I pescecani nei provvedimenti finanziari

I pescecani nei provvedimenti finanziari I pescecani nei provvedimenti finanziari II pescecane, vive nel mare, il' luccio nei fiumi e nei laghi: più piccolo del primo ma non men vorace, onde propriamente si può dire pescecane di acqua dolce. Così, durante la guerra, abbiamo avuto i pescicani che si sono divorati i milioni, ed i lucci che, poveretti, hanno dovuto contentarsi di inghiottire le centinaia di mille lire. Chi ha fatto i quattrini coi commerci e le industrie, colle forniture, reali... o fìnte, per la guerra, chi soltanto col vendere i possessi, le case, i gioielli, od altro. Molti non meritano alcun biasimo, o almeno giusto che sia; in ogni mutamento delle condizioni economiche c'è chi guadagna e chi perde/ e se onesto fofèe solo quest'ultimo, la rovina sarebbe la sorte serbata ai popoli' virtuosi. Ma pel pubblico, colui, che gode mentre altri soffre, facilmente diventa un capro espiatorio, massimamente poi se dimostra orgoglio e fasto; come fecero i nuovi ricchi, che ora hauiio manifestato dismisura più grande assai di quella osservata da Dante, poi subiti guadagni del tempo suo. Altro e maggior peccato grava coloro che la guerra fece ricchi, ed è che furono in parte artefici dei mutamenti economici da cui ritrassero beneficio. Li troviamo fra i più ferventi fautori della guerra abili a fare loro prò' dei sentimenti maggiormente lodevoli, dei sacrifici altrui, spingendo i governi a fare al popolo, per mantenerlo nelle trincee, promesse le quali ben sapevano che non sarebbero state ne potevano essere mantenute. Finché fu possibile, si opposero virilmente alla pace; quando poi, pur troppo per loro, questa avvenne tra i maggiori belligeranti, essi, per conseguire novi guadagni od assicurare i già fatti, procurarono di prolungare o di promuovere altri conflitti nelle varie regioni del globo terrestre sul quale vogliono da per tutto estendere il loro dominio. Già. negli anni della guerra, molti a cui non facevano velo miti patriottici, imperialisti, democratici, umanitari, ben conoscevano le arti adoperate in prò' della guerra da plutocrati e dai pescicani loro alleati, ma pochi, pochissimi ardivano pubblicare quanto in proposito era noto,; perciò suscitai grave scandalo, nel luglio 1918, aliorchò ciò manifestai in un articolo, accolto nella rivista Cocnohivm, e che, in' quel tempo, non sarebbe stato accettato da altre riviste uè permesso dalla Censura, in Italia. Scrivevo, tra varie cose : « Vi sono molte persone che, se non temono precisamente la pace, stimano la guerra avere grandi vantaggi, eese-re a loro benefica, e quindi tale da non potersi biasimare ». Oggi i pochi, pochissimi di quel tempo sono diventati molti, moltissimi, ed ai pesci voraci, già utili ausiliari, ora si vuol dare la caccia. Nulla di nuovo sotto il soie. L'arte di governo sta nel sapersi valere dei sentimenti che ci sono, e perciò gli stessi uomini possono, essere adoperati un tempo, perseguitati un altro, secondochc volgono sentimenti ed eventi. Numerosi sono gli esempi storici che si possono recare. Già Aristofane, nei Cavalieri, notava come il popolo Ateniese lasciava arricchire i politicanti, e poi faceva loro recere la male acquistata pectina (11471150). Fu usanza genera'e dei despoti asiatici od africani di operare dipendenti. Anche per altro operazioni che le finanziarie, si hanno casi analoghi. Per esempio, narra il Machiavelli {Il Principi-) come il 'duca Valentino, volendo pacificare la Romagna, vi prepose messer Ramino d'Orco, uomo crudele ed espedito » ; compiuta da questi tale opera, il duca, « perchè conosceva le rigorosità passate avergli generato qualche odio, per purgare gli animi di quelli popoli, e guadagnarseli ia tutto, volle mostrare che se crudeltà alcuna era seguita, non era- nata da lui, ma dall'acerba natura del ministro. E preso sopra questo occasione, lo foce una mattina mettere- a Cesena in duo pezzi in su la piazza e un coltello sanguinoso a cauto ». I nostri pescicani se la caveranno con minor danno, poiché sono minacciati