Come le maestranze fecero atto di possesso

Come le maestranze fecero atto di possessoCome le maestranze fecero atto di possesso Parte del personale tecnico trattenuto nelle officine Per intendere chiaramente gli avvenimenti di iermattina occorre rifarsi un po' indietro dalla giornata di ierl'altro. Le notizie pervenute da Milano dell'avvenuta presa di possesso delle officine metallurgiche avevano determinato negli operai metallurgici di Torino una certo, effervescenza, che i dirigenti stentavano a contenere. .Nel tardo pomeriggio era poi stato portato a conoscenza della massa il nuovo manifesto della Fiiom. ohe pubblichiamo più sopra. Dal canto loro gli industriali avevano indetto a Milano una ritintone alto, quale parteciparono — per Toiino — il cav. Agnelli ed il cav. ing. Pellicciotti. L'altra sera poi si riunivano alla sede dell'Anima i membri del Consiglio dell'Ainma, i quali, sul tardi, mandavano una Commissione in Prefettura a conferire col vice-prefetto «aim. Carassi, col quale si trattennero fino alle Zi. Quindi la Commissione si restituì all'Anima dove venne raggiunta dal cav. Agnelli giunto poco prima da Milano. Il Consiglio rimase adunato fino alle ore 1 e25 e si comprende ora che deliberò la sei-rata degli stabilimenti in quanto che verso le due apparvero all'esterno degli stabilimenti i primi cartelli annuncianti la chiusura tper serrata ». v. Ieri mattina poi. alle ore 10,30 il cav. Agnelli, l'ing. Fomaca e Wng. Boella si recarono nuovamente in Prefettura. Furono ricevuti dal Prefetto Grand'Uff. Taddei, il anale benché si trovasse in ferie per cura, appena ebbe sentore dell'aggravarsi della vertenza fece ritorno a Torino. GII industriali rimasero In Prefettura una buona mezz'ora e dopo-fecero ritorno all'Anima, dove erano attesi da un buon numero di colleglli in attesa di notizie. -' Come avvenne l'invasione •Le maestranze si sono recate iermattina, all'ora consueta, alle officine, se non proprio con lo scopo di riprendere un indefesso lavoro, certo con quello di continuare, secondo il metodo adottato, l'ostruzionismo. Che qualche cosa gli operai si attendessero, sempre in relazione agli avvenimenti della metropoli lombarda, si poteva arguire dai discorsi scambiati sul trama, come al solito stracarichi, delle linee sulle quali è in vigore il servizio speciale di trasporto del personale agli stabilimenti. Bisogna però subito aggiungere che il tono di questi discorsi, per quanto aua e là animato, non rivelava alcun particolare stato d'animo. E' noto che l'organizzazione si è tenuta sin dall'inizio della vertenza in continuo contatto con la massa, alla ciuale furono imparitite particolari istruzioni, sempre rigorosamente applicate, ed in taluni casi con "uno zelo che agli industriali 6 apparso, diciamo cosi, eccessivo. Gli operai erano quindi preparati per tutti gli eventi, compreso quello di trovare una mattina o l'altra le porte delle officine sbarrate. Data questa specie di preparazione morale, esai non si stupirono perciò eocessivamonte nel constatare che la serrata era ormai un fatto compiuto. Nelle varie località non si trovava alcun apparato visibile di forza pubblica. Presa visione dell'avviso, di cui abbiamo dato cenno, gli operai si avvicinarono a gruppi ai cancelli, cercando di parlamentare coi custodi e persuaderli a lasciar loro libero il passo. L'atteggiamento dogli opera», ripetiamo, era calmo, ed essft riuscirono facilmente a convincere i custodi stessi, in modo che l'entrata nelle officine fu resa loro agevole, senza che in generale si verificassero atti di violenza. .Naturalmente, data la ressa prodottasi presso 1 cancelli, l'ingresso avvenne con qualche confusione. Ma fu cosa di breve durata. Ciascuno