Le dichiarazioni dell' on. Giolitti

Le dichiarazioni dell' on. Giolitti Le dichiarazioni dell' on. Giolitti sui conflitti fra il capitale e lavoro e sulla vertenza dei metallurgici Vibrata 3ri«sj>ojs"ta etì m 1 :i< Roma, 2G, notte. La seduta è aperta alle ore 15. Presiede 11 presidente, senatore Tittoni. Il ministro delle Finanze, FACTA, risponde ad una interrogazione ctel senatore Spirito, che vuol conoscere quando il Governo crede presentare ai Parlamento, per, la loro conversione in legge, i decreti il gennaio 1900 e 89 geni/aio 1920, relativi all'affranco del ccnsie canoni con titoli del 4 per cento del Prestito nazionale. Precisa che verranno presentati alla riapertura del Parlamento. II piroscafo " Coblentz ,, . I] segretario dà in seguito lettura di una interrogazione del senatore Di Urazzà al Presidente del Consiglio e ministro dell'Interno per sapere « se sia *ero che il 21 corrente al piroscafo Coblentz, che doveva partire da Venezia per Trieste, con passeggeri e reparti di truppa, sia stata da una parte dell'equipaggio ImDedita la partenza fino a che i soldati non fossero sbarcati. Dopo un'ora di trattative, alle quali intervenne il prefetto, i soldati vennero sbarcati ed il piroscafo potò partire. Qualora i fatti suddetti siano avvenuti, chiede auali m'isure abbia adottato ilx Governo per ristabilire MI principio di autorità, del anale vi è grando bisogno ». CQRRADIMI, sottosegretario di Stato per l'Interno: 'Le circostanze de) fatto al quale si riferisce il senatore Di Brazzà nella sua interrogazione sono precise. Per interruzione dei trasporti, a causa dell'inondazione, a Venezia, si dovette ricorrere al piroscafo Coblentz, sul quale già erano imbarcati 2000 passeggeri, per il trasporto di 300 soldati, ina una parte dell'equipaggio impedì la partenza del piroscalo fino a quando i snidati non furono sbarcati. Furono aperte trattative dalle Autorità, ma queste non approdarono a nulla. Non è chiaro perchè le Autorità militare e politica non si valsero della requisizione e non si conosce con precisione quali siano 6tati 1 rapporti intercedenti tra le Autorità e il piroscafo Coblentz. Ora il prefetto è stato invitato a fare accurate indagini sugli avvenimenti, perchè il Governo ha ferme intenzioni di perseguire severamente i colpevoli (Vivi commenti). DI -BR'AZZA' e dolente di dichiararsi del tutto insoddisfatto [Approvazioni.). Prende, atto solamente della iiromessa che i responsabili saranno puniti conila maggior severità. Contro le " prodezze „ dei bianchi Si ritorna alla discussione sospesa nella seduta antecedente, sulla interpellanza Spirito. Il PRESIDENTE dà la" parola al senatore Tamassi. TAMASSI: Ieri si panò largamente delle prodezze rosse, ma si dimenticò di accennare a quelle bianche, che sono di una straordinaria violenza, specfàLmentc nel Veneto. Si tratta di due partiti estremi, che si trovano in contrasto, e chi e Più violento la- vince. Il partito bianco si appoggia ad antiche e formidabili iscrizioni e da certi pergami, dai quali si dovrebbe udire la parola dell'amore evangelico, escono incitamenti alla ribellione. Ondo Jn. gara- dello .violenze-fra i due ìviIrtrU estremi trova giornaliero alimento, a danno del Paese. E' uno strano destino che l'Italia, la cruale ha abbattuto il secolare abbominato dominio austriaco, ora si dibatta tra il verbo socialista da una parte e quello del prete dalTaltra. Si augura che questa crisi di sentimento possa essere vinta, per là grandezza e salvezza d'Italia {Applausi vivissimi). Il Guardasigilli FERA, ministro di Giustizia e Culto, chiede venia al Senato se ieri, non per volontà, di difendere l'opera propria, ma per sentimento del prestigio della magistratura, interruppe, pi destando, il discorso del