Come si sono salvati due amanti condannati a morte

Come si sono salvati due amanti condannati a morte Come si sono salvati due amanti condannati a morte Un fosco dramma di torbida passione - L,a donna mentisce e l'uomo s'ossessiona per feroce gelosia. (Tribunale Militare di Toiino) La sera del '12 novembre 1917, In un prato ! dprospiciente eorso Parigi, il tenente Giovanni ! esLonza, richiamato da un acutissimo grido, che I nn è 0 l l l i a — o a o i a re — a, a a i i i i, al n i — oi a o a oo echeggiò nelle tenebre, rinvenne, giacente in una pozza di sangue, il corpo d'tm caporale i;lte dalla piastrina di riconoscimento risultò chiamarsi Gino Cervi, appartenente al 27.0 reggimento fanteria ed aggregato all'aviazione. 11 disgraziato era giù morto. Dalle indagini prontamente esperite dalla P. ti. e dai Rfi. CC. risultò che nell'ora in cui l'efferato delitto fu perpetrato un cello Alfonso Leonardi, ritornando in bicicletta dal lavoro per via Circonvallazione, notò sull'angolo di tpicsta via con il corso Parigi un giovane di statura bassa a testa nuda, senza coppello, con un mantello chiaro guernito di pelo marrone. Era accompagnato da una giovinetta esile che dimostrava dovere poco più che quindici anni, dall'aspetto di Operaia, e che vestiva una gonna nera ed una camicetta rossa. L'atteggiamento della coppia, colpi il Leonardi, che nssO in volto lo sconosciuto. Costui, vistosi osservato, piegò il capo, nascondendolo con uu lembo del mantello. Questo gesto insospettì ancor più U 'Leonardi, che si indugiò sull'angolo opposto per tener d'occhio le mosse della strana coppia. Allora il giovane si staccò dalla compagna, gli si avvicinò e lo pregò di cedergli il beri-otto, ollrendogli in compenso cinquanta tire. Il Leonardi notò che l'individuo aveva spiccatissimo accento veneto. Vicino al cadavere fu trovata una Ubbia da donna ed un cappello da uomo, nella cui loderà era nascosto un manifestino del cinematograio d'Adria. Fu facile arguire che gli autori del misterioso delitto dovevano essere le due persone osservate dal Leonardi. Con questo filo conduttore, la Polizia riuscì a rintracciare la coppia. Erano Uosa Finotello, nato in Adria il 17 dicembre 1S93, casalinga, e Carlo Boccato, pure d'Adria, elettricista, di ài anno, riformato. La coppia era giunta dal natio paese a 'l'orino la sera del 9 novembre, facendo capo alla famiglia De Bon, originaria di Loreo presso Adria, ed amica della ragazza. Pernottarono all'albergo della Corona Grossa e all'indomani i due, accompagnati da uno dei De Bon, si recarono presso il cugino delia Flnotello, certo Umberto Bresson, al quale dissero di essere venuti a Toiino per una gita di piacere e s'informarono del Gino Cervi, col pretesto di dovergli portare i saluti della moglie. Seppero cosi che questi si trovava olla Caserma aviatori e andarono a cercarlo. Ma non lo trovarono. Nel mentre in un negozio d'armaiuolo il Boccato comprò un acuminato pugnale. Fu poi la Finotello che riusci a trovare il Cervi negli uffici di via Urbano Battazzi ed il Cervi, dopo quella visita narrò a dei suoi camerati che la ragazza aveva insistito per avere un appuntamento, al quale egli invece non aveva annuito manifestandole, che qualora lo desiderasse, avrebbe potuto attenderlo all'uscita dall'ufficio. Emerse pure, dalle solerti investigazioni praticate dal commissario di P. S. De Palma, che la Flnotello ed il suo compagno nel giorno precedente al delitto studiarono la località, chiedendo al Bresson spiegazioni sull'ubicazione del posto, e che la sera del crimine il Boccato nel rientrare in casa De Bon, aveva un copricapo diverso dal solito. Pernottarono i due in casa De Bon ed il giorno dopo partirono per Milano. L'onta che si vendica Niun dubbio su gli assassini del Ceni, che era pure del paese dolla giovane coppia. Ma a tutto prima si ritenne che il movente del delitto dovesse essere stata lo rapina. Il Cervi godeva in paese faina di persona danarosa, proprietario