Il poeta della saggezza

Il poeta della saggezza Il poeta della saggezza „ , . , ,. _ i _ Quando si parla di poesia dialettale nar npolctana, si pensn di solito a Salvatore Di ! inGiacomo, ed a lui soltanto. E certo mai, nel ] d j.ii. , .«i.. i I..:ppcdaadrpsasescorso della sua storia molte volte secolare, I si.'\nima nawlcto.ua si ò espressa attraverso| puna voce di così squisita dolcezza e perfetta! chpurezza: l'ultimo volume di poesie di Di j suGiacomo (Ariette e canzuncttc 7ionc), a torto lasciato pressoché inosservato dalla critica italiana, contiene liriche di semplicità 0 perfezione veramente greche e, insieme, di sentimento intonsamente e squisitamente moderno, che pongono il 'oro autore a lato dei maggiori poeti di nostra gente. A pi Giacomo si devo anche se la letteratura dialettale napoletana ha cessato di essere considerata come fenomeno letterario d'interesse puramente locale, e si è acquistato il diritto di essere trattata alla pari delle altre letterature dialettali e, a dirittura, della letteratura in lingua. E' probabile che, se. vivesse oggi. Cerilo Sannio, il quale sei secoli prima di Cristo si lamentava che non ci fosse più nulla di nuovo da diro in poesia, Ornare ed Esiodo avendo già sfruttato tutti i temi poetici, giudicherebbe con Di Giacomo per sempre disseccata la fonte della poesia napoletana. Ma nessun poeta, por quanto grande, ha potenza di esaurire le possibilità poetiche della psiche di un popolo : e !a storia della poesia è lì da ventisei secoli a smentire i Cerilo Sannio di ogni tempo e di ogni luogo, ed a mostrare che 1 loro lamenti non sono che espressione di vuoto e di desolato aridità interiore. Vi è nell'anima napoletana un lato, e forse il più profondo, che quasi non apparo nel mondo poetico digiacomiano, ed al quale, invece, si è intensamente applicato a dare espressione lirica Rocco Galdieri (Barnbaldo), Se nell'opera poetica di Galdieri trascuriamo quella parto, abbastanza considere vole, del suo primo volume di Poesie, nella quale egli ricalca le. orme di Di Giacomo o canzonetteggia un po' troppo, e ci facciamo ad analizzare quella in cui si fa luce la sua personalità di artista, noteremo subito la profonda diversità del suo mondo poetico dal mondo poetico dig'acomiano. Galdieri è il poeta di quella infima borghesia napoletana, che vive di pubblici impiegucri, di artigianato, di occupazioni varie, aleatorie e spesso diffìcili a definire, emergendo appena di qualche linea dall'oceano tumultuoso della plelx: propriamente detta, al più lieve soffio di contraria fortuna sempre pronta a riassorbirsi e ridisciogliersi in esso. La vita ò dura per questo classe, che deve guadagnarsi il pane con una lotta ostinata e spesso sfortunata di tutti i giorni, e nel cui animo sedimenta una eredità di dolori tristezze oppressioni umiliazioni molte volte secolari. E' un mondo, questo di Galdieri, mortificato tribolato raumii'iato : in guerra continua con le piccole miserie, con le minute angustie della vita, che abbattono e non purificano, l'orizzonto si è singolarmente ristretto agli occhi di queste creature. Si b spenta iu esse ogni capacità di violenta reazione, ogni proposito di spezzare le anguste barriere che si stringono loro addosso fino a soffocarle. (Quelle barriere, esso le accettano rassegnato, e limitano le loro ambizioni a scavarsi, nello stretto spazio in cui c concessa loro libertà di movimento, una nicchietta nella quale vivere tranquille e dimenticate. Non che queste creature non amino la vita: l'amano profondamente, anzi, ma dalla vita intensa e piena si sentono separate corno da un muro che non hanno forza di superare. Esse sentono la vita scorrere lontano da loro ; il rombo del suo fluire colpisce le-loro orecchie, sveglia nelle l'oro anime nostalgie indefinito di felicità, che però si consumano in se stesse, nò trovano mai la forza di passare all'azione. La rinuncia alla vita intensa e piena lascia in fondo alle animo loro un sedi mento sottile di amarezza, di melanconia, di rimpianto, che risale a galla ad ogni soffio di vento, ed al quale trovano scampo nella piccola felicità delle pareti domestiche : la felicità di una casetta pulitamente messa, circondata da un palmo di orto in cui vegeta il fico e razzolano le galline, con le provviste disposte in ordine nelia dispeu sa, le finestre seminascoste da piante troni' picanti aperte sul mare eternamente azzurro o sulle colline eternamente verdi, nella quale il rombo delle grandi vie tumultuose giunge