si recò al proprio posto, e poiché si trattavo, come abbiamo detto, di un fatto nuovo, il lavoro a tutta prima, anche regolato dall'ostruzifanismo, non fu ripreso. Gli operai rimasero inoperosi davanti alle macchine, mentre i membri delle Commissioni interne ed i commissari eli reparto decidevano sul da farsi. Trascoisa circa un'ora di relativa incertezza l'aspetto interno ed esterno delle officine si poteva quasi dire internato allo stato normale. Gli operai ricevettero l'ordine dai loro rappresentanti di riprendere il lavoro, ciò che fu tosto eseguito. Intanto squadre di vigilanza, munita di bracciale rosso, percorrevano i reparti, vigilando perchè tutto procedesse senza infrazioni alla disciplina stabilita dall'organizzazione, ed egunle servigio prestarono all'esterno delle fabbriche. Alla Fiat Centro, in corso Dante, Vagglomeramento degli operai fu naturalmente maggiore che altrove, dato il grande numero degli addetti a questo reparto. Qui l'invasione avvenne — se cosi è lecito esprimerci — con maggior... disinvoltura. Alcuni volonterosi diedero la scalata al muro di cinta da via Bramante e. penetrati nell'interno, aprirono da se porte e cancelli al compagni aspettanti, che si recarono tosto al rispettivo posto di lavoro. I componenti del « Corpo di sorveglianza » che la Ditta ha istituito da temno alla Fiat, e che erano presenti, non furono fatti segno ad alcun atto men che rienmrdoso. Quasi subito dopo tutta la maestranza si raccolse a comizio nel reparto mon taccio vetture. Parlò l'operaio Parodi — al quale, secondo voci pituite a noi, sarebbe affi data la direzione del movimento alla ' Fiat Centro — che. dopo aver messo in evidenza la portata ed il significato dell'atto comniuto dagli operai, fece un calorosissimo appello al senso di disciplina e di solidarietà cosciente di tutti, peirehfc tutto procedesse secondo le istruzioni dell 'organi zzaaion e. Gli operai pre disposero anche due lancia per estinzione di incendi — non si sa perchè — ed invitarono i pompieri della Ditta a -Rimanere al loro posto, ciò che avvenne scnzaMncidenti. I tecnici impediti di uscire dalle fabbriche Ingegneri, capi officine e capi tecnici in molti stabilimenti non si presentarono neppure all'ingresso. Di quelli che entrarono nelle officine ne vennero trattenuti alcuni. Cosi avvenne alla «Fiat», alla a Nebiolo », alla V. Tedeschi dove il trattenuto fu precisamente fi titolare, alla ™ Biak »;, allb. « Seat » ed in nualche altro luogo. Naturalmente i colpiti da questa misura protestarono vivacemente coi membri dello Commissioni interne che avevano assunto la direzione provvisoria delle officine. Più tardi, però, nel pomeriggio, ai' cuni vennero rilasciati. L'ing. Tedeschi fui lasciato libero alle 13 dopo che il Commis- sario Tabasso ebbe parlamentato con la Com- missione interna. iAnabe il Direttore ed altri | impiegati della « Biak » furono rilasciati. Cosi pure l'amministratore della «■ Nebiolo ». Alla 'ripresa pomeridiana delle ore 14 numerosi capi tecnici che nella mattina non erano andati al lavoro, si presentarono ed assunsero le loro funzioni. In genere gli itnpie. gati amministrativi furono lasciati liberi di i regolarsi come credevano. Ma molti rimasero spontaneamente al loro posto, in coerenza allo precedenti dollberaztoni delle organizzazioni. Infatti fin dall'altro giorno il Sindacato impiegati o quello dei capL tecnici avevano^ diramato un proclama invitante i! rispettivi inscSittt a.fafe atto di solidarietà con gli operai. Oueste direttive vennero poi confermate nella giornata di ieri col seguente preelìso appello : « n Sindacato tecnici metallurgici ed il Sindacato imr)|pgati e commessi Invitano di co mune accordò tutti