Se tacessero !

Se tacessero ! Se tacessero ! Si torna a parlare fra noi della Jugoslavia e della possibilità di un conflitto armato con essa, a proposito dei fatti di Spalato o di Trieste o di qualche incidente sulla linea di armistizio (giacché l'Italia, grazie agli Dei, nonostante la vittoria ed i Trattati di pace e le conferenze, ha ancora una linea di armistizio)'. Di fronte ad una tale possibilità, due cori alzano la voce fra noi, ad insegnarci il mezzo infallibile per evitarla. Sono, da una parte, i nazionalisti, che, con uno dei loro gesti di semplicità e grandezza epica, proclamano che l'Italia, di fronte alla Jugoslavia, rappresenta il vincitore di fronte al vinto, e che quindi basta una sua intimazione per metter le cose a posto e farla finita. Sono, dall'altra parte, i jugoslavofili, quelli della a politica delle nazionalità », che invitano imperiosamente il Governo italiano a rivolgere- preghiera senza indugio a Trumbic perchè voglia riprendere le dissertazioni di Pallanza sull'Isonzo e il Friuli orientale, dissertazioni dalle quali, data la naturale fratellanza dei due popoli, fatti per intendersi, uscirà certamente l'accordo, anzi il migliore degli accordi. A noi queste due opposte scuole mediche fanno, a dirla schietta, una lieve impressione di ciarlatanismo. Che cosa cianciano, i nazionalisti, di una Italia seduta nei consessi dell'Intesa, sul trono dei vincitori di fronte a una Jugoslavia nella polvere ? La Jugoslavia è per l'Intesa, cioè per la Francia e l'Inghilterra, innanzi tutto la Serbia, che è quanto dire l'alleata della prima ora, per la quale esse entrarono in guerra, e ben più cara al laro cuore che non l'Italia. Ma anche croati e sloveni, prima che la guerra finisse, erano stati proclamati come alleati dell'Intesa, e in Roma medesima, a quel famoso congresso delle nazionalità oppresse dall'Austria-Ungheria, da cui uscì il « Patto di Roma », alla cui conclusione parteciparono ufficialmente, senza riserva alcuna, i nazionalisti italiani, -che oggi, fidando sulla dimenticanza del pubblico, sfacciatamente lo deplorano, proclamando traditori i responsabili. E che ci raccontano, quegli altri, di una Jugoslavia naturalmente amica dell'Italia, solidale con essa contro, l'imperialismo germanico, pronta quindi ad intendersi con noi per la questione adriatica ? La Jugoslavia è, nei nostri riguardi, puramente c semplicemente, l'erede dell'Austria. Con questa aggravante, che l'Austria-Ungheria, grande Stato dualistico e plurinazionale, con quattro frontiere, aveva necessariamente una politica assai complessa, in cui il contrasto con l'Italia rappresentava un solo elemento, e non il più importante, ed era quindi largamente contri.bilanciato da altri, in sen60 favore',.. • ... ..oi. Appunto perciò1 lo Stato austriaco, nonostante le pressioni di gruppi politici influenti ed i consigli di capi militari, si era sempre astenuto dal romperla con noi. La Jugoslavia, invece, considera come suo principale nemico l'Italia, ha con essa la sua frontiera più estesa e più importante nonché i maggiori punti di attrito e contro di noi addensa la maggior somma di passione nazionale, saldando nell'avversione all'Italia e nel programma anti-italiano lo gravi divergenze dei tre popoli die la coni pongono. Più debole, certo, dell'Austria-Unghe ria, la Jugoslavia, molto più debole, se anche più sistematicamente e compattamente anti-italiana. Ma — e qui viene'il . fatto piti grave'— essa non è sola. Essa è forte di tutte le simpatie inglesi e sow-atutlo francesi, anche prescindendo dalla non trascurabile Cecoslovacchia e dalla politica futura della Eussia in via di ri costituzione imperiale. Francia e Inghil terra furono, sin da principio, contro la Germania nemica e l'Italia alleata, *au strofile e jugoslavotìle insieme, tenendo due corde al proprio arco, pronte a scoccare, al momento opportuno, ambedue, ovvero quella che sola conservasse la punta bene