Una serie di vivaci incidenti alla Camera

Una serie di vivaci incidenti alla Camera Una serie di vivaci incidenti alla Camera Nuove interrogazioni sui moti anareliioi = Ordini del giorno sulle comuiiicazioni del Oo^verno» Roma, 7. notte. M presidente Uè Nicola apre la seduta allo 15 precise. L'ouru è molto affollata. L'estrema sinistra è. molto animata. Al banco del dOoverno siedono il sottosegretario all'Intento, j on. Gorradint o il sottosegretario alle. Terre liberate, on. Degni. SI svolgono le interrogazioni Grece e Brandii, sui"fatti di Rinvilii, Cesena e l'orli. Quella dell'on. Croce è cosi concepita: « Per conoscere se intenda provvedere alla pronta liberazione delta provincia tiri Forti dalla presenza dell'attuale prefetto, il maggiore responsabile de:l conflitti ed eccidi di Forlì, Cesena, Rimini o se preferisca che co ne liberiamo direttamente, e chiedo conoscere se al solo scopo di renderò sanguinoso il trapasso di regime programmatico, intende invelenire contro le più progi-edite popolazioni, come enielìa di Romagna, abbandonando l'amministrazione a vecchi arnesi di polizia, torvi e inetti incitatori di massacri, emuli in ritardo delle glorie di Galateri e di Monescalco ». Quella dell'onorevole Brimelli riguarda 1 fatti di Rimini, Cesena e Forlì, Sui casi di Romagna Il sottosegretario all'interno on. CORRADI NI dice: — GU on. Brurfcllt e Croce interroga no sui fatti di Rimini, Cesena e Forlì. L'on Croce in particolare modo dichiara personal-, mente responsabile il prefetto dei fatti stessi, 'I fatti ai quali gli interroganti si riferiscono sono quelli stessi di cui'è stata informata la Camera in precedenti interrogazioni. La base di tutti questi avvenimenti è l'agitazione sorta in seguito ai fatti di Ancona, quale manifestazione di solidarietà con i rivoltosi di ouolla città. Più particolarmente a Cesena, domenica 27 giugno, ove un gruppo di dimostranti impose la chiusura degli esercizi : e verso le 10 di sera i dimostranti, penetrati nella torre comunale, iniziarono il suono a stormo delle campane. Agenti di pubblica sicurezza e carabinieri si recarono nella torre. Vi furono colluttazioni per le scale della torre stessa, che fu sgombrata. Nelle colluttazioni fu ucciso con uria pugnalata al colilo l'agente investigativo Giglio Gennaro. Fu poi preso d'assalto un negozio d'armi. Queste però furono in parte ricuperate. A Rimini tu proclamato lo sciopero generane dal gruppo anarchico e dallo Camera sindacale del lavoro. Nel pomeriggio vi fu un incidente col Comiriissurio di pubblica sicurezza, fatto segno a colpi di rivoltella, ai quali risposero i carabinieri senza conseguenze. Nella notte cin que camlons con rinforzi provenienti da Bologna, diretti ad Ancona, furono fatti segno a colpi di rivoltella. A Forlì si cercò di interrompere le comunicazioni incendiando il ponte. i\'el giorno successivo fu proclamato' nuche a l'orli lo sciopero generale, e gli operai verso lo 10 furono costretti, ad uscire. Un numeroso gruppo di giovinastri tentò di penetrare entro la chiesa al San Mercuriale. Accorse la Polizia, HgU ordini del vice-commissario- Reitatwi, per impedire l'atto ai dimostranti. Fu accolta con urli e sassate. Si sparò in aria a scopo di intimidazione: ma si replicò a colpi di arma da fuoco, dai quali rimase ferito l'ivi gente Cordone. iNel conflitto fu ucciso un cittadino, che dà perizia risultò colpito da piccolo calibro, e perciò non dalla forza. Nel giorno successivo, 29, dopo aitami tafferugli, i dimostranti invasero la casa del marchese Paolucei de' Calboli. Furono fatti alcuni arresti. In complesso, carattere puramente episodico e frammentario di queste agitazioni come ripercussione diretta dei fotti di Ancona : esse non presentono eccezionale gravita. Dalle no tizie pervenute al Ministero non può ritenersi eccessivamente provocatore, come vorrebbe l'on. Croce, Vatteggiame'nto del prefetto di Forlì, che anzi apparisce calmo e