Gl'interessi strategici dell'Italia in Adriatico salvaguardati dall'accordo italo-albanese

Gl'interessi strategici dell'Italia in Adriatico salvaguardati dall'accordo italo-albanese Gl'interessi strategici dell'Italia in Adriatico salvaguardati dall'accordo italo-albanese Il Governo rifornì di truppe la città fino al 1° agosto , . Inoltre, un comunicato reca importanti ,intormazionl ufficiali circa quella che è Roma, 4. Nella sostanza, le basi dell'accordo italo-albanese sono le seguenti: l.o L'Italia riconosce, come ha già fatto da tempo, il diritto del popolo albanese alla propria indipendenza, e ritiene il Governo di Tirana l'esponente della volontà politica albanese, e pertanto con esso traUa allo scopo di allacciare trattative ed amichevoli accordi fra le due nazioni, che"sono destinate a mantenere vincoli di buona vicinanza e di schietta fraterna amicizia. 2.o L'Italia rinunzia all'occupazione ed all'amministrazione della città di Yalon'a, dove potranno far ritorno tutti gli abitanti che se ne allontanarono ; una completa amnistia viene concessa a tulli i ribelli che potranno rientrare indisturbati nelle proprie case. 3.0 Viene concesso all'Italia un tempo nel quale essa, dovrà sgombrare la città. Durante questo tempo i Corpi militari albanesi si recheranno a rendere visita ade autorità militari italiane. 4.0 L'Italia potrà occupare l'isola di Sasseno per farne una base militare per la sua marina. Inoltre le 3ara concesso di occupare punta Linguetta e punta Tre Parti, prospicienti Aria, in maniera da ottenere il dominio militare nella baia di Valona. 5.0 L'Italia avrà diritto di riservarsi per tutte le evenienze la baia di Valona come base di rifugio e rifornimento delle sue navi. 6.o l 'prigionieri italiani saranno restituiti subilo dal Comando militare albanese. Il Comando di Valona da parte sua si itnpeona di mettere in libertà i prigionieri civili e militari internati nell'isola di Sasseno. f 7.0 All'Italia .sarà riconosciuto il diritto di sfruttamento delle miniere e delle ricchezze del sottosuolo albanese previo accordi particolari con il Governo albanese di Tirana. 8,0 L'Italia e l'Albania sono decise a mantenere continui costanti legami di indissolubile ' amicizia. a i i e i r i a! o stata la difesa di Valona; informazioni le quali dimostrano che il Governo non lasciò sprovvista di truppa la piazza, bensì la rifornì fino all'altro ieri l.o agosto, per cui non ha fondamento l'interpretazione che taluni vorrebbero dare all'accordo italo-albanese, nel senso che l'Italia abbia rinunciato a Valona per ragioni di politica interna, per la difficoltà cioè di dislocare truppe oltre mare. Ecco il comunicato : « Allorché si delincò l'insurrezione allicir nese .Si raccolsero: in Valona tutte le truppe che allora presidiavano le' località comprese nella zona che costituì durante la guerra il campo trincerato di Valona, cosicché la dilesa della città potè essere in grado di contenere i furiosi attacchi degli insorti dell' 11 giugno. Il Governo intanto aveva subito -provveduto all'invio di rinforzi e fu cosi che all'indomani dell'uttacco degli insorti giunse a Valona la brigata Piacenza e dopo qualche giorno l'intero reggimento d'assalto. Fu provveduto allresì all'invio di mezzi e di materiale di ogni genere perchè le truppe potessero essere pronte per ogni eventuale azione. Senonchè, seguendo i l'ini dulia politica ilaliana, e dato incarico al barone Alliotti di avviare trattative col Governo di Tirana, parve sufficiente limitare le disposizioni militari del Governo a mantenere in efficienza la difesa di Valona. Si continuò perciò ad inviare dal paese materiali, nonché drappelli di volontari che affittirono da ogni parte d'Italia. Con questi volontari e col successivo trasporto a Valona delle truppe ancora restanti in taluni punti della costa albanese, il presidio di Valona potè, ad onta del quotidiano logorio, mantenersi in piene condizioni di