La conferenza di Boulogne e l'avventura di Venizelos

La conferenza di Boulogne e l'avventura di Venizelos La conferenza di Boulogne e l'avventura di Venizelos La misura della partecipazione dell'Italia alle indennità (.Servizio speciale della Stampa) Londra, ai, notte. Le risultanze del Convegno anglo-francese di Hythe devono essere vagliate oggi nella Conlerenza rii Boulogne. Ma se le interpretazioni dei giornali londinési sono esatte, la Corifearuiza di iBouioghe è essenzialmente una continuazione del Convegno anglo-francese cii Hytlic. In base al pulito di vista prevalente da' qualche niese qui a Londra e riconfermato oggi stesso, le due grandi itlgure politiche del giorno in Europa sarebbero soltanto l'Inghilterra e la Francia. In queste due Potenze si riassumerebbe in pratica il Supremo Consiglio ir:unulleato, il quale funzionerebbe piuttosto mi le soio per l'esistenza di vedute contraddittorie fra Londra e Parisi. Ormai quasi tutti i giornali sembrano insistere sopra una necessita, vale a dire che fra Parisi e Londra vengano raggiunti accordi completi e duraturi. Non si parla naturalmente di alleanza: si tratta solo di accordi immediati per il ristabilimento della pace. Tutte lo altre Potenze paiono ormai contare in modo piuttosto relativo. Su questo fatto e bene essere chiari perchè non avvengano confusioni nel riguardi delle responsabilità di oggi e di domani che furono assunte da protagonisti di ieri, una parte di V cui non è più in iscena. Un pubblicista ufficióso in un messaggio da Hyiha constata quanto segue: «Le relazioni "deiringnilterra e della Francia sono attualmente specialissime. L'Inghilterra, il Belgio ed il Giappone tengono nel Supremo Consiglio il loro pesto legittimo. 11 Giappone, 6 vero, si trova molto lontano, mentre l'Italia e. indebolita dalla sua. crisi interna e dal problema adriatico, il quale non soltanto rimane insoluto ma 6 aggravato dalla guerra in Albania. Pure il loro diritto di partecipare alla formulazione del programma alleato per Spa era indubitabile; Senoncbe'la Francia e lTnghtlterra hanno davanti a so un programma diverso per carattere ed estensione che è non soltanto quello di far risorgere lo spirito della vecchia Intesa. Ciò che oggi è necessario è piuttosto la volontà di mettersi alla lesta per salvare il mondò dal caos. L'America tornerà nel concerto, ma per ora ne è fuori. Invece delle otto o nove grandi Potenze ve ne sono, dunque, og£i. effettivamente due sole. Esse soltanto possono tracciare i capisaldi ed eseguire la strategia di pace ». Fin qui lo scrittore. Questa o la situazione che si vede da Londra in base a! senso della realtà e come genericamente tentammo di tracciarla l'altro ieri. L'assenza dell'Italia dal Convegno di Hyihe non vitate posta in evidenza da alcun giornale. Implicitamente peraltro si tenia di spiegarla con due argomenti: il primo è che l'Italia a Sun flomo, per bocca di Nittt. espresse opinione sfavorevole sulla praticabilità del trattolo turco e stabilì in massima che il nostro paese non avrebbe impegnato in Oriente ne un fantaccino riè una lira. Si afferma qui a Londra clic la stessa direttiva sarebbe sinta espressa dal nostro nuovo Ministro degli esteri. La conclusii'tie e- clic la narteci nazione italiana a un '•!!'tfit5 preliminare sull'esecuzione del trattato turco era logicamente superflua. 