conciliante. Aspetto le dichiarazioni dell'on. Croce poiché per gli elomenti risultanti al Governo non può essere espresso sull'opera del prefetto di Forlì il grave giudizio che è conteuuto nella Interrogazione. L'on. CROCE non e soddisfatto ; protesta contro ile autorità e dice che quando egli si recò in prefettura furono spianati contro di lui G7 fucili. Voci : — Li avete contati beno ? L'on. CROCE conclude che il popolo di Cesena ha fiducia soltanto in se stesso. (Applausi dei" socialisti). L'on. R-RUNELLI non è soddisfatto ; dice che le autorità si sono dimostrate incapaci. Protesta contro il maltrattamento che i carabinieri usapo v*rso gli arrestati. I giornali! hanno esagerato i fatti di Rimini e Cesena. Quei fatti furono dovuti alla impopolarità di un capitano dei carabinieri. Ammonisce il Governo a non irritare 11 proletariato. (Applausi dei socialisti). Una nuova narrazione dei tumulti di Ancona Si passa alile interrogazioni sui fatti di Ancona. L'on. CORRADINI dice: — Gli on. Bocconi e Santini hanno chiesto di conoscere come si sono svolti i fatti ad Ancona nei giorni dal 27 al 29 giugno scorso, aggiungendo, l'on. Santini, la domanda se le autorità civili e militari focali avevano preventiva notizia dei propositi di rivolta da parte dei militari dell'I l.o bersaglieri che dovevano partire per l'Albania, e le ragioni per le quali la sedizione venne non pertanto tentata. L'on. Corredini comunica alla Camera che i fatti die furono oggetto delle interrogazioni sono completamente cessati e che nella serata di ieri fu deliberata la ripresa totale del lavoro per la mezzanotte, che la calma è completamente ritornata nelle, Provincie di Ancona e Pesaro, ed è perciò possibile esaminare con perfetta serenità la portela degli avvenimenti e gli atteggiamenti delle forze in contrasto, senza timore die le cose dette possano esercitare, come che sia, influènze ed avere ripercussioni negli ambienti locali. Nei fottìi di Ancona occorre distinguere l'episodio militare dal tentativo di sommossa dell» città e non è necessario attenersi ad una- rigorosa cronologia degli avvenimenti, poiché para debba' aver maggiore interesse stabilire la fisionomia degli avvenimenti stessi, le cause che li determinarono e l'azione svolta dall'autorità e dagli uomini responsabili, che i-ercarono di esercitare opera di pacificazione. L'episodio militare si riduce a questo: fra gli agitatori anarchici della città ed un ristrettissimo numero di militari dovevano essersi stabilite Intese e rapporti tendenti a provocare un ammutinamento, l'atto sta che alcuni anarchici vestili da bersaglieri, all'ora della ritirata, seguendo la musica -.militare, si introdussero nella caserma, nella quale sono anche altri reparti di truppa, olti'e quello dei bersaglieri che si ammutinarono. Più tardi si Impadronirono dell'ufficiale di picchetto, di un snttufncinle del corpo di guardia e fecero pencteare nella caserma altri, anarchici in borghese. Ebbero cosi agio eli disporre alcune mitragliatrici ; destarono improvvisamente le truppe nei dormitori ordinando l'adunata per la partenza e svegliando ili soprassalto la truppa, come per una scossa di terremoto, invitandolo ad uscire nel cortile. I soldati, mezzo addormentati, uscirono in ressa nel cortile e qui si trovarono di frónte alle mitragliatrici puntate, rimanendo inerti innanzi a questo colpo di scena. Quindi si Inscenò lo pretesta per la partenza in Albania, rostro la quale partenza esistevano disposizioni d'uniiiis contrarie, che si erano venute aggiungendo al turbamento in cui le truppe si trovavano per il minacciato scioglimento del cor po dei bersaglieri. Si udirono nella caserma rumori e grida, ciò che richiamò l'attenzione della pubblica sicurezza, del prefetto, e di ciò fu informato il comandante del presidio. Verso le oro 6 con .altra truppa e con i carabi-, nieri disponibili, fii accerchiata la caserma. Più tardi gli ammutinati fecero uscire per due. volte un'auto-blindata- che feri alcuni carabinieri. -Nello prime ore del pomeriggio, per l'intervento del comandante e degli ufficiali del reggimento, che ebbero agio di parlare col megafono alla truppa, l'episodio militare era Unito. Il carattere di ridesto episodio è es- seuziatrh'ente la sorpreso. I bersaglieri, non " palo il forte Solino, fu liberata, la vicina Dor 'gate, di Torretta, ristabilito le comunicazioni e preso il forte Stabile. Il ?.