gli impiegati metallurgici I a continuare rosolaWnte nel loro lavoro come per il passate, secondo le disposi/toni della Fiom rese esecutorie dagli organismi' interni d'officina. Si confida sullo spirito di elasse degli interessati e si ha ragione di credere òhe tutti risponderanno degnamente all'appello. Gli assenti senza giustificazione verranno senz'altro sostituiti ». Nell'interno degli stabilimenti Occupate senza resistenza le fabbriche gli operai, come dicemmo, vennero in quasi tatti gli stabilimenti, riunltì in assemblea per ricevere le istruzioni dei mandatari dell'organizzazione. In questi comizi vennero ripetute alle maestranze le norme da seguire in osservanza delle direttive tracciate dalla Fiom. Dopo queste riunioni, nella maggior parte delle officine gli operai ripresero il lavoro e, liberi di se, vi attesero con maggior alacrità che nei giorni scorsi <fi modo che il limite minimo di produzione per raggiungere la paga-base fu raggiunto in poche ore. Ottenuto questo scopo gli operai vennero lasciati liberi di occupare i cortili dove si dedicarono ai giuochi loro preferiti, pur lasciando acoesi i forni, le lampade e le macchine in movimento in modo da consumare carbone ed energia nella quantità normale come se le lavorazioni fossero in piena attività. Nel frattempo i fiduciari della FIOM provvidero alla sorveglianza degli sfcibilimenti. Vennero istituiti turni di sentinelle agli ingressi e perfino sul tetti. Accaddero anche degli episodi graziosissimi. Qualche direttore che voleva entrare nello stabilimento si vide fermato alla porta da uno dei suoi operai. trasformato in sentinella ressa, che gii disse: — Chi è lei? Dove vuol andare? E' anche corsa voce — che registriamo con estrema riserva — che in uno stabilimento le inferriate delle finestre furono collegato con le linee di trasmissione dell'energia elettrica, di modo che ogni finestra rappresenterebbe un pericolo mortale per chi, ignaro, vi si appoggiasse. Ma, ripetiamo, questa notìzia merita conferma. Gli ingegneri ed i teenitì trattenuti nelle officine e che dimostravano di non voler eseguire «li ordini dei nuovi dirigenti, furono fatti costantemente sorvegliare da duo delegati della Commissione interna. Qualcuno però di cotesti prigionieri pensò bene di sottrarsi a questa soggezione evadendo ■ addirittura dallo stabUimento. Le norme date dall'organizzazione Secondo un documento di cui abbiamo potuto avere copia, ma ài, cui non sono noti i firmatari, le direttive ' impartite agli operai dall'organizzazione, in seguito agli avvenimenti di ieri sarebbero le seguenti: « Tutti gli operai devono occupare il proprio posto e continuare puntualmente il lavoro in modo che la produaione corrisponda alla paga nominale. Lo ore di lavoro saranno registrate colla cartolina come prima. Le assenze non saranno conteggiate ai fini del salarlo, salvo le ulteriori disposizioni a carico degli assenti da parte della organizzazione. I turni di occupazione delle officine saranno due di dodici ore : dalle ore 7 alle 19 e dalle 19 alle 7 del mattino. Il lavoro normale sarà dalle i alle 13 e dalle 15 alle 19. Il turno di notte comincerà il lavoro dalle ore 20 Ano alle 24 e dalle ore 3 alle 7 del mattino. Il lavoro, gli operai dovranno riceverlo; e consegnarlo come prima ai Boro capi diretti od a chi ne farà le veci. Nei reparti dove mancasse il capo tecnico o l'impiegato amministraitivo, gli operai del reparto nomineranno provvisoriamente un toro delegato a coprire tale carica e sbrigare le funzioni a questi attribuite. Questo delegato sarà sottoposto al controllo del commissario'di reparto. Giornalmente tutti gli incaricati dovranno riferire al Comitato di officina il funzionamento