La situazione annonaria del paese esposta alla camera dell'on.Soleri

La situazione annonaria del paese esposta alla camera dell'on.Soleri La situazione annonaria del paese esposta alla camera dell'on.Soleri Una serie di oratori sulla confisca dei profitti di guerra Roma, so notte, iL'aula ò Piuttosto affollata. Sono presenti ! un centinaio di deputati. Tribune spopolate, Ai banco del Governo siedono i Ministri Me- ' I I : : i ■jtizio, e dopoI utii caddero'dà, Pax pi ai ino Vassallo, ed ii .Sotto-.Segrclario a consumi, on. Soleri. La seduta si apre alio ore tu,5. Prendo subito la parola, per la sua esposizione della situazione alimentare del Paese, fon. Soleri. t/esposiziònn costituisce anche la risposta alle interrogazioni presentate sull'argomento dall'ori. Iterardolli sull'approvigfonamento del grano: dall'on. Luecini sulla elevazione dell'assegnazione del frumento ai lavoratori agricoli, da due a tre quintali ; dal"• ti. Giuffrida suirapprovigionamento dei ceri-,di: dall'on. Dugohi sul raccolto del frumento: dall'on. Monici sulle condizioni alimentari di Róma; dall'on. Albanese suU'approvlgìonamento del grano a Hoggio Calabria. Gradualo ritirilo alla libertà economica L'on. Soleri accenna, in mezzo alla viva I attenzione della. Laniera, alle coudizioni del-1 l'approviglonarneiito Uòpo l'armi aver rilevato l'illusione in ciu tutti che la situazione alimentale dovesse tosto si- II!--. tari «irai col cessar sidcraro due as; nari, di oggi, e l in relazione tta dipendenza t' apIlare notevoli osi ili. li lazi.' 3 ci une ioni in.'i i ; icre t l'ime, abusi uiiiai trinili , passa a liziòni aline alimonie sono in Ila produzione nazionale, 3nte migliorata, e quello eme dipende ila elementi donale, tuttora in grave e ne l'altro deve esiliale, che deve selliti di realta più che t linea dell azioni' ire più 'attenersi a con ii teoria L'intervento dello Stato deve a poco a poco ràsformarsi in modo da limitarsi a tutelare esse del consumatore e infrenare gli della speculazione, restringendo la ge: riióùopolistica di Stato in casi di ostie jigenza, esigenza che oggi può dirsi lil ni .soli cereali. Ad esempio, la rapida sso clic compieta ricostruzione del panio zootecnico ha permesso di togliere restrizione al consumo delle carni e di rei per i latticini ad una graduale pro¬ nai-. ì libertà non gilè azione dirotta equo il latto alle r. baili. Quanto all'olio annunzia discreto, Il consentire la piena ompagnata da una vi. assicurare a prezzo dazioni dei centri uri-azie al raccolto, che. si toro spera poter presto serto del prodetto, limitando l'azione statale per la integrazione del fabbisogno con olio di semi. Per ciò che si riferisce allo zucchero, l'apprdvigiohainénto statale si limiterà alla popolazione ch'ile, per conservare ad essa il beneficìo dal minore prezzo, disinteressandosi «.lell'approvigionamento alle industrio che vi provved ranno direttamente. Con analogo critacio di dare alimento alio industrie e lavoro alle maestranze senza impoverire la situazione, alimonture del paese, si consente l'esportazione all'estero dello paste alimentari e di una limitata fabbricazione di dolci, purché però l'industria provveda dirottamente all'importazione deila occorrenti materie prime, senza alcuna assegnazione statale. Comunica inoltre che lo SUtto va ornai disinteressandosi degli altri generi minori, come lo scatolame, lo carni suino. :-alaie, il latto condensato, il tonno, l legumi. Ma lo Stato, contemporaneamente a questa limitazione del proprio intervento, deve direttamente intensificare la sua azione moderatrice contro la speculazione a beneficio dei consumatori. Questa opera del Governo troverà esplicazione specialmenta nello sviluppo delle cooperative di consumo, commissariato dei consumi ha iniziato un'opera ili riconoscimento e di epurazione di esse affidando l'arduo compito ad una commissione corno.-uà dei più noti o attivi cooperatori, o cercherà di favorire largamente le cooperane.