<i furono arrestati i , appena ebbero la conoscenza che la manifestazione non era indirizzata a proti/stare per la questione albanese, ma aveva mire di carattere rivoluzionario, si ribellarono agli istigatori e concorsero in seguito a demolire la ribellione."La sommossa intanto si era andata aggravando in città e il tentativo anarchico, mediante l'aiuto dei bersaglieri, sul quale contava e aveva fiducia, ero di riuscire ad «impadronirsi della città. Si verificò una serie di conflitti nei diversi punti della città tra forza e rivoltosi fino a tritando nella giornata del 27, in •oguito ad accordi fra autorità militare ed autorità civile, furono disposte operazioni Intese allo sgombro del quartiere 'Archi e Porla Pia, nei quali si erano asserragliati i rivoltosi. Prima di iniziare le* operazioni, e allo scopo di evitare spargimento di sangue, ad iniziativa del prefetto fu incaricata una commissione di socialisti influenti della Camera del I-avnjro di trattare la resa. 1 rivoltosi si asserragliarono nel piano di San Lazzaro, per cui si dovetti» rlaro senz'altro esecuzione alle operazioni di repressione. Fu liberata così la stazione dei carabinieri e il piano di San Lazzaro; fu occu pr_ capeggiatori del movimento: fu ricuperata gran parte di armi e di materiale che si trovava in mano degli insorti. Con Iti fine del movimento di Ancona è venuta a cessare la ripercussione del movimento stesso nei comuni delle province limitrofe, nelle quali l'agitazione aveva carattere principale di adesione e di soliflarietà col movimento di Ancona. Il carattere, che chiaramente apparisce nell'azione esercitata dalle autorità politiche e di polizia, è indùbbiamente quello di pacificazione e lo si deduce non solo e non tanto dall'andaménto stesso dello operazioni, ma dalla longanimità d' motti nuclei di forza, che, ili pivsenzo del numero dei rivoltosi, anziché difendersi con le armi, hanno preferito non difendersi, dalla rinunzia di impadronirsi con la forza di alcuni nodi della strada da Falconara ad Ancona che pure avrebbe dovuto essere dominata con una auto-blindata. L'artiglieria marittima esercitò un'azione quasi esclusivamente intimidaIrtco e infine il numero dei mnrti e dei feriti della truppa e degli agenti è quasi eguale a quello dei civili. Questa impressione si trae dai racconti di notevoli cittadini di Ancona, i quali attestano la longanimità dello forzatelimostra ta anche durante l'angoscia delle ore più tragiche. i , In complesso, a me pare. possa affermarsi che i moti eli Ancona sono, più che una preordinata azione dii rivolta politica, il risultate» di una propaganda fatta-negli uUmij tempi di una speciósa dottrina ili rivoluzione che consiglia di agire sempre ed in ogni occuistoue", comiMiqne si presenti l'opportunità, au-* che se uriti' si possegga un perfetto organismo di rivolta, uriolie se non vi siano capi autorevoli' elio la conducano, perche da cosa nasce cosa e se non sono ai'caduti lutti più gravi, so non »i ebbero maggiori lutti, dò si deve al fatto che si ebbe! La sensazióne della resistenza e della fermezza data sin dal primo me>mentó; La generosa popolazione di Ancona è cosi liberata da mi incubò che la opprimeva negli ùltimi tempi. Se si è potuto giungere agli estremi ni cui si è giunti, ciò si deve .