senatore Dante Ferraris. L'atto forse fu inopportuno, ma La intenzione era buona. Dà schiarimenti per riassicurare il Senato che il potere giudiziario ha fatto e fa il suo dovere, e che egli non hu alcuna intenzione di Influire sull'andamento normale. della giustizia. Anzitutto deve richiamare l'attenzione del Senato sui fatti particolari che ieri furono citati e se ne deduca la conclusione che anche per essi la Magistratura ha fatto semplicemente e rigorosamente il dovere suo. Come bene ha rilevato il senatore Spirito, il fatto che si riferisce all'anarchico Malatesta non rientra nella responsabilità della sua amministrazione. E' bene stabilire perchè non si confondano In date e nori. se ne traggano conclusioni inesatte. Il Malatesta^fu arrestato in forza della disposizione dell'art. 246, N. 2, del Codice penale. Dono l'esame il magistrato gli accordò la liberti provvisoria ed egli deve credere che esso abbia operato con pieno discernimento. ■« Al suo avvento al .Ministero della giustizia, l'oratore si occupò del processo e richiamò l'attenzione della Magistratura competente.perch.è esplicasse gli atti con la maggior sollecitudine onde non vede in che cosa abbiano mancato il guardasigill e la Magistratura fiorentina. 11 senatore Dorigo accennò a fatti avvenuti a Verona nel calzaturificio Rossi, latti che assumono una enorme gravià in quanto che offendono il sentimento di umanità e giustamente eccitano lo sdegno in ogni cuore nobile. Per questi fatti il «procuratore generale di Venezia ha proceduto a termini di legge, contro circa trentadue persone, a capo delle quali si trova fon. Scaiabellin, per il quale si chiederà l'autorizzazione a procedere. Non può quindi dirsi ,che l'Autorità giudiziaria, sia rimasta passiva. DORIGO. — Non disst parola della Magistrature. FERA, prende atto di questa dichiarazione dei senatore Dorigo. Il senatore Dapte'*Ferrarls accennò al doloroso episodio accaduto a Torino ohe ebbe per epilogo l'uccisione dì due persone per parte dell'ing. Debedetti. Anche In questa occasione, l'Autorità giudiziaria fece il ;suo dovere in maniera sollecita ed oculata. L'ing. Debenedetti si costituì immediatamente e l'Autorità giudiziaria, dopo aver proceduto all'immediato suo esame, accertò la legittima difesa e lo prosciolse. L'oratore soggiunge che ha molteplici rapporti di procuratori generali su procedimenti rapidamente iniziati per reati particolari inerenti alla occupazione delle fabbriche. A Milano si sono già iniziati 14 processi per lo occupazioni, cosi se ne sono init iloti a Napoli, a Torino, e a Genova, sicché non è affatto giustificato alcun senso dì sfiducia verso la Magistratura. Qualunque con suro di debolezza e di inerzia sarebbe ingiustificata e non potrebbe procedere che da una non esatta cognizione dei fatti. E' d'uopo poi considerare che l'Autorità, giudiziaria deve svolgere la sua azione in mezzo a molteplici difficoltà. Oggi noi ci troviamo rimpetto a fatti straordinari e a vasti movimenti ai quali partecipano ingenti masse. Non v"e dubbio che si debbano punire i reati. Ora per il reato dell'occupazione delle fabbriche, si delinca una figura alquanto diversa da quella prevista dall'art. 423 del Codice Penale e parecchi quesiti al .riguardo gli sono stati rivolti dai Procuratori generali, ai quali ha risposto cori il tele gromma ieri incriminato e di cui dà lettura, Da questo telegramma non è diffìcile comprendere "che egli non ha mai consigliate debolezze,' ma bensì la pronta, serena, costatile e vigile applicazione della legge. In questo diffi Cile periodo che il G-os'omo ha ereditato egli richiede ai Procuratori generali l'esatta percezione del momento e-si ispira al pensiero di sodar* gli animi e di indirizzare l'amministrazione