L'inchiesta sulle spese di guerra

L'inchiesta sulle spese di guerra L'inchiesta sulle spese di guerra L'inizio della discussione alla. Camera - L'approvazione ad oggi Roma, 13, notte. In una laboriosa seduta la Camera ha iniziato, e pressoché condotta a termine, la discussione intorno all'inchiesta sulla guerra. Domani il progetto di legge sarà votato, e la Commissione d'inchiesta, composta — se varianti non interverranno -rdi 15' senatori e di 15 deputati, potrà prima dell'autunno accingersi al ponderoso' lavoro. Il Ministero Giolitti mantiene in tale modo le sue promesse. Giovedì sarà la volta del progetto sull'aumento delle tasse delle automobili, e subito dopo verrà in discussione il progetto di legge per la nominatività del titoli, che richiederà lunga discussione. Il piano dei lavori parlamentari, oltre le successive discussioni al Senato, comprende l'esame dì tutti gli otto progetti di legge che riassumono il programma del nuovo Ministero. Il Parlamento sarà chiuso solo dopo queste otto discussioni. Perciò le vacanze della Camera, per non parlare del Senato, potranno essere preseAoltanto alla fine di luglio, probabilmente il 31. • Intorno all'inchiesta sulla guerra parlarono oggi numerosi oratori, cioè i socialisti Romita, Zilocchi, Matti e Beltrami; i popolari Miceli-Picardi e Tupini; i repubblicani De Andreis e Mazzolani; il radicale Marracino ed in fine l'ex-ministro Nunzio Nasi. Tutti-i discorsi furono favorevoli all'inchiesta, anzi taluni oratori — come il Romita e il Nasi — sostennero l'estensione della ricerca delle responsabilità alle responsabilità, politiche. Peraltro l'on. Romita si dichiarò recisamente pessimista circa i risultati dell'inchiesta qualora essa sia ristretta alle sole responsabilità amministrative. Il deputato socialista torinese, per dimostrare che l'inchiesta amministrativa .non ,.è sufficiente, citò il caso di ditte che, pure essendo dal punto di vista contabile in regola con lo Stato, possono essere oggetto di deplorazioni. A tale proposito aggiunse testualmente : « Senza entrare in merito, citerò due casi : ho letto sul giornale la Stampa deM.o giugno 1920 che alla ditta « Società italiana derivati della cellulosa », in ragione di contratto, furono liquidati 9.827.915 lire, pure non avendo essa consegnato nemmeno un chilo di merce. Ho pure letto sullo stesso giornale che alla Società Officine Fréjus automobili Diatto furono date, pur non avendo consegnato neanche un motore, lire 9.401.191,92. Ora se questi due fatti, che cito come esempio, sono veri, c'è evidentemente da parte di qualche ufficio o qualche ministro o vice-ministro una responsabilità per lo meno politica, per lo meno morale». Notevole fu poi.il discorso dell'on. Mazzolani, che pochi giornali italiani Dubblicheranno in extenso. Il deputato repubblicano di Romagna ha coraggiosamente aperto uno spiraglio sulla putredine della speculazione di guerra ed i fatti da lui esposti al- riguardo delle Società Uva e Ansaldo hanno pjpfondamente impressionato i non molti deputati presenti. L'attesa è viva per le dichiarazioni che farà domani il Governo sulla amplificazione, ed aggiunte propose durante la discussione. Vi è innanzi tutto la proposta socialista per estendere l'inchiesta alle responsabilità politiche, diplomatiche e militari, ecc. Se il Governo-non acconsentirà alla richiesta, i socialisti provocheranno un appello nominale sull'ordine del giorno Romita. Vi è poi, in ordine d'importanza, un'altra questione sollevata dall'on. Nasi, cioè allargare. l'inchiesta alla guerra di Libia. L'on. Nasi, spalleggiato dai socialisti, dichiarò di insistere oggi nella sua proposta, che si dice non sarà 'respinta dal Governo. Sempre a quanto si afferma a Montecitorio, l'inchiesta sulla