamazione dello stato d'assedio, la ripresa dei pubblici servizi, il respiro di evo .lei borghesi asserragliati e morti di' fi. E Millo coinè ririma. salvo un do' dÌù. a a a f a o . — C'è nel comunismo tedesco una debolezza fondamentale, costante, direi quasi preventiva, perchè indipendente dalle circostanze che aeicompagnano i suoi conati di azione, e dovrei soggiungere estrinseca perdio indipendente dal suo valore dottrinale: laiostilità Jei socialisti. Noi italiani, che abbiamo veduto e vediamo di continuo i socialisti lottare por aelattarsi a tante reciproche concessioni di principio e di metodo* pur di non perdere il contatto fra loro, pur. eli manto iere il partito unito se non altro d£ fronte agli avversari, possiamo difficilmenta renderci conto bell'esistenza in uno stessocampo -)olitie;o di eiifferenze così profonde, dì,' antagonismi così irreducibili quaii quelli elio separano 11 Germania maggioritari da minoritari egli uni e ;. li altri dai comunisti. Probabilmente tali antagonismi sono effetto di una maggior forza del partito in confronto al nostro socialismo, di una più grande sicurezza di sè medesimo e del terreno su- cui si muove, di un più audace elisprezzo del pericolo od anche di una personalità piìt matura, -li uno stadio di evoluzione più avanzato. Nei fatto, sotto il riguardo delia» aziono immediato, essi costituiscono una ra-; pione d'inerzia e forse d'impotenza. Non & questo il primo ^aso in cui la capacità di agire stia in ragione inversa dello sviluppo ideologico. Il K. A. P« Posto fra la socialdemocrazia che Io com-» batte per conto proj -io e il socialismo « mi-' noritario » che lo e ibatte anch'esso pei) conto proprio, '! comunismo — per noni occuparci oggi che di questo — rappresenta in Germania., anziché un centro di attrazione preponderante, giusto il punto di minore resistenza dolla fronte di battaglia delle masse. Nò dall'essere quelle due ostilità' prive di rapporto fra loro, anzi nemiche la1 una dell'altra, la sua posizione esce consi-1 derevolmente avvantaggiata. E' una deliafatali •aratteristiehe della Germania, chei nemmeno un' avversione comune riesca ai crearvi l'unità. Ma nel caso del comunismo se i suoi avversari non arrivano alla som-; ma delle forze rispettive non incorrono neppure, come altrove accadrebbe, nell'elisione delle medesime. L'attacco è eliscorde- senza' cessare di essere d tipi ir*. Il peso delle rampogne, la violenza dolle accuse scagliate suti 1 i organizzatori dei colpi di mano sovietisti dai gruppi di destra non eguagliano che a stento il peso e la violenza delle contumelie «• fraterne » loro prodigate dalle due sinistre meno estreme. Reventlow e gli altri può anzi darsi non dissimulino talora uni cenno amichevole all'indirizzo dèi reprobi :; Scbeidemann, Crispien e Breitscheid non avrànno mai al loro indirizzo se non segni dij riprovazione e di scandalo. La sommossa diCòthen >ier i socialdemocratici non è se non; una « asineria », per gli indipendenti un: « pasticcio imbastito da quattro letteratu-' coli in caccia di avventuro e di sensazioni ». Questo '1 tenore abituale dei giudizi socialisti sui detti e fatti del comunismo paesano.Perchè tanta avversione? I motivi sono complessi. Ce qui, naturalmente, anzitutto1 il ridosso logico e legittimo dell'ostilità della destra e del centro sinistri contro il rigorismo moscovita <■ c'olia loro riluttanza a sottoscrivere in tutto a anche solo in parta agli impegni dettati dalla Terza Internazionale. Ma non si tratta solo di questo. I'. comunisti tedeschi — eliciamolo — soffrono principalmente, nell'opinione dei loro prossimi paranti po'itici, dell'atmosfera di sospetto cha li circonda. I moti rivoluzionari dell'agosto scorea sarebbero stati, a giudizio dei socialisti, un semplice stratagemma e'ei tedeschi nazionali per riguadagnare di un colpo i! terroso pereluto durante lo scandalo Eschoricb. Circa i fatti di Còthen le ricerche di parte sinistra avrebbero condotto a scoperte ri.elatrici. Anima del movimento sarebbe staro un ufficiale — tanto per cambiare — il tenente Berg, il quale vrebbe ■ a detto '.-i sommossa sulla fette di uu telegramma r roveniente da Magdeburgo e anuuticiante per l'indomani la proclamazione eiella Repubblica dei Consigli nell'intera Germania. Quale possa essere l'origino e 'a natura di un telegramma proveniente da Magdjburgo, l'ormai famoso nido eli tutti ;,li intrighi reazionari, non occorre certo spiegare a 'ettori bene informati. Ma è sempre assai strano, indipendentemente dall'attendibilità de! documento, che un pae-so incominci una rivoluzione rispondendoall'appello di un modesto telegramma quasisi tratti Ji vendere e di comperare dellaazioni, in Morsa. Bisogna tlire e-he il telegramma sappia di poter contare sulla facile credulità di amici fidati, sulle buone disposizioni eli una clientela sicura. Ed è a questo punto che l'esistenza in seno al partito comunista di un K. A. P., partiti) comunista « operaio », viene a spiegare tutto quauto non si comprende. Còme è perchè un partito il quale non ha altra ragione d'essere .all'infuori del proprio radicalismo, del proprio integralismo abbia potuto prostarsi a uno sdoppiamento è presto chiarito ove si ponga mente che autori della seoassione furono quei. Lauffenberf e Wolffheim di Amburgo espulsi or non è molto dal partito ufficiale a motivo delle loro compromettenti relazioni col profeta del « bolscevismo nazionale », il prof.Eltzbacher, già grande partigiano della guerra sottomarina -d oggi dell'alleanza con la Russia per la ripresa lel'a guerra contro l'Intesa. Con questi natali, il carattere del K. A. P. non lascia adito a dubbi. I fuorusciti sono altrettanti agenti provocatori, altrettanti compari dei reazionari I telegrammi da Magdeburgo ton rischieranno mai di trovarli sordi alle nroprie sollecitazioni. H K. A. P, oggi si difende, pubblica manifesti e circolari affermanti la -propria fedeltà all'Inter-

Persone citate: Berg, Clara Zetkin, Ebert, Gessler, Koch, Kurt Eisnor, Lenin, Levine, Luxemburg, Millo