dei singoli reparti, notificare le assenze degli operai e le eventuali mancanze di materie prime. Gli operai dovranno usare il massimo rispetto alle macchine, agli utènsili a loro affidati o la massima obbedienza ai toro dirigenti. I commissari di reparto e le commissioni interne dovranno sorvegliare per l'esatta applicazione delle nonne sopra stabilite ed impedire in modo assoluto l'accesso agli stabiliment' di bevande atóooliche. Nessuna persona estranea ai lavori se non autorizzata dalia Commissione interna potrà entrare nelle Officine. Nessuno potrà asportare dalle officine involti od ogtretti, se non con autorizzazione scritta dal Dirigente generale d'officina ». Nel pomeriggio: l'estensione del movimento Nelle ore pomeridiane le Commissioni interne, che avevano ricevuto nuovo più particolareggiate istruzioni dagli organi competenti, adunarono nuovamente gli operai e comunicarono loro l'e ultime disposizioni. Vennero precisate meglio le attribuzioni d'oi diversi orga. nrtsmi di fabbrica, vennero presi i provvedimenti per la sorveglianza notturna degli opt Ilei e furono date le norme per la ripresa del lavoro di stamane. Venne deciso pure che gli operai oltre le otto ore di lavoro ne faranno quattro di guardia, secondo le istruzioni dei competenti organi rappresentativi di fabbrica. Anche le disposizioni tecniche per il proseguimento delle lavo razioni furono oggetto di accurato esame e di deliberazioni. Per ora il sistema è basato sulla attività dei fiduciari dell'organizzazione, e sul concorso del tecnici che spontaneamente continueranno la loro prestazione d'opera, Un fatto nuovo che si verificò nel pomerig- ti gli operai. gio fu quellb del rifiuto di uscire opposto da alcune maestranze di altri .stabilimenti all'ora in cui consuetamente terminava la giornata lavorativa. Ciò avvenne anche in taluae fabbriche dove iflnora neppure rostrazionismo ordinato dalla FIOM aveva trovato consenzien- E questo, per il suo significato morale, costituisce il fatto saliente della prima giornata di occupazione delle fabbriche da parte delle maestranze. Le deliberazioni degli industriali Alle ore 15 di ieri — come annunciammo —alta sede della. Lega industriale si riunì il Consiglio direttivo dell'AMMA coU'intervenito di qualche altro industriale. La discussione »)r"^"ta ,.^c^0f2vi0ne,,,^Ito stat0 d! cr?a"' daJ„to$. del„ «t&Umo e non fu lunga. I presenti rilevarono la grave offesa del diritto compiuta dagli operai e prospettarono il gravissimo disordine che conseguirà a questo episodio così cho — dissero — alla riapertura delle officine occorrerà molto tempo per riordinare libri, materiali e tutto quanto ha attinenza al normale funzionamento delle officine. La ritintone si sciolse dopo averJ deliberato di pubblicare un manifesto alla cit-j tacllnanza, il cui testo è. il seguente: « Dopo un mese di trattative tra le organizzazioni industriali ed operaie, dopo che gli industriali hanno rL-posto alle domande operaie documentando ampiamente tutte le loro ragioni e confutando le afférmazioni degli operai, questi, anziché rispondere alle dimostrazioni degli industiiSali preferirono di ricorrere alla violenza. «E mentre durante lo svolgersi delle trattative violarono il regolamento con1 l'ostruzionismo sulle ore straordinarie obbligatorie, appena gli industriali ebbero presentate le loro conclusioni, .instaurarono un regime di mdisciplina e di soprusi. All'ostruzionismo successe per opera loro il sabotaggio della produzione con conseguente danno del macchi.'nario e spreco del materiale, poi le minaccie e le violenze agli operai dissenziènti ed al capi, poi il sovvertimento della disciplina negli stabilimenti ed infine in questi ultimi giorni