Libia formerebbe in ogni caso una seconda inchiesta da tenersi separata e da compiersi a' parte. Se queste fossero le intenzioni del Governo, esso troverebbe consenziente l'on. Nasi. Numerose sono le questioni minori sollevate durante la discussione ed alle quali il Governp doyrj^dare risposta. L'on. Mari-acino propoaMÈ|B il numero dei deputati componenti^ Hpimissione d'inchiesta sia aumentato. Miceli-Picardi vuole che l'inchiesta sjJRimpiuta fra sei mesi anziché entro un" anno; l'on. Romita vuole la pubblicità dell'inchiesta; l'on. Beltrami chiede la pubblicazione dei verbali delle riunioni eli guerra della Camera in Comitato segreto; l'on. Zilocchi chiede l'amnistia per tutti i colpiti da condanne penali durante la guerra; l'on. Mani esige l'indagine sulla gestione dei fondi della Croce Rossa... A tutte queste domande dovrebbe dare domani risposta l'on. Giolitti, ma se egli fosse, come oggi, impegnato al Senato, le dichiarazioni del Governo vorrebbero fatte 'dal ministro guardasigilli on. Fera. Comunque, entro domani l'inchiesta, con bell'esempio di laboriosità, sarà deliberata dalla Camera. S. Roma, 13. notte. Il Presidente, on. DE NICOLA, apre la seduta, all'è 15. Anche oggi i deputati presenti non sono molti e il pubblico dello tribune è scarso. Al banco del Governo siedono i sottosegretari Conodini, Sitta, Rubilli e Amici Giovanni. Si vorrebbe cominciare con le interrogazioni, ma queste decadono o per assenza degli interroganti o per accordi sul rinvio. L'on. DE NICOLA dice: » E allora passiamo al disegno, di legge per la istituzione di una Commissione d'inchiesta parlamentare sulle spese di guerra. Primo inscritto è l'on. Marracirfo. _ Voci : — Non è presente. ?" - DE NICOLA : — £ allora,, la parola all'onorevofa ROMITA, sempre diligente! (ilarità). - Un oratore 'socialista ROMITA. Svolge quest'ordine del giorno: « La Camera, riconosciuta la necessità di accertare le responsabilità politiche e relative all'origine ed alla condotta diplomatica della guerra e di esaminare come furono, nel. frattempo,,, esercitati i pieni poteri, delibera di nominare una apposita Commissione d'inchiesta pai lamentare ». Nota che anche nel nuovo testo proposto dalla Commissione il didisegno di legge non Jèn'de che ad accertare te responsabilità politiche connesse alle spese di guerra riparando, per questa parte, ad una evidénte lacuna' del progetto ministeriale. Cosi la Commissione ha migliorato il progetto del Governo per quanto si attiene alla composizione della Commissione d'inchiesta ed il mandato a questa affidato. Vorrebbe però meglio chiarito questo mandato od esplicitamente esteso a tutte le spese' connesse con la guerra;* ed anche per quanto attiene alla composizione della Commissione, crede che essa non offra sufficenti garanzie per l'integrale nccertamente della verità. Reclama pure la pubblicità delle indagini della Commissione d'inchiesta, ed accenna ad altre mende del disegno di legge. Trova opportuna la richiesta dell'on. Nasi, che l'Inchiesta si estenda alle spese di guerra por la Libia; Accenna ad alcune minori mende e lacune del, disegnò di legge, ma sopra- tutto afferma che il Paese non può avere fiducia nell'inchiesta, inspirata nel pensiero del Governjo proponente piuttosto a fini demagogici, che all'Intendimento vero di accertare tutte le responsabilità. L'oratore reclama che l'inchiesta non si limiti ai contratti ed alle forniture, ma anche alfe spese delle missioni all'estero, alla propaganda, ecc. * TOVINI. presidente della Commissione: — Ma lo diciamo nella nostra relazione 1 ROMITA: — In forma troppo vaga. Voi dovete ossero invece più precisi. Mi associo alla proposta dell'on. Nasi che richiede l'inchiesta anche sulle spese della guerra di Libia. La Commissione