della giustizia • verso le formo serene, che per se stesse esercitano un grande influsso pacificatore sullo spirito pubblico. fi Presidente del Consiglio GIOUTTI. Presidente del Consiglio e ministro dell'interno: —Le questioni sollevale in questa solenne discussione sono di tale gravità' che interessano tutta l'azione del. Governo. Non si tratta soltanto della politica interna, ma dell'avvenire economico del Paese. Per rendersi esatto conto dille condizioni delle cose e per avere un oiusto concetto di ciò che occorre fare, credo che. convenga ricordare gli avvenimenti che hanno preceduto i presenti. Noi siamo di fronte ad una vera treotormazione sociale : S inutile nascondercelo, insogna che ogni uomo politico e di Governo abbia presente quc*la verità. L'avvento del quarto stato cominciò a deliberarsi nell'ultima parte del secolo scorso ed i tentativi allora fatti per arrestarne il corso ebbero conseguenze non buone. Sono movimenti pericolosi a regolare, che non liossono arrestarsi. Nel iWll e 1902. si ebbe, un granile movimento durante il Governo dell'onorevole Zanardelli nel quale l'oratore era ministro dell'Interno e in seguito' al. quale si dovette riconoscere la libertà di. sciopero. Allora le classi operaie della cillà e più quelle della campagna aveano salari assol.utamen.lc insufficienti alla vita, e se si fosse negalo il diritto di sciopero, si sarebbe avuto uno scoppio violento. Vi erano salari di una lira ed egli ricorda scioperi fatti per ottenere venticinque centesimi di aumento ifià fin dal 1875. Il senatore Jar.clni. nella sua relazione sull'inchiesta agraria, dimostrò che nelle' Provincie della stessa Lombardia i salari, erano affatto insutflcenli alle più elementari necessità della vita. Orbene, venticinque anni dopo i salari erano ancora stati, diminuiti (approvazioni). La libertà di sciopero rappresenta il riconoscimento della più elementare libertà umana.- ria quel riconoscimento in poi., i salari sono stali Uba che triplicati e Vagricoltura ha progredito. Venuta la guerra, questa ha portato conseguenze economiche sociali e finanziarie: Ianni ?t vpvvOvdoud yp oduivo un ni vooujj) efficace e tutti i partiti, fecero promesse inattuabili, ma che la classe, che le udiva, considerava come diritto. Di più, si è perduta l'abitudine del lavoro serio e ordinato, e, non solo in Italia. Durante la guerra sono state create industrie speciali, le quali avevano un solo cliente : lo Slato, e gli industriali consentivano ad aumenti, di salari rivalendosene al doppio sui^prczzi di vendila allo Stato. L'operaio, dalla guerra, ebbe anche il triste spettacolo di una ricchezza, mal guadagnata durante la. guerra stessa ed- esilrita con impudenza (applausi vivissimi). Il Paese poi ha ered.uto che, ccsr.r-in l»- guerra, ne cessassero subito tutte le conseguenze e che la. vita sarebbe rientrata,nella condizioni di prima-, ciò fu un ingannò. Non è drll'opjnione dei senatore Dante Ferraris circa Vintervenlo ilei Governo nei. semplici confimi tra. capitate,e lavoro. In tal caso il Governo deve essine neutrale, di una neutralità vigilante, salvo clic il suo intervenl-o non sia chiesto per opera di pacificazione. Se ogni volta, in cui la classe operaia domanda un aumento, il Governo intervenisse, per imporlo agli industriali, creerebbe all'industria una vita impossibile. Egli sconsigliò agli industriali, di fare la serrala e dichiarò che non potevano contare .sulla forza pubblica .quindi il Governo non ha mancato a promesse. SI è detto che il Governo avrebbe dovuto impedire la occupazione delle fa.bbri.chc o fare sgomberare qtieste. Per impedire la occupazione, dato che fosse arrivato in tempo, fulmineamente, occorreva porne una guarnigione in ognuno dei seicento opifici: