La nuova fase del movimento operaio dopo la decisione della Confederazione Generale del Lavoro

La nuova fase del movimento operaio dopo la decisione della Confederazione Generale del Lavoro La nuova fase del movimento operaio dopo la decisione della Confederazione Generale del Lavoro Il Governo fra le due parti Le ragioni della condotta neutrale Roma, 6. notte. La lotta dei metallurgici, apparentemente stagnante, accenna ad entrare in una nuova fase. Per un singolare distinto parallelismo di condotta si tende dalle- due parti in fotta a portare la vertenza in campi più vasti traendo da questa estensione del conflitto la speranza del trionfo dei rispettivi punti di vista. Fallita la proposta di arbitrato lanciata dal ministro del lavoro on. Labriola, le due maggiori organizzazioni delle parti in conflitto hanno preso in esame la situazione e sono venute a decisioni che concordano unicamente nel senso accennato, cioè la scelta dei Sottòeomitati direttivi per la rispettiva tattica di lotta. La Confederazione generalo del lavoro e la Direzione del partito riuniti a Milano hanno espresso il parere che il conflitto stesso, non potendo più essere circoscritto ad una sola categoria sindacale, debba essere affidato alla Confederazione generale del lavoro ed alla Direzione del partito. La rappresentanza degli industriali, riunita oggi a Roma, ha deliberato a sua volta di rimettere alla Confederaziojne generale dell'industria la decisione sulla vertenza. Ciò significa in poche parole che ri terreno della lotta si va estendendo. La Fiom come l'Anima sentono che la lotta, coinvolge elementi nuovi non ancora in conflitto e tendono a convertire quella che è relativamente una battaglia ad elementi limitati in una battaglia di carattere generale nella quale tutte le forze delle parti rispettive vengano in gioco, indubbiamente questa nuova fase sarà la più critica. 1 metallurgici, basandosi sul chiaro- deliberato della Confederazione generale del lavoro e della Direzione'del partito socialista, vorrebbero avviarsi all'invasione degli stabilimenti dove si producono le materie prime delle quali gli stabilimenti metallurgici cominciano. a difettare. Questo è il primo passo al quale la Fiom si va preparando. Mentre l'orpano deh partito socialista lancia un appello preliminare ai ferrovieri ed ai postelegrafonici perchè le materie prime e la corrispondenza giacente siano fatti pervenire alle officine invase 'malgrado l'asserire dei vari destinatari, cioè gli industriali, contemporaneamente, la rappresentanza di questi ultimi ha votato una deliberaEione che si compone di tre parti, cioènm accenno alia linea di condotta del Govèrno, la dichiarazione pregiudiziale dell'impossibilità di trattare con gli operai Ano a che le officine siano invase ed infine la i conclusione che ogni deliberazione sia dex ferita al. Consiglio della Federazione generale dell'industria che si riunisce domani a Milano. Le ragioni apparenti di auesta correlazione, alla quale i rappresentanti degli industriali e dei metallurgici sono venuti, sono ovvie. Gli industriali di una data categoria ritengono di non poter prendere decisioni che per ragioni di analogia potrebbero essere invocate da maestranze di altre -industrie. In realtà, i rappresentanti dell'Anima,- riuniti oggi a Roma, hanno provato il bisogno di sentire intorno a loro la solidarietà nella lotta di tutte le altre categorie di industriali. Nasce così, come i lettori vedono, quell'allargamento del conflitto al quale accennavo. Quali ne saranno i risultati? Ci avviamo verso nuove incognite paurose oppure verso una detente della lotta, detente che può derivare dalla constatazione che il regime operaio non può, per un complesso di ragioni, sostituire oggi il regime padronale? • Non è possibile azzardare previsioni. Certo entriamo in una complicazione della vertenza. Allo stato delle cose forse non" riuscirebbe impossibile una soluzione conciliativa se fosse possibile risolvere una questione pregiudiziale, cioè lo sgombero delle fabbriche invase. Gli industriali acconsentirebbero forse alle trattative qualora questo punto elementare di diritto fosse risoltojpnvece accennano ad essere disposti ad andare fino in fondo affrontando cioè fìnancq il tentativo di esproprio qualora si pretendesse di trattare mentre gli stabilimenti sono invasi. Su questo punto preliminare avverrà certamente ti primo scontro, il giorno, speriamo prossimo, nel quale i primi approcci pacincatori saranno compiuti. Superato questo primo scoglio, riuscirebbe forse alle due parti relativamente facile intendersi; ma si prevede che la massa operaia, entusiasmata dal primo successo, non vorrà facilmente cedere su questo punto.. La verità è infatti