sarà composta di 15 deputati e 15 senatori. Noi avremo una rappresentanza adeguata nel gruppo del dp.autatla non In quella dei senatori. In Senato non vi sono socialisti. ZEGRETTI: — E Gatti, e Pullé, e Della Torre.? DE GIOVANNI i — Sono social-patrioti 1 (Si ride). ROMITA: — Vogliamo anche la pubblicità del favori della Commissione. L'inchiesta deve essere immune da ogni sentimento di omertà. (Rumori). Si occupa quindi dell'organamento della Commissione proponendo che la presidenza di essa e le varie sottocommissioni abbiano un ufficio di segreteria non composto di commissari. Il paese deve poter controllare punto per punto i lavori della Commissione. Teme che fa Commissione, cosi come verrà costituita, non conduca allo scoprimento delle intere responsabilità. Per fare le inchieste vi è mòdo e modo. Ritengo che la vostra Commissione manderà per aria gli stracci, mentre i grossi responsabili se la caveranno. VENDITTI, relatore : — I membri della Commissione saranno eletti dalla ^Camera o dal Presidente. ROMITA: — Il nostro Presidente on. De Nicola non, è munito ancora della nostra tessera socialista. DE NICOLA: — Oh! spero di averla più tardi possibile! i(Si ride). i ROMITA : — Noi nella Commissione saremo appena tre o quattro. Voci: — Ma allora,l'Inchiesta' la voleteifare voi soli ! ROMITA, conclude affermando che solo uomini nuovi, rappresentanti di classi nuove potrebbero fare conseguire all'inchiesta quelle finalità di epurazione sociale che essa dovrebbe proporsi. {Applausi del socialisti, approvazioni). Un radicale e un repubblicano MARRACINO constata che questo disegno di legge risponde ad una delle più larghe ed Intense manifestazioni della pubblica opinione. Crede, perciò che, avuto riguardo allo spirito ey giustizia che ' lo anima ed ai fini a cui tende, esso debba raccogliere il .consenso di tutti i partiti. Ricorda lo sviluppo e l'importanza che.il diritto d'inchiesta ha sempre avuto nei paesi liberi; per il retto funzionamento del regime parlamentare. Crede che quando le spese di guerra .si pongano in relazione al tempo in cui 'furono compiute, l'accertamento delle responsabilità connesse implichi sostanzialmente l'accertamento di tutte te responsabilità dipendenti dalla guerra. Venendo più particolarmente alla parte giuridica del disegno di legge, vorrebbe che, per facilitare allo Stato il ricupero delle somme indsbitornente versato... la . Commissione d'inchiesta- avesse'lft fUCblta di compilare iure "specie di ruolo dèi debitori di queste somme, ruolo che dovrebbe costituire già di per sé titolo per una ingiunzione di pagamento. Concludendo, ritjene che la legge, se deve essere emendata per alcuni punti, meriti però nel .suo complesso l'approvazione del Parlamento, convinto che la Commissione d'inchiesta colpirà severamente i colpevoli. Un tale esempio varrà ad ammonire che non si può impunemente^ stendere la mano sul patrimonio dello Stato e a rinsaldare la fiducia nei poteri pubblici e ad accrescere il culto della rettitudine e dell'onestà. (Vive approvazioni, congratulazioni). DE ANDREIS rileva che la Commissione ili Inchiesta proposta dal disegno di legge è solo una Commissione di studio col mandato di rivedere i contratti e di .proporre poi alla Camera i provvedimenti opportuni. Ricorda eh : il partito repubblicano aveva invece presentato tempo addietro.una proposta più larga inquanto la Commissione d'inchiesta da essa invocata avrebbe avuto non solo il mandato di wedere i contratti ma anche di ripetere a favore .jdello Stato le somme dovute disponendo Tleglt stessi poteri degli agenti ìli finanza por tutti tali opportuni accertamenti. MICELI PICARDI constata che l'unanime consenso, della Cannerà nel volere l'inchiesta è l'indice dello stato d'animo