-il luogo martirio durato nel corso della guerre., polche) poche città hanno soffialo pili di Alicorni, minacciata e darinnggfatà dal mare, paralizzato nello sua utilità econcaica. col portò assolutamente» chiuse). Lo noDlle e generosa oftta ha bisoe/nó che la sua forzo ili sviluppo sia ripristinata e ciò per opera del suo popolo laborioso assistito e'd aiutato generosamente dolio Stato. Replica di Bocconi BOCCONI replica è dice: — Non sono soddisfatto e non poteva essere diversamente. 11 Governo riduce quella che fu una repressione sanguinosa ad un movimento di polizia. Non ncdmllrrsnpdotBllsdtoqsrgPtdmltnpbeivnrrizcnvvcvpLlvpondoi fìi alcun accordo tra anarchici e bersagll'eriAiLa verità è che ima piccolo porte di que.-tt'fultimi si ammulinò iper l'ordinata partenza per l'Albania. E' un segno di cui il Governo devo tenere conto. Tutta lo caserma era ammala dol'ìo spirito degli ammutinati. E' stola un'insuirrezlono contro le avventure militari. Per nascondere ciò si è inventato un complotto ed i giornali pubblicarono not.ir.ie- fantastldie o false. In mono di ehi é la direzione della pubblica opinione in Italie; Di fronte alle false notizie dello stampa, sta di fatto che i ribelli n*n avevano che pochi fucili' ed una sola mitragliatrice. Voci; — E non le basta? L'CCCONI: — E perciò si bombardava dal mare la città. Le autorità, ebbero un pessimo cojJfogno che non posso noti deplorare. Do'^o i fatti l'autorità non fu longanime. DE NICOLA: — On. Bocconi, concluda, la prego (Urla e proteste dei socialisti). BOCCONI: — Ci sono troppe e>ose da dire on. Presidente. — E ai dilunga/narrando epi-, sodi di rivolta che. egli dice, sono l'indice dello alato d'animo della forza pubblica il cui contegno divento ogni giorno più pericoloso per lo vita dei cittadini, DE NICOLA : — Ma. on. 'Bocconi, lei parlo da mezz'ora ed il regolamento non le-accorda che cimine minuti. Voci da destra e da altri' parti della Camera: — Basi a! Basta! MASCAGNI: — Tacete, guardie, regie! BARBE'RIS: — Assassini! Assassini! DE NICOLA, ordina agli stenografi di non raccogliere più le paride dell'on. Bocconi. BOCCONI, continua criticando' ancora l'opera delle autorità ed afferma che il paese non può appagarsi di sapere che la e'oliua è tornata ad Ancona, anche perché dave sapersi per volontà di ehi la calmo è tornata. 'Conclude co:i una scarica eli miuacciu conilo i metodi del Governo ed offermando che il proletariato è ormai uiatmu per lo maggiori conquiste e che questi metodi di governo non servono ad altro che ad affrettare l'ora, decisiva, (Applausi dei socialisti). I fatti di Milano CORRADINI. risponde all'Interrogazione u*> gli on. Buffoni. Riboldi e Campi sui fatti di .Milano. Comincia col fare la cronaca degli avvenimenti. A Milano si sono compiuti atti vandalici contro pubblici esercizi, specie contro calte e ristoranti. 11 primo ineùeicnte barbarico si ebbe in un ristorante il cui proprietario fu trafitto con dieci pugnalate. 'RIBOLDI : — Non esageriamo [). I dirigenti del comizio stabilirono che. fluito la riunione, non si dovesse entrare in massa In città. Si erano presi accordi per evitare incidenti. Da chi furono violati questi accordi? Dalla fu Ma tu fatta violenza contro la forza pubblica. Furono tirati colpi di rivoltella. •BUFFONI. AGOSTINI e GREZZI, interrompono dicendo: — 1 funzionari erano diventati béstie! Hanno sparato all'impazzata! Le vostre-sono chioccherei CORRADINI: — Il Governo Ira provveduto ad accertare le, singole responsabilità tanto dei dimostranti quanto dei funzionari. Gli eccessi devono essere repressi da qualunque l>arte vengono. GREZZI, AGOSTINI e BUFFONI : — Non in fate mai ! CORRADINI. conclude che il Governo cerca di impedire che violenze siano couiiue.