di un avviato negozio di drogherio, era ammogliato, aveva ottima reputazione, mentre la ragazza appariva di non buoni costumi ; e non risultavano precedenti rapporti di intimiti tra la Finotello e il Cervi stesso. Queste circostanze giustificarono l'ipotesi di una rapina, non potuta consumare per le altissime grida emesse dallo vittima. Il 18 novembre la coppia misteriosa si costituiva alla Delegazione di Greco Turro e la giovinetta confessava di avere ucciso il Cervi ed adduceva come causala del delitto, la vendetta per una violenza subita cinque anni prima quando era quattordicenne. Assumeva lo ragazza nel suo interrogatorio che un giorno recatasi per acquisti nella bottega del Cervi, costui, approfittando che erano soli, la costrinse e.on violenza olle sue vogtiie. Essa criurò di vendicarsi e ritrovatolo 1*11 novembre in mi ufficio militare di Aeronautica in Torino, gli dette un appuntamento pel giorno successivo iu un proto del Corso Orbassono, dove compi l'opera di vendetta, che aveva meditato. Il Beccato negò qualsiasi compartecipazione nel fatto, e la ragazza ripetè dinanzi al giudice istruttore la. confessione, assumendo tutta la resnonsabilitù del misfatto. Non por: sutuievano ffi suo racconto e le denegazioni del Boccato. 11 povero Cervi era stato lardellato di colpi, ferocemente, e le ferite apparvero fatte da due. ormi diverse: pugnale e coltello, armi del resto che il giorno dopo furono trovate nell'erba del prato dove il delitto era staio compiuto. Boccato, sopraffatto doli" risutltahze contrarie, fini di confessare il reato affermando però di avere ucciso per amore. Narrò che nella primavera precedente avvicinò la Finotello. di cui già do tempo s'era invaghito, e le fece profferta d'amore, ch'ella accettò, colla speranza di prossime nozze Egli più volte domandò alla ragazza se ella gli portasse intatto il 'fiore d'un amore, che doveva concludersi con un legittimo matrimn nio. minacciando di abbandonarlo nel caso che quel fiorp avesse pei doti troppi petali. La ragazza, sebbene esitante, per qualche tempo rassicurò l'innamorato. Ma questi fu di una incredulità esasperante. Fece come San Tom maso che volle mettere il dito sulla piaga. La fanciulla, allora, rompendo in gran pianto narrò di essere stata vittima della brutalità del Cervi. L'impossibile oblio Convinse, cosi della sua disgrazia e non di una sua colpa il Boccato, il quale, per amore e per generosità, si mostrò pronto a dimenticare a triste avventura della Flnotello ed a sposarla (malora avesse tenuto una buona condotta. 1 due amanti si allogarono presso i genitori del Boccato, dove rimasero Uno all'epoca della ponenza per Torino. Ma tra i due giovani nonostante la buona volontà di dimenticare il passato, questo risorgeva con i suoi tormenti di dubbi, di odii. di desiderio ai vendetta. E la Finotello narrava ai giudici che il Boccato ormai le andava ad ogni pie sospinto ripetendo che se non avesse tolto di mezzo il Cerva e persino il suo ricordo, non l'avrebbe più sposata. Fu cosi che sorse nei duo l'inte.tizio ne ed il proposito criminoso dell'assassinio ed iniziarono una serio di investigazioni in paese per conoscere il domicilio del Cena in Torino Partirono da Adria, si fermarono a Milano do ve acquistarono il coltello, giunsero a Tori no, dove prepararonsJ al delitto e comprarono il pugnale. La Flnotello cosi riepiloga la fase ul tima del fatto: « La sera del 12 novembre, in sterne al Boccato mi recai ad attendere il Cervi all'Ufficio. Quando questi usci, il Boccato si allontanò alquanto: lo andai incontro al Ceni e con lui salimmo sul tram che conduce alla barriera d'Orbassano. Il Boccato salì sul ri niorchio <lel tram stesso. Prima che il tram si fermasse e mentre il Ceni era uscito sulla piattaforma io estrassi rapidamente il pugnale che tenevo nella calza e me lo posi sotto l'a scella sinistra. Scesi dal tram col Cervi, e con lui mi avviai in un prato che è poco distante dalla