soiidcato e lontano, e una donna affettuosa sfaccenda in cucina perche sia pronta la cena quando il suo uomo ritornerà dal lavoro. Piccola felicità, che la tristezza rassegnata della rinuncia sparge di un non so che di amaro, ma che anche fa voluttuosamente e ghiottamente assaporare. Verso questo mondo Galdieri si volge con quella simpatia disinteressata in cali, in fondo, consiste l'arte: egli ne divide i dolori, ne partecipa le gioie, ne soffre le oscure tragedie, ne ammira i silenziosi eroismi, tragedie eroismi anch'essi dall'aria mortificata e contrita, intonata alla grigia umiltà del mondo in cui hau luogo. Così han vita quelle ammirabili figure poetiche, create con sicurezza, leggerezza e sobrietà di tocco da vero artista, di una verità così piena e concreta, di una così pungente simpatia «rnann. Tnimbilmente inquadrate nell'ambiente che è il loro : il prete sulle cui spalle grava il peso di tutta una famiglia da mantenere, tra cui un fratello prepotente e vizioso, e che ogni mattina, come un uomo ammogliato, cava di tasca il denaro per la spesa quotidiana, senza mai lamentarsi, senza mormorare mai, e che, celebrando messa, ogni giorno fervidamente prega il Signore pei suoi tormentatori ; — il poveruomo che in sessantanni di vita non ha mai avuto il piacere di potersi ordinare un abito nuovo dal sarto, e che, nondimeno, restituisce puntualmente al legittimo padrone un biglietto da cento lire trovato nella tasca di un abito acquistato da un rigattiere; — il portiere che ogni mattina accompagna la figlia normalista alla scuola portandole i libri, ma non le va vicino, bensì la segue a distanza e, giunti in vista della scuola sospirando se ne torna indietro, perchè la figlia, che ha detto alle compagne che il suo papà è un pezzo grosso delle Poste, non abbia ad arrossire di lui ; — il vecchio paralitico che, per non accettare dalla figlia un disonorevole denaro, lavora tutta la notte a confezionare elmi di carta pei ragazzi Di ■ questo, mondo senza drammi e senza scosse, in cui tutto è in sordina e in penombra, di queste vecchie case in cui i mobili Bono sempre gli stessi e invecchiano lenta• mente con gli uomini, di questa vita che più che vita, è distacco dalla vita e nostal- fia di essa, il poeta sente tutta la profonda risfcezza, e, desideroso di luce e di respiro, ii volge al mondo vagheggiato nell'infanzia intana, quando la fiaba era storia e l'iilu '-.ne venta di oggi o di domani. Pure, cdcsiciqintelLaèmLrelcspcrncclnbsèd(3pPsupacdizrsten(jtecddt■pgfelsnscmpdFoneFf.Ve i _ . v ... vìir non tutto o rimpianto c tristezza: di tanto F ! in tanto, echeggia anche qui uno Scoppio s ] di risa, un eri-io di giubilo. Alla vita poco, vI..: - i . » «..st. . .■ * I mperciò appunto non è del tutto esclusa la ì ^possibilità della gioia, o, quando la melan-Uconia si fa troppo fitto ed insistente, della adimenticanza, che un bicchiere di vino olire aa buon mercato. Appunto perchè i! poeto è b. . i-n i- ■'- a mezzo disfcaccito dalla vita, egli può gnar-j cdarla come dal di fuori, da osservatore cu-|7rioso disinteressato benevolmente ironico inper cui nessuna soluzione è definitiva, nos- ' Isuna tragedia e. irreparabile, ed in fondo, ,anche nelle contingenze più gravi, si trova 7sempre il modo di arrangiarsi. Scetticismo.:2si, ma scetticismo :'chiettamcnt. Ldue nel nido domestico, Di Giacomo anpare quasi idai luoghi dalle persone, I I si chiede, e "quel poco 6 facile a trovare, e 1™| per quanto poco sia non c mai tanto pueoia! che, occorrendo, non si possa anche rodere'n j su di esso o, a dirittura, fame a meno, e'ate n b e o c n , n a l a , a , i o te n n a e a a i a . n n e , à a te o e a e io a , o il oa n ee a; a e e a a il n aa ti napoletano, che non deriva già, come d'ordinano si crede, da frivolezza e leggerezza d'animo: al contrario, alligna in animo che in fondo a sè cova ri rimpianto di una vita supcriore intraveduta come in un sogno lontano, di cui ha conservato il ricordo ed il rimp:anto incancellabile e acuto, e paragonata alla quale, la vita vera e reale si scolora, perde interesse serietà gravità. Anche . l'amore non e mai qui passione travolgente e aggressiva, che distrugge la ealma e la libertà dello spirito: è, piuttosto, la solitudine in L'amore, che in astratto dai tempi è tuffato qui nel flusso dei minuti avvenimenti e particolari della vita quotidiana. La poesia di Galdieri è realistica, di un realismo che non accumula i particolari eletta vita reale pel gusto di accumularli, come fa il