--, le quali possano influire decisamente sull'economia dei prezzi. A tale trasformazione dell'azione statale, in materia annonaria corrispondi rà altresì una semplificazione degli enti locali di distribuzione ai consorzi granari ci. i quali non pochi hanno svolto un'opera .A tal uopo il socialmente economica e feconda, mentre però Corre provvedete ad impedire la malcauta disastrosa speculazione cui alcuni si abbandonano. Disinganno pei raccolto granarlo: 30 milioni di quintali dall'estero Sul grave problema del cereali, l'oratore richiama l'attenzióne della Camera e del Paese. La saldatura con il nuovo raccolto sta avvenendo faticosamente, --ri dovette già ncorrere in anticipo al nuovo raccolto per fron- iteggiare la situazione in talune provinole. 11 raccolto nazionale, che si annunziava discreto, presenta invece nel suo consuntivo, un vero disinganno. La produzione nazionale sarà assai interiora ai quaranta milioni di quintali, di fronte alla media di -t? milioni. Le Com- | missioni [irovinciali che hanno miriate le operazioni di requisizione segnalano cifre pres- Isochè sconfortanti. Da tale prodotto occorre detrarre la quota lasciata alle popolazioni produttrici, in ragione di circa duecento chilogrammi por persona; e cioè oltre tó milioni' di quintali. Rimarranno per le popolazioni non produttrici circa 12 milioni di quintali di grano. Ma il consumo granario è in continuo aumento. Ad esso contribuiscono diversi ragioni tra cui l'annessione di nuori territori, il mutato genere dì vita delie popolazioni, lo artificioso prezzo del grano e dol pane elio tanno di esso l'alimento piti economico anche per il bestiame. 11 fabbisogno del 1920, sempre per le sole popolazioni non produttrici, si prevedeva in milioni e 5C0 mila quintali. Occorre fronteggiarlo con importazioni dall'estero di circa 30 milioni di quintali. Tali gl'avi condizioni della nostra situazione cranaria escludono, dunque, anzitutto qualsiasi ritorno al libero commercio, sia per i cereali nazio'.v.li che per quelli di importazione. Del resto, arche la Francia, che pure si trova in condizioni assai differenti e migliori, ha dovuto confermare il monopolio del grano. Oggi — continua l'on. Soleri — non è nemmeno più solo questione di prezzo, è question'e di preoccuparsi .se il nostro Paese potrà, avere il grano che gli è necessario. Bisogna considerare che dei 650 milioni circa di quintali di grano elio l'Europa occidentale importava prima della guerra, almeno la metà venivano dalla Russiti, dall'Ungheria, dagli Siati balcanici! che quest'anno non potranno ancora contribuire, sensibilmente all'approvlgionamento dell'Europa occidentale. Nessun tentativo però sarà trascuralo in tale senso. La Repubblica Argentina, di fronte al rincaro eccessivo de! prezzo del pane per i suol cittadini, ha vietato temporaneamente l'esportazione del suo grano, dopo aver gravata la tassa di circa 5 pesos. Nell'India esiste tuttora Yembarao. Rimane un grande mercato di acquisto: l'America del Nord. Ma su di esso si affollano tutti i compratori, ivi compresi gli Imperi centrali, che fino a ieri erano assenti dal mercato'. La concorrenze, degli acquirenti si accresce, mentre la disponibilità sarà minore. Crisi aspra • Necessità di disciplina A questo punto l'oratore legge i giudizi che della situazione granaria intei'naziohale danno stampa ed uomini politici inglesi, giudizi veramente impressionanti per il pessimismo che I» domina. • L'Italia — assicura il Commissario generale dei viveri — ha fatto i più larghi acquisti possibili, rispetto alle disponibilità dello sue finanze e del tonnellaggio, è proi • sto all'Inghilterra ed alla Francia di prorogare l'organizzazione interalleata della Reale Commissione di Londra, che scade ora, almeno allo scopo di evitare la concorrenza na-11 acquisti. Il Primo Ministro inglese, Lloyd George, ha ora aderito a riunire all'uopo una conferenza, rendendosi conto dell'importanza politica