resistenza e ribultarc, infliggendo ai ribelli gravissime perdite, l'attacco del 23 luglio. Prolungandosi le trattative già iniziate dal b'aronc Alliotti e quindi riprese dmX conte Manzoni, ed in previsione di altri attacchi, il ministro della guerra aveva disposto che altre truppe (circa un migliàio rimpatriànti da oltre mare) fossero inviate a Valona a rinforzare il presidio, dove dovevano giungere nella settimana corrente. Intanto a Valona, a rinforzarvi la difesa, era giunto tra il 31 luglio ed il l.o agosto, quasi alla vigilia della conclusione delle trattative, il 264 fanteria. Questo reggimento, partito in perfetta disciplina da Sebenico, è sbarcato a Valona accolto fraternamente da quelle truppe il cui morale si è sempre corner, vato altissimo ». Soddisfazione albanese Il c Messaggero » riceve da Valona, che dopo la firma dell'intesa le milizie albanesi hanno reso all'uscita dal Palazzo del Governatore gli onori militari al nostro Plenipoten¬ zdtratls1acp1nlmteacsanpalbcacrn l n e r, e i ¬ ziario e la folla.ha fatto una dimostrazione di simpatia all'Italia. A bordo del cacciatorpediniere « Bronzetti », il capitano dei carabinieri, Meloni, lo stesso giorno ha recaio a Vaiona un plico comunicante l'avvenuta intesa al generale Piacentini e le istruzioni per la cessazione delle ostilità., il Ministro valonese senza portafogli, Spiro Koleka, ha portato 10 stesso annunzio agli insorti. Fra il Governo albanese ed il nòstro Plenipotenziario è stata concordata una nota-da trasmettersi alla stampa. Le trattative si sono svolte cordialmente. 11 testo dell'intesa contempla anche la continuazione della permanenza del presidio italiano a Scutarl. Il conte Manzoni si mostra molto ottimista e assicura che tale intesa porterà molti vantaggi alla politica balcanica ed ali Italia. La « Tribuna » pubblica da Durazzo che il conte Manzoni, là giunto mercoledì scor so a sostituire il barone Alliotti, si è affrettato a riprendere le trattative col Governo di Tirana sulla d'accia dello schema già concordai, precedentemente dal barone Alliotti e portato a conoscenza del Governo sin dalla sera del 19 luglio. Le trattative continuarono venerdì, sabato e domenica, e ieri alle IO a Tirana il conte Manzoni ed il Presidente del Consiglio albanese hanno solènnemente firmato il protocollo. Ai delegati ita. iani sono stati resi a Tirana gli onori militari e la popolazione ha fatto loro una dimostrazione di simpatia. La notizia dell'accordo, subito diffusa, ha suscitato grande soddisfazione. Nel pomeriggio di oggi seguirà un'intesa tra le nostre autorità militari ed i capi degli insorti per stabilire 'e modalità relative al passaggio della regione al Governi) di Tirana. Commenti romani I giornali commentano l'accordo italo-albanese. Mentre il «Messaggero » ne trac motivo per... esaltare l'on. Nini, parla di «prima rinuncia» e di «scappo al Paltò di Londra «. Il «Tempo», in un 'articolo editoriale, cosi si esprime: «L'abbandono di Valona,' per quanto atteso, riuscirà, penoso al popolo italiano,- ancor più, perchè esso avviene all'indomani di aspre lotto, che costarono sacrifici di sàngue o di persone. Ala la triste eredità diplomatica lasciata all'attuale Governo dai quattro Ministeri che lo pi ^cedettero, le difficoltà interne manifestatesi neL Paese, avevano creato una situazione il cui prolungarsi mentre non lasciava adito ad alcuna speranza ed a favorevoli soluzioni, poteva creare pericoli nuovi. Il dilemma era questo: o noi dovevamo tenere Valona, e per tenerla dovevamo occupare del suo « hinterland » quanto era necessario, per rimanervi sicuri; o dovevamo lasciarla, pur conservando nella sua baia una posizione clic ci desse una certa garanzia per la sicurezza nostra nelle coste del Basso Adrtatfeo. La prima di queste soluzioni, a parte le materiali difficoltà che avrebbe portato seco, avrebbe messo il nostro Paese in contraddiziono con- il programma dell'indipendenza