fermata. Ci eravamo inoltrati di poch passi quando io tolsi il pugnale di sotto la ascella ed improvvisamente gli vibrai un colpo in direzione del ventre. Bicordo clic il Ceni fece subito atto di difendersi, ma gli piombò sopra il iBocoato che incominciò a colpirlo col coltello ». Tradotti innanzi al Tribunale militare i due sciagurati mantennero In loro versione ; l'esile giovanotta affrontando la parte più grave della terribile responsabilità, ,il Boc calo volendo apparire quasi come un sugge stionato dal torbido spirito di vendetta della («impaglia e dalla propria gelosia. Dalla parte della povera vittima, i parenti, i conoscenti, i conterrazzani permasero nella convinzione che trattavasf di un delitto volgare per rapina Ma 11 Tribunale, nella sua sentenza, afferma di non trovare gli elementi per potere ammettere una tale causale. E' vero che si sapeva che a causa dei fatti di Caporetto. la famiglia del Cerni aveva deciso di emigrare e penarsi a Torino, liquidando tutte le aziende commerciali, cosi che forti somme dovevano essere rimesse ai Ceni. Gli imputati, forse venuti a conoscenza di questo progetto, sd sarebbero vt»«*J fai ìmo paese, nell'epoca is cui ft&coa- qe pmvpavsnpsmmcsiqeleìSlebuvinnecqpodgrsinglaal'spealazoi fHsnnnvddrtenpvdcglaaselsapsdrtsldpvFfnadvncdfficud1mFsrmerqcmsrCbssmt do 11 loro avviso 11 denaro doveva o poteva essere giunto al Cervi e l'avrebbero attirato nella località in cui avvenne l'omicidio. Ma sciuviaTral . ottequesta versione urta contro elementi di fatto Le contro presunzioni logiche. Quando 1 due|quepartirono dal paese, ancora non era stata la ! yacmoglie del Cervi a ritirare il denaro che avrebbe in parte dovuto inviare al marito. E poi, come per rapinare, un individuo gM si dà appuntamento in luogo appartato e remoto, dove certo esso non si sarebbe recato con forti somme in tasca? E per le sue stesse condizioni di soldato che dormiva in caserma era possibile che il Cervi, uomo prudente d'afari, si tenesse addosso, senza depositarle, sommo ingenti ? D'altra parte si trovò nelle tasche della vittima, intatta, la piccola somma che quasi con sicurezza si presumeva potesse avere. Escluso co vraPegliSsi pericdlMtenmatosi il movente del Turto, doveva ritenersi provato j doquello della vendetta, secondo il racconto della i eres'ile fanciulla bionda e terribile? Ma la sen- kflenza del Tribunale inlliliro riunivi-, To-i» iT,tto dl ìS ,ion?c-,iJ, • i • m»ilare ricorda che tutte cole deposizioni dei conterrazzani e la voce pub- uobuca, concordi nel qualificare 11 Cervi come] ml'ouomo costumato, escludono la possibilità deLla violenza subita dalla Flnotello, per circostanze incontestabili di luogo e di tempo. Del resto nessuno seppe mai di tal fatto, nè la Finotello ebbe mai a dolersene o anche solo a confidarsi con qualcuno, nè persona s'accorse mai di una qualche simpatia o di qualche singolare rapporto tra la giovinetta ed il Cervi. » La pretesa onta tante volte affermata dalla Finotello — dice la sentenza — è una spudorata menzogna, cui il Tribunale non crede in modo veruno. La macchia colla quale si vuole offuscare la memoria del povero morto, cittadino marito esemplare, secondo le concordi affer- algi4.o7.0Sestebapaqula giinazioni di tutti i testi, è dispersa dalle strin- nlgenti risultanze di causa, che fanno rifulgore I au' Ola perfetta moralità del povero estinto ». Ma allora quale la causale, .quale il movente dell'efferato delitto? Come In una novella «li Maupassant 1 giudici dei due giovani amanti assassini si ricordarono forse a questo punto una delle più amare novelle di Guy de Maupassant. In essa un vecchio medico esperto dice, come per aforisino : « Sempre una ragazza viene sedotta la prima volta da un uomo della sua condizione e della sua classe, lo ho dei volumi di osservazioni a questo proposito. Si accusano i ricchi di cogliere il fiore d'innocenza delle fanciulle del popolo. Ma non è aflatto vero. Hetorica ! 