del paese, il quale ha ben diritto di sapere chi siano i responsabili delle sofferenze morali ed economiche che oggi attraversa. Vorrebbe perciò che la Commissione avesse la facoltà di dichiarare nulli i contratti ogni qualvolta,, anche senza 11 concorso del dolo specifico, risultino lesivi dell'interesse dello Stato. Nota che la pubblicità dei lavori della Commissione potrebbe essere pericolosa per le indagini. Essa risulterà dal potere accordatole di pubblicare con parziali relazioni i risultati' a cui è pervenuta. Trova anche egli eccessivo il termine di un anno per la presentazione della relazione e lo vorrebbe ridotto a sei mesi. Afferma che la presente inchiesta non, deve avere nulla di comune con le altre Inchieste del passato. Il Parlamento, approvandola, deve ■significare al popolo italiano n'on solo il suo intendimento di accertare lp responsabilità economiche, politiche e morali ma sopratutto di iniziare un nuovo sistema di vita di consapevolezza e dì correttezza nelle pubbliche amministrazioni. L'inchiesta sarà cosi di monito per. il passato, di augurio per l'avvenire d'Italia, che non può non essere sempre, più fausto e radioso. (Approvazioni). L'on. Mazzolani Prende quindi la parola il- deputato repubblicano on. MAZZOLANI. — Vuole che la Commissione siarfornita dei più 'ampii poteri, sopratutto perchè lo Stato ha dovuto trattare con fornitori contro i quali nessun rigore apparirà eccessivo. Darò alla Camera qualche particolare di fatto specialmente nei riguardi dei due principali fornitori: L'Uva e l'Ansaldo. L'Inchiesta deve essere sopratutto restauratrice delle esauste finanze dello Stato. Occorrono provvedimenti affinchè i ricuperi di materiale é di denaro possano verificarsi. Nota che la pubblicità dei lavori dell'inchiesta gioverebbe specialmente alle persone che hanno mancato. Non crede sia il caso di estendere il compito delia-Commissione a,ricerche dì responsabilità politiche. Voci dei socialisti: — Ah! E' qui che ti vogliamo ! VELI.A : — Avete paura del processo al maggio radioso! MAZZOLANI": — Non temiamo nulla. Osservo che la ricerca delle responsabilità politiche distrae o snatura il carattere della Commissione. Si devono .-mobilitare molti uffici militari che gravano sul bilancio dello Stato imi.tilmcnte, mentre dobbiamojiitensiflcare l'opera di quegli ufficitene hanno l'incarico di ri cuperare i crediti. Vogliamo rivedere in parti colare i contratti per le fornitura militari stipulati dopo Càporetto, quando lo Stato, date le urgenti e terribili condizioni del momento non era in grado di contrattare liberamente L'Uva e l'Ansaldo Mi occuperò, ripeto, dell'Uva e dell'Ansaldo. L'Uva, che aveva por molta tempo sostenuto di essere creditrice di una determinata somma, apparve invece, in seguito ad indagini fatte da esperti dello Stato, debitrice per una somma superiore a quella di cui si vantava creditrice. Gli esperti incaricati dallo Stato invocavano la costituzione di un colle gio di arbitri, ma dui dicembre, ad oggi nulla si è fatto. Mi spiego che l'on- Giolitti non abbia ancora nominato 11 collegio arbitrale, non mi spiego che non l'abbia fatto. l'on. NHtl che ne aveva il tempo. La Camera giudicherà di ciò. L'oratore ricorda il caso di una fornitura di acciaio da parte dell'Uva in cambio della quale, oltre il prezzo, venivano stabiliti diversi corrispettivi sotto forma di trasporti et! altre concessioni. La partita di acciaio non fu interamente consegnata ma l'Uva si ebbe tutti i corrispettivi stabiliti per l'intera partita. L'oratore illustra altri esempi in cui Ulva avrebbe ingiustamente goduto di facilitazioni accordate dallo Stato. L'Uva poi vendeva ad un'altra ditta il materiale dello Stato che- rlu> sciva ad economizzare. E' necessario