occorreva tutta la forza disponibile, lasciando senza, sorveglianza gli operai, fuori, delle fabbriche e trascurando la sicurezza pubblica. Di più avrebbe messo la forza pubblica, nella condizione di essere assediata. Per fare sgombrare le fabbriche sarebbe stata necessaria, una lotta, con gravi, conseguenze, mentre la Confederazione generale del lavoro aveva assicurato che il movimento non era politico, ma economico. Ricorda che l'attuale occupazione delle fabbriche ha avuto un precedente l'anno scorso, quando venne occupata la fabbrica Mazzonis. Allora era ministro dell'industria il senatore Dante Ferraris, il quale riconobbe l'occupazione e mandò un rappresentante del Governo a dirigere la. fabbrica. Poteva egli seguire tale esempio? Sarebbe stalo fare la. statizzazione totale delle fabbriche metallurgiche. Non si sente di andare cosi avanti come II senatore" Dante Ferraris. (Si ride). Certo tale esempio pericoloso ha influito sulla recente occupazione. Quando si tratta di un movimento cosi vasto non è possibile impiegare le norme ordinarle giudiziarie, i delitti individuali, sono deferiti all'Autorità giudiziaria e questa fa il suo dovere. Il fatto dell'operalo che occupa un locale da cut il proprietario lo vorrebbe far uscire è una contravvenzione, e spiegare la forza contro l'operaio sarebbe stalo punirlo colla pena di morte. Ora è stato concluso un concordato. Legge il testo del Decreto che lo approva, e chiarisce che il concetto è di trasformare l'andamento dell'industria in modo che l'operaio possa conoscere esattamente le condizioni della fabbrica, che ora non ha modo di vedere. Quando l'operaio conoscerà tali condizioni, potrà rendersi conto di quanto le sue domande sono giuste. Il Decreto non pregiudica nulla. La Comnusslone paritetica deve presentare le sue proposte, che serviranno per la compilazione di un disegno di legge alla scopo di organizzare le.industrie sulla base dell'intervento degli operai al controllo tecnico, finanziario e amministrativo deU'azienda. La stessa Commissione proporrà le norme per l'osservanza del regolamenti e per l'assunzione e il licenziamento d'egli operai. Cosi l'operaio sarà messo nella condizione di associato non più di avversario dell'industria. La Questione del controllo da parte degli operai rion sorge ora per la prima vòlta. Il programma fu, esplicitamente approvato il 5 marzo 19(19. dal Convegno dei rappresentanti (ielle padronanze. Il Ministero si presentò al Parlamento il 26 giugno con otto disegni di Ugge di grande importanza: ebbe il volo filifiducia solamente in luglio. Come avrebbe potuto dare opera ad uno studio compatto e proIonio nel brevissimo spazio di tempo che era a s la disposizione, quando non era riuscito a farlo il. senatore Ferraris, che dal 5 marco 1919 in poi aveva avuto a sua disposizione oltre un anno di tempo? Ricorda poi che alla Camera dei deputati, nel dicembre 19-13, fu proposta dal deputalo Reina, e ap'—iota con grande maggioranza, una. aggiunta al dlsocrr-1 sso della Corona, nella quale si esprimeva UI vdesiderio di una energica politica, intesa ad si*n«ù»um, i. „„ j»m. - „„, „■,„*/.„ cimncdire l abbandono delle,terre e ad aKsicu- \drare t lavoratori, che sarebbero tornate abe-, mncflno di tutti t cittadini; -che il Parlamento i tavrchbe slwjialo il modo di. procedere alle- j rspranrinzione delle terre abbandonate o mal : i.■in,,.,, „ .