realismo volgare, ma ne coglie solo quel tanto che è necessario per la compiuta verità della rappresentazione artistica. Nascono così quelle figure poetiche così realisticamente vere, eppure così delicato nella, loro umile verità: la donna amata, col viso arrossato dal fuoco dei fornelli, con le maniche rimboccate, che viene dall'aver preparato la salsa pel ratjovt domenicale, e sul cui braccio bianco e sodo una buccia di pomodoro motte una macchia di sangue, e quella deliziosa Sriar/uratella, che è la minore sorella napoletana della Sabina di P,omain Bolland : Ma 'mbarront. (\)-,mà 'mumz' 'o specchio; mò sdraiata 'imcopi>' 'n divano... Ma 'na vola... che d'è 'nn rota?... (2) te truvasse cu' IV aco 'umano! Ntm so acosa (3) mai niente?... Mente?! dinV 'a 'sta casa foia? Che saccio! Te vedesse dà male 'mi punto; le vedesse fa' 'nn rinacrio?:... Nuri se spezza male 'na fettuccia?... Nnin se ve vene 'nu bellone?! Te l'hè fatta 'na canestclla cu' IV aehe, 'a forbice, 'o ccuttone?... (1) In balcone — (i!) una volta, cos'i; una volta? — (3) scuce. Questo visione della vita, che ha già compiuta espressione nel primo volume delle Poesie, nel secondo volume delle Nuove Poesie, di recento pubblicazione, ri svolge in una nuova maniera poetica più originale e personale, che assegna al Galdieri un posto a pai-te tra i poeti napoletani. In questa seconda maniera, di cui la prima è l'antecedente necessario e la preparazione feconda, il poeta non vi ve più soltanto la sua concezione della vita, ma ascende alla coscienza riflessa di essa, e la enuncia in una ricca serie di succosi aforismi, di sostanziose sentenze, in cui immagine c concetto si fondono in sintesi gustosa e l'elice. E se per saij(jtzza s'intende — come comunemente s'intende — quell'atteggiamento fatto di rinuncia e di rassegnazione, di parziale distaccò dalla vita e perciò stesso di comprensione e d'indulgenza verso di essa, Galdieri ù il -poeta dtllu sar/ge.zza, come Di Giacomo è il ■poeta della passione. In fondo, è una poesia gnomica questa sua, che da quella greca differisce perchè ventisoi seooii di disillusioni e di patimenti non sono passati invano, e lo spirito ne è stato fatto più triste e pensoso. A questo forma di poesia il dialetto napoletano, sentenzioso sintetico ellittico suggestivo in sommo grado, che esprime più che non elica ed accenna più che non espri ma, si presta mirabilmente. Riferisco un paio di queste penine di saggezza quotidiana : PENIICRO APPAC1AT0 Fuma. L'omino che fuma, o 'nu mezzane, (1) o pure 'nu sicario (21 furastlere. nun ponza manco a fa malazzlone, e s'appacia c' 'o core e cu' 'e penziere Fuma! r< si fl aralo male a quaccheduno, fuma, ca scanze 'o carcere, si attacca. .Vn.n anaiu. visto nflno a mò niscluno e' ha accisa a n'ato e' 'o sicario 'nmocca. (3) (l) mozzicone — (2) sigaro — (3) in nocca. SEGRETEZZA Nun ridere, nun ridere, pecche nun te credo. Pecchi- nun si felice! Accumincianno '« me, l'omino, si sia amtento, nun 'o ddice. Sulo quanno ave fiuticene dispiacere, nun arreposa ; l'ha da cuntà a' unente. Ma, si vence 'nu Irma, a d' 'O pustiere, (1) ce va qwinno nlsciuno 'o tene mente... (2) (I) nauco-lotto — (a) gli bada. Sono verità comuni, inusitato in poesia appunto. pcu-chè ritenuto troppo comuni, Per valutare al giusto valore questo- poesia, bisogna riflettore che a questo genere la letteratura italiana, in lingua e dialettale, è presso che negata. La poesia gnomica, infatti, condensa nel giro di pochi versi una ricca esperienza della vita : ora, lo spirito italiano, di solito, è povero di vita interior e tutto rovesciato verso l'esteriorità. Ricchissima di sentenze e di aforismi è. invece, la letteratura tedesca, a causa appunto della maggiore intimità dello spirito germanico, tanto che Kmerson potè considerare Goethe come un grande poeta di sentenze. Nei quale giudizio v'è dell'esagerazione, ma anche un gran fondo di verità, e certo, almeno nella fase così detta classica, l'arte di Goethe è la saggezza più alto e profonda fatta poesia. Ora, se tra le varie genti italiane v'è n'è una dalla quale può oggi fiorire una poesia gnomica, questa è la napoletana; che solo nell'anima napoletana v'è quel tanto di bonomia e di ironia, di scetticismo malinconico e di nostalgico distacco dalla vita, cho permettono di guardarla dal di fuori © dal di sopra, pur amandola e per ciò stesso comprendendola, che senza amore non v'ha compre.nsione. ADRIANO TtLGHER. l i

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