che il controllo delle masse, lanciate alla conquista delle fabbriche u sfuggito agli stessi capi della Fiom e che il movimento iniziale a carattere economico va assumendo carattere politico-rivoluzionario. Dato questo pervertimento dell'agitazione non è facile prevedere dove esso Dossa condurre ed a quali conclusioni possa sboccare. Malgrado la gravità a prima vista insanabile della situazione, si lavora sempre alla ricerca di una formula conciliativa. Governo, Uomini temperati del partito socialista, si danno la mano in questa ricerca, ma, per ora, il desiderato spiraglio di luce non spunta. , La proposta - attribuita agli onorevoli Meda e Labriola di un anticipo da concedersi dagli industriali sui vantaggi, che ritrarranno dalla istituzione di cooperative di consumo per gli /operai, appare cosi blanda da risultanze assolutamente impari alla complessa gravità.della situajùonp, U ministro dell'industria on. Alessio p ritorna per conto suo a Roma senza avere potuto trovare, malgrado tutto l'impegno spiegato, un filo conduttore per la soluzi'otoe della vertenza. Il Governo continuerà, da parte sua, a dare tutta la propria opera per la composizione del conflitto. Può darsi che la depressione e la stanchezze assalgano gli operai allorquando constateranno che la loro produzione industriale rimane, per la mancanza di elementi ulteriori e continuativi, lettera morta. Anzi, a questo punto, il Governo ritiene che si arriverà indubbiamente. Ma attraverso a quali sconvolgimenti avverrà questa crisi di coscienza? Malgrado tutte le sollecitazioni ricevute, il Governo non intende -però, allo staio attuale delle cose,- di mutare il proprio atteggiamento di neutralità nel conflitto. La rappresentanza degli industria Ir nel suo ordine del giorno votato oggi a Roma, dopo una discussione di quattro ore, ha rivolto una amara censura al Governo. In quel documento si afferma infatti che la violenza di pochi facinorosi riesce ad aver ragione del buon senso delle masse operaie unicamente perchè l'assenza più che la neutralità dello Stato nella contesa consente ogni sorta di intimidazioni e di violenze. Orbene, la diversità di vedute, che si manifesta fra industriali e Governo, è dovuta ad una opposta concezione della situazione. Gli industriali avrebbero voluto l'intervento del Governo sotto forma di impedimento, magari anche mediante conflitti, dell'occupazione degli stabilimenti, precisamente come da parte operaia si sarebbe valuto assolutamente l'opposto, cioè il finanziamento da parte del Governo. Il Governo, si sa., è sempre preso fra l'incuoine ed il martello. In ogni modo, il sottosegretario agli interni on. Corradini non si è rifiutato di spiegare a taluni esponenti degli industriali, che glie ne facevano richiesta, il punto di vista del Governo circa la propria neutralità nel conflitto. Premesso trattarsi lino a quel momento di un conflitto di carattere economico, il rappresentante del Governo ha fatto notare come lo Stato si trovi disarmato di fronte alle violenze delle masse operaie, poiché la legge invocata dagli industriali non prevedo il caso oggi in questione. La legge, per una lacuna derivante dall'imprevedibilità, non provvede alle forme attuali di violenza collettiva, che ali industriali vorrebbero vedere con eguale violenza repressa. La legge prevede casi diversi, non questo. Lo Stato non è quindi materialmente in condizioni di agire. Ciò naturalmente a prescindere dalle ragioni di altra natura che possono consigliare al Governo, per evitare maggiori e più gravi conseguenze, di attuare una linea di condotta transigente. Sino a ciie la vertenza non perderà il proprio carattere economico per assumere nettamente e risolutamente un coione politico, cioè nettamente rivoluzionario, il Governo non si dipartirà, malgrado tutte le critiche, dalla direttiva, sinora seguita. Può darsi1 che l'agitazione debba degenerare, come potrebbero farlo credere taluni accenni della deliberazione della Confederazione ceneraio del lavoro. Il Governo esaminerà, in tale caso, la nuova situazione. Siamo comunque alla stretta definitiva. Domani la Confederazione generale, dell'industria deciderà a Milano la condotta degli industriali. Due giorni dopo, il 9 settembre, il gruppo parlamentare socialista, convocato pure d'urgenza a Milu.no, dirà, di concerto colla Confederazione generale del lavoro, la parola definitiva della falange proletaria. Forse dopo queste due decisioni la situazione si indirizzerà verso la soluzione, qualunque essa pòssa essere. La notizia che fon. Giolitti lasci Bardonecchia per venire a Roma viene smentita. , : /. • _ • \ S.

Persone citate: Corradini, Giolitti, Labriola, Meda, Milu

Luoghi citati: Bardonecchia, Milano, Roma