-— verso cnidiessia. BUFFONI, non é soddisfatto. Ricorda romP si sono svolti i fatti. Dice che vi erano ordini precisi. Perchè si è voluto impedire alla folla di accedere in piazza del Duomo? Vi é stata premeditazione. Afferma II diritto del proletariato milanese "eli poteesi recare colle suo bandiere rosse In piazza del Duomo. Dice che quando la calma era già ristabilita, un'autoblindata ha fatto fuoco contro inermi cittadini, iTOFASfl: - Ma che dite?). fndsdF Gli estremisti del gruppo socialista insorgo» no contro l'interruttore: « Sii sii si è sparato contro pacifici cittadini I ». DE CAPITANI: — E l'assassinio del brigai diere Ugolini? {Urla dei socialisti). BUFFONI prosegue dicendo clic la perizia' medica ha dimostrato che al brigadiere Ugolini non era stato tagliato un dito della mano, li portafoglio è stato trovato all'ospedale. L'oratore continua a parlare e poiché i 5 minuti! regolamentari sono trascorsi da tempo, il presidente DE NICOLA ordina tigli .stenografi elfi non raccògliere le parole dell'oratore. Da pili parti si grida: Basta! I socialisti insorgono ini difesa del loro compagno. Il nuovo questore, on. Padulli, si reca nel settore di estrema ei tenta di indurre l'oratore a terminare. E l'on. Buffoni conclude protestando in nome del pro-< letariato milanese. I socialisti applaudono. Gli arresti di Macerata Siamo alla O.a interrogazione. Quésta è del* l'on. DE BELLO, il quiile vuole sapere « se risponda allo istruzioni del Ministero il regima di stato di assedio, quantunque non etlchiarato, stabilito nella provincia di Macerata da! quell'autorità politico •>. L'on. CORRADINI risponde che non c'è stato di assedio a Macerata. Il tenore dell'interrogazione è molto esagerato, perche, gli arresti fatti dall'autorità dii P. S. sono stati quasi tutti mantenuti dall'au» torità giudiziaria. L'on. DEL BELLO non è sodn disfatto. Dice che a Macerata sono state commesse violenze e;ontro pacifici i ittadini. A Te lentino hanno arrostato alcuni membri del parJ tifo popolare che vennero regolarmente basto-' nàti. Quando si è saputo che gli arrestati appartenevano al partito popolare sono stati liberati. Ila parlato di stato di assedio porche! era impedita la circolazione delle automobili,! i pattuglioni fermavano le persone ed eseguii vano delle perquisizioni. Un giornale ultra] nioelerato diceva che a Macerata non si ero ve» ritirato nulla. Allora, perché tanto rigore? L'o-< rotore pària poi dell'arresto dell'on. Quaranti-' iti che venne arrestato mentre parlava in piaz-za coti tre pèrsone e non già in un comizio* come stato affermato. ' • BOGGIA'NO: -- E' falso! Io ero presente el non erano soltanto tre le persone che si trovavano con ijmironlini. (/ sorhilisti protestano vii'nervi ni le). DEL BELLO: — Le guardie domandarono coso facevano e l'on. Quarantini rispose colini vivacità necessaria. {Vive proteste e rumori). Camerini, che è nel corridoio delle votazioni, protesta contro i socialisti cheto minacciano.. L'on. De Nicola, per evitare incideiili. incarica' l'on. Monsoni di sottrarre fon. Camerini elalle violenze dei socialisti e l'on. Molisani adempie l'incarico conducendo seco l'on. Camerini.- La discussione politica Alle 17.15 si riprende lo svolgimento degli! ordini del gioì no sulle comunicazioni del Govornu. Entro nell'aula l'on. Giolitti che prende! posto al banco del Governo eull'on. Raineri, Nello tribuna diplomatica è il nostro ambasciai'ri e a Berlino comm. De Martini. Ha la parola i.'bn. CiRIANI che svolge il suo ordine del gioì no. L'oratore sostiene la' udeessitii di provvedere senz'altro al risarei-» mento dei danni derivanti agli emigranti pou la loro attività, abbandonata all'estero in occasione ed in causa ilello guerra. Dice che si tratta eli un alto tloveie. Invita II Governo" af pivsi'iita.r-; in proposito un disegno eli legge. Nutre sperauzaTChe l/on. Giolitti voglia acce» gliere il suo online del giorno, per quanto" l'oratore dichiari che voterà condro al Governo. CKI.KSIiA svolge il seguente ordine del giorno: « La Camera, constatando che per la prima volta tlopo l'armistizio, si anemia al go-; V'.