1 ricchi pagano, non rubano in questi casi. Essi ne colgono dei fiori, è vero, ma trqupacoLPanunanea stl'atenniin cnnnmb fwit.ìra . r>nn li t,„u„' rr,ali st<no a seconda tlontuia: non li tagliano mai rinella prima... ». Cervi era ricco. 1 giudici av-iLavalorarono Maupassant con gli ultimi dettami lodella criminalogia. In alcune donne — essi si ! mdissero - la menzogna assurge a forme addi-j |rittura fantastiche. Esse creano completameli- te dei fatti e li narrano con tanta minuzia e rmnropiiinriR ili nnrfienlTri elio j, imnnccihiio ini mpiecisione ili paiticoian cne e tmpossiDile tal- fovolta accorgersi della loro mancanza di veri-: fimdieità. La Finotello aveva perso... uno zoc-, « Rcolo, come si suol dire. La poca stima che ì mgodeva in paese, come donna frivola e leggera, I le faceva ben comprendere che difficilmente] avrebbe trovato in paese un individuo disposto ! Inad assumerei il grave fardello di una respon-1 Risabilitò altrui ed a porre un volo sul passato ade darle infine un nome intemerato che cancel- PSlasse le dolorose vicende della sua vita. In tale i'^stato di cose, comparve il Boccato a chiederle i amore, a prometterle nozze. Ma l'amante, ri- gipoteva insisterne la pretesa della purezza, l'as- a!sillavo, la minacciava. Fu allora che essa si 1 deciso ad inventare la violenta avventura col 'Jrni-vi im ri-in ,in iir.nn ri i m»it»i. fnnri rii mie- g, t-eni, panando Pene ai mettet fuori ai que- ,ltstione la propria volontarietà e dimostrando gila sua soggezione alla forza fisica. Fa il nome gndel Cervi, che essendo persona facoltosa nel 11 paese può dare maggior consistenza alla sua ^™versione di un soprusb del furie sul debole. 1 Fa rivivere nel pensiero dell'innamorato la| figura medioevale del signorotto del paese.che] non rispetta nè innocenza, itò virtù. E attorno 1 a sé crea un'aureola di martirio, e nell'animo : del Hoccalo un senso di rivolta verso i potenti i fortunati, ed un odio sordo, implacabile verso il Cervi, che finisce di fargli germogliare nel cervello l'idea ossessionante del delitto, come una giusta riparazione, come il lavacro d'un'onta infame... che fu un martirio. E in fanciulla ormai presa dalla sua stessa perfida, tortuosa menzogna, deve mantenerla anche quando l'idea del fidanzato si concreta in un efferato progetto. Il delitto fu ferocemente, crudelmente premeditato. I giudici militari ia sera del 28 agosto rCAalchbamtm1018 pronunciavano la condanna alla pena di rmorto dei due sciagurati giovanetti. La Rosa Finotello, ciio non s'attendeva tale terribile sanzione, riempi l'aula di disperate uria laceranti. l'I Boccato rimase muto e intontito come sotto una mazzata. Ma la difesa (allora era anche tra i patroni l'avv. C. F. itoggieri) ricorse prontamente al Tribunale supremo, il quale per un errore di forma cassò il giudicato, rinviando nuovamente i due giovani amanti davanti al Tribunale Militare. Ma questo, per sopravvenute disposizioni che mutarono la competenza, rimise il processo alla Corte d'Assise ordinaria. Di qui ritornò al Tribunale Supremo, il quale nuovamente l'as-' segnò al Tribunale Militare. Ieri si doveva svolgere il nuovo dibattimento. Ma, concorde, il P. M., poiché l'omicidio di militare com-: messo da borghese, nonostante permanga ili tempo di guerra, per un recente decreto, deve l essere giudicato dal Magistrato ordinario, il' Tribunale ha accolto la istanza delle parti e rinviato il processo alla Procura Generale la quale, se crederà, farà una nuova istruttoria, o assegnerà la causa ad uno del prossimi ruoli d'autunno della nostra Corte d'Assise. Ed ecco come i due sciagurati giovani amanti sono sfuggiti alla morte ed al supremo castigo... In carcere, durante le lunghe, traversie dei ricorsi, la Finotello mise alla luce un bimbo, che fu riconosciuto dal Boccato. Per sua fortuna lo sventurato piccolo essere indi a poco mori. .Presidente: colonnello Bosco — P. M.: Barateli! — Difesa: avv. P. A. Omodei, Poddìgue e M. Nasi. vem