Giri viziosi

Giri viziosiGiri viziosi ClsncbtemdtdsgpheictdL'ultima nota dell'Intesa (dell'Intesa o dell'Inghilterra ? non s'è ben capito) alla Polonia, reca notevoli traccio di quello spirito giuridico che ideò il processo al Kaiser ed impose alla Germania il brattato di Versailles in nome dei quattordici punti vilsoniani. Che cosa domanda,' con quella nota, l'Intesa al Governo russo dei Soviets 'i Di trattare in sua presenza, e cioè sotto il suo arbitrato, la pace con la Polonia e con gli altri Stati baltici che non l'abbiano ancora conchiusa, dopo di òhe essa Intesa tratterà a sua volta la pace, o, se si preferisce, il ristabilimento dei rapporti diplomatici con la Russia, se questa accetterà le condizioni pregiudiziali che le ferranno fatte. Ora, non c'è bisogno di essere Ugo Grozio, e neanche... il prof. Wilson, per accorgersi che il^ procedimento proposto nella- nota inglese* è insostenibile. Infatti,, o l'Intesa si considera in stato di guerra con la ltussia, e allora è evidente che primardi partecipare a trattative di pace ira questa e gli altri Stati dovrà incominciare col concluder la pace essa medesima ; o non si considera in stato di guerra (facciamo pure questa ipotesi), e anche in questo caso non può pretendere di farla da mediatrice fra due parti se con una di esse non ha ancora relazioni ufficiali. Ma lasciamo da parte questi argomenti gdiiridìci. Sappiamo benissimo che in questioni politiche, e sopratutto di politica internazionale, ,il punto di vista giuridico è secondario. Senonchè sul terreno politico appunto il procedimento adottato dall'Intesa è più dilettoso che mai- Accetti o non accetti, il Governo dei Soviets, di intervenire a quelle condizioni, alla conferenza di Londra, una cosa, ad ogni modo, è facile prevedere : che esso non farà buone condizioni alla Polonia per i begli occhi dell'Intesa, senza avere alcuna certezza di ottenere da questa il riconoscimento, anzi neppure di poter intavolare le trattative in merito. Buone condizioni, se mai, preferirà farle direttamente alla Polonia purché questa abbandoni la politica intesista. E intanto la, pace fra. Intesa e Russia, col ristabilimento delle normali relazioni politiche ed economicne, 'tarderà ancora, aspettando nel limbo di tolor che son sospesi. Qui arriviamo al puntò più importante. L'Intesa, con la sua ultima nota alla Russia, seguita a fare quello che fa da un pezzo* perde tempo. Essa continua * dilettarsi ili larghi giri viziosi, là dove sarebbe necessario ed urgente prendere le ecoiciatoie. Il voler far precèdere la conclusione della pace fra Polonia e Russia a quella fra Russia e Intesa non signiiica soltanto mettere il carro avanti ai buoi, ma altresì e sopratutto preferire l'accessorio al principale. Se l'Europa non deve precipitare nei caos e morir di. fame, occorre che Ja Russia rientri al più presto nel girone nell'economia e della politica europèa. l\ se c'è una Potenza che può sostenere e seguire una simile linea di condotta, questa è l'Italia. Essa è immune, e non,t • , „ , , • <ia oggi, da qualunque partecipazione, di-,lretta o indiretta, alJe ostilità contro la Russia. Essa' non ha miliardi da rivendicare o inte'ressi imperialistici da salvaguardare. Il suo Parlamento formulò <ispressamente il voto per la ripresa delle relazioni con la xaissia ;-il suo Governo, per bocca di A itti, adermò in massima il principio del riconoscimento dei òoviet, e per bocca dell'on. Giolitti lo ha riconfermato, sopprimendo ogni antecedente restrizione. Uccorre,-dnllg attenuazioni di principio, passare alle realizzazioni : e non sarà male osservare a questo proposito che la solidarietà dell'Intesa di fronte alla Russia è di carattere totalmente diverso da quella di lronte alla Germania. Qui, purtroppo, ci sono i vincoli giuridici creati dal 'i'rattato di Versailles, mentre con la Russia le tre potenze occidentali non hanno nè combattuto insieme alcuna guerra nè concluso insieme alcuna pace. In questo ca,so, perciò, l'azione solidale è puro affare di politica, che occorre decidere e delimitare secondo la regola del miuimovdanno e del massimo vantaggioPartecipi pure, l'Italia, alla Conferenza di Londra se e quando questa si terrà ; ma nè l'attesa di essa, nè le condizioni stabilite nella nota di Lloyd George perone la conferenza si tenga dovrebbero costituire un motivo di ritardo o, peggio, un ostacolo alla ripresa delle relazioni economiche e politiche fra Russia e Italia. Noi abbiamo anche un motivo tutto particolare per far presto. La questione adriatica con, la Jugoslavia è, purtroppo, tuttora insoluta. La Serbia prima della guerra, rientrava nell'orbita d'influenza russa, fino al punto che per essa la Russia scese in,campo contro Austria e Germania. Non si può affermare a priori, ma tanto meno si può escludere che domani fra la Russia ormai ricostituita e la Jugoslavia tendano a stabilirsi dei rapporti analoghi. Ognuno vede quanto una simile possibilità ci riguardi davvicino, e quali pericoli essa dbntenga per noi.-Il miglior modo, e potremmo dire l'unico, di prevenirli è quello di allacciare relazioni normali e amichevoli con la Russia dei Soviet. , LUIGI SALVATORELLI.

Persone citate: Giolitti, Intesa, Kaiser, Lloyd George, Ugo Grozio