-t'ii'o d'Italia lo tendenza per una immediata azione eli ricostituzione e di riforma sociale litilii.ica dotata della forza morale per tentarlo e. della volontà per compierla, approva' le dichiarazioni del Governo e fa voti perchè esso affronti senza indugio anche la sistemazione general lì etei pubblici' servizi sulla basd delle eliiuiniazioni delle funzioni statali non necessario, eiella semplificazione dei servizi.Ailolla riduzione del'ninnerei dei, funzionari, elei fdecentramento e d'elle autonomie locali te-; nenelo nel giusto conto le aspirazioni sindacali ed economiche elegie diverse categoria deipubblici funzionavi ». L'oratore esprime la sua fiducia nell'attuale Gabinetto dal quale attende che venga provveduto con la dovuta uri genza alla ricostituzione economica del paese e al ristabilìunento dell'ordine hi ogni remo eletta vita civile. o CIOCCHI svolge il seguente ordine del giorno: c La Camera, convinta eiall'esperienzu'della guerra che il Corpo sanitario militare e gii Istituti di cura hanno bisogno di un completo e definitivo riordinamento, ontle. acquistino! sotto un unico indirizzo quella autonomia di funzionamento dt cui può dare sicuro affidamento con personale competente per le speciali mansioni cui è preposto, pnssu euH'ortline;-del giorno ». FEDF.HZONI prende a svolgere un ordine! del giorno con cui invila il Governo ael' opporsi a qualsiasi forma eli mandato sull'Albania! dando opero perché questa sia ricostituito neil cotiflui stabiliti nel 1913; afferma? che l'occupa- zione della baio di Volona, immutato caposaldo dello nostra politica in Adriatico, indi- spcnsabile od assicurare la pace e la libertà in' questo nifire. anziché diminuire comunque l'indipendenza albanese, deve avere il massimo scopo eli garentirlo cóntro le tradizionali rinnovate miro della duplice oppressione ellenica e jugoslava. Fiume e l'impresa dannunziana Dopo avere trattato tutto il problema dell'Adriatico, l'onorevole Federzoni viene a parlale della questione eli Fiume e dice: — la politila di rinunzie, quando intacca lo stesse condizioni di sicurezza del paese, invece che assicurare la pace, fomenta i pericoli di guerra. Ieri tale politica ha avuto un nuovo e accorto propugnatore nell'oli. Riboldi che ha tea-tato di svalutare totalmente nello eosólenza itegli Italiani la causvi nazionale eli Fiume. Senza entrare nel inerito di tutte le minuziosa alfermazioni elei collega seicialista, l'on. Fcder.'oui rilevi I Inesattezza di alcune dello principali tra esse, notando sopratutto come il Consiglio Nazionale, qualùnque foss» staio la validità giuridica dello sua pruno composizione, fu regolarmente eletto a suffragio universale e segreto >l iti ottobre '919 evoi. otto mila votanti; su undicimila inscritti. _ MODIGLIANI: — E' una dittatura borghese! FKDi'.BZONI ; — Dicevo che il dott. Crossici!, contro il quale l'on. Riboldi si è ieri scagliato accusandolo di austriacantismo, fu internateli il r> luglio 191') e rimesso in liberta solo dopo la vittoria italiana, mentre nessuno dei socialisti fiumani fu mai durante !a guerra uè internato n6 imprigionato, nè più nò meno elio noi resto della Venezia Giulia. Afferma infine che l'impresa di D'Annunzio, reso fatale dalla politica del governo dell'oli. Nitti, salvò la città dalla sottomissione alla polizia inglese o dall'assegnazione ai croati. {Afiilaiiii a destra, ùria dei socialisti). Tumulto e interruzioni dai socialisti ^BARBERIS, a grande voce rivolto a Feder-zoni: - .Taci, pazzo criminale. FEDERZONl, dichiara die il metodo seguitodaU'014. Riboldi è la negazione stessa Clelia: storia; Nessun grande fatto resisterebbe ad una critica che accettasse un punto eli vista di parliti comunali in contrasto. Nessun grande folto si sarebbe compiuto se si fosA preteso di affidarne la risoluzione unicamente ad un voto di maggioranza popolare. I socialisti interrompono gridando all'oratore: — Non difendere i ladri. RARRER1S: — Taci, esalta-tore etella iena. Do destra qualcuno replica, gridando a Bar, berls: — Taci, ubriacone. BARBERIS, sempre rivolto a Federzoni: .— Sei uau canaglia, sei uu ct'unitale. Aicuai