11 secondo argomento è che l'Inghilterra e la Francia dovevano mettersi d'accordo ad Hythe sulle relative rinunzie coinvolte nel fallo ebr l'Italia ha chièsto come aliquota delie riparazioni una percentuale superiore a quella che io era stata assegnavi in sua assenza a Park:!. Ora, l'Inghilterra prima e poi la Francia, hanno deciso rii accogliere, almeno in parte, la richiesta italiana e dovevano Quindi riaggiustare fra di loro le partite che èrano state in certo modo regolate nel primo conv'W.oo di Bvlhe quando la fermale richiesta italiana non esisteva ancora. Le informazioni londinési su questo punto dicono che Lloyd George e Miilerand, nelle loro discussioni iìi ieri, sarebbero itati inclini ad accordare all'Italia la percentuale del 12 per cento sul totale dell'indennità tedesca. La percentuale di Parigi e del 7 e L'ultima richiesta italiana Invece c del 20 per cento, domanda evidentemente discreta se si considera che la Francia c l'Inghilterra, nelle deliberazioni anteriori, si prano rispettivamente attribuite il 55 e il 25 per cento. Da giornali inglesi si pubblica, a onesto proposito, che la richiesta italiana del £<i per conto potrebbe venire ridotta al 15 per et nto qualora si escogitasse qualche prestito internazionale atto a coprire in pane anche le indennità austro-ungariche insieme con quelle tedesche. Il redattore diplomatico del Dnihi Tclegraph fa poi le seguenti osservazioni che riproduciamo obbiettivamente: » E' significativo come il coinè Storia abbia osservato che il totale deli'JiKlennità tedesca, se fosse necessario, doivrebbo venire aumentato. Ciò fa. pensare ad un completo rovesciamento della politica di Xitti Intesa ad una accondiscendenza economica .verso la Germania. Questo mutamento di rotta è dimostrato anche dalla voce che le istruzioni governative emanato dall'Italia al suo capo delegato nella Commissione delle riparazioni on. Bcrtolim, sono state completamente cambiate. L'on. Oertolini era staio istruito da Roma di combattere le -iti forti domande finanziarie francesi verso la Germania, mentre ora egli sembra ave e ricevuto istruzioni di cooperare con la Francia nello stringere le vili alb: Germania. L'ori. Gioliti! non fu mai uno statista rii tale genere da rinunziare ad alcuno da! fretti della vittoria ». Biproduciamo queste versioni londinesi circa Fli elementi che potrebbero spiegare l'assenza oeil'itaiia dal Convegno di Hythe senza naturalmente farle nostre. L'idea che la questione turca, cosi come si prospetta nel rju irto d'ora attuale, possa venire discussa senza l'intervento dell'Italia per il semplice fallo che il suo Governo di ieri seminava lavarsene le mani nelle acque di San Remo, ci sembra discutibile, come puro l'affermazione eh ■ il conte Sforza possa avere fatto altrettanto a Londra, benché egli nel'a sua recente visita a Lloyd George non fosse ancora il ministro dr-gli Esteri di Giolitti. Lai giorno del Convegno di San Renio gii eventi sono precipitati e si può dire che in Locante la situazione si e. alterata dal giorno della recentissima visita londinése dell'òn. Sforza. Comunque, si tratta di una questione che sarà discussa ulteriormente a Boulogne, o. meglio ancora, a Roma. L'Italia non si può disinteressare del riassetto levantino, anche se non ha molte truppe e molti soldi disponibili. Nessuna delle iPotenze alleate in realtà Può disporre In quantitativi molto maggiori delle une e degli altri. Si può. almeno, negare il benestare alla creazione di egemonie improvvisate ed eccessive, oppure discuterle. Frattanto, mentre da un lato manca qualunque comunicazione autorizzata circa la decisione di affidare alla Grecia l'incarico di garantire colla forza l'esecuzione del trattato turco così come sta. dall'altro lutti i giornali assicurano che ad Hythe •tale decisione è stata regolarmente presa. Rimandino però dei punti "scuri. La conferma ufficiale dell'incarico, che si dice ottenuto da Venizelos, continua a mancare. Corrono versioni diverse. Secondo alcune di queste, sarebbero stati imposti dei limiti all'azione militare devoluta alla Grecia, mentre, secondo altre, l'esercito greco avrebbe carta bianca. Inoltre, .persistono in Qualche ambiente dei dubbi sulla completa adesione francese al