l'invasione delle officine con la manomissione di tutte le garanzie delle vigenti leggi e cioè delia proprietà e della libertà personale. « Quale è il movente di tanto disordine, che minaccia di investire tutte le nostre istituzioni e di travolgere alla rovina tutto il paese ? iNon sono sufficienti le addotte ragioni economiche; il guadagno degli operai «leccanioi torinesi è di gran lunga superiore a quello degli operai dellis altre industrie ed è aumentato 'in ragione assai maggiore che non sia cresciuto il costo della vita. Non sono sufficienti le addotte ragioni morali, perche non era in giuoco la organizzazione loro, nè erano nUiiacoiate le conquiste e le rivendicazioni loro di questi ultimi tempi. M& soltanto inconfessat'i moventi di indole politica possono spSagare quanto di svolge in questi giorni per patte degli operai. Attcjverso ad una agitazione di carattere apparentemente economico i dirigenti mirano a sovvertire le basi della presente società, mirano alla Pivoluzsobe. «A tanto vorrebbe approdare la criminale propaganda, che contro le leggi e le istituzioni viene giornalmente fatta e tollerata in spregio alle leggi medesime. Dopo avar assistito per più e più giorni alle continue violazioni dei regolamenti e dei patti di lavoro, dopo aver per più e più giorni tollerato l'intollerabile, contro questi insani tentativi insorgono gli industriali: essi sentono che, difendendo l'industria difendono il paese, essi sanno che cosi facendo compiono il loro dovere, che è quello di riportare gli operai ad una più esalta concezione dell'ora che volge; essi conoscono che 'i cittadini sono stanchi di questo stato rivoluzionario di cose, che anelano tutti alla tranquillità ed alla pace sociale e che non già con irragionevoli domande, ina con un lavoro serio, ordinato, costante si può risolvere la grave crisi che travaglia ora il nostro paese ». 1 Una lettera aperta al Prefetto Inoltre gli industriali deliberano pure di indirizzare al Prefetto di Torino la-seguente lettera aperta: « I sottoscritti proprietari di stabilimenti metallurgici in Torino denunziano in via di protesta alla S. V. lll.ma e di notizia al pubblico che stamattina gli operai degli stabilimenti industriali hanno invaso lo officine di proprietà dei denuncianti e tuttora le tengono occupate, ed hanno per di più e dove fu loro possibile sequestrato i diligenti che vi hanno potuto .trovare. Tutto si e compiuto con la violenza ed anzi colla ostentazione della violenza. E si è compiuto coll'annuenza dell'autorità politica locale, che avvisata formalmente più volle ed ancora ieri sera a tarda ora non ha creduto di prevenire l'evento previsto nè di attenuarne in qualsiasi modo le conseguenze. - Ignorano i sottoscritti quali siano le direttive ed i motivi che hanno inspirato la condotta del Governo. .Sanno però che l'invasione della proprietà altrui, la violenza, le minaccie, gli attacchi alle persone, l'usurpazione di funzioni ad altri spettanti, e la preventiva propaganda ed il ripetuto pubblico eccitamento a tali atti sono reati, che spetta alla pubblica autorità di reprimere e che intanto rendono impossibile agli industriali l'adempimento di ogni loro dovere verso 1 terzi E sonno ancora che le consegiionze che fatabnente deriveranno dalla sovrapposizione del volere di enti e persone irresponsabili all'autorità della legge e dillo Stato, le devastazioni e la inutilizzazione di materiale e di lavoro che si renderanno inevitabili, oltre al danno privato ìtreparabile portcìunno ad una fase di ingiustizia sociale e di deformazione di ogni sentimento di disciplina e di rispetto del diritto altrui. Tanto ritengono di dover poTtare a conoscenza della S. V. IU.ma e del pubblico