dopo tutto ciò fare la luce intera.'L'oratore esamina partitamente i principali contratti stipulati con l'Uva e dichiara che una onesta interpretazione di essi dovrà riconoscere spettare allo Stato una cospicua somma di milioni in rimborsi di somme Indebitamente pagate all'Uva. Ma noiesclama l'oratore'— dovremmo fare .offerte gratulatorie all'Uva quando con- frontismo i suol rapporti con lo Stato con quelli avuti con Ansaldo. Qui si tratta del tipo simbolico del fornitore, eccezionalmente arricchito, che dispone di giornali delle masse operale, di milioni che questo suo grande po- tere adopera, come è stato dimostrato nella re- cente scandalosa polemica, e che sa dire la bu- già come appare dal documento che leggerò. E qui l'oratore ricorda che l'Ansaldo, pretendendo dallo Stato un enorme concorso negli ammortamenti degli impianti in data 30 luglio 1919 scriveva circa i 304 milioni risultanti dall'ultimo bilancio come ammortamento degli impianti che la cifra non era esatta e continuava confessando di aver omesso di iscrivere nel bilancio parecchie partite passive. E pensare che con questo bilancio si chiedevano'dei milioni al risparmio privato per coprire la emissione di obbligazionil Ouindi l'oratóre enumera diverse partite di rivendicazioni pretese da Ansaldo dopo l'armistizio, che ammontano ad oltre un miliardo e dimostra la strana audacia di talune di queste richieste. I capitali della Società di navigazione Ma l'episodio più importante di ' questa ver , tenza è quello relativo at noli che merita par-i ticolare illustrazione. Il 24 ottobre 1915 1 fratelli Perrone della Società Ansaldo crearono™ a Genova con un capitale di 3 milioni la Società .Nazionale di navigazione. Il 28 novem- bre 191C la società porta il suo capitale a 15 milioni; il 86 maggio 1017 lo porta a 60 milioni, il 20 ottobre 1017 lo porta a 150 milioni. Nell'ultima assemblea, di cui ho notizia, cioè quella dell'8 dicembre 1919, le 150 mila azioni oasi intervengono: per 79 mila azioni portate / dal rag. Alvlsi vice direttore generale della Banca Italiana di Sconto, per 60 mila azioni portate dai fratelli Perrone. per altre 10 ralla azioni da loro parenti e dipendenti. Cosicché quasi la metà delle azioni è nelle mani del Perrone. Infatti nelle assemblee dal 1916 al 18 della società Ansaldo i Perrone si sono sempre vantati Ai aver costituito e ingrandito la Società Nazionale di navigazione, che fu come elemento prezioso della vastissima azienda deHa .società Ansaldo. E difetti i piroscafi él chiamano Ansaldo l.o, Ansaldo 2,o, 3.o, i.p, Ansaldo Savoia,- Ansaldo Cogne, ecc. Come se questo non bastasse a provare che la Società Ansaldo e la Società Nazionale sono ia> stessa cosa, la prova è offerta da una lettera.28 no1 vembre 1916 in cui la società Ansaldo, domandando l'esonero dalla requisizione del piroscafi della Società Nazionale, dice chiaramente di aver costituito questa società soltanto per i suol stabilimenM; per cui, dice l'Ansaldo -ih un documento, essa fa parte della nostra so-cietà e ne costituisce un organo1 essenziale al pari degli stabilimenti per 1 quali fa servizio. Nel luglio dell'anno passato per un pu- , ro caso il ministro dei Trasporti si accorga che i liquidatori dei rapporti fra lo Stato a l'Ansaldo non hanno saputo che il Governo, esonerando dalla requisizione i piroscafi della Società Nazionale di navigazione (piroscafi sempre chiamati piroscafi Ansaldo perchè Ansaldo li chiamava i propri piroscafi) ha imposto la condizione che Ansaldo debba riinborsare aUo Stato la differenza fra il prezzo del noli liberi (per quei piroscafi) e il prezzo del noli requisiti: si trattava forse di un centinaio di milioni. Ansaldo, a cui la richiesta è fatta, replica che non ha-niente a che vedere con