piano di Venizelos. Quosti dubbi sono anzi molto marcati, se si ammette, la possibilità che la Francia rinnovi con Mustafà Kernel l'armistizio che sta per scadere. In (ale ca.sr, si osserva che le forzò greche dovrebbero affrontare un compito tanto maggiore in quanto Le forze di Remai, attualmente disposte suIIp lince ridila Ciucia, rimarrebbero libere di tronicpriarc i greci in Anatolia, Ma l'importanza dell'osserva 7 ;one piuttosto sta nel fatte che essa implica, l'eventualità di un'azione r—eca contro i nazionalisti ad entri del mantenimento della politica di armistizio da parte della Francia. Sembra un rompicapo cinese ma forse è meno mi-terioso che' non annoia. La politica nifi in vigoi r sempre quella di chi la può fare. La rie irtizione più attendibile del opino di scena ellenico in Oriente dice che, di fronte alla crisi nazionalista in Anatolia ed all'apertura dello ostilità contro di indirsi ad IsmidVenizelos volle cogliere subito l'oo.-asiono p venerdì scorso offerse a Lloyd Geororo l'ausilio dell'esercito greco por imporre il trattato contro la cui revisione eri! fi venuto battendosi Homo per giorno, t'offerta è stata portata, da Lloyd George al Convegno di Hythe. Venizelos «sito > Atanosizione .un compk-s-50 di diecisss divisioni, circa 150 mila uomini in grande parte già a Smirne ed in Tracia. Sembra che Venizelos abbia addirittura proposto di mettere queste forze sotto il comando di un generalissimo inglese. La mossa era molto abile, giacche., se fosso stata accettata, avrebbe coinvolta la piena responsabilità dell'Inghilterra pel seguito della campagna. Scnonchà Lloyd George non poteva assumersi una responsabilità cosi grande contro l'opinione pubblica del paese che non vuole più saperne di guerra e desidera sopra tu Uu un periodo di commerci lisci e di tranquillità almeno nel campo internazionale. Va notato come lo stesso generale Wilson, capo supremo dello Stato Maggiore imperiale, ritenesse pericoloso addossarsi la responsabilità della campagna che Venizelos si offriva di intraprendere. La stessa opinione veniva espressa dal maresciallo Foch ed il Governo inglese non poteva trascurare questa unanimità di pareri sull'esito di tale impresa greca. In pari tempo, i competenti militari, a quanto si afferma, ritenevano che senza l'intervento delle armi greche non si poteva sperare di Imporre il Trattato presente ni turchi in Anatolia. Gli Alleati non hanno truppe da inviare per una grande campagna in Levante. Sarà già molte so essi potranno assumere l'aggravio di un pieno controllo militare lungo il morale dogli Stretti e Costantinopoli. Tuffai più dispongono di una flotta formidabile, quella inglese, ma anche i cannoni da 360 che hanno ricominciato a tuonare contro le linee turche di Ismid possono solo scalfire le forze di Mustafa Kemal. Quest'ultimo si e rivelato un osservatore abile ed uno stratega assai sveglio. Lo difficoltà sarebbero stato superate colla decisione di accordare, alla Grecia il quasi pieno esercizio delle sue forze militari per sopprimerò l'idra nazionalista in Anatolia, ma diffidandola al tempo stesso dal contare sopra spedizioni alleate di altre forze qualora la sua impresa volgesse a mal partito. Venizelos avrebbe accolto l'autorizzazione di agire nonostante le riserve di contorno sentendosi certo cne l'esercito greco basterà alla bisogna. Questa sua opinione non 6 però condivisa da buona parte dei conoscitori della Turchia. Un intellettuale turco, che regge una cattedra in una Università inglese, lancia in' una lettera ai giornali questo monito: «'che il risultato più probabile dell'incarico procuratosi da Venizelos sarà una sanguinosa, crudele e devastatrice guerra di sterminio ». Egli si chiedo se questa" eventualità aia piacevole per la nazione britannica. M. Prati.