„ j„,i„ r- ji i„ i ncoltivate, a vantaggio delle Cooperative di la-, ,varo, e avrebbe introdotto il controllo sulle , Afabbriche da parte degli operai. Non' è giusti' \ vche il senatore Ferraris trovi strano ohe il Presidente del Consiglio non abbia risolto il. problema iti quindici giorni, quando lui non ha fatto nulla nell'anno che ebbe a sua disposatone per impedire i fatti che ebbero la loro attuazione negli ultimi mesi, ora, giorno per giorno, le fabbriche vengono sgombrale, e l'oratore spera che il lavoro a poco a poco sarà ripreso coli'andamento normale. Afferma che i prefetti, i funzionari e gli. agenti, df. pubblica sicurezza fecero pienamente ti loro dovere seguendo le istruzioni, ricevute dal. Mintistero. Rinarazia il senatore Frasdara per il. saluto rivolto agli agenti che morirono 'nell'adempimento del loro dovere- La loro memoria deve essere sdera per noi, come quella dei. soldati, clic sono morti per la Patria, il Governo sentirà qualunque consiglio, da qualunque parte gli venga, e cercherà di rendere guanto possibfle perfetta la legge, che sortì portata innanzi al Parlamento. Tanto il Senato quanto la Camera dei deputati hanno ora. gli. elementi, adeguati per compiere una grande opera.- tulli, dobbiamo essere convin'tl che l'avvenire del nostro Paese dipende principalmente dal modo con cui verrà risolta la grande auesliow sociale (Applausi). Il ministro elei Lavoro LABRIOLA, ministro del Lavoro e della Previdenza sociale: - L'interpellanza del senatore Dante Ferraris è divisa in due parti, a Ciascuna delle quali egli risponderà ordinatamente evitando di raccogliere il pettegolezzo di cui 1 interpellante si è fatto eco. La responsabili la generale risale al Presidente del Consig-io perchè, quando il conflitto metallurgico assunse un carattere politico, egli avocò a sé la questione. Prega il Senato di ascoltare cortesemente le spiegazioni che egli sottopone alla sua attenzione. Un 'conflitto, che interessava oltre 400 mila persone, poteva provocare una vasta battaglia sociale: perciò egli cercò di stabilire un accordo, ma l'intransigenza padronale rese vani i suoi sforzi. Cronistoria delle trattative Tra i mesi di maggio e di giugno le quattro Organizzazioni, che comprèndono tutto il personale dipendente dalle industrie metallurgiche, presentarono all'Associazione nazionale delle industrie quattro memoriali, che in uT;cunl punti differivano tra loro. Gli industriali chiesero di discutere insieme i quattro memoriali. La Fiom si dichiarò contraria- a questo metodo pon-he le richieste contenute nei memoriali erano ispirate a diversi principi. Finalmente i dipendenti delle industrie metallurgiche consentirono di prendere pane ini ini convegno il li Stiglio. In questo convegno che fu il primo, venne stabilita una nuova riunione per il 29 dello stesso mese, nella quale si sarebbero discusse le proposte. Fu allora che gli industriali presentarono una nota, nota quale mettevano in luce i seguenti fatti: L'asprezza delia concorrenza nelle industrie metallurgiche» il fatto che rnrilte officino erano senza lavoro ; la necessità di aumentare il costo del prodotto se si fossero accolte le domando degli operai, l'ossorvnzione che all'estero i salari non erano aumentati come quelli italiani, il fatto che gli industriali avevano da sopportare tasse assai onerose e avevano veduto diminuire il loro reddito ; in una parola gli industriali affermavano l'impossibiliità di fare alcuna concessione. E' chiaro die, a questo punto, non era possibile un intervento del ministro del Lavoro non desiderato nè dagli operai nè dagli industriali. Tuttavia egli non mancò di seguire attentamente il movimento e di questo atteggiamento potrebbero far fedo le istruzioni ed i telegrammi inviati al Prefetto di Milano. vssLctmdsddmalfcnptcSsdtdstecmd5?figJ» J&ie&Wm nota- e11 °Perai chiesero che gli industriali fissassero una tu- nione per discutere l'affermazione che non si! potevano dare concessioni di sorta. Questa i nunione ebbe principio il 10 agesto'e oer tre giorni l'avvocato Rotigliano spiegò le Sni1 uclla parte industriale. L'oratore