non nella vita, ma'solo negli averi... se per altro potranno" essere colti. Questa restrizione è necessaria, perchè il pescecane è animale oltre ogni dire scaltro e veloce. Non basta provvedere al presente, c'è anche da darsi pensiero del futuro. Il pescecane si è fatto ricco perchè i passati governi lo hanno lasciato impunemente nuotare; come ci possiamo affidare che diversamente opereranno i futuri? Se tu togli, una volta tanto, dieci al pescecane, e poi gli fai guadagnare, coi buoni contratti e le protezioni di vai io genere, quattro, ogni anno, a fui rechi vantaggio, non danno. Chi sperasse che l'imposta penitenza facesse rinsavire i peccatori e li distoglieste dallo spingere i popoli a nuove guerre, facilmente s'ingannerebbe. (Questi peccatori sono come i giocatori, che ognora 6i affidano alla fortuna, senza che perdita alcuna li possa correggere. In Francia, sotto la Reggenza, si ebbero due pesche di pescicani. La .prima, ristretta a certe categorie, nel 1716, la seconda, molto più ampia, nel 1721 ; entrambe produssero piccolo utile al governo ; ciò che si riceveva da una parte si donava dall'altra; e si giunse a ciò che i cortigiani chièdevano pensioni e doni per compensarli delle restituzioni che avevano dovuto fare. Chi sa che un giorno un nostro pescecane non chieda qualche ciazio benigno o qualche fornitura b natia come compenso della presente gravezza, e chi sa se, fra i tanti ministeri che succederanno al presente, non ce ne sarà uno che, avendo bisogno dei pescicani, accoglierà lai domanda? Questi ed altri simili dubbi contrastano coi seguenti. Poteva la monarchia francese (diversamente operare senza mutare le fondamenta del suo potere? Potrà il reggimento politico del nostro tempo liberarsi della plutocrazia senza una radicale trasformazione? Un argomento di tanta importanza vuole essere^trattato di proposito, e perciò rimando ad'altro articolo lo scriverne. Ci sarebbe da esaminare che effetto avrà sulla produzione questo prelevamento dei capitali ad essa volti, e quale sarà il danno del premio dato alla spensieratezza ed alio. sperpero di chi non ha accresciute le entrate perchè ha man mano divorato la sopravveniente ricchezza. Ma sono punti secondari in paragone di quelli di cui si è tenuto discorso. Il disegno di legge non dice con quale unità si'valuteranno le entrate prima della gnerra ed ora; se tale unità è la lira, occorre badare che chi prima, della guerra aveva una entrata di 100.000 lire ed ora no ha una di 300.000, ha, all'incirca, la medesima entrata, valutata in buona moneta; e se l'imposta gli toglie, in parte o tutte, le 200.000 lire, di cui la nuova entrate sopravanza l'antica, gli toglie, non già uh guadagno fatto durante la guerra, bensì parte dell'entrata primitiva, che riduce a circa 33.000, in buona monete. Se ciò è quante vuole il legislatore, sta bene, altrimenti è un punto che andrebbe chiarito. In Inghilterra, il Cancelliere dello Scacchière aveva in animo di prendere un provvedimento simile a quello proposto ora dal governo italiano, e poi mutò parere, perchè disse si era persuaso che maggiori sarebbero stati i danni che i vantaggi. Non credo che talo fatte si possa empiricamente opporre al provvedimento nostro perchè, non solo sotto.l'aspetto finanziario, ma maggiormente sótto quello politico e psicologico, sono diverse le condizioni dei due paesi, diversi anche i pericoli di possibili sconvolgimenti sociali. 'Ed ecco che c'imbattiamo in un problema generale già incontrato quando trattammo simili argomenti, il quale indaga come si può compiere la sintesi dei vari aspetti di un provvedimento sociale; ed ecco ancora che dobbiamo rimandare ad altra occasione lo scrivere di ciò.: Per ora conviene solo ripetere la conclusione di un precedente articolo, cioè che, per operare, più vale l'intuizione dell'esperto uomo, pratico che i lunghi svolgimenti della teoria, che possono solo dare gli elementi coi qunli costruisco la pratica. VILFREDO. PARETO;

Persone citate: Machiavelli

Luoghi citati: Cesena, Francia, Inghilterra, Italia, Romagna