del problema di assicurare il pane a tutta l'Europa. Questa veni realtà di cose deve essere ben guardata a viso aperto. Lo spirito pubblico deve essere consapevole della necessità di una. rhinovelliiu disciplina. Ugyi, in- vecc — rileva l'oratore — nessuno fa opera persuasiva per richiamare 11 ^'-«se «nltu de pericolo che a traversa. Autorità epopò» chiedono maggiori assegnazioni, sKrlbellano ari ogni disciplina di controllo e consumi, menire contése economiche minacciano di lasciarti andare perduto il prezioso raccolto. Questa crisi alimentare, la più aspra che il nostro Paese abbia attraversato, sarà probabilmente 1 ultima «e si saprà superarla, se tutti si adopereranno con Tede, » non-con la facile fede dei. retori ina con quella austera salda fede di propositi e di volere di chi ama profondamenta i! pròprio Paese ». , . Min chiusa del discorso scoppiano calorosi applausi su tutti i banchi della Camera, meno che su quelli socialisti. L'on. Peano e gh altri nini-uri e sottosegretari presenti si congratulano coll'on. Soleri, al quale si recano a stringere la mano al banco del Governo una clnquantina di deputati. Gii interroganti ' BEH AH PELLI, prende atto delle dichiarazioni del Governo, riconosce egli pure che la rande siccità ha notevolmente aggravata la filiazione, ma ciò clic più di tutto aggrava la lunazione è la maniera come il grano viene requisito. Afferma che le lèggi con le quali sii vuol fenderò obbligatoria in alcuni casi la cultura del grano rimarranno destituite di effetti, ss non si stabilisce un prezzo di requisizione equo e rimuneratore. Termina esprimendo fiducia ne! buon volere e nell'energia dell'on. Soleri (approvazioni), Zt'Cr.HISl aveva chiesto con la sua interrogazione che l'assegnazione individuale di fru-j monto ai lavoratori della Romagna e dell'Emi-; Lia sia portata da due a tre quintali. {Interruzioni viraci dall'on. Salvemini). Due quintali sono assolutamente insùfiicenti all'alimentazione in paesi a cultura intensiva ed esclusiva, nei quali i lavoratori da tempo si nutrono prevalentemente di frumento. FAI.B'! raccomanda vivamente che si migliori la raziono di quelle popolazioni che. come in Calabria e, in genere, nelle province meridionali, vivono esclusivamente di pane o di pasta, affermando ohe 250 granimi al giorno sono insuIBcenti pel contadino meridionale.: GIÙFFiRIDAi riconosce che s'impone la più' assoluta economia nel consumo dei cereali, ma unta che sopratutto nelle Provincie meridionali le attuali razioni di 250 gr. sono assolutamente insufficienti per i contadini che lavorano i'intera giornata e vivono solamente di' pasta e di pano. Richiama poi l'attenzione del Governo sulla necessità di impedire in modo assoluto che il frumento serva per l'alimentazione del bestiame: il che awi»ne perchè in rjtiesto moment.-, il prezzo del frumento è inferiore a quello di altri cereali, situazione paradossale alla quale conviene por fine. Nota poi che nelle attuali condizioni della classe proletaria l'aumento di qualche centesimo sul orezzo può essere sopportato senza sforzo !&?tèrruzione all'estrema sinistra). Afferma che il popolo è disposto a pagare qualche cosa di più. pur di avere la quantità necessaria, tanto è vero che caga il vino a prezzi elevatissimi e non chiede alcun calmiere. (.Vtmue intcrruzioni all'estrema sinistra). Termina affermando ohe tutti gli altri problemi sono di secondaria importanze, di fronti» a quello di assiemare alla popolazione italiana il i-ape necessario {vive approvazioni, congratulazioni, commenti). DIJGONI inlende rilevare gii errori del passato, per trarre l'ammaestramento futuri provvedimenti. Egli dice che se i mercati gra nari americani ci sono chiusi, potremmo lar gemente rifornirci nella .Iugoslavia, in Balenala ed in Crimea dove esistono forti depositi di cereali; se non possiamo valerci di questi mercati, ciò si deve al non avere ancora defluii.