accenna tra I gparentesi che il Rotigliano non ha mai voluto comunicare il testo delle comunicazioni al ministro e non gli ha nemmeno fatto prendore visione dei resoconti stenografici. Il giorno 13 l'on. Bruno Buozzi rispondeva so stenendo lo ragioni degli operai. Nel pome npgiriggio de-lo stesso giorno gli industriali di -cniaravano biasimevole por leggerezza il con-| tegno dell'on. Buozzi, che in sole due ore ' caveva creduto dj poter rispondere ad un di-1 'scorso durato tre giorni. In altri termini, il! loro puerile pretesto dimostra che gli indù-' sstriali avevano un partito preso che censiste- va principalmente nel voler diminuire i! pre- stigio delle organizzazioni. Il 17 a-gosto si griunì il congresso degli operai e il 18 fu deli- berato l'ostruzionismo. Se gli industriali a- vesserò fatta la serrata, ad essa si sarebbe I risposto con l'occupazione. Questo ora il mo- ! mento in cui il ministro del Lavoro doveva in- terveni.ro, perchè 11 conflitto entrava in una fase acuta. Egli chiese ad ambedue le porti di essere informato della quesfeme. Agli in-! dustriali dovette dare la parola d'onore che non li avrebbe fatti incontrare con i rapnre-1 sentanti dogli operai. Si noti tuttavia-che egli non poteva essere arbitro perché non era stato chiamato nè desiderato da alcuna d'olle due parti. Tentava solo di mettere l'accordo fia i contendenti e lavorava perchè si riprendessero le trattative. Gli industriali si mostrarono favorevoli' alla ripresa delle trattative, purché queste fossero condotte non sui memoriali ma sulla nota dell'avi'. Rotigliano. Smentisco energicamente di aver fatto mostra Z, ^Tl%S^^I^MX\ti: non solo i, confederati e i cattolici, ma perfino i socialisti anarchie. Egli propose agli operai di sospendere 'l'ostruzionismo dietro la sua promessa che egli avrebbe indotto gli industriali a riprendere le trattative. Questi non t-r,ll..^.-i ,i* ... i-- i< „i . . " . : ^tnW^^^^^ l'ostruzionismo si èr^nk-^n h^niSS ufì ," q"el SfM»J&gS?& L£r0'JO? *'J i '"!; nistro fu nuovamente costretto à tenersi in disparte. II 31 agosto, Romeo iniziò la serrata. Essa fu biasimata dagli altri industriali, benché fosse già decisa una serrata graduale di tutte le industrie. La decisione della serrata completa venne poi seguita immediatamente dall'occupazione. E' chiaro che in tutto questo periodo di trattative e di discussioni gli industriali non si può dire che fossero mai sorpresi. Dopo l'occupazione Secondo il parere dell'oratore noi ci siamo trovati di fronte ad una vertenza di natura prettamente patrimoniale. Non può dirsi che facessero un'Invasione quelli che occupavano l le fabbriche, dove prestavano la loro opera Sniqualità di impiegati o di salariati. A questo ' punto, egli ancora tentò, ma invano, di poter i giungere ad un accordo. Vi erano in con | flltto due tesi: quella sostenuta dagli indù- iI striali implicava che il salario dovesse corti-' spandere alle condizioni speciali In cui si tro v«-va l'industria ; quella degli operai che il sa,njl° dovesse essere corrispondente alle necessila di un dato tenore di vita..L'oratore noni dmt& ui cniallmro la prima assurda ed ira morale, ma anche la seconda è fondamen talmente sbagliata. Dai senatori Conti e Ker raris Dante è stato detto che le condizioni del industria meccanica sono assai critiche. Ciò non può essere asso utornente affermato quan- ,lo §i considerino le tabelle ili disoccupazione. Al ministero del Lavoro risulta che il 30 uo venibre 919 dei 400 o 500 mila operai, che vivono dell'industria metallurgica, erano di soccupati 27 mila; il 30 giugno 1920, essi erano scesi ad un numero di poco superiore ai. 10.000. La curva generale del fenomeno della disoccupazione è in costante decrescenza, onde la tesi della