Politica interna e politica estera

Politica interna e politica estera Politica interna e politica estera Il senso profondo del reale che informa ogni atto dell'on. Giolitti lo ha indotto sino a qui a consacrare la parte prebaiente della sua attività alla politica interna. La prima condizione della vita per un paese è l'esercizio dei propri organi, e l'uomo politico non poteva non derivare da tale necessità le forme dell'opera propria. I predecessori dell'onorevole Giolitti avevano troppo trascurato la vita interna del paese per occuparsi soprattutto della esterna. L'on. Giolitti deve oggi riparare agli effetti della loro trascuratila, vigilare i congegni degli organismi ch'essi hanno dimenticato, sgomberare le macerie che man mano si sono venute accumulando. Ma la politica interna d'un paese è così stiettanieute connessa con la esterna, ogni problema della vita economica- e sociale interna è talmente diventato un fatto internazionale, che le cure delle due politiche sono oramai diventate indissociabili. Lo sa meglio di ogni altro l'on. Giolitti che ha messo come capisaldi del suo programma per la ricostruzione d'Italia il ristabilimento della pace europea, l'intesa con tutti i popoli, il pieno riconoscimento delle forme politiche e sociali ch'essi hanno creduto di potersi dare. Vero è però che. la politica estera dell'Italia è stata sino a qui fatta più sotto l'alta direzione dell'on. Giolitti che y direttamente da lui. Ora il groviglio dei rapporti internazionali rende sempre più frequente il bisogno di convegni fra i Capi dei vari Governi, specie alleati. E a tali convegni vediamo infatti partecipare Sempre il .Millerand per la Francia, Lloy.d George per l'Inghilterra. Siamo ben lontani dal negare l'autorità dei rappresentanti dell'Italia, ma è certo che dove seggono i Capi dei Governi sarebbe bene intervenisse qualche volta,, con l'autorità e con il prestigio che gli sono, propri, anche il Capo del Governo italiano. Il modo onde gli Alleati hanno accolto il ritorno dell'on- Giolitti al potere ha mostrato come le prevenzioni della loro diplomazia per lui non erano se non nebbia fantasticamente addensata dai nemici di lui per ostacolare il suo ritorno al potere. Ogni supposta prevenzione si è dimostrata inesistente dinanzi all'autorità dell'uomo, grande nella considerazione europea ancor piti forse che .nell'italiana. L'ou. Giolitti sederebbe oggi in un con•i-egno europeo con un credito e una conseguente influenza moderatrice anche maggiori di quelli già non comuni da lui posseduti nel passSfto- Xessuna cosa dunque più benefica per lo sviluppo della politica italiana e per la pace europea che il suo intervento in alcuno di tali convegni. Non soltanto per il valore intrinsoeo dell'uomo, ma anche per un fatto );'■■•!•• ino, che nella politica estera può .'re una grande influen¬ za. Uomini come Lloyd George e viiolitti sono fatti per intendersi. La stessa visione nella politica interna, la stessa coscienza dell'importanza delle masse operaie in una politica di pace, la stessa serietà mentale. La precisione di vedute, la calcolata misura di ogni fatto e di ogni gesto dello statista italiano — erede de|la grande tradizione diplomatica piemontese — dopo tanta facilità, per non dire altro, dei passati rappresentanti, non può che giovare al decoro e all'interesse d'Italia. Il Trattato di Versailles si viene sotto i colpi della storia di giorno in giorno sgretolando. Ora l'Italia con l'affermazione di -voler riconoscere senza restrizioni il Governo dei Soviety, si è messa alla testa della nuova politica europea. L'Onorevole Giolitti, mentre da una patte rappresenta la vecchia tradizione della lealtà diplomatica, è per l'altra — non aveiir do in questi ultimi anni partecipato ad alcuna azione politica — più libero d'ogni altro statista verso qualsiasi indirizzo. Il suo intervento nella politica estera al fianco dei Capi alleati può perciò esercitare un'efficacia moderatrice che a nessun altro uomo politico è consentita, e che essendo da tutti desiderata, finirà con essere a tutti gradita. Dall'intervento dell'ori. Giolitti la politica italiana deve acquistare il credito e l'autorità per diventar veramente politica rinnovatrice. Navi americane a Spalato Aeroplano di D'Annunzio catturato Una versione jugoslava. (Scrvi-jo speciale deliri Stampai Zurigo, 10, notte. L'Agenzia ufficiosa jugoslava annuncia che l'ammiraglio americano a Spalato Ita dato ordine n tutte le navi da guerra americane che incrociano nell'Adriatico di.recarsi immediatamente a Spalato. La nave americana di linea « Olimpia» è già arrivata a Spalato. L'Agenzia Centrale ha da Agraam che un aeroplano di D'Annunzio, proveniente da Fiume, è stalo costretto ad atterrare nelle vicinanze di Zwerar in Slavonla. L'apparecchio venne sequestrato e i due piloti, ufficiali di D'Annunzio, vennero scortati fino a Zagabria, dove furono interrogati. L'Agenzia jugoslava dà infine questo comunicato ufficiale sugli incidenti di Trieste. Ve lo riferisco a titolo di curiositi: « 11 giorno M luglio ha avuto luogo a Trieste una grande manifestazione contro gli sloveni. 1 manifestanti italiani si sono adunati innanzi all'Hotel BalUan. Distrutte tutte lo finestre sono entrati Dei locali del Club 'Nazionale sloveno, che si trova nello stesso edificio. Dopo aver distrutto completamente tutti i mobili e tutti gli ogKolti che vi si trovavano, essi cospargerò tutte le stanze di petrolio e diedero fuoco aii't-rtifìcio. I pompieri sopraggluntt furono impediti dai manifestanti di intraprendere .i lavori di spegnimento. La Ranca Adriatica e la filiale di Trieste dell'Istituto di Credito di Lubiana sono stati anche, allo stesso modo distrutti ò Incendiati. Il Consolato jugoslavo è completamente distrutto e saccheggiato. Numerosi carabinieri presenti non sono Intervenuti. L'affermazione che da parte degli sloveni vi fu resistenza armata e che dall'Hotel Balkan si è sparalo e si sono gettate delle bombe 6ul manifestanti, è una invenzione teuden ziosa ».