aguzza- iNulla di*più grottesco — l'abbiamo mostrato altra volta — dell'illusione dei jugoslavofili italiani, che credettero di controbattere l'austrofilia dell'Intesa occidentale con la « politica delle nazionalità », senza accorgersi clic essi fornivano in tal modo una nuova ar ma a questa politica intesista anti-ita liana. Oggi, un tale risultato è evidente. ±i x talia ha un bel ripetere, di fronte alla tracotanza jugoslava e alla complicità franco-inglese, che essa ha avuto cinquecentomila morti, uccisi in gran parte da jugoslavi, ed ha distrutto l'Impero austriaco. Aei consessi dell'Intesa, la Jugoslavia figura, non come vinta, ma come alleata alla pari dell'Italia, anzi, in nome dei titoli veri o fittizi della Serbia, a pie ferenza dell'Italia. E nel gioco delle forze internazionali, la Jugoslavia sostituisce 1 Austria-Ungheria, con queste differenze : che l'Impero absbdrghese faceva parto di una costellazione politica chiusa, anzi opposta a quella della Francia e dell'Inghilterra, mentre invece la Jugosla *ì yv t trova oggi con queste nel medesimo gmppamontó. Risultato : l'Italia ha, 'e due frontiere e nei due mari, non più '"i appartenenti a gruppi opposti, e neutralizznntisi Ira loro, ma nemit "ro alleati. Si è compililo, ai suoi da piuttosto, essa ha compiuto con le mani — l'accerchiamento. 11 ? Il rimedio vero non più esser un cambiamento radicale della ■ Tie europea: nella ricosinu zinne "jJuropa e nella realizzazione della s rietà e della federazione euro¬ pea in luogo delle coalizioni contrapposte e del sistema di equilibrio. Ma anche il rimedio prossimo', la soluzione, cioè, particolare od empirica del problema adriatico, noi non ci attenteremmo qui a proporla. E' evidente per noi che essa dovrà avere caratteri di compromesso : compromesso tra Fiume, la Dalmazia e l'Albania; tra gli interessi della italianità adriatica e le esigenze strategiche ; fcom.prom.esso, 6opratutto, fra i postulati italiani da una parte, la nostra necessità di pace e la pressione franco-inglese dall'altra, a cui non ci si sottrae con le chiacchiere e le smargiassate. Ma un compromesso simile è cosa delicatissima, i cui termini è impossibile indicare con precisione a chi non ha le mani in pasta : occorre, necessariamente, fare atto di fiducia nei poteri responsabili. Occorre sopratutto, intanto, che una simile delicatissima elaborazione" non sia turbata dalle pressioni e le intimazioni di opposte schiere di politicanti, che dovrebbero sapersi completamente screditati dai madornali errori già commessi, e chiudersi in un silenzio prudente e definitivo. LUIGI SALVATORELLI. La risposte di Cicoria a Lloyd George a Russia non respingerà proposte polacche di pace Per " amichevoli rapporti „ con l'Inghilterra Londra, 20, notte. Ciccrin ha risposto a Lloyd George aichìarando che il Governo dei Soviets, gli sforzi del quale hanno sempre teso al nstabilimento della pace nell'Europa orientale, è lieto di constatare le buone disposizioni del Governo inglese. Ciccrin constata che al Governo di Mosca non è stata latta alcuna comunicazione dal Governo polacco, la quale esprima il ^desiderio di rivedere ristabilire la pace. E' necessario aprire trattative dirette fra la Russia e la Polonia e fra la lìussia e l'Inghilterra, che il Governo inglese non ha qualità per offrire la sua mediazione. Cicerìn rileva auindi che il Governo dei £>oviqis è riuscito a concludere la pace con tre Stati vicini e ciò senza intervento di una Potenza straniera. Il Governo dei Soviets dichiara che esso non è stalo ufficialmente informato della costituzione della Lega delle Nazioni della quale parla la comunicazione inglese del 12 luglio. Esso fa conoscere che nonsespingerà le proposte di pace che potrebbero esserle fatte dalla Polonia e che consentirà ad un traccialo di frontiera più favorevole per la Polonia del tracciata proposto dal Consiglio Supremo. Il Governo dei Soviets spera- che le trattative con