crisi delle industrie meccaniche e metallurgiche non è sostenibile. Nemmeno può discutersi che il salario debba essere commisurato al tenore di vita. Ora, i dati a sua disposizione dimostrano che il tenor di vita degli operai meccanici e metallurgici è notevolmente inferiore a quello degli altri operai ed anche se fossero state integralmente accolte le loro richieste, sarebbero rimaste sempre inferiori. Per altro si poteva anche tenere i'n considerazione la tesi che le industrio meccaniche e metallurgiche siano in crisi. E perciò propose la nomina di una Commissione paritetica che non fu accolta dagli industriali. Siccliè non può dirsi che il suo concetto che lo Stato non debba sussidiare lo protese del patronato fosso contrario alla pacificazione. Dopo -che gli industriali ebbero deliberato la serrata, il problema per gli operai cambiò d'aspetto e venne innanzi il concetto del controllo sulle industrie, che non è né nuovo nè sovversivo. Egli si è orientato verso il controllo, 11 cui studio è dentandolo alla Commissiono paritetica. Accennando ad interviste di giornali, egli non ha creduto di fare alcuna rettifica, perche ogni persona di buon senso può farla da sé ed in ciò riconosce suo maestro il sen. Dante Ferraris, che non ha fatto in questi ultimi giorni alenila rettifica a notizie di giornali clic riguardavano le sue opinioni. Concludendo, dice che il movimento del lavoratori è divenuto tale che non può più essere compresso. L'uomo politico deve interessarsene per far si che esso non si svolga in opposizione allo Stato, evitando che l'anarchia sommerga la nostra civiltà nel difficile momento presente. Non dobbiamo occuparci dei vecchi dissidi tra socialismo e individualismo, ma bisogna che noi cerchiamo di superare la temriesta e di condurre la civiltà nel porto sicuro delle trasformazioni sociali. (Applausi, mormorii). Il ministro della Guerra BONOMI, ministro della Guerra. — Ieri dai senatori Spirito o Giardino si è portata in questa Assemblea l'eco di un fatto che dai giornali fu riferito con inesattezza ed amplificazioni, ila ricevuto dal comandante del presidio di Torino il seguente telegramma: * Informo che nella notte sul 19 corr. mese, alle ore 0,30 circa, una launtina di operai armati, uscendo improvvisamente dallo stabilimento Bii^k, in corso Stupinigi di questa città, aggredirono un gruppo di ufficiali in livisa del battaglione alpiiio Dronero, qui in servizio di P. S.; gli ufficiali furono disarmati, meno due clic tenevano la pistola Ut tasca anziché nella fondina. Non risulta che gli ufficiali aggrediti abbiano opposto resistenza. Pertanto ho ordinato regolare inchiesta, allo scopo di accertare e definire le singole responsabilità. L'inchiesta avrà il suo corso e si procederà a norma dot suoi risultati ». (Bene). Senza esagerare l'impressione dolorosa che produce questo fatto, rimasto singolo in un movimento cosi vasto, rileva che esso nulla detrae alla saldezza e alia disciplina dell'esercito, che è l'orgoglvo ed il prestigio del Paese. L'esercito'ha diritto che la sua divisa,/che è il simliol della Patria, sia dovunque e sempre rispettata. (Applausi vivissimi). Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione, riservando facoltà di parlare agli Interpellanti per dichiarare se siano soddisfatti delle risposto'avute dal Governo. Le repliche TANARI, benché il Presidente del Consiglio non abbia dato particolarmente risposta circa i fatti cui si riferisce ia sua interpellanza, confida che I'ou. Glolitti, con la sua alta au- ™ ò niodo che la noce sociale, sia tonl* ' , sotion* sia rL's.