albanese, proclamata solennemente; la seconda, quindi, era (niella che per molteplici motivi si imponeva. « In oeni modo, - conclude il giornale, — noi, entriamo, col grave sacrifìcio che il Governo italiano si è imposto, nel campo di una politica chiara e. pratica. Non si può, sperare in un risanamento della nostra vita nazionale se non abbiamo il coraggio di affrontare la realtà. Vivere di ripieghi, di mezze misure, di transazioni, come siamo vissuti dal giorno dell'armistizio fino alla caduta del Ministero ratti non fa che narcotizzare il Paese, acuendo 1 suoi mali e non guarendone nessuno. Non si possono occupare territori stranieri senza spedizioni militari; non si può conciliare la politica del piede di paco con le conquiste. Ma se quello che resta dei nostri rosei od aggrovigliati sogni albanesi è poco, possiamo confidare che la nostra limitata posizione di Valona sarà mantenuta, senza debolezza e senza incertezza, ma con quella inflessibile, fermézza che nmdttiplCp;lpldrpdvdspoBvlcnmlpCnellrichiede la sicurezza del nostro"Paese ». Il « Corriere d'Italia », organo del partito popolare, osserva: «Propugnare l'indipendenza dell'Albania è un atto ottimo della politica italiana, perchè l'interesse dei due paesi coincido perfettamente su questo punto: ma il Governo di Tirana ha attualmente l'autorità di creare un nucleo di organizzazione necessaria a dare inizio alla vita di uno Stato? Lo sgombro di Valona è una cessione vera o pròpria, oppure un semplice atto politico subordinato a condizioni che rondano sèmpre possibile aH'Italia>rii essere reìintegrnta nei suoi diritti, qualorìr i.l Governo albanese, per incapacità o per forza maggiore, non fosse in condizione di difendere 1,1 proprio territorio? Il ristabilimento della frontiera albanese del 1913 da quale Potenza dovrà essere effettuato e con quali mezzi militari? Lo Potenze consentiranno a ripristinare il trattato dèlia Conferenza di Firenze e a dare almeno Scùtari, .\rgi.i\ -astro e Coritza all'Albania? Numerose altre domande potremmo forimi la re, ina per ora attendiamo che ci venga data una qualunque risposta circa i termini nei quali venne cireosritta la tesi dell'indipendenza albanese. Per il momento ci limitiamo a prendere atto con riserva dello sgombro di Valona per attendere di conoscere su quali basì dovrà realizzarsi la collaborazione tra l'Italia e l'Albania o quali ne siano i mozzi »., Il « Popolo Romano », in una nota editoriale, scrive: .La firma dell'accordo italo-albanese va molto oltre dei semplici rapporti fra due Paesi, i quali crediamo sono destinati a vivere in. stivila amicizia. Tale accordo toglie di mezzo con un tratto di penna, ma anche con una recisa affermazione di volontà, parecchi gravi cose che alla Conferenza della pace si volevano imporro all'Italia ed all'Albania. L'Italia non può consentire a creare nell'Albania una nuova Polonia. Il possesso di diritto di Valona rarmrescntnva un ostacolo al riconoscimento dell'indipendenza e dell'integrità territoriale^ albanese. Valona costituiva per noi una garanzia strategica; 11 possesso di fatto non menomerebbe tale garanzia, pur consacrando e ratificando il principio ' inconcusso dell'imita della libera Albania. Valona sarà albanese ed amministrata dagli Albanesi. Le nostre truppe saranno ritirato dalle linee che e inutile mantenere oltre. E' dunque, strategicamente parlando, il possesso che a noi convie ne, mentre stringe i legami fra l'ftelia e l'Albania, la cui libertà od indipendenza riconosciamo e della qualo diventiamo garanti. Quo sto è il punto saliente.dell'accordo e che dove far riflettere quanti oltre Adriatico pensassero di minacciare l'integrità albanese. Dissentiamo profondamente da qualche giornale, che d plora la cessione di Valona attaccata dagli insorti; anzitutto noi non perdiamo nulla di quanto ci interessa dal punto di vista militare, nonché da quello politico ».

Persone citate: Manzoni, Meloni, Piacentini