mentre rispettosamente la riveriscono. Seguono le firme dei rappresentanti le principali Ditte metallurgiche -fella nostra città. Diffide L'AMMA ci comunica, con preghiera di pubblicazione, la seguente diffida che 6 Urinata dalle Ditte che hanno a lamentare l'invasione dei propri opifìci da parte d'elle maestranze: « Le Ditte sottosegnate, in seguito alla avvenuta invasione dei loro Stabilimenti per parto della massa operaia diffidano i fornitori, i clienti ed il pubblico in generate cho non riconosceranno forniture di materiale, nè consegne, nè vendite di materiale o prodotti, nè assunzioni di contratti od impegni, che siano posti in essere in questo periodo da materiali detentori dei loro stabilimenti o da chi per ossi ». Nei riguardi degli Impiegati e capi-tecnici la diffida è cosi concepita:" « L'AMMA a nome del te Ditte consociate avvisa i Signori Capi, Impiccati tecnici ed Amministrativi degli Stabilimenti invasi dalle maestranze, che essi dovranno rimanere a disposizione della rispettive Direzioni fuori degli Stabilimenti stessi Uno a nuovo ordine ». Un ordine del giorno del Sindacato tscnici Ieri sera il Consiglio Direttivo del Sindacato tecnici delle industrie metalftirgiche si è riunito e votò il seguente ordine del «torno: « II Consiglio Direttivo del Sindacato Tecnici del Piemonte adunatosi la sera del Lo settembre 1920.dopo ampia discussione sulla situazione prodotta dalla proclamazione della serrata da parte degli, industriali delibera ohe tutti i tecnici ritornino negli stabilimenti, prestando la propria opera come nei tempi normali, e autorizza i tecnici stessi a entrare nei Consigli d'Officina come ente tecnico. lasciando alla FIOM la dirigenza deHa gestione degli stabilimenti stessi ». Contemporaneamente il Sindacato ha deciso di pubwtcare un manifesto incitante tutti i tecnici a voler continuare l'opera loro nelle officine a fianco deglL operai. Serata tranquilla Serata tranquilla, al chiaro di luna... Alla « Fiat Centro » gli stabilimenti offrono il consueto aspetto dei tempi normali, con in più qualcho bandiera che sventola in alto, sopra qualche ciminiera e qualche arcata. Bandiere il cui rosso non è visibile di notte... Alle porte, sull'alto «degli edifìci, come su spalti di fortezza, hanno vigilato l'e nuovo scolte, mia senza allarmi,, senza incidenti degni" di nota. Ed anche in istrada pattugUe. Nei pressi degli stabilimenti pattuglie della «Fiom»; più lontano pattuglie di agenti investigativi. Ma a questi uitimi è piutttosto demandato un servizio di segnalazione e di vigilanza nella ipotesi che qualche lestofante profitti del nuovo stato dì coso per asportare materiale dai magazzini. Il che. succedeva però anche sotto il diremo così ancien regime. Tra queste disparate pattuglie nessun incidente. Gli operai di tutti gli stabilimenti occupati, dopo le consuete 8 ore di lavoro, hanno aggiunto un nuovo turno di vigilanza di 4 ore. Cosi la loro giornata è stata di 12 ore. Pure prolungato di.'» ore è stato il turno deUe squadre doUa notte. i provvedimenti delle Autorità Come abbiamo dettagliatamente esposto, non è avvenuto alcun episodio di violenza. Naturalmente però le Autorità hanno provveduto alle misure preventive di loro spettanza. Sono giunti nella nostra città alcuni: reparti di cavalleria, autoblindate ed altre truppe. Anche il numero dei carabinieri e le regie guardie ricevettero un notevole rinforzo. Per ora il servSzSo della forza pubblica è llmitalto alle adiacenze delle fabbriche od alla intensa sorveglianza della ditta mediante (prffi pattuglie a cavallo o montate su camions.

Persone citate: Agnelli, Boella, Carassi, Nebiolo, Parodi, Tabasso, Taddei

Luoghi citati: Milano, Piemonte, Torino