-] la nostra situazione internazionale dei rapporti con ([negli .Stati; se nella politica inlei'.'ia poi si e commesso l'errore di non aver saputo disciplinare la coltura granaria e di avere permesso che al grano fossero preferito altre colture. Circa il prezzo del pane riconosce che esso è inferiore a quello che è il costo dei p,->- ne, ina afferma che un rincrudimento di tata j,rezzo non potrebbe non provocare una viva agnazione politica. Cosi ritiene che il consumo del nane non possa essere più oltre diminuito, mentre invece potrebbe e dovrebbe essere grandemente limitato il consumo del vino, e favo, rendo l'esportazione del vino potremmo trarrò i mezzi per acquistare il grano. {Approvazioni airestrrma .'inir.irà). GÀRIBOTTI rileva che occorre sveltire gli organi addetti alla distribuzione e alla requisizione dei generi alimentari: troppo complessa 6 l'organizzazione di tali servizi. Di-co brevi raccomandazioni di Monici e di Albanese, si passa alla discussione sul disagno di leggo per lo stanziamento di un fondo di IVO milioni per l'esecuzione di opere pubbliche. Ma in seguito a proposta dell'on. Riccio, cui non contrasta l'on. Peano, la discussione 6 rinviata ad altra seduta. La seduta termina .ine 12,30. La seduta pomeridiana si apre alle 15. Prosiede l'i n. De Niente. L'on. FULCI commemora fon. l'amari, morto stornano a Messina. Per il Governo si as.'ieia l'on. CORRAD1N1. a ooifee És orof ti ili porrà Doio interrogazioni di MAJQLÒ per una Inchieste sui lavori dei Ugo di Varano e annessi scandali elettorati, e di PI-LATI e VELIA sui fatti del tià aprile a Kuvo di Puglia, si. riprende la discussione del disegno di leggo: /ivoaui'ciTii: allo Stalo dei. profitti reaite* zati nel perioìio dal l.o aaosln t!Ui al 31 Me cembre Udì) in comeouenza d*Ua guerra, dal commercianti, industriali e, intermediari. L'on. Fiammingo FIAMMINGO ha presentato il seguente ordine del giorno: «La Camera approva l'incomeramento delle fortune di guerra ed in» . vita il Governo a cambiare la sua politica finanziaria, che porta al fallimento di tutto te indùstrie del Paese ». Rileva lo scopo morata del disegno di legge, il quale colpisce i grandi industriali, che durante la guerra, inaugurando una triste politica di violenza, ini posero allo Stato 1" loro dure condizioni in momenti di necessità. 11 progotto va pertanto approvato. Afferma però elio i risultati finanziari saranno meschini, poiché lo Stato pin'i prendere molti milioni ad alcuni veri prmflttatori, ma i grandi ragiffrupparrienti industriali, formatisi durante la guerra col miraggi/ i di costituire una grande Italia industriale, sono oggi carichi di debiti, con oi'ftcino In gran patte chiuse e nella impossibilita di fare 'movi debiti. L'on. FIAMMINGO, prima di finire, illustra, alcuni retroscena dell'alta Banca e dell'alta industria. Afferma che l'assalto aile Ranch» è slato un episodio della concentrazione economica. L'Ansaldo e la Fiat hanno acquistato, il controllo di altre Società per otto o dicci; miliardi. L'Uva controlla sbianco trentadua Società di zucchero, ed il collega Bondi è il re del ferro e dello zucchero, ed il principe della carta e dei prodotti abmentari in conserva. Lo Stato può prendere molti milioni ai varil profittatori — come Dante Ferraris a la Temi, la quale ultima non sviluppò i suoi impianti — ma quando lo Stato arriva, trova già questi profittatori carichi di debiti,- eoa olfteine in pane chiuse e nell'impossibilità di fare nuovi debiti. L'Uva ha chiuso tutti gli stabilimenti di Bagnoli e di iPiombino quando era a! Governo l'on. Nittl, e gli operai sono fatti partire per gli Stati Uniti, quegli operai che dovevano fare la grande Italia in-< dustriale ed ora fallisce tutta la grande industria italiana. »Non sono i profitti di guerra che possono risanare il bilancio. FERRARI : Mi dica come ha fatto lei a mettere insieme sptte od otto milioni! (Ilarità, commenti). FIAMMINGO: Faccio scommessa che riesco $ dimostrare di averli fatti col mio iavoxo. >