la Società Nazionale di navigazione e l'on. Mazzolani legge, fra l'attenzione deUa Camera, alcuni brani di una lettera della società Ansaldo in data 6 febbraio 1920 al ministro della guerra In cui questa tesi è svolta. La lettera è accompagnata da lunghi prolungati commenti. L'on. Mazzolani conclude invocando che la Commissione di inchiesta sia munita del più ampi poteri affinchè il fatto stòrico della guerra sia purificato dalle macchie della speculazione (applausi a sinistra, molte congratulazioni). Un popolare e un socialista TUPINI, è favorevole al disegno di legge • constata come esso sia stato accòlto dall'opinione pubblica col massimo favore. Si compiace che il Governo non abbia atteso che venisse una imposizione dal paese per proporre l'inchiesta e che la Camera non attenda una siffatta pressione per approvarla. Non crede però opportuno estendere l'inchiesta alla responsabilità politiche e diplomatiche coma propone l'on. Romita. Credè invece opportuno che la Commissione accerti quelle responsabilità che si riferiscono alle spese di guerra* Così pure non crede sia il caso di estendere l'inchiesta alle spese per la Libia (interruzioni alla estrema sinistra). Non esclude però che a tempo opportuno e .con separato provvedimento possa effettuarsi quella più larga inchiesta politica e diplomatica per la quale ora) mancano gli elementi. L'oratore afferma che il gruppo, al quale egli appartiene, non ha ragione di temere che. in questi ed in altri campi si faccia la luce più completa. Si augura anzi che l'Inchiesta conduca a colpire 1 sopraprofitti di guerra e le nuove fortune illegittimamente accumulate. Cita a questo proposito l'esempio di quanto si è fatto in Francia ed assicura la' Camera, che dal suo grup» po non si desidera se non la maggiore seve* ' rltà ed, il maggiore vigore circa le responsa- • bilità e la punizione dei colpevoli. Upprouozioni. applausi al centro). MAFFI. non crede sia ora il caso di anticipare le indagini che dovranno essere eseguite dalla Commissiona, d'inchiesta. Non condivìde gli ottimismi dell'ori. Tupini nè i pessimismi . dell'on. Romita. Si tratta ,dl un primo passo. E" convinto che l'inchiesta si allargherà. Alla inchiesta diretta allo accertamento delle responsabilità d'ordine finanziario ne seguirà necessariamente un'altra sulla responsabilità militari, politiche e morali. L'orator-jinsiste nella proposta, già formulata in una precedente discussione, che l'inchiesta sia estesa alla gestione della Croce Rossa italiana, la quale, durante la guerra, ha maneggiato fondi ragguardevoli avuti dallo Stato e da cospicue elargizioni private. Segnala le de.flcenze nel diversi rami di servizio nei quali si è dedicata la Croce Rossa durante la guerra, specialmente 11 servirlo dei pacchi per i prigionieri: la maggior parte non è giunta a destinazione. Ricorda che gli ufficiali stessi di quel còrpo da un anno chiedono un'inchiesta. SI riserva di proporre un emendamento in proposito. , L'on. Nunzio Nasi NASI dà ragione del seguente ordine del giorno: «La Camera invila il Governo: l.o a consentire che l'inchiesta sulle spese di guerra si estenda su quelle per la Libia dalla guerra in poi: 2,o a proporre un'inchiesta sulle speculazioni fatte dalle società anonime industriali e bancarie pfr accaparramenti dititoli e di divisa estera determinando rialzi dei cambi e dei prezzi, a meno che il Governo non dichiari che tale indagine debba anche far parte dell'Inchiesta sulla detta spesu e relativi profitti •. Ricorda che l'inchiesta sulle spese della guerra di Libia fui sempre propugnata dall'oratore.- Che se gli si obbic-ttasse trattarsi di una materia diversa e distinta. prnnnrr:'i un ordine del giorno per invitare il Governo a proporre esso una siffatta in\