^V,rt'rxf «nn ha riposta narti-yDlar <--IOLirTl. — Non ha risposto Raravow mente a! senatore Tanan porche gli „te*si concetti che egli ha esposto per ciò che riguarda l'industria sono quelli che debbono naturalmente essere applicati a difesa dellagricoltura. Farò quanto è in lui per mettere pace tra lavoratori e datóri di opera nelia regione- emiliana, per quanto non sia possibile impedire che qualche incidente locale si ve-l riflchi. SPIRITO: —.Se accennò al fatto degli ufii ciali a Torino, lo fece nella convinzione che si trattasse (11 un caso singolo il quale non poteva gattare ombra su? nostro glorioso r sercito. GIOLITTI, presidente del Consiglio e minl stro Interni: — Poiché il Governo si pretìg ge la pacificazione degli animi e la soluzione del problema social»; gli interpellanti atten dano le relative opportune proposte di legge, FERRARIS Dante è grato al presidente del Consiglio che si è particolarmente occupato flolla materia che torma oggetto 'dello, sua interpellanza, ma non può ossero soddisfatto «l tutte le dicnìarazlonl che esso ha fatto por che l'on. Glolitti ha saputo abilmente capo volgerò la questione e. per poco, non ha reso responsabile 1 oratore di tutti ì recenti fatti Riconosce che il.opverno debba mantenere neutrale nei conflitti tra capitele e lavoro ed egli disse che qualora l'accordo tra i due in; tèrossi in apposizione non fosse raggiunto^ era. allora il momento che U Governo dovevo intervenireee questa volta il Governo è intervenuto troppo tardi. Egli non ha chiesto che fosse repressa l'occupazione delle fabbriche, ha chiestó\ invece che fosso prevenuta. Non ha chiesto perchè il progetto di riforma del \^S^^ compente a decidere b aeme uaijuu-ii'j u,i bcuubv inveirti culi i cìrca la Carbonifera ligure, comprando ciò c gli operai lavorano, servendosi delle macc! ne.djltó. stabilimento da loro occupato. la questione del controllo nello fabbriche. Dallo stabilimento Mazzonis egli, quando fu ministro ottenne subito lo sgombero e fece gerire lo stabilimento, non per ronto dillo Stato, ma por conto dell'industriale. Invece il presente Gabinetto ha tenuto diversa condotta che macchi_ o. GIOLITTI, presidente del Consiglio, interrompendo : — Questa è un'Industria che provvedo carbone allo ferrovie dello Stato. FERRARIS DANTE: — Ma le ferrovie hanno abbastanza carbone e potevano attenlere qualche giorno fino alla risoluzione della questione. Quanto al comunicato che si è affermato essere stato diramato dalla « Stefani », agenzia ufficiale. GIOLITTI, interrompendo: — La «Stefani» non Ila mai diramato il comunicato a cui lei allude. FERRARIS DANTE, prendo atto di tale assicurazione del Presidente del Consiglio, le cui dichiarazioni li ieri hanno risollevato gli ani l mi per avere egli affermato il suo proposito idi far rientrare nella legalità. Cosi si potrà prendere lena per attuare quelle riforme, che debbono portare alla pacificazione sociale. Al ministro del Lavoro osserva che le sue dichia- i razioni non possono diminuire le responsa' btlita; non ha mai avuto, dubbio stilla cor¬ dona della magistratura, che non può non lodare, specialmente por la sollecitudine con cui ha risolto il caso Debeneletti. Al ministro' della Giustizia risponde che in alcuni momenti è forse prudente non doro consigli, che potrebbero essere falsamente interpretati, specialmente per la ragione che si potrebbe fare supporre che la magistratura ne abbia bisogno. (Vivi applausi). DORIGO dichiara che non ha inteso assolutamente criticare l'autorità giudiziaria e che le sue lagnanze si riferivano esclusivamente all'opera dell'autorità di VA S. Ha avuto sempre ossequio e fedo per l'Autorità giudiziaria. (Approvazioni vivissime). PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione Ielle intoipellanze del senatori Tenari ed nitri. La seduta si chiude alle ore 15 dopo lo svolgimento di una interrogazione sullo sgombro di Valona.