l'Inghilterra continueranno sulla base del memorandum inglese del l.o luglio e della nota russa del .7. L'introduzione di altri eleemnti nop. potrebbe essere che sfavorevole al ristabilimento di rapporti amichevoli fra l'Inghilterra e la lìussia. {Stefani). Le condizioni imposte dall' " ultimatum „ del gen. Gouraud Londra, 20, notte. L'Agenzia Reuter ba da Damasco, 15. via Cairo, il seguente dispaccio : Ecco quali sono le condizioni dall'ultimatum del generale Gouiraud: l.o Controllo irancese sulla strada ferrata Ryak-Aleppo : 2.o Occupazione francese delle stazioni ferroviarie di Homs, Hama e della città di Aleppo ; 3.o Accettazione della mpneta siriaca : 4.0 Accettazione del mandato francese : fi.o Punlzione.dei criminal* rivoluzionari : O.o Accettazionl creilo condizioni di cui sovra nel termine di quattro giorni, in mancanza di ohe le condizioni stesse saranno imposte colla forza. Protesta austriaca contro la Jugoslavia che. non vuole sgombrare {Serv Ilio speciale della Stampa) Zurigo, 20, notte. Un'Agenzia ufficiosa austriaca pubblica un comunicato secondo cui la Jugoslavia si è rifiutata di sgombrare Raclkesburg e Spiclfelrt ed altri territori spettanti all'Austria, dopo la conclusione della pace, nonostante la presenza della Commissione internazionale per lo sgombero. Il -Governo austriaco ha quindi inviato telegraficamente alla Conferenza degli amba sciatori a Parigi le più vivo proteste contro il procedimento dello Stato serbo-croalo-sloveno, aggiungendo che, tenendo presente la citazione delle popolazioni di confine, deve respingere ogni responsabilità per le conseguenze dell'atteggiamento illegale della Jugoslavia Da Gratz e da Lubiana giungono poi a Vienna notizie di scontri fra jugoslavi ed austriaci ai confini. In seguito ad alcuni incidenti in parecchi luoghi vennero asportate le rotaie della ferrovia. Stamattina un treno avrebbe deviato ma non vi furono feriti. La difesa di Valona Roma, -20, notte. Il <aGdomale d'Italia» pubblica da Valona, 19: «lati e stanotte si ebbe un lungo bombarda mento della squadra e dell'artiglieria da mon taglia contro le posizioni degli insorti che rispondevano con nutrite scariche <U fucileria I due soliti cannoncini piazzati sul Monte Maisturos tirarono molti colpi contro la fortezza di Kanina ove si trova il nostro presidio. I proiettili scoppiavano in aria producendo grande ilarità fra i nostri soldati. Si conferma la scissione fra i capi ribelli e il Governo di Durazzo perchè questo non invia loro rinforzi e viveri. A San Giovanni di Medua è ar rivato il generale Trionfi, comandante la valorosa brigata Udine, che è fra i migliori ufficiali coloniali. Il generale /Trionfi compi nell'Albania settentrionale urta mirabile opera militare, politica e morale, il morale e lo spirito dei nostri soldati sono altissimi, pur sobbarcandosi essi ad Improbi lavori difensivi. In pochi giorni questi bravi soldati hanno approntato una insuperabile linea difensiva per cui ai ribelli riuscirà impossibile occupare la città, se verrà loro la volontà di attaccarci In onore delle vittime di Spalato Roma, 20, notte. Sin dal lo corrente il ministro della mari ria, a nome suo e del Governo, ha elevato una doverosa parola dPnoblle compianto per le vittime di Spalato pubblicando nel foglio d'ordine Ta seguente comunicazione, diretta a tutti i Corpi della Regia Marina: «Con profondo dolore, al quale si associa il regio Governo, partecipo che il capitano di corvetta Tommaso Culli ed il motorista Aldo Rossi sono morii a Spalato al loro posio di onore e di dovere. D'altra parte, por deliberazione, del Consiglio del ministri, sono stati Tatti a spese dello Stato i funerali delle compiante vittime e solenni onoranze sono siate rese, olire che mi Dalmazia, alla salma del comandante Culli a Brindisi ed a Reggio Calabria, e ri quella dei motorista Rossi ad Ancona ed a Spezia ».